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Contro lo spreco i cittadini lombardi preferiscono prodotti stagionali

Si parla spesso di sensibilizzare sugli sprechi, sulle loro cause e sull’impatto economico. Ma per farlo in maniera scientifica e costruttiva non si può prescindere dall’esame dei dati e dei comportamenti di ciascuno. 
Nasce quindi con questo obiettivo l’indagine “Primo non sprecare”, con focus Lombardia, promossa da Whirlpool attraverso Waste Watcher. L’indagine, prodotta nell’ambito della campagna Spreco Zero 2020, rileva che negli ultimi due anni 3 cittadini su 10, in Lombardia (31%), dichiarano di aver notato significative diminuzioni nelle quantità di cibo sprecato a livello domestico, per il 66% non ci sono variazioni di rilievo perché l’attenzione era già significativa: la differenza rispetto al dato nazionale (38%) indica probabilmente una sensibilizzazione che arriva da lontano ed è più radicata che altrove in Italia. In Lombardia il cibo si getta meno di una volta al mese per 1 cittadino su 2 (50%, performance lievemente migliore rispetto al dato nazionale del 48%) e solo il 4% dichiara di sprecare più volte nel corso della stessa settimana (contro il 7% del dato nazionale). Un cittadino lombardo su 2 ritiene che la prevenzione dello spreco potrebbe migliorare optando per una maggiore stagionalità dei prodotti (46%) e 4 cittadini su 10 evidenziano l’opportunità di ricette di recupero per il cibo avanzato. Uno su 3 indica l’utilità di spese più frequenti, in luogo della maxi spesa che porta ad accumulare grandi quantità di cibo, sempre uno su 3 si affiderebbe invece all’educazione alimentare nelle scuole (33%).
Quali strategie adottano i lombardi per prevenire o ridurre lo spreco alimentare? Regola numero uno, la lista della spesa: 7 cittadini su 10 consigliano di privilegiare il check preventivo su quello che serve davvero (69%), mentre 6 su 10 congelano quello che non riescono a mangiare a breve (62%) oppure cercano di fare attenzione alle quantità che cucinano (59%). Ma i lombardi sembrano un po’ meno propensi rispetto al dato nazionale a rigenerare gli scarti e avanzi del cibo in nuove ricette (44% contro il 48% nazionale), a fare uso delle “bag” di recupero del cibo al ristorante (31% contro il 34%) e a condividere con i vicini il cibo avanzato (18% contro il 22%).
Il supermercato è centro di riferimento per l’acquisto del cibo rispetto al 66% dei cittadini lombardi: che scelgono più frequentemente degli altri italiani il centro commerciale o l’ipermercato (34%), raramente ricorrono al dettaglio (15%) o al mercato (16%), hanno maggiore familiarità con l’acquisto online (11%) e prendono in considerazione un po’ più frequentamente degli altri italiani l’acquisto diretto dai produttori (6% contro il dato nazionale del 3%).
Ma cosa ritengono di sprecare, soprattutto, i cittadini lombardi? Al primo posto figura senz’altro il cibo, anche in questo caso con minore incisività rispetto al dato nazionale (63% per i lombardi contro il 74% degli italiani). Seguono Acqua (54%), energia elettrica (27%) e sprechi nella mobilità (22%) e con una certa evidenza gli sprechi legati a energia/gas (21%), una voce nettamente superiore a quella del dato italiano (8%). Interessante differenza per lo spreco di tempo (19%) che i lombardi antepongono a quello di denaro (14%), a differenza degli italiani che ritengono di sprecare innanzitutto denaro (18%) e poi il loro tempo (13%). Indice forse di un Dna particolarmente oculato e parsimonioso per i cittadini lombardi.