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Inflazione allo 0,9%, Federdistribuzione contro la “reverse Charge” per la Gdo

I dati  provvisori per il mese di gennaio diffusi oggi dall’Istat registrano un tasso complessivo di inflazione pari al +0,9% rispetto allo stesso mese del 2015.

“Il dato di gennaio conferma la tendenza al rialzo dei prezzi già manifestatasi a dicembre 2016 e si mostra coerente con quanto sta avvenendo in Europa (+1,8%), sebbene su livelli inferiori – commenta Giovanni Cobolli Gigli, Presidente di Federdistribuzione – L’uniformità della dinamica inflattiva nel quadro europeo dipende dall’origine degli aumenti, in gran parte dovuti ai recenti incrementi del petrolio, che hanno colpito tutti i Paesi. In Italia, a questa pressione sui prezzi dovuta a fattori esterni, si è aggiunta la tensione generata dalle avverse condizioni climatiche, che ha inciso sul trend dei prodotti alimentari freschi”.

“Siamo quindi di fronte a un fenomeno di impennata inflattiva “insana” – continua il Presidente di Federdistribuzione – dovuta principalmente a componenti stagionali ed esogene, potenzialmente in grado di frenare ulteriormente la ripresa di un sistema economico che è ancora caratterizzato da consumi deboli, come testimoniato dalle vendite al dettaglio Istat, destinate a concludere l’anno 2016 intorno ad una variazione nulla (+0,1% nel periodo gennaio-novembre 2016).

“Del resto la stessa inflazione di fondo oscilla stabilmente negli ultimi mesi intorno a numeri compresi tra lo 0,2 e lo 0,6%: valori sempre leggermente positivi ma molto contenuti, a testimonianza di una domanda che non riesce a essere di vero stimolo  per quell’aumento dell’offerta che potrebbe attivare nuova occupazione e benessere”.

“In questo quadro, che vediamo proiettato anche nei prossimi mesi, occorre evitare interventi che possano ancora deprimere i consumi, come aumenti sulle imposte indirette. Anche la lotta all’evasione dell’Iva, una battaglia che condividiamo e che va combattuta, non può essere fatta scaricando gli oneri di impegni che dovrebbero essere della Pubblica Amministrazione su soggetti privati. Il “reverse charge” sulla GDO, già bocciato dall’Europa nel 2015, significa proprio questo: il settore sarebbe gravato da pesanti costi amministrativi e da perdita di liquidità, in un momento nel quale continua a soffrire l’ancora debole dinamica dei consumi – conclude Cobolli Gigli.

(da comunicato stampa Federdistribuzione).