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48 GIUGNO/LUGLIO 2018 FORMAGGI STAGIONATI O FRESCHI, A DENOMINAZIONE PROTETTA O MENO, I FORMAGGI ITALIANI RISCUOTONO SUCCESSO ANCHE FUORI CONFINE. LE SFIDE? SCARSA CONOSCENZA DI ALCUNE TIPOLOGIE, VINCOLI NORMATIVI E DURABILITÀ di Elena Consonni I l formaggio italiano piace in tutto il mondo. Secondo dati Istat nel 2017 le esportazioni han- no superato quota 400.000 tonnellate. E il 2018 sembra essere partito con il piede giusto, se secon- do la rilevazione su gennaio/febbraio le esportazioni hanno superato le 50.000 tonnellate (+9%, rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente). Come affrontano le aziende casearie italiane i mercati esteri? Lo abbiamo chiesto ad alcune di esse in rappre- sentanza del variegato settore dei formaggi. Piccole realtà… Partiamo da una piccola azienda maremmana, Casei- ficio Il Fiorino , che punta su una produzione – tra freschi e stagionati – di latte vaccino e ovino. «La nostra è una realtà familiare – afferma Angela Fiorini , tito- lare – e lavoriamo circa 2 milioni di litri di latte. Circa il 15% del nostro prodotto è destinato all’estero e tutti gli anni aumenta. Già negli anni Ottanta andavamo nel nord Europa. Oggi abbiamo clienti in Libano, ma anche in Australia e Giappone, non nella grande distri- buzione, ma in piccoli negozi e ristoranti. Nonostante siamo una piccola azienda, siamo molto strutturati e il nostro ufficio qualità si occupa anche degli aspetti tecnici. Siamo certificati per andare in Cina, negli Usa; abbiamo Brc e Ifs. I costi sono importanti, ma comunque sostenibili per un’azienda che fa qualità». I prodotti italiani conquistano il mondo Formaggio Marzolino del Caseificio Il Fiorino di Roccabegna +9% LE ESPORTAZIONI DEL FORMAGGIO ITALIANO NEI PRIMI MESI DEL 2018

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