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Saldi invernali: Federdistribuzione chiede di anticiparli al 3 gennaio

Da Federdistribuzione arriva un grido d’allarme e una richiesta precisa: anticipare le date dei saldi invernali al 3 gennaio. In gioco ci sono circa 600 milioni di euro.

Il perdurare della crisi economica che attanaglia il Paese – si legge in una nota diramata dall’associazione della distribuzione moderna – ha reso quest’anno particolarmente carico di attese il momento dell’avvio dei saldi invernali, sia per i consumatori che per tutte le imprese del commercio interessate. I primi, con un potere d’acquisto costantemente in calo, stanno aspettando i prezzi vantaggiosi che garantiscono le vendite di fine stagione e le seconde vedono in quell’evento l’occasione per recuperare parte delle vendite che non sono riusciti a ottenere nei mesi precedenti, anche a causa del perdurare di una situazione climatica anomala, con temperature eccessivamente elevate rispetto alle medie stagionali, che ha disincentivato i consumatori dagli acquisti di capi invernali.

L’avvio dei saldi è stabilito, prosegue la nota, nella maggioranza delle Regioni, per il 5 gennaio, un lunedì. Ciò in seguito anche a un indirizzo espresso dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, che ha recepito una regola condivisa dagli operatori.

Ma nel 2015 si verifica una situazione anomala, perché il 5 gennaio è un lunedì e, secondo Federdistribuzione, questo fatto rischia di penalizzare l’inizio delle vendite di fine stagione. Non includere il sabato 3 e la domenica 4 gennaio significa perdere uno dei più importanti fine settimana di vendita nel retail.

I calcoli sono presto fatti. I saldi invernali sviluppano vendite per 5,5 / 6 mld € e il primo fine settimana ne rappresenta storicamente il 20%, cioè  1,1 / 1,2 mld €. Un avvio dei saldi invernali come quello previsto per il 2015, tra vendite perse nel week end precedente ed avvio lento lunedì 5 gennaio, potrebbe comportare una perdita di fatturato tra 500 e 600 milioni di euro, che rischierebbe di non essere recuperata in seguito proprio per la mancata spinta iniziale e per il perdurare della grave crisi economica.

Viceversa partendo con quattro giorni utili (dal 3 al 6 gennaio) si potrebbero realizzare vendite pari a 1,7 miliardi di euro, con beneficio a un settore del commercio che non solo soffre per il calo dei consumi, ma anche per la concorrenza dell’online.

Per questo motivo Federdistribuzione ha portato la questione all’attenzione de della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome che ha dimostrato disponibilità ad esaminare la questione.