Più attenzione all’aspetto fisico, al look e al benessere, ma anche desiderio di rendere la casa più digitale, accogliente e confortevole: sono le due principali tendenze che hanno guidato l’evoluzione dello shopping degli italiani nel corso dell’ultimo quinquennio. A identificarle è l’Osservatorio Non Food di GS1 Italy, lo studio che raccoglie, organizza e sistematizza l’andamento di 13 comparti e ne mette a fuoco giro d’affari, consumi, canali di vendita, innovazioni tecnologiche e tendenze di mercato.
TANTI GLI INCREMENTI A DOPPIA CIFRA
Tra 2020 e 2024 il mercato complessivo dei prodotti non alimentari stimato nell’Osservatorio Non Food ha vissuto una crescita molto sostenuta (+18,6%), in parte attutita nel corso dell’ultimo anno, ed è arrivato a un giro d’affari di 111,59 miliardi di euro.
“I dati relativi all’andamento della spesa non food degli ultimi cinque anni evidenziano un aumento in tutti i 13 comparti merceologici che monitoriamo, spesso anche con tassi a doppia cifra – commenta Samanta Correale, Business Intelligence Senior Manager di GS1 Italy –. A spiccare sono soprattutto gli acquisti dedicati alla cura di sé e a quella della casa, artefici di crescite importanti e che mostrano ancora segnali di vivacità”.
La miglior performance è quella messa a segno dai prodotti di profumeria, che in cinque anni hanno visto aumentare di +47,3% il loro giro d’affari. A seguire, nella classifica per tasso di crescita, ci sono abbigliamento e calzature (+28,5%), mobili e arredamento (+23,2%), ottica (+23,2%) e prodotti di automedicazione (+22,9%). Più contenuta, invece, l’espansione della spesa per casalinghi, edutainment e giocattoli.
L’ANDAMENTO DEI 13 PRINCIPALI COMPARTI NON FOOD
- Elettronica di consumo: cinque anni vivaci (+7,0% a valore) ma crescita annua ferma (-0,5%), per un settore che vale in totale 21,85 miliardi di euro.
- Abbigliamento e calzature: dopo un quinquennio brillante (+28,5% a valore) oggi la situazione è stabile (+0,0% annuo) e il fatturato è di 21,67 miliardi di euro.
- Mobili e arredamento: nell’ultimo anno si è fermata la crescita (-0,3%), anche per il venir meno dei bonus dedicati all’edilizia e all’arredamento negli ultimi anni. Oggi questo comparto vale 15,71 miliardi di euro di vendite, il 23,2% in più rispetto al 2020.
- Bricolage: questo comparto viene da un quinquennio dove ha aumentato le vendite del +13,0% a valore ma nell’ultimo anno ha perso vendite (-1,4%) fermandosi a 13,33 miliardi di euro.
- Prodotti di automedicazione: il settore dei farmaci acquistabili senza prescrizione medica e degli integratori notificati dal SSN viene da un quinquennio di grande espansione (+22,9% a valore). Anche nell’ultimo anno ha continuato a crescere (+3,2%), arrivando a 8,95 miliardi di euro di giro d’affari.
- Prodotti di profumeria: è il best performer del non food, grazie a una crescita quinquennale a valore di +47,3%. E conferma questo suo dinamismo anche nell’ultimo anno, che ha chiuso con un +8,0% raggiungendo gli 8,12 miliardi di euro di giro d’affari.
- Articoli per lo sport: trend quinquennale molto positivo (+21,3% a valore) per questo settore che però nell’ultimo anno ha rallentato la crescita (+0,8%) e oggi vale 6,21 miliardi di euro.
- Edutainment: il mondo dei prodotti destinati all’intrattenimento e alla cultura (come film, libri, videogiochi e supporti musicali) è tornato nel quinquennio (+7,1%) e ha confermato questo trend anche nell’ultimo anno (+3,2%) toccando i 4,87 miliardi di euro di vendite.
- Casalinghi: tra 2020 e 2024 ha visto salire il giro d’affari di +3,7% mentre nell’ultimo anno è rimasto stabile (+0,2%), toccando i 4,44 miliardi di euro di giro d’affari.
- Ottica: l’ultimo anno ha rappresentato uno stop della spesa per i prodotti di ottica (-0,7%) dopo cinque anni di crescita a doppia cifra (+23,2%). Il giro d’affari è di 2,76 miliardi di euro.
- Tessile casa: dal Covid in poi la crescita non si è più fermata: +20,4% a valore nel quinquennio e +2,0% nell’ultimo anno per un giro d’affari annuo di 1,37 miliardi di euro.
- Cancelleria: vale 1,20 miliardi di euro questo comparto che viene da un quinquennio di crescita a doppia cifra (+11,7% a valore) ma che nell’ultimo anno ha perso il -2,9% del giro d’affari.
- Giocattoli: l’andamento del quinquennio (+7,1% a valore) faceva ben sperare in una ripresa delle vendite. Ma nell’ultimo anno il trend è tornato negativo (-3,4%) e il giro d’affari si è fermato a 1,09 miliardi di euro.


Il dato forse più rilevante per i retailer riguarda l’approccio multicanale: un italiano su tre prevede di suddividere in modo equilibrato i propri acquisti tra online e negozio fisico durante la peak season. Non si tratta più di una scelta tra canali alternativi, ma di un’integrazione naturale tra le due modalità di shopping.

“I consumatori italiani mostrano segnali di una consapevolezza più matura rispetto all’attuale contesto economico – commenta Paolo Picazio, Country Manager per l’Italia di Shopify (nella foto a sinistra) – che va di pari passo con il crescente coinvolgimento di tecnologia e intelligenza artificiale, utilizzate sempre più in modo pragmatico per semplificare l’esperienza d’acquisto. In questo scenario, unificare i canali e creare una connessione fluida tra online e offline si confermano fattori chiave per intercettare e fidelizzare i clienti, che restano particolarmente attenti al prezzo e che trovano in sconti, spedizione gratuita e programmi fedeltà i principali driver di fiducia verso i brand”.
“Oggi, uno dei principali obiettivi su cui il comparto deve intervenire anche con strumenti politico-normativi – commenta Giovanni Guarneri, Presidente del Settore lattiero-caseario Confcooperative Fedagripesca (nella foto a sinistra) – è quello dell’aggregazione del sistema produttivo. Solo con una maggiore dimensionalità delle aziende è possibile, infatti, competere nei mercati internazionali. È già in atto un robusto consolidamento delle dimensioni, in virtù sia di processi di crescita che di fusioni fra cooperative e se teniamo conto che il 63% del giro d’affari cooperativo lattiero-caseario è sviluppato proprio dalle 25 imprese più dimensionate, è evidente come risulti fondamentale organizzarsi per fare sinergie ed economie di scala, per essere maggiormente reattivi di fronte a cambiamenti repentini e per accrescere il potere contrattuale sui mercati internazionali”.



Non solo hanno una concreta potenzialità di orientare le scelte di spesa, ma hanno anche una grande capacità di acquisto: a livello globale, le persone tra i 45 e i 60 anni si trovano nei loro anni di massima spesa già dal 2021 e continueranno ad essere quelle con la spesa più alta al mondo fino al 2033. Eppure, fa notare NielsenIQ, il mercato si sta rivolgendo principalmente alla Gen Z, dimenticandosi della Gen X la quale, secondo le previsioni, solo nel 2025 spenderà 15,2 trilioni di dollari, e la cui spesa annuale entro il 2035 raggiungerà il picco di 23 trilioni. Un aumento indirizzato a tre categorie chiave: alimenti e bevande analcoliche (+507 miliardi di dollari), beauty (+80 miliardi di dollari) e bevande alcoliche (+42 miliardi di dollari).
