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Prima colazione, un mercato che vale oltre 10 miliardi di euro

La situazione migliora. Almeno per quanto concerne la colazione. Rispetto  a sei anni fa, infatti, aumenta la percentuale di chi la consuma abitualmente, passando dall’86% all’attuale 88%. Molto bene anche le famiglie con figli sotto i 14 anni.

Rimane un problema con i più giovani: tra i 15 e i 24 anni il numero di chi la salta sale infatti al 18%. Ma perché rinunciano? Per la difficoltà a mangiare appena svegli (29%), la preferenza nel consumare qualcosa a metà mattina (25%), perché ci si alza troppo tardi (16%) o per mancanza di tempo (15%).

Sono questi alcuni dei dati emersi da una ricerca a cura dell’Osservatorio Doxa/UnionFood “Io Comincio Bene” presentata nel corso di un incontro organizzato da Unione Italiana Food,  insieme alla Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU) e la Società Italiana di Scienze dell’Alimentazione (SISA).

I gusti degli italiani

L’indagine Doxa/UnionFood conferma un crescente interesse per i prodotti salutistici: oggi 1 italiano su 2 si dichiara favorevole, e lo sono il 70% degli under 44. Negli ultimi 10 anni lo zucchero presente in biscotti, merendine e cereali da prima colazione è diminuito del 29%. Nei biscotti è stata dimezzata la presenza di grassi saturi, mentre i cereali da prima colazione hanno oggi più fibre (+145%) e meno sodio (-61%).

I prodotti preferiti? Ai primi posti della classifica si confermano pane e fette biscottate, con o senza marmellata, miele e creme spalmabili alla nocciola o al cacao (43%) e biscotti classici o ai cereali, ricchi o salutistici (40%). Al terzo posto troviamo merendine e brioches confezionate (16%) – molto amate soprattutto dagli under 34 – e yogurt (12%): due scelte in crescita rispetto al 2013. Resta stabile il consumo di muesli e cereali da prima colazione (8%), molto amati dai giovanissimi: sono consumati dal 19% degli under 24. Il consumo di frutta fresca si ferma al 6%.

Tra le bevande si conferma caffellatte o cappuccino in cima alle preferenze (33%), seguito da caffè (32%) e latte (31%). Quarto posto invece per tè e tisane (12%). Cresce il numero di chi sceglie un caffè espresso a colazione, passando dal 19% del 2013 al 24% del 2019. A farne il maggior consumo è la fascia di età tra i 25 e i 34 anni. I giovani preferiscono soprattutto latte (56%) e succhi di frutta o spremute (26%).

L’andamento del mercato

Una volta visto cosa piace e a chi, vediamo adesso come performa il mercato.

Esclusi latte e yogurt, nel 2018 la produzione a valore dei prodotti usati anche per la prima colazione è stata di circa 10 miliardi e 440 milioni di euro. Il comparto biscotteria cresce a valore del +2,6% tra 2018 e 2017, positivo pure l’andamento di merendine e torte (+0,8% di crescita a valore). Volumi in ascesa anche per il caffè: giunto a quasi 6 kg l’anno pro capite. Bene anche succhi e nettari di frutta e ortaggi,che hanno toccato nel 2018 gli oltre 660 milioni di euro di fatturato (per un consumo domestico che arriva a oltre 90% del totale). Andamento a due facce per tè, infusi, tisane e camomilla, dove a volumi di produzione sostanzialmente stabili (2.620 milioni di filtri immessi sul mercato pari a un -0,4%) fa da contraltare una buona crescita a valore (+1,8%).

In linea con il trend della naturalità, assistiamo anche al successo di alcune categorie specifiche.

Come muesli e cereali, per esempio, il cui consumo pro-capite è giunto a 1,6 kg. Stessa cosa per le marmellate, con una forte spinta delle varianti dietetiche, e il comparto della produzione di miele: alle circa 148 milioni di vendite a scaffale si sono aggiunti i circa 17 milioni di prodotto usato come ingrediente dall’industria di seconda trasformazione, per un totale di 165 milioni di euro.

Discorso un po’ più articolato, invece, per il latte che rivela un andamento un po’ ondivago.

Stando ai dati di Assolatte, infatti, si evince che non va molto bene il prodotto a durabilità minore: l’ESL (Extended shelf life) ha infatti chiuso il 2018 con un calo del -3,9% in volume e del -2,4% in valore, mentre il Fresco ha evidenziato perdite pari a -7,6% a volume e -6,6% in valore. Cresce invece del +4,0% in volume e del +6,5% in valore il Latte ESL (microfiltrato ad alta pastorizzazione). Performance non positiva per il latte a lunga conservazione, quello UHT (-5,8% in volume e -5,5% in valore). Di contro, yogurt e latti fermentati mostrano una leggera ripresa (+0,7%) dei consumi che, nel canale Gdo (discount esclusi), arriva a 326mila tonnellate. A spingere i consumi sono i prodotti santé (+1,6%), che valgono più di 1/4 delle vendite e sono la seconda categoria preferita dagli italiani, dopo gli yogurt interi. Performance positive nel 2018 anche per gli yogurt da bere, i bi-comparto e lo yogurt greco (+2,7%).