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FEBBRAIO/MARZO 2018
ivato a prendere il posto
uistare
alimenti che non contengono ingredienti a rischio.
Tutto ciò vale a maggior ragione per le famiglie al-
to-spendenti, proprio quelle che riescono ad intercettare
e ad anticipare i nuovi fenomeni. La dinamica della
spesa delle famiglie con maggiore capacità di spesa
documenta un mutato approccio, al limite del terapeu-
tico, all’alimentazione, come mezzo per conseguire il
benessere. Mettendo a confronto gli ultimi dieci anni,
il dato più eclatante è certamente quello che ha a che
vedere con l’incidenza della spesa in ortaggi e legumi
sul totale, cresciuta di quasi quasi 4 punti percentuali
(dal 9% al 13%). Tale incremento è stato bilanciato dal
ridimensionamento dalle componenti meno “trendy”
della spesa: carni (la cui incidenza sulla spesa per l’a-
limentazione è scesa in dieci anni dal 21,6% al 19,8%),
dolciumi (dall’11 al 7%), oli e grassi (dal 4,2% al 3,4%).
Del resto, pensateci bene: una cena al ristorante non
sta diventando molto simile ad una sfilata di moda?
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