Esprienze del tutto diverse ma allo stesso comuni come la gestione sostenibile dei pascoli in Mongolia dove nel 2013 sono stati riabilitati 3,4 milioni di ettari di pascoli prima degradati grazie all’azione di 700 gruppi di pastori, o le cooperative agricole in Niger e i piccoli produttori di caffè del Guatemala. Perchè “queste e tante altre buone pratiche da tutto il mondo saranno il cuore e la forza di Expo”.
Verso la Carta di Milano
La Carta di Milano che sarà presentata all’ONU aiuterà a definire gli obiettivi per l’agricoltura sostenibile del Terzo Millennio, indicando impegni essenziali dal punto di vista scientifico, ambientale, sociale e culturale, economico e politico.
“L’Italia è stata davvero lungimirante, otto anni fa, a porre proprio la questione alimentare globale al centro della sua proposta espositiva – ha continuato Martina -. Perché il diritto al cibo ci pone un grande tema di equità e di giustizia. Di sovranità, lotta alle diseguaglianze, ridistribuzione delle possibilità. Di difesa delle civiltà contadine e di salvaguardia della biodiversità, e di tutela di beni essenziali come acqua e terra. Qualcuno ha parlato, giustamente, di giustizia agricola. Ci pone il tema di un cambio di paradigma nei modelli di sviluppo. Ci interroga sui grandi paradossi dello spreco, dell’obesità e della fame”.
Per fare tutto ciò sarà necessario proporre scelte politiche. “Come quella di arrivare presto in Italia alla prima legge sul consumo di suolo agricolo come ci ha ricordato anche Carlin Petrini. O come quella di introdurre chiaramente il “diritto al cibo adeguato” nelle nostre costituzioni. Ad oggi solo 23 Paesi hanno inserito un espresso riconoscimento costituzionale e circa un centinaio invece lo riconoscono indirettamente. Sarebbe importantissimo prendersi questo impegno e nell’anno di Expo, primi in Europa, introdurre il Diritto al Cibo nella prima parte della nostra splendida Carta Costituzionale”. Il nostro Paese del resto, con il suo “potere gentile” unico al mondo, fatto di bellezza, saper fare e innovazione, sembra l’attore ideale per portare avanti simili istanze.
“La mia convinzione – ha concluso Martina – è che i 20 milioni di visitatori che accoglieremo in Expo da maggio possano diventare 20 milioni di ambasciatori del diritto al cibo nel mondo. Cittadini consapevoli determinati a dare il proprio quotidiano contributo”.