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DICEMBRE/GENNAIO 2018

Italia: gli indicatori

di crescita

In ritardo, e con ritmi ancora inferiori

rispetto agli altri Paesi europei, anche

l’economia italiana è entrata in una fase

di accelerazione della crescita: i risultati

raggiunti nella primametà dell’anno ed i

segnali incoraggianti che giungono dagli

indicatori congiunturali relativi al secon-

do semestre contribuiscono a determi-

nare nel 2017 una variazione del Pil pari

all’1,5%, oltre mezzo punto percentuale

in più rispetto alle previsioni di un anno

fa. Amenodi elementi sfavorevoli adoggi

difficilmente preventivabili, l’economia

italiana potrebbe bissare una performan-

ce di questo ordine di grandezza anche

nel 2018. Nulla di eccezionale ad onor del

vero, ma pur sempre il meglio di quello

che il nostro Paese ha saputo realizzare

nel corso dell’ultimo decennio.

L’elemento più significativo è certamen-

te dato dalla geografia della crescita: il

fenomeno di rafforzamento

è stat

o così

solido che

anche l’areameridionale del

Paeseha saputo agganciare la ripresa,

ANCHE L’AREA

MERIDIONALE

DEL PAESE

HA SAPUTO

AGGANCIARE

LA RIPRESA,

SOPRATTUTTO

GRAZIE

AL CONTRIBUTO

DEL TURISMO E,

PER QUANTO LA

DISOCCUPAZIONE

AL SUD RESTI

ANCORA ALTA,

I CONSUMI

DELLE FAMIGLIE

NEL 2017 SONO

CRESCIUTI

soprattutto grazie al contributo del turismo

. Benché

le criticità sul mercato del lavoro abbiano assunto il

carattere della persistenza (alcune valutazioni meno

rigide rispetto alla statistica ufficiale portano il tasso

di disoccupazione al 50% in alcune aree del Mezzo-

giorno), i servizi turistici hanno beneficiato sia di un

cambiamento strutturale nei modelli di spesa (legato

all’abbattimento dei costi per le vacanze grazie ai voli

low cost e alla prenotazione degli alloggi da privati di-

rettamente online) e sia di contributi una tantum (come

l’abbandono delle mete dei Paesi del Mediterraneo per

i timori di attentati terroristici).

L’enigma dei consumi

In questo scenario, proprio la componente dei consumi

delle famiglie continua a rappresentare uno dei fattori

più controversi del quadro. Trainati dal ciclo dell’auto

(l’obsolescenza del parco circolante ha spinto le famiglie

a riprendere la sostituzione delle autovetture in loro

possesso, inquesto agevolate anche da unmiglioramento

delle condizioni del credito), i consumi sono cresciuti

in misura non marginale. In parte questo esito non era

nelle attese. Era infatti chiaro da tempo che il 2017 non

sarebbe stato un grande anno per i redditi delle fami-

glie: salari reali in contrazione e riduzione dell’impulso

fiscale sul potere d’acquisto pesavano sulle prospettive

della domanda interna. Eppure, mentre i dati Istat da

una parte confermano la flessione del potere d’acquisto,

al tempo stesso evidenziano un andamento dei con-

sumi relativamente vivace. In altre parole

le famiglie

sembrerebbero aver finanziato la maggiore spesa

con una contrazione del saggio di risparmio

: una

circostanza che va in controtendenza con quanto ci si

attenderebbe in una fase di recupero del ciclo, anche

considerando che il saggio di risparmio delle famiglie

italiane (siamo oggi intorno al 6%ma potrebbe scendere

ancora) è molto basso se analizzato in una prospettiva

storica di lungo periodo. Non è immediato individuare

le ragioni di tale comportamento, forse legato al fatto

che il forte ciclo dell’auto è riconducibile ad oggettive

esigenze di sostituzione non più rimandabili.

Stando così le cose e se è vero che le immatricola-

zioni hanno da poco toccato il punto di massimo, la

vera domanda con la quale salutiamo il nuovo anno

è la seguente: avremo più consumi o torneremo a

risparmiare? E anche qualora dovessimo avere più

consumi, sarà finalmente la volta dell’alimentare

(che

nel 2017 deve ringraziare le elevate temperature nei

mesi primaverili ed estivi) o ancora dei servizi, magari

quelli online?

Quale che sia la risposta, il 2018 ha tutte le carte in re-

gola per essere ancora un anno positivo. È un dividendo

troppo importante che tutti, a partire dal Governo che

sarà chiamato a guidare il Paese, non possiamo e non

dobbiamo farci scappare.

S

50%

IL TASSO

DI DISOCCUPAZIONE

ANCORA PRESENTE

NEL MEZZOGIORNO

6%

IL SAGGIO DEL

RISPARMIO

RILEVATO NEL 2017