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Ad Alghero si fa book-crossing al supermercato

Foto Google Street View.

Nato qualche anno fa, il book-crossing è forse uno dei primi fenomeni di “economica circolare” e sharing economy. Il concetto è semplice: lascio un libro che ho già letto in un posto (che può essere un autobus o un luogo qualsiasi deputato al deposito per un giorno) e nel caso ne tiro su un altro. Una pratica che, oltre a favorire il riutilizzo di oggetti “ancora buoni”, decisamente, stimola alla lettura e diffonde cultura. Ci è piaciuta dunque l’iniziativa della catena sarda Gruppo Delta Gs, che gestisce ad Alghero alcuni supermercati. E ha scelto il punto vendita del centro commerciale Commerz+ e i supermercati di via Marconi e via Sassari come “luoghi di scambio” permanente di letteratura, lanciando l’iniziativa Libri in carrello. I libri vengono lasciati in due carrelli, uno per adulti uno per bambini, chiunque può prendere o lasciare, non è necessario fare la spesa per usufruire del “servizio”. Speriamo venga copiato da altri punti vendita, in altre parti d’Italia.

Asda introduce un'”ora di silenzio” per i clienti autistici

Un'”ora silenziosa” in cui la musica e gli annunci audio sono disattivati, così come le scale mobili e gli schermi video: la introdurrà da maggio – il sabato dalle 8 alle 9 di mattina, aprendo un’ora prima del solito – il punto vendita Asda di Manchester Cheetham Hill, dedicandola ai clienti che sono particolarmente disturbati dai rumori come coloro che sono affetti da autismo. Saranno anche messe a disposizione delle mappe del supermercato “a lettura facilitata”, che al posto delle parole riportano dei simboli.

L’idea è venuta allo store manager Simon Lea dopo aver parlato con una cliente con un figlio autistico particolarmente stressato dalla visita in negozio. Lea ha commentato: “Sto cercando di creare una shopping experience più tranquilla e meno stressante. Parlare con persone con problemi di autismo o disabili mi ha aiutato a pensare come potevo rendere il punto vendita un posto migliore per fare la spesa. La reazione alla mia idea, che ho postato su Facebook, è stata incredibile, mi hanno chiamato da tutto il Paese sia clienti sia manager di altri supermercati che pensano di prendere iniziative simili. E pensare che tutto ciò è nato da una conversazione di un minuto con una cliente e da un post su Facebook: è davvero fantastico!”

 

 

Végé si rifà il look e chiede aiuto ai social

Végé ha deciso di rinnovate logo e packaging ma lo fa coinvolgendo i suoi clienti. Grazie a un poll (sondaggio) aperto sulla pagina Facebook, il gruppo basato a Milano (che comprende 31 imprese e 2.331 punti vendita su tutto il territorio nazionale) invita a votare scegliendo tra tre opzioni diverse che riguardano il logo e alcune confezioni (insalata, pomodori pelati, salviette, candeggina).

Un bel modo per coinvolgere e utilizzare le dinamiche social in modo da fare sentire i clienti partecipi delle decisioni del “loro” supermercato.

Wefood: basta con gli sprechi

Wefood: debutta a Copenaghen il nuovo supermercato che mette in vendita cibi ancora edibili, ma “non presentabili” secondo i canoni tradizionali (cioè perché l’imballo è danneggiato o la data di scadenza lo vieta).

WeFood, appoggiato dalla catena Føtex (una delle leader nel paese), nasce da un’idea della Ong danese Folkekirkens Nødhjælp.

I prezzi sono in media più bassi del 50% e l’obiettivo dello store è quello di coinvolgere consumatori di target diversi: dai meno abbienti (facilitati dal forte taglio prezzo) a quelli più consapevoli, che per scelta etica hanno deciso di combattere gli sprechi.

La sfida di Wefood è in linea con gli sforzi compiuti dalla Danimarca che, negli ultimi 5 anni, ha tagliato gli sprechi di cibo del 25%.

Anche i disabili possono fare shopping da Target, grazie agli appositi carrelli

Target, retailer americano che si sta facendo notare per le sue soluzioni innovative in campo tecnologico e non solo, ha pensato di inserire nei suoi punti vendita dei carrelli che consentono a chi entra in negozio con una persona disabile, bambino o adulto, di fare shopping tranquillamente, senza doversi destreggiare con carrelli e carrozzine.

La soluzione, che si chiama Caroline’s Cart dal nome della figlia della sua inventrice, è in realtà un carrello con un sedile molto grande sul davanti.

CarolineCart-updated

“A partire dal 19 marzo” si legge in una nota del retailer “in tutto il Paese i nostri punti vendita avranno almeno uno o più Caroline’s Cart a disposizione dei clienti, a secondo delle loro esigenze“.

Tesco ricorda alle donne di controllare il seno

L’insegna britannica ha aderito alla campagna CoppaFeel!’s #brahijack. Con il messaggio assai diretto e concreto “Controlla le tue tette” l’organizzazione benefica CoppaFeel ritiene di potere salvare delle vite ricordando alle donne questo semplice ma essenziale gesto, con lo scopo di farla diventare un’abitudine quotidiana. Questa campagna si aggiunge dunque alle attività di responsabilità sociale di Tesco, che vedono l’insegna impegnata anche, ad esempio, nella riduzione dello spreco alimentare mentre, nell’ambito della diffusione di stili di vita più salutari, la catena è stata tra le prime a togliere gli snack ipercalorici dagli avancasse e a ridurre il contenuto di zuccheri delle sue bevande Pl.

Carrefour sperimenta la realtà aumentata

La realtà aumentata serve ad “arricchire” la visione reale con contenuti digitali. Se n’è parlato molto in anni recenti, ma le applicazioni nel retail sono ancora molto limitate. Ci è sembrato quindi particolarmente interessante questo “esperimento” di Carrefour Belgio, che ha realizzato un’esperienza di realtà aumentata per il catalogo giochi dei suoi ipermercati. Scaricando infatti l’app, su smartphone o tablet, e puntandola sulle parti del catalogo in cui compare la “mascotte” Hyper, partono contenuti video riferiti al prodotto. Dieci in tutto, ma è pur sempre un inizio.

Waitrose introduce le shopper frigo personalizzate

Foto: Ultimate Digital

Una delle tendenze del futuro sarà la personalizzazione del prodotto: Waitrose, insegna britannica, questo Natale ha inserito in una borsa frigo personalizzata con il nome dell’acquirente le sue confezioni di petto di tacchino. Trovare il proprio nome su un prodotto “standard” è un servizio che piace al consumatore, ormai abituato dai social media a venire coinvolto di persona nella brand experience. E ormai anche la tecnologia digitale consente di rendere personale con costi contenuti pacchi e copertine. Oltre alle borse frigo, il retailer britannico ha personalizzato anche regali natalizi (champagne, cioccolatini, pie) dedicati ai clienti più attivi sugli account social del gruppo.

Un modo per incentivare le vendite di un classico prodotto natalizio differenziandosi dalla concorrenza, di aumentare il coinvolgimento sui social, ma anche di “testare” le nuove frontiere della stampa digitale. Le borse, ognuna con il nome di un cliente, sono state stampate dal fornitore Ultimate Digital su un “nastro” da 760 mm di larghezza a partire da ordini che arrivavano ogni lunedì e distribuite entro 48 ore, tramite un sistema di codici, a 280 punti vendita Waitrose. Grande il successo, di vendite e di immagine.

«Stiamo sviluppando altri progetti per il 2016 con questa nuova tecnologia digitale, che ormai rende possibile la personalizzazione, la customizzazione, la regionalizzazione e la creazione di un packaging assolutamente unico ed originale» ha detto Karen Graley, Packaging and Reprographics Manager di Waitrose.

Tesco per Natale regala dolci natalizi porta a porta

Con un camion personalizzato l’insegna britannica Tesco quest’anno per Natale ha pensato a una promozione spinta: in varie città del sud dell’Inghilterra, Londra inclusa, gli addetti suonano alla porta dei residenti regalando la mince pie Tesco, il tradizionale dolce natalizio (un po’ come il nostro panettone). Obiettivo: far assaggiare le proprie produzioni a marchio e conquistare il cuore di una clientela sempre più in fuga verso i discount tedeschi Aldi e Lidl (che hanno da poco raggiunto il 10% del mercato britannico). Lidl tra l’altro ha in programma una nuova, massiccia offensiva sul mercato inglese con decine di nuove aperture.

Coinvolti anche i social: chi dovesse non trovarsi in casa non avrà che da tweettare una foto del camion con l’hashtag #HappieChristmas e avrà l’omaggio consegnato. La “politica dell’assaggio” delle referenze private label è del resto già presente nei punti vendita Tesco, ma certo andare a cercarsi il cliente a casa è un passo in più: se funzionerà lo scopriremo nelle prossime settimane.

Carrefour vende il vino ai cinesi, nella metro

Foto carrefour.com

Il vino francese va molto bene in Cina da anni, e Carrefour ha pensato a un modo per intercettare i consumatori e promuovere il sito di e-commerce lanciato quest’anno: in occasione del Festival del vino ha posizionato una ventina di schermi digitali e una “cantina virtuale” in due stazioni della metropolitana di Shangai. I passanti, scansendo il codice QR, possono ottenere informazioni e acquistare i vini del Festival del vino e farseli spedire a casa. In questo modo Carrefour pensa di intercettare in un mese 10 milioni di consumatori, puntando a una classe media in continua espansione.

La cantina virtuale di Carrefour.

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