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Worksumer: il rinascimento del lavoro creativo e liquido inizia da qui

Copy of Federica Pivetti-Paola De Patre credits to Andrea Menin ChillaxingRoad

Aggiornati, creativi e mobili: sono i worksumer, i lavoratori 3.0 sempre più a loro agio nella società liquida.

E’ questa la definizione fornita dall’osservatorio di COPERNICO Where Things Happen, a proposito dei nuovi worker in cui le esigenze di consumo (come spazio, tempo, contenuti, training, tecnologia, strumenti, network, benessere e cibo) sono sempre più spiccate.

La relazione tra tempo, spazio, contenuti e valori è centrale per capire il Worksumer- spiega infatti Pietro Martani, CEO di Windows on Europe e ideatore di COPERNICO-. “Si tratta di un lavoratore evoluto, allo stesso tempo protagonista e attore di una dimensione lavorativa dinamica e innovativa che va oltre il contesto tradizionale, creando un’esperienza diversa

Come è cambiato il mondo del lavoro

Negli ultimi 50 anni il ciclo di vita delle imprese si è ridotto da 60 a circa 18 anni. La linea che separa la sfera privata da quella lavorativa è sempre più sfocata e la ricerca di un equilibrio tra le due dimensioni porta il lavoratore a prediligere spazi funzionali al lavoro con un’attenzione al benessere: ambienti activity-based e flessibili, corredati da servizi che gli permettano di prendersi cura di sé e divertirsi allo stesso tempo.

E c’è addirittura chi parla di “nuovo rinascimento del lavoro”: un mood in cui la soggettività, l’individualità e la flessibilità prendono il sopravvento sulla schematizzazione e uniformità dei comportamenti e degli ambienti.

Lavorare in nome della mobilità, dunque, tanto che secondo l’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano questa nuova “mobilità della postazione di lavoro” potrebbe valere 27 miliardi in più di produttività e 10 miliardi in meno di costi fissi.

E le aziende italiane stanno progressivamente cavalcando l’onda, come dimostra il fatto che il 30% di esse favorisce il lavoro da remoto (fonte: Rapporto dell’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano). E non basta: gli investimenti dei Venture Capitalist italiani in aziende di nuova generazione sono infatti cresciuti a ritmi intorno al 200% nell’ultimo anno (fonte: CBS Insight) e, nello stesso periodo, gli spazi dedicati allo smart working si sono sviluppati in tutto il mondo con percentuali di crescita intorno al 250% (fonte Harvard Business Review). Un fenomeno globale come dimostra il caso di WeWork – start-up newyorkese – che con le sue 30.000 membership è stata recentemente valutata 10 miliardi di dollari. O Regus che alla fine del 2014 contava su una rete di 2.200 locations, e 2 milioni di clienti in un centinaio di Paesi.

La nascita del worksumer

Il risultato? Un nuovo modello di fruizione degli spazi e del tempo del lavoro per un lavoro ormai sempre più “liquido” e flessibile in termini di spazio e tempo ed esigenze di consumo funzionali al lavoro. Ed è in questo “nuovo habitat” che nasce e cresce il Worksumer. Che non è solo il giovane startupper, o il creativo digitale, ma anche il professionista più maturo che trasferisce in questi nuovi spazi gruppi di lavoro o interi rami di azienda con l’obiettivo di avviare e stimolare scambio e innovazione.

Da qui allo smartworking il passo è breve: in questi spazi condivisi, infatti, si genera una spontanea fluidità e contaminazione che ogni giorno produce visibilità e occasioni di business matching oltre che a una generica prolificazione di creatività.

Prendiamo Google, per esempio. Sapevate che molti suoi servizi di maggior successo – come Gmail, AdSense, Transparency Report – sono stati ideati nel tempo lasciato in totale autonomia ai propri collaboratori?

Oppure che nella sede di Facebook (a Menlo Park) è stato predisposto un corridoio aperto, lungo un chilometro e mezzo in cui i dipendenti camminano, si incontrano e staccano il computer?

Un lungo percorso che incoraggia gli incontri, gli scambi e le passeggiate sociali. Una pratica moderna – certo – che ricorda, però, molto da vicino l’indimenticabile usanza dei peripatetici

 

 

Regge l’export del Gorgonzola: nel 2023 crescita in valore del 15,5%

Relativamente all’export caseario del 2023, un anno difficile, il Gorgonzola Dop ha tenuto bene a volume ed è cresciuto a valore. Nel dettaglio le esportazioni sono cresciute dell’1,1% per un totale di 24.982 tonnellate, pari a 2.081.834 di forme esportate, con un incremento a valore di circa 202 milioni di euro in crescita del 15,5% rispetto all’anno precedente (fonte Clal).

Il Gorgonzola DOP rimane così uno dei formaggi italiani più conosciuti all’estero con una diffusione in 91 Paesi in tutto il mondo e una percentuale di prodotto esportato sulla produzione totale 2023 (5 milioni 179mila forme) che, come l’anno precedente, si attesta intorno al 40%.

Con 1.785.167 forme, l’Unione Europea assorbe gran parte dell’export. Sostanzialmente stabile la quota diretta ai primi due Paesi importatori in assoluto, Francia (485.803 forme) e Germania (442.800), seguiti dalla Spagna (155.164) dove si registra una crescita dell’8%. Ottime le performance di Macedonia (+89%), Bosnia-Erzegovina (+51%), Norvegia (+40%), Ucraina (+28%) e Polonia (+15%).

Cresce del 2,9% l’export di Gorgonzola Dop verso il resto del mondo raggiungendo quota 296.583 forme. Lo scorso anno sono andate in Svizzera 85.465 forme. Il Regno Unito, che torna a crescere (+8%) per la prima volta dopo Brexit, è stato destinatario di 44.347 forme. Fuori dai confini fisici del continente europeo il Giappone si conferma per il terzo anno consecutivo primo Paese importatore extra UE (44.482 forme) con una crescita del 15%, seguito dagli USA (32.738, +1,56%). Ottime le performance di Indonesia (+147%), Costa Rica (+48%), Hong Kong (+40%).

Hamleys raddoppia in Italia e apre uno store nel centro di Roma

Hamleys, il più antico negozio di giocattoli del mondo, raddoppia la sua presenza in Italia e dopo Milano apre nel centro di Roma, in piazza Colonna, in franchising con Giochi Preziosi. Inaugurato giovedì scorso 14 marzo nella Galleria Alberto Sordi, lo store è firmato Lombardini22, società di progettazione che opera nello scenario nostrano dell’architettura e dell’ingegneria, e sviluppato da FUD, la business unit del Gruppo specializzata in branding e retail experience design.

Un primo forte elemento di italianità è rappresentato dalla location: la Galleria Alberto Sordi, rinata dal progetto di riqualificazione anch’esso firmato da Lombardini22, è un edificio storico di pregio, situato a pochi metri dalla Fontana di Trevi, punto strategico per i flussi turistici che ogni giorno attraversano il centro romano. Lo store occupa un’unità centrale della Galleria, aggiudicandosi una posizione prestigiosa dal forte impatto visivo e scenografico, rafforzato dal monumentale ingresso e da un grande lampadario custom. Un portale con arco a tutto sesto e finiture in oro e rosso immette nel grande spazio centrale, interpretato come una tipica piazza monumentale italiana e impreziosito da marmi di pregio, una struttura storica e un mosaico a terra vincolato dalla Sovraintendenza.

A stimolare il senso di stupore e meraviglia – elementi chiave della forza del brand inglese – sono riflettenti soffitti dorati, un grande ledwall e un ascensore panoramico vetrato che accompagna al primo piano. I simboli di Hamleys, come l’autobus a due piani posizionato sotto le scale, sono disseminati nel negozio, trasformando lo spazio in un vero e proprio parco giochi. La grafica ad hoc incentrata sulle bellezze romane, l’attento studio dei materiali che richiamano al design italiano e gli arredi custom conferiscono carattere agli spazi, dove l’attenzione rivolta anche alla componente acustica e al lighting contribuisce a rendere l’esperienza all’interno del negozio piacevole, immersiva e coinvolgente.

Spesa di Pasqua, l’intelligenza artificiale può evitare sprechi e overstock

A ormai pochi giorni dalla Pasqua, la Gdo si aspetta una crescita sensibile delle vendite di uova di cioccolata, colombe, vini e agnello. “L’idea che questa festività generi automaticamente un aumento delle vendite dei prodotti agroalimentari non sempre però si rivela accurata” spiegano Giulio Martinacci e Vincenzo Morelli, co-founder di Tuidi, azienda foodtech che, attraverso sistemi basati su intelligenza artificiale, automatizza la gestione dello stock dei distributori.

A tal proposito Tuidi ha sviluppato Delphi, un software per la gestione di punti vendita e centri di distribuzione che automatizza l’operatività aziendale quotidiana attraverso interfacce personalizzate e permette di ottenere la corretta previsione di vendita e la giusta pianificazione dello stock. Delphi analizza milioni di dati relativi a variabili endogene ed esogene, come previsioni metereologiche, festività e dati della concorrenza al fine di produrre accurati modelli previsionali di machine learning che massimizzino le performance economiche dell’azienda. In che modo? Ecco qualche esempio di come queste variabili possono incidere sull’incremento o diminuzione delle vendite dei prodotti anche durante le festività pasquali, permettendo all’azienda di organizzare efficientemente la gestione del magazzino.

Promozioni e festività, vino rosso, carne e uova di gallina
Per il vino e carne, le vendite nella settimana di Pasqua aumentano rispettivamente del +25% e + 16%, rispetto a periodi al di fuori della Pasqua. Ma se entrambi i prodotti vengono messi in promozione nella settimana di Pasqua, queste comportano un aumento delle vendite del 390% e 270% circa. Quindi le promozioni risultano molto efficaci. Scontato, no? Tuttavia, il trend opposto invece possiamo notarlo per un altro prodotto agroalimentare molto consumato durante la Pasqua, come le uova di gallina. Le vendite giornaliere di queste aumentano di circa il 30% nella settimana di Pasqua rispetto a periodi al di fuori di quello pasquale. Le promozioni in questo caso non sono molto efficaci in questo periodo. “Abbiamo notato che quando le uova vengono messe in promozione in periodi differenti da quello pasquale, le vendite aumentano del +710%. Invece, se vengono messe in promozione nella settimana di Pasqua, le vendite aumentano solo del 7%” affermano i co-founder di Tuidi.

Pasqua bagnata …crollo delle vendite di carne, uova e vino.
Cosa succede, se, come spesso accade, si deve fronteggiare una Pasqua piovosa? “In base alle nostre analisi e risultati – proseguono i referenti di Tuidi – se piove durante il periodo di Pasqua, la vendita di carne e di uova diminuisce del 22%, il vino del 20%, rispetto a una Pasqua senza pioggia”. Questo potrebbe derivare dal rischio di non poter organizzare gite fuoriporta, scampagnate e grigliate all’aperto? Quale sia la causa ultima non è importante, ciò che conta è che anche le condizioni meteorologiche sono fondamentali da tenere in considerazione e con anticipo.

Pasqua al mare e boom di acquisti nei punti vendita delle città costiere
Complice l’arrivo della primavera e la voglia di spostarsi in cittadine costiere, il turismo aumenta durante la Pasqua nelle località di mare. “Ad incrementare saranno anche le vendite e gli acquisti di prodotti nei punti vendita vicino al mare. Per l’esattezza – precisano – nella settimana di Pasqua abbiamo riscontrato in media un +35% di acquisti rispetto a punti vendita più lontani dal mare”. Un attore alimentare, dunque, non può considerare solo festività, promozioni e il meteo ma anche la posizione geografica di dove le vendite avranno luogo.

Concorrenti e promozioni: uova di Pasqua
Cosa succede alle loro vendite, durante il periodo di Pasqua, se ci sono due supermercati con insegne differenti, a pochi passi di distanza tra loro? Le analisi di Tuidi attestano che nel periodo pasquale, se un supermercato avvia promozioni sulle uova di Pasqua più alte rispetto al competitor più vicino, le vendite di quest’ultimo subiscono un arresto del 24% rispetto al competitor che ha applicato promozioni.

Cannibalizzazione e Pasqua: il cioccolato
Sempre secondo le analisi di Delphi, arriva la conferma che le uova di Pasqua, influiscono nettamente sulle vendite degli altri tipi di cioccolata. Dati alla mano, diminuiscono del 20% le vendite degli altri tipi di cioccolatini durante le festività pasquali. Da questo caso studio pasquale emerge come una serie di variabili esogene ed endogene influenzino in modo differente le vendite. Tuttavia spesso si commettono errori evitabili a causa di decisioni affrettate che trascurano alcune di queste variabili, conducendo a risultati subottimali. Nel settore della filiera alimentare, se si considera un punto vendita di dimensione medie, dove si contano qualche decina di migliaia di prodotti, bisogna tener conto della complessità del contesto. Non è possibile semplicemente applicare modelli statici basati sul passato per predire le vendite future, poiché centinaia di fattori potrebbero influenzare contemporaneamente ogni giorno ed in modo differente l’andamento delle vendite. Pertanto, è fondamentale adottare un approccio multidimensionale, considerando più variabili in gioco, anziché limitarsi a parametrizzare le previsioni: dunque, cercare di spiegare quella che apparentemente potrebbe essere definita una relazione di casualità come relazione di causalità. L’intelligenza artificiale è sicuramente un grandissimo alleato in questo.

Controllo incrociato delle giacenze, ottimizzazione dell’inventario: l’AI contro le rotture di stock, eccesso di scorte e sprechi
Sapere quale possa essere l’impatto di più variabili sulle vendite di prodotti è il primo passo per avere una gestione più ottimale di punti vendita e magazzini. L’IA può svolgere un ruolo fondamentale nell’ottimizzazione della gestione dell’inventario, consentendo di prevenire sprechi, ridurre le rotture di stock e migliorare complessivamente l’efficienza operativa. Come approcciarsi alla Pasqua nel migliore dei modi? Tuidi indica alcuni consigli con l’obiettivo ultimo di aumentare la soddisfazione dei clienti:

Controllare costantemente giacenze: ci possono essere molti imprevisti che hanno l’impatto ultimo di non far trovare i prodotti alla “clientela pasquale” tra cui furti, gettati, prodotti rotti o consegnati in errato modo. Grazie ad algoritmi proprietari, Delphi identifica queste ed altre potenziali anomalie (quali inversioni, prodotti fermi, giacenze negative) per rendere lo stock sempre preciso;

Gestire dinamicamente gli assortimenti: esporre sempre i prodotti con facing pre-determinati senza considerare la vendibilità dei prodotti sullo scaffale può far correre il rischio di avere tanti articoli basso vendenti. Delphi permette di identificare le referenze sottoperformanti, decidendo il giusto livello di sottoscorta delle stesse ed eventualmente quali di queste eliminare dall’assortimento per introdurre nuovi prodotti ed avere degli scaffali a marginalità più alta.

Non parametrizzare ma considerare la multidimensionalità: è sbagliato assumere che le vendite del periodo precedente (es. le precedenti quattro settimane o lo scorso anno), continueranno a ripetersi costantemente. I fattori endogeni ed esogeni, come dimostrato, cambiano costantemente e influenzano più prodotti in modo sempre diverso. Assumere a priori di applicare un “mark-up” per ogni situazione è un grave errore.

Introdurre un sistema di IA: per prevedere i fabbisogni e anticipare la previsione della domanda grazie allo studio di milioni di dati su migliaia di prodotti: un processo più ottimizzato in termini di accuratezza di performance e più automatizzato in termini di sostituzione modalità più talvolta usuranti come fogli di carta, Excel o terminali che costringono a “sparare” il QR-code di ogni prodotto facendo una maratona infinita tra gli scaffali.

Le evidenze dimostrano come tramite Delphi e un approccio basato su previsione della domanda elaborato con Intelligenza Artificiale è stato possibile ridurre l’overstock dei prodotti del 24% ed incrementare l’efficienza di vendita (ovvero, a parità di costo d’acquisto, aumento le vendite) nei punti vendita del 18%. “Il vantaggio è avere i prodotti giusti al momento giusto e questo permette riduzione rotture di stock e dell’overstock, diminuzione di sprechi alimentari e risparmio di tempo, così da trovare esattamente l’uovo di Pasqua che cerchi quando entri al supermercato” concludono Martinacci e Morelli.

Rinnovata la partnership tra Ducati e Parmacotto

È stata rinnovata anche per il campionato mondiale MotoGP 2024 la partnership tra Parmacotto Group e Ducati Corse: la sinergia continua così a unire due simboli italiani all’insegna di qualità e innovazione.

“Food Valley e Motor Valley rappresentano due territori rinomati in tutto il mondo per l’eccellenza e la qualità. Anche in questa stagione sportiva siamo pronti a rappresentare il meglio dell’Italia sul palcoscenico internazionale, dimostrando che la passione, la dedizione e la qualità italiane possono trascendere i confini nazionali. Per questo Parmacotto Group ha scelto di affiancare Ducati Corse con l’obiettivo comune di conquistare nuovi traguardi, sfruttando sinergie e valori comuni” ha detto Andrea Schivazappa, CEO Parmacotto Group.

“Siamo felici di avere al nostro fianco Parmacotto anche per questa nuova stagione MotoGP, è una vera eccellenza del nostro territorio, da sempre alla ricerca della qualità e della perfezione, proiettata al miglioramento continuo. Valori che ci hanno accomunati fin dal nostro primo incontro” ha aggiunto Mauro Grassilli, Direttore Sportivo Ducati Corse.

Un bistrò nel Famila Superstore di Gallipoli che riapre dopo la ristrutturazione

Dopo una ristrutturazione che ha comportato un investimento di oltre 6 milioni di euro, ha riaperto al pubblico con una veste completamente rinnovata il Famila Superstore di Gallipoli, punto vendita del Gruppo Megamark di Trani, realtà attiva nella distribuzione moderna con oltre 500 punti vendita nel Mezzogiorno a insegna A&O, Dok, Famila e Sole365 presenti in Puglia, Campania, Molise, Basilicata e Calabria.

Ubicato sulla Strada Statale 101 Gallipoli – Lecce, il superstore è stato rinnovato e adeguato agli altri Famila del Gruppo con una particolare attenzione alla sostenibilità ambientale, grazie all’uso di attrezzature di ultima generazione: pannelli fotovoltaici, infissi termici a risparmio energetico e isolamento acustico, banchi frigo chiusi ad alta efficienza energetica e luci a led. Novità assoluta è il Bistrò Famila, uno spazio interno al punto vendita wi-fi free pensato per offrire alla clientela un servizio che spazia dalla colazione, con caffè 100% arabica, alla pausa pranzo con una vasta scelta di piatti pronti e cucinati al momento, realizzati all’interno della cucina visiva con prodotti freschi e stagionali.

La nuova struttura, di circa 1.500 metri quadri di superficie, presenta ambienti interni spaziosi e un parcheggio con oltre 100 posti auto. A disposizione dei clienti tutte le aree del fresco: ortofrutta, gastronomia, panetteria, macelleria e pescheria; nel reparto ortofrutta un vasto assortimenti di frutta e verdura, anche biologica, oltre a confezioni salva igiene pronte da gustare e cucinare; in gastronomia prodotti gourmet ed eccellenze nazionali e locali garantite DOP e IGP; in panetteria produzione in loco di pane e focacce assortite, sfornate in diversi momenti della giornata e in macelleria un assortimento di carne selezionata e controllata oltre che piatti pronti da cuocere. Ad arricchire l’offerta un servizio di prenotazione di piatti gastronomici pronti e specialità ittiche da asporto. In un angolo enoteca con cantinetta refrigerata disponibili anche una selezione di vini e birre pregiate. Ampio spazio è dedicato a una vasta gamma di capsule, cialde, tisane e infusi, oltre che ai prodotti per vegetariani, vegani e a quelli proteici.

Il supermercato è dotato di casse veloci e automatiche e digital infopoint per consultare gli ingredienti dei preparati, verificare i prezzi e prenotare il proprio turno ai banchi assistiti; prevista, inoltre, la sanificazione quotidiana ad ozono di ogni reparto.

L’inflazione non ferma beni di largo consumo e tecnologici: spesi 187 miliardi nel 2023

In Italia, la spesa dei consumatori per i beni di largo consumo e per i beni tecnologici e durevoli è aumentata del 5,2% rispetto al 2022, registrando un fatturato complessivo di 187 miliardi di euro. L’aumento è stato determinato in particolare dalla crescita del prezzo dei prodotti alimentari e per la cura della persona, mentre gli italiani sono rimasti più cauti nelle spese di alcuni prodotti T&D. A evidenziare i dati è il nuovo Barometro dei Consumi di NIQ, che combina i dati di NIQ e GfK per misurare il giro d’affari dei prodotti del largo consumo, dei beni tecnologici e durevoli acquistati negli store in Italia.

Nel 2023, nel settore del largo consumo, si è registrata una crescita del fatturato senza precedenti che ha superato i 134 miliardi di euro. Questo notevole incremento del 7,9% rispetto all’anno precedente è stato principalmente alimentato dall’aumento dei prezzi a doppia cifra. Nonostante l’inflazione abbia eroso il potere d’acquisto dei consumatori, i beni di prima necessità hanno mantenuto un livello stabile di vendite a volume, con una modesta flessione del -1,7% (nel perimetro dei prodotti confezionati). Secondo il Barometro dei Consumi di NIQ, le categorie che hanno mostrato le migliori performance di vendita sono state il settore alimentare, con un aumento dell’8,9% e un giro d’affari di 82 miliardi di euro nel 2023, e il fresco, con un incremento dell’8,2%. Anche i prodotti per la cura della casa e della persona hanno registrato una solida crescita, con un aumento del 7,0%.

Analizzando i dati trimestrali, emerge come l’effetto dell’inflazione, con un valore medio dell’11,3% nel 2023, sia stato più pronunciato nei primi sei mesi dell’anno. Ciò ha contribuito a spingere le vendite, in crescita rispettivamente del 9,2% nel primo trimestre e del 9,8% nei mesi di aprile, maggio e giugno. Successivamente, l’inflazione si è stabilizzata, con una crescita delle vendite più moderata del 7,8% nel terzo trimestre. Nei mesi di ottobre, novembre e dicembre, l’effetto dell’inflazione si è attenuato ulteriormente, toccando il punto più basso di crescita a valore pari al 5,1%.

“Nel corso del 2023 non solo abbiamo registrato livelli record per i fatturati del largo consumo ma anche importanti cambiamenti nei comportamenti di acquisto degli italiani. L’inflazione galoppante ha imposto a molte famiglie una continua revisione dei prodotti acquistati, riducendo gli sprechi e tagliando i prodotti troppo costosi e non più ritenuti necessari. D’altra parte, l’analisi del carrello conferma una maggiore propensione delle famiglie all’acquisto di prodotti legati al benessere e alla salute” ha commentato Romolo De Camillis, Retailer Director NIQ Italia.

Un anno di contrasti per il mercato Tech & Durable
Il mercato dei beni tecnologici e durevoli (T&D) in Italia nel 2023 ha attraversato un anno di alti e bassi e una lieve decrescita rispetto al 2022, registrando un fatturato di 53 miliardi di euro nell’anno appena concluso. Il settore dell’Home Improvement, che comprende prodotti per il miglioramento della casa e l’arredamento, ha iniziato il 2023 con una crescita solida (5,3%), tuttavia ha subito un rallentamento a partire dal secondo trimestre (1,6%). Nonostante ciò, ha chiuso l’anno con una lieve flessione del -0,2% rispetto al 2022. Stando al Barometro dei Consumi di NIQ, le spese per il miglioramento della casa sono rimaste stabili, ma la volatilità economica ha influenzato i risultati, infatti, il settore Technical Consumer Goods (TCG), che include elettronica di consumo, telefonia, IT, prodotti per l’ufficio, fotografia e altri beni tecnologici, ha sofferto un calo significativo nel 2023, con una diminuzione del -5,4% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, alcune sottocategorie, come gli elettrodomestici, sono cresciute anche in un contesto così difficile e, nonostante le sfide, il settore ha registrato una crescita positiva nel 2023 e chiuso l’anno a 6 miliardi di euro, +3,2% (vs 2022). La domanda di elettrodomestici per la casa è aumentata poiché trainata da nuove tecnologie e da un maggiore interesse per la sostenibilità legato anche al risparmio energetico.

“La forte crescita dell’inflazione e l’aumento continuo dei tassi di interesse delle banche centrali hanno caratterizzato tutto il 2023, generando nel consumatore incertezza e una maggiore attenzione al contenimento delle spese. L’esito negativo di questi fattori, insieme alla riduzione degli incentivi e delle detrazioni fiscali per l’acquisto di determinati prodotti, hanno generato un effetto immediato su molte categorie dei beni durevoli a cui il consumatore è stato disposto a rinunciare o a posticipare l’acquisto in futuro” ha detto Ivano Garavaglia, Head of Retail di GfK.