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Da Tesco frutta e verdura a misura di bimbo

Il cibo è allegria, gioco, estetica, aspetti a cui i bambini sono particolarmente sensibili: per questo Tesco, catena di supermercati britannica, ha deciso di unire l’utile (un consumo di frutta e verdura che dovrebbe assestarsi sulle cinque porzioni al giorno ma è, spesso tra i più piccoli, evitato come la peste) e il dilettevole, lanciando questo settembre una nuova linea di vegetali “a misura di bimbo”. Scopo, dichiarato a incoraggiare i bambini a mangiare più frutta e verdura, fondamentali per la loro salute e benessere.

La prima referenza? Una coloratissima zucca tagliata a stelline, divertente e facile da sgranocchiare. seguiranno, per ora, le patate dolci a forma di faccina. Una tattica, quella di presentare il cibo con forme di animaletti, lettere dell’alfabeto o altre che richiamano l’infanzia, utilizzata spesso per altri prodotti, nella pasta ad esempio, ma non per i vegetali.

Come ha spiegato la buyer per frutta e verdura Tesco Elizabeth Hall: «Vogliamo dare una mano ai genitori nell’incoraggiare i figli a mangiare più vegetali. Anche presentandogli verdure come la zucca un po’ lunghe da preparare già pronte e in una forma che attira i bambini. Speriamo con un tocco di novità di rendere i vegetali una parte divertente oltre che nutriente di ogni pasto».

L’iniziativa si inquadra anche tra varie intraprese da Tesco per combattere la lotta allo spreco alimentare.

 

Intermarché fa la spesa per il cliente con i “pacchi vacanza”

Il tempo, si sa, sembra essere sempre di meno in questa nostra frenetica esistenza e la maggior parte delle innovazioni, tecnologiche o meno, sembrano fatte per farcelo risparmiare e, a volte, evitarci di pensare incombenze noiose quali ad esempio la formulazione della lista della spesa. Proprio per questo l’insegna francese Intermarché ha lanciato quest’estate i “pack vacances”: al prezzo fisso di 10 euro e in due tipologie – food e non food – sono dei sacchetti che contengono tutto ciò che può servire per iniziare la propria vacanza in una casa vuota come sono tipicamente le case in affitto. Una sorta di “Starter kit” con gli articoli essenziali, tutti MDD. Dal pepe e sale, olio, pasta, passata, maionese e salse che consentono di preparare il primo pasto all’arrivo a destinazione ai detersivi, carta igieniche, spugne e sacchi per la spazzatura per attrezzare la casa.

Chiarissimo il claim: “abbiamo fatto la spesa per voi”. In fondo, un tentativo i cavalcare lo spirito dei tempi, contando sul fatto che se nella vita di tutti i giorni il tempo è poco, in vacanza la voglia di pensare a certe incombenze è ancora più esigua

Originale anche il packaging: delle borse di carta con disegnato il contenuto, stile pittogramma. Come dire: non c’è nemmeno bisogno di leggere cosa c’è dentro, basta guardare, il che è ancora più veloce.

I pacchi sono in vendita in 346 punti vendita Intermarché, circa un terzo della rete totale.

Selfridges, dallo spillo all’elefante, ora vende anche gli scarti

Dallo spillo all’elefante fino allo scarto reso gourmet: è ciò che si trova da Selfridges, i mitici grandi magazzini londinesi noti da oltre un secolo per lo sconfinato assortimento e che ora accolgono un pop up store di Rubies in the Rubble, marchio etico che producono conserve e salse fatte con verdure salvate dal macero, perché troppo brutte o molto mature. 

Il banchetto offrirà per tutto il mese di giugno “panini aperti” fatti con ingredienti soggetti a surplus ma molto creative e che non mancano di strizzare l’occhio ai superfood del momento: manzo e sottaceti fatti con spalla e maionese dove l’acqua di ceci rimpiazza le uova a verdure con formaggio tipo gorgonzola e cavolo nero, dall’humus di avocado e barbabietola su un cracker di zenzero al pasticcio di burro d’arachidi, mandorle, banane, cocco e semi di cannella sopra un cracker alla carota e curcuma. Il prezzo è tutto sommato contenuto: 5 sterline (5,70 euro).

I grandi magazzini icona di Londra non sono nuovi ad iniziative anti-spreco: lo scorso febbraio ad esempio avevano apprestato un menu “no waste” nel lussuoso ristorante sul tetto del palazzo.

Lotta allo spreco, Sainsbury’s lancia le “postazioni salvabanana”

Tutti pazzi per le banane, ma quanto spreco per questo frutto che ognuno ama mangiare (o evitare e buttare nella spazzatura) a un differente stadio di maturazione: addirittura, pare che ben 1,4 milioni di banane vengano buttare ogni giorno, solo nel Regno Unito. Per questo Sainsbury’s, insegna britannica, ha avviato un progetto di sensibilizzazione che prevede di approntare in 500 punti vendita delle “postazioni salvabanana” con ricette e consigli su come utilizzare questo frutto anche quando è a uno stadio avanzato di maturazione e gli ingredienti da accompagnare come farina lievitata ma anche tortiere e attrezzi da cucina per creare il pane alla banana. Non solo: i forni in 110 supermercati prepareranno pane alla banana utilizzando le partite invendute.

L’iniziativa rientra nel piano Waste Less in cui l’insegna prevede di investire 10 milioni di sterline.                                                                                                                              

Dimmi come mangi (la banana) e ti dirò chi sei

La banana non è stata scelta a caso, è infatti uno dei frutti più apprezzati dai britannici: in media ne mangiano tre alla settimana, e uno su cinque mangia un banana tutti i giorni. Però il 30% la butta anche in presenza di piccole imperfezioni come un segno nero sulla buccia, e il 13% non ne vuole sapere se è verde.

Sainsury’s ha anche stilato un identikit del mangiatore di banana, perché come si diceva, più che con altri prodotti qui ognuno ha il suo stile. E a ognuno va la sua “ricetta anti-spreco”. 

Vinco facile (25%)

Mangia banane per raggiungere le consigliate cinque porzioni al giorno di frutta e verdura.

Usate le ultime del cespo che spesso iniziano a diventare nere. 

Lo schiscetta lover (18%)

Le mangia solo da lunedì a venerdì perché fanno parte del pranzo che porta al lavoro.

Le patatine di banana possono essere un’alternativa interessante che tra l’altro si mantiene più a lungo.

Solo a colazione (16%)

Tagliate a rondelle o da sole, ma c’è anche chi le mette sul pane tostato: purché siano a colazione!

Provate un French toast con ripieno di banana. Utilissimo anche per riutilizzare il pane, perché è fatto con pane raffermo.

Il must per gli ipersportivi (8%)

Lo mangiano prima dell’esercizio fisico per il suo contenuto in zuccheri naturale. 

Il vero must è il porta banana che le impedisce di schiacciarsi dentro la borsa della ginnastica.

Lo Smoothie Lover (8%)

Il tocco finale per ogni smoothie.

Le banane a rondelle possono essere congelate per futuri smoothie.

Gli amanti del Dessert (7%)

La parte salutare di un desert goloso

Arrostite le banane e aggiungete frutta o cioccolato: ecco un dolce inusuale.

 

Aldi Sud apre un bistrò pop up per l’estate, con i suoi prodotti

Rendering: Aldi Sud.

Aprirà al Colonia Media Park il 26 aprile il primo bistrò targato Aldi Sud, che resterà aperto per tre mesiSempre meno discount, sempre più innovativo e proattivo nel presentarsi ai clienti con un’immagine fresca e di qualità: sembra questa la strada intrapresa dalle insegne tedesche e Aldi non fa eccezione, proponendo un nuovo concept che incrocia il trend della ristorazione nel supermercato con quello della ricerca di qualità e cibo creativo a un prezzo accessibile: il concetto del bistrò, insomma.

Il menù giornaliero sarà realizzato con i prodotti del discounter a un prezzo più che vantaggioso: antipasto, piatto principale (carne pesce o un piatto vegetariano) e dessert costeranno 7,99 euro. Lo chef Robert Marx sarà responsabile per la creazione dei menu. Tutti gli ingredienti provengono dalla gamma ALDI, compresi il popolare caffè ALDI dalla torrefazione in-house e la selezione di vini.

«Abbiamo scelto un posto centrale in una grande città per il nostro Bistro perché ci piace l’idea di creare un luogo di incontro per tutti, giovani e meno giovani. Il bistrot ha lo scopo di rafforzare la fedeltà dei clienti al marchio ALDI» spiega Sandra Sibylle Schoofs, Direttore Marketing.

L’architettura dei bistrot ALDI è semplice e accattivante. È costituito da otto container su due piani, per una superficie totale di 90 metri quadrati con grandi finestre e mobili d’epoca. Dispone di 50 coperti.

La cerimonia di apertura prevede l’esibizione del rapper di Berlino Fargo. Ma ci saranno tanti altri eventi in futuro: degustazioni di vini, barbecue, seminari sulla nutrizione e il fitness, promozioni speciali, giochi per i più piccoli.

Dopo Colonia, sono in programma altre aperture in Germania.

 

Asda punta sul vegan, dallo snack alla vodka è tutto “marchiato”

D’accordo i numeri ci dicono che il free-from cresce ormai da anni e che le opzioni vegetariane e vegane sono ormai andate ben oltre la nicchia per clienti “alternativi” di passaggio che erano un tempo, ma Asda ha deciso di fare di più: non solo allargare la propria linea Vegan, che già include snack e surgelati, torte e prodotti freschi, ma è diventata la prima insegna britannica a fregiarsi del marchio Vegan grazie a una partnership con la Vegan Society.

Ora fanno parte della linea dedicata ai vegani anche la vodka e il burro di arachidi, il curry e il condimento all’aceto balsamico, per citare solo alcuni prodotti.

Come ha dichiarato Lizzy Massey, Vice Presidente della private label Asda: «I nostri clienti sono al centro di ciò che facciamo e sappiamo che hanno esigenze e richieste diverse riguardo ai nostri prodotti. Per questo li abbiamo ascoltati e abbiamo messo il marchio vegnao sui nostri prodotti private label».

Il supermercato pop-up virtuale di Jumbo sembra reale

Jumbo, insegna olandese, ha creato un negozio virtuale per gli acquisti online che a prima vista sembra incredibilmente reale. I “muri”-poster che simulano gli scaffali del supermercato sono infatti posti all’angolo di due strade a grande percorrenza di Rotterdam e disposte come se fossero delle vetrine (anzi ne sono incollate sopra).

Un allestimento di grande impatto, aperto naturalmente 24 ore su 24 e fatto per promuovere il servizio di e-commerce dell’insegna (con 130 punti di ritiro nel Paese oltre ll consegna a domicilio), che resterà al suo posto fino a fine marzo.

Il meccanismo è invece l’usuale già visto in altre situazioni (in Italia con Carrefour nella stazione della metropolitana di Loreto e con Eataly al Vodafone Village, sempre a Milano): la spesa è effettuata semplicemente scansionando dei codici a barre tramite l’app dell’insegna.

Trasporti “circolari”: Waitrose usa camion alimentati dai rifiuti

Waitrose, insegna britannica d’alta gamma, ha annunciato l’entrata nella flotta di 10 innovativi camion alimentati a biometano prodotto dai rifiuti. Le new entry avranno un’autonomia di 500 miglia (circa 850 Km), il doppio di quelli normalmente in uso, e quindi ben più efficienti e quindi “utilizzabili”.  Un vantaggio che potrebbe portare altre insegne ad adottare questo tipo di mezzi. “Potremo fare l consegne nei nostri punti vendita senza dover rifornirli durante il tragitto” ha detto Justin Laney di John Lewis Partnership, proprietaria della catena Waitrose.

Il biometano emette il 70% di anidride carbonica in meno rispetto al diesel. I trasporti sono responsabili di un quarto delle emissioni che provocano il riscaldamento globale.

L’insegna britannica è da anni in prima linea in quanto a innovazione, che ormai da qualche anno significa svolta green ed ecosostenibile. Tra le ultime “trovate” ci sono gli alberelli di Natale “commestibili” (di fatto, piante di rosmarino), il risotto senza riso (fatto con sedano rapa e funghi), l’app anti-spreco collegata al network FareShare FoodCloud, gli yogurt alle verdure e la bottiglia di birra da due litri.

San Valentino per tutti gli orientamenti, da Sainsbury’s

Debuttano questo mese sugli scaffali di Sainsbury’s, storica insegna britannica, i biglietti di San Valentino per innamorati dello stesso sesso. Si avvicina il 14 febbraio che, come sappiamo dalle eterne strisce di Charlie Brown, nei Paesi anglosassoni comporta la consegna o invio del bigliettino a cuoricino al proprio amato/a. Che potrebbe essere anche dello stesso sesso: 3,1 milioni di britannici oggi si identificano come LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender).

Quest’anno dunque nei 500 punti vendita dell’insegna in tutto il Regno Unito, oltre alla versione “tradizionale” i clienti potranno scegliere tra biglietti con l’immagine di due uomini o due donne.

La gamma a disposizione ammonta a oltre 300 tipi diversi: più delle identità di genere che, secondo gli studi e le riviste di lifestyle, si moltiplicano di anno in anno. Tra third sex, crossdresser, drag king, genderfluid e skoliosexual si arriva a 12, o forse a 23. Fino al prossimo studio. Ma al di là della cattiva abitudine a tutto catalogare, effettivamente la “valentina” tradizionale da Charlie Brown non è più per tutti. Come ha commentato il direttore commerciale di Argos-Sainsbury’s James Brown: «La scelta del biglietto perfetto per il giorno di San Valentino è un’esperienza personale e sentimentale, ed è per questo che siamo lieti di offrire biglietti dello stesso sesso in modo che tutti i nostro clienti innamorati possano scegliere il biglietto giusto per loro».

Asda lancia Surplus Swap, un’app che combatte lo spreco di cibo

Asda lancia Surplus Swap, un’app che funge da trait d’union per consentire ai fornitori di comprare e vendere prodotti alimentari che altrimenti sarebbero finiti tra i rifiuti.
L’obiettivo? Arginare lo spreco alimentare, consentendo di dare una seconda vita a alimenti altrimenti “indesiderabili”.

Invece di buttare via eccedenze di produzione, gli utenti dell’app possono infatti caricare le immagini su una piattaforma stile marketplace, in modo che qualsiasi altro fornitore interessato possa collegare e organizzare l’acquisto e lo scambio.

Quello dello spreco di cibo è un tema modo caldo nel Regno Unito, dove 8,4 milioni di famiglie fanno fatica a procacciarsi gli alimenti, mentre la filiera di approvvigionamento spreca il 45% delle risorse (fonte WRAP – Water Resources Action Programme).

Swap Surplus sta ricevendo un feedback positivo da parte di fornitori e industria. E ad oggi ci sono già realtà imprenditoriali che hanno familiarizzato con il sistema. Un esempio è IPL, che è stato il primo fornitore di ASDA a ricorrere all’app, e oggi propone susine, pesche e albicocche ad altri fornitori.

“L’app – dichiara Charlotte Cool vice president of corporate affairs – offre ai fornitori la possibilità di distribuire quel cibo eccedente che altrimenti andrebbe gettato.
Sappiamo che clienti e fornitori sono preoccupati dal tema dei rifiuti. E la stessa cosa vale anche per noi. Per questo ci siamo impegnati a raddoppiare entro il 2020 il quantitativo di cibo ridistribuito. Ma c’è una tale quantità di lavoro da fare che non possiamo abbassare la guardia. Il nostro obiettivo è quello di adottare un approccio end to end e di trovare nuovi modi per combattere il problema e raggiungere il nostro obiettivo”.
“L’applicazione – commenta a sua volta Ivor Lyons, direttore di Jumpin’ Juice – è una grande idea perché permetterà agli acquirenti di individuare i prodotti e gli ingredienti freschi ancora utilizzabili per la produzione di cibi e bevande. Uno dei principali vantaggi sarà avere la disponibilità di informazioni sui prodotti, centralizzate sull’app”.

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