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San Benedetto riceve dal Codacons il premio “Amico del Consumatore”

Si chiama “Amico del Consumatore” il premio che la Commissione del Codacons ha assegnato ad Acqua Minerale San Benedetto. Un modo per sottolineare il costante impegno nella tutela e valorizzazione dei consumatori e nella salvaguardia del territorio. Il gruppo veneto evidenzia che questo risultato conferma la centralità attribuita alla qualità, alla trasparenza e alla responsabilità sociale, valori che guidano ogni scelta aziendale e orientano la sua visione di sviluppo sostenibile.

AVANTI CON IL PERCORSO DI SOSTENIBILITÀ
Il riconoscimento è stato ritirato in rappresentanza dell’azienda da Angelo Zinzi, Consumer Marketing Manager, e Giovanna Cagnin, Organizzazione e Sviluppo delle Risorse Umane e Affari Legali. Nel comunicare la notizia, San Benedetto sottolinea che l’assegnazione del Premio “Amico del Consumatore” rappresenta un ulteriore stimolo a proseguire con determinazione lungo il percorso di responsabilità, innovazione e sostenibilità portato avanti da anni, promuovendo un rapporto sempre più consapevole, corretto e rispettoso con i consumatori e con il territorio in cui la società opera. Un percorso reso possibile anche attraverso una comunicazione trasparente, diretta e costante, che nel tempo ha consolidato un legame di fiducia con i consumatori e ha favorito un dialogo aperto su qualità, sicurezza e responsabilità sociale.

UN’AMPIA OFFERTA NEL BEVERAGE ANALCOLICO
Nata nel 1956, Acqua Minerale San Benedetto è presente in 100 Paesi nei cinque continenti ed è il primo player in Italia del beverage analcolico (GlobalData Fonte 2025, dati 2024). Il Gruppo conta sette stabilimenti in Italia – Scorzè (VE), Pocenia (UD), Popoli Terme (PE), Donato (BI), Nepi (VT), Viggianello (PZ), Atella (PZ) – e quattro siti produttivi internazionali: due in Spagna, uno in Polonia e uno in Ungheria. L’azienda è attiva in tutti i segmenti del beverage analcolico: dalle acque minerali (San Benedetto, San Benedetto Millennium Water, Acqua di Nepi, Guizza, Pura di Roccia, Fonte Corte Paradiso e Cutolo Rionero Fonte Atella) a quelle addizionate (Aquavitamin, San Benedetto Skincare, Aquaprotein), dalle bibite gassate (San Benedetto e Schweppes) al thè (San Benedetto) e ai prodotti per bambini (San Benedetto Baby), dagli sport drink (Energade), alle acque toniche (Schweppes) alle bibite piatte a base di succo (San Benedetto Succoso) e gli aperitivi (San Benedetto) fino agli energy drink (San Benedetto Super Boost e San Benedetto Fruit & Power) e alle bevande vegetali (San Benedetto Avena).

Fatturato oltre i 250 milioni di euro per dm Italia

Crescita a doppia cifra per dm Italia, che archivia l’anno fiscale 2024–2025 (ottobre 2024 – settembre 2025) con un fatturato complessivo di 252 milioni di euro: +26,4% rispetto all’esercizio precedente. Il numero di scontrini emessi è aumentato del 24,3% superando i 16 milioni, mentre il numero di prodotti venduti è salito del 29,3%, raggiungendo gli oltre 81 milioni. Entrata in Italia nel 2017, la catena drugstore conta ad oggi 94 punti vendita sul territorio nazionale. A chiusura dell’anno fiscale l’organico comprendeva 1.036 persone, con una quota femminile pari all’85% del totale.
Il canale online ha registrato un +46% di ordini e da settembre 2025 sono stati introdotti anche in Italia i punti di ritiro self-service, un sistema di locker automatizzati che consente ai clienti di ritirare gli ordini online in negozio in modo rapido, senza passare dalla cassa. L’app “la mia dm” ha totalizzato nell’anno fiscale oltre 830.000 download. Integrata nell’app, è disponibile la carta fedeltà digitale “dm fedeltà” che premia gli oltre 1 milione di clienti già iscritti con coupon e sconti dedicati.

POSITIVO IL TREND DELL’INTERO GRUPPO
A livello internazionale, il gruppo nel corso dell’ultimo anno fiscale ha aumentato il fatturato del +8,2%, passando da 17,749 miliardi di euro a 19,197 miliardi di euro. Il numero totale di collaboratori è salito da 89.197 a 93.426 e le 73 inaugurazioni hanno portato la rete di vendita a contare complessivamente 4.189 negozi.
Siamo orgogliosi di chiudere un anno di risultati così positivi, che testimoniano la solidità della nostra strategia e il crescente apprezzamento dei clienti italiani per il nostro modello di drugstore – afferma Benjamin Schneider, Ceo di dm Italia (foto in alto) –. La crescita del fatturato nei punti vendita e la conoscenza sempre più diffusa del marchio in Italia ci confermano che stiamo costruendo una relazione solida con i nostri clienti. L’approccio omnichannel, che unisce la praticità del digitale all’esperienza d’acquisto in negozio, è oggi e continuerà a essere in futuro un pilastro centrale per il nostro sviluppo”.

L’INCIDENZA DELLA MARCA PRIVATA
La marca del distributore genera circa il 30% del fatturato totale della filiale italiana, con 28 private label tra cui alverde, Balea, Denkmit e dmBio. Tra le iniziative marketing del 2025, è da segnalare dm babybonus, un progetto dedicato a futuri genitori e a quelli che hanno bambini fino ai 3 anni. In seguito alla registrazione, gli iscritti ricevono consigli personalizzati in base alla fase della gravidanza o di vita del bambino e possono accedere a coupon con sconti su prodotti per l’infanzia. Inoltre, hanno subito la possibilità di ottenere come welcome gift il telo multiuso babylove, realizzato in collaborazione con la cooperativa tedesca Nieder-Ramstädter Diakonie, che coinvolge persone con disabilità in un contesto lavorativo inclusivo.
Sul fronte logistico, dm Italia ha trasferito il proprio magazzino in una nuova sede di 18.000 mq a Nogarole Rocca (VR), con l’obiettivo di migliorare l’approvvigionamento dei punti vendita. Avviata inoltre la costruzione di un centro di distribuzione automatizzato a Kronstorf (Alta Austria), destinato a potenziare la sinergia operativa tra Austria, Italia e Slovenia.

OBIETTIVO NEUTRALITÀ CLIMATICA ENTRO IL 2045
Lo scorso giugno, dm ha pubblicato il suo primo report di sostenibilità internazionale, che riunisce le iniziative dei 14 Paesi in cui il gruppo è presente e ribadisce l’obiettivo comune di raggiungere la neutralità climatica entro il 2045. Tra i punti fondamentali toccati all’interno del report c’è l’adozione di un approccio “no waste” per gli imballaggi, che punta a ridurre l’uso dei materiali e scegliere quelli più sostenibili, promuovere l’economia circolare, contenere al minimo possibile il numero dei rifiuti e sensibilizzare collaboratori e clienti sull’importanza di questi temi.
Un secondo filone rilevante è l’aumento delle fonti energetiche rinnovabili: sono in totale 64 gli impianti fotovoltaici installati dal gruppo nei vari Paesi e producono oltre 4,8 milioni di kWh di energia pulita, equivalenti al consumo medio annuo di circa 1.400 famiglie. Di questi, ben 12 si trovano in Italia.

SCONTRINI PIÙ CORTI PER RISPARMIARE CARTA
Per quanto riguarda la responsabilità sociale, il Report sottolinea l’impegno del drugstore nella creazione di una catena del valore che mira ad una filiera produttiva sempre più controllata, trasparente e rispettosa dei diritti umani e lavorativi. Tra le azioni concrete messe a punto per contenere l’impatto ambientale, c’è la riduzione della lunghezza dello scontrino cartaceo in punto vendita, che ha consentito a dm Italia di avere un risparmio di carta stimato pari a oltre 3.000 km. Nel corso dell’anno fiscale 2024–25, dm Italia ha inoltre lavorato al conseguimento della certificazione ISO 50001, che attesta un sistema di gestione energetica volto a migliorare l’efficienza e ridurre i consumi, in linea con gli obiettivi del Gruppo di raggiungere le zero emissioni nette.

UNO SPORTELLO DI ASCOLTO PER LE VITTIME DI VIOLENZA
Sul fronte dei progetti a sostegno delle persone e delle comunità locali, c’è stato il rilancio del progetto “Il Petalo Bianco”, lo sportello di ascolto psicologico e legale gratuito dedicato a tutte le vittime di violenza e discriminazione, nato dalla collaborazione tra Catrice, FARE X BENE e dm, presso il punto vendita di via Vittor Pisani 10 a Milano. A fine anno fiscale, le persone che si sono rivolte allo sportello dal giorno della sua apertura erano 220. Alcune di queste hanno concluso il percorso e sono oggi seguite dagli avvocati per la denuncia o dai centri antiviolenza con il supporto di psicologi specializzati, mentre molte sono ancora in carico e nuovi casi continuano ad aggiungersi.
Durante il Giving Friday del novembre 2024, dm Italia ha devoluto il 5% del fatturato della giornata di incassi in store e online all’associazione FARE X BENE, per la creazione degli Spazi Vera, luoghi fisici nel Municipio 8 di Milano in cui vengono organizzati corsi gratuiti finalizzati a supportare le persone provenienti da contesti sociali fragili.

PROGETTI PER STUDENTI E FAMIGLIE
Con l’iniziativa “Le mestruazioni non sono un lusso” sono stati donati oltre 100.000 assorbenti Jessa ad alcune scuole di Milano e provincia e attivati di percorsi educativi gratuiti per studentesse e studenti, promuovendo una cultura del rispetto, della consapevolezza e dell’inclusione, sempre in collaborazione con FARE X BENE.
Infine, prosegue l’adesione al progetto Baby Kit del Comune di Genova, con la distribuzione, a tutte le famiglie con nuovi nati, di coupon per ricevere in omaggio prodotti a marchio dm per la prima infanzia.

Con Selezione Mielizia è il gusto a fare la differenza

Un nuovo modo di proporre il miele: non più solo l’origine botanica o geografica, ma il profilo sensoriale che lo caratterizza. È questa la filosofia alla base di Mielizia Selezione, la linea presentata da Conapi, Consorzio Nazionale Apicoltori, la più grande cooperativa di apicoltori in Europa con oltre 100.000 alveari distribuiti dal Piemonte alla Sicilia e più di 5 miliardi di api tutelate. Le tre selezioni – Gentile, Armonioso e Deciso – offrono esperienze di gusto e abbinamenti gastronomici differenti, immediatamente fruibili grazie alle indicazioni riportate in etichetta.
Ogni referenza è raccontata attraverso il sigillo parlante e floreale, che comunica in modo immediato intensità, persistenza e dolcezza, rendendo la lettura del prodotto semplice e intuitiva. La confezione è arricchita da un QR code dedicato, che permette al consumatore di approfondire la conoscenza del miele, scoprire ricette e suggerimenti d’uso.

LE CARATTERISTICHE E GLI ABBINAMENTI
Gentile
si distingue per la sua delicatezza e il profilo floreale; è ideale per dolcificare bevande calde o fredde, arricchire insalate fresche, formaggi morbidi o macedonie, senza mai sovrastarne i sapori.
Armonioso si caratterizza per l’equilibrio tra dolcezza e note fruttate, accompagnando carni bianche, formaggi semi-stagionati e dessert, yogurt e topping per pancake, frutta fresca o gelati.
Deciso presenta un carattere intenso e persistente, con note profonde e poco dolci, per abbinamenti audaci con formaggi stagionati, carni robuste e selvaggina, ma anche con cioccolato fondente e frutta secca.

LE PERFORMANCE DEL MARCHIO
Secondo dati Nielsen aggiornati al 28 settembre 2025, il mercato italiano del miele registra una crescita del +3,7% a valore, +5% a volume e +5,3% in confezioni. Nel medesimo periodo, Mielizia cresce del +2,4% a valore, +0,2% a volume e +7,5% in confezioni, consolidando la propria posizione premium.
Nel canale iper+super, il marchio si conferma secondo a livello nazionale, registrando una crescita di +3,2% a valore, +1,4% a volume e +6,5% in confezioni, rispetto a un mercato che cresce rispettivamente del +3,4%, +3,6% e +5,3%.

INNOVAZIONE DI GUSTO E NON SOLO
Conapi ricorda i recenti lanci di Mielizia, finalizzati a coniugare innovazione funzionale e gusto distintivo. In particolare, SportPocket, il miele italiano in formato doypack da 100 grammi; il mix miele, polline e pappa reale da 80 grammi; il Miele+Balsamico, appena introdotto.
Mielizia Selezione non è solo una novità di prodotto: è un driver di valore per la Gdo – commenta Laura Betti, Brand Manager Mielizia – capace di rafforzare il reparto, stimolare la curiosità dei consumatori e creare nuove leve di vendita e fidelizzazione a scaffale”.

Dalla visibilità alla vendita, ecco i brand che ci riescono meglio

In Europa Occidentale è Coca-Cola il marchio che meglio converte la propria presenza sugli scaffali in acquisti effettivi. È quanto evidenzia il nuovo Brand Traction Score di NielsenIQ (NIQ), l’indicatore indirizzato ai marchi della Gdo per valutarne l’efficacia di conversione. Uno strumento basato sulle due principali fonti di insight dell’azienda: i dati del Consumer Panel, in grado di registrare la frequenza di acquisto dei marchi, e quelli del Retail Measurement che misurano diffusione e penetrazione a livello di negozio.
Questo strumento ha mostrato come alcuni dei marchi di maggior successo abbiano conseguito un +40% del fatturato grazie all’espansione della propria distribuzione nei punti vendita, con oltre il +60% dell’incremento dei volumi proveniente da nuove famiglie acquirenti. Un ulteriore +18% è stato invece generato da clienti che hanno ampliato gli acquisti di marchi e categorie, mentre solo un terzo del fatturato è stato ottenuto sottraendo quote alla concorrenza.
Quali sono le caratteristiche dei marchi con un Brand Traction Score elevato? Sono in genere di grandi dimensioni, crescono più rapidamente e convertono la visibilità in vendite in modo più efficiente. Nelle intenzioni di NIQ, lo studio può aiutare i produttori di beni del largo consumo ad analizzare i fattori che guidano la crescita del marchio, individuando così opportunità di ottimizzazione nel marketing e nelle vendite.

LE CATEGORIE CHE TRAINANO IL MERCATO
L’analisi condotta da NIQ mostra che in Europa Occidentale – nello specifico Regno Unito, Germania, Francia, Spagna e Italia – Coca-Cola ottiene il punteggio più alto (487) per conversione delle vendite, seguita da Philadelphia (458) e Nutella (426). Tra i primi 15 marchi predominano quelli dei prodotti legati al piacere e alla gratificazione personale, seguiti dai latticini, due categorie che beneficiano di un’ampia gamma di scelta, molteplici occasioni di consumo e cicli di acquisto brevi.
Accanto ai marchi internazionali affermati, in classifica figurano anche forti player locali e specialisti di categoria. L’analisi è stata condotta su 446 marchi con almeno l’1% di penetrazione nei cinque principali mercati europei (EU5), che hanno registrato una crescita delle vendite in unità pari o superiore al +5% nell’anno conclusosi a maggio 2025 rispetto all’anno precedente. Tra questi 446 marchi europei, il 60% ha ottenuto acquisti più frequenti da parte di un numero maggiore di consumatori grazie alle nuove referenze inserite a scaffale.

DARE PRIORITÀ AI PRODOTTI ‘GIUSTI’
In tutti i sette settori della Gdo analizzati emerge un chiaro modello: i marchi che registrano il progresso più elevato in termine di unità vendute sono anche quelli che mostrano i maggiori incrementi nel Brand Traction Score. Questo evidenzia che, sebbene la distribuzione rimanga un fattore cruciale, il successo dipende sempre più dalla capacità di individuare la priorità dei prodotti più giusti (nuovi o già esistenti), ovvero quelli in grado di convertire più efficacemente la presenza sugli scaffali in vendite.
I marchi che hanno incrementato maggiormente il loro Brand Traction Score e il fatturato sono infatti quelli che investono strategicamente in praticità, salute e sostenibilità. Ampliandosi in categorie adiacenti e lanciando nuovi prodotti che rispondono a queste esigenze, rafforzano il loro presidio nel mercato retail e al tempo stesso aumentano la penetrazione e la frequenza d’acquisto tra le famiglie.

UN NUOVO INDICATORE
Il Brand Traction Score è un nuovo indicatore che mostra quanto efficacemente i marchi riescano a convertire la loro presenza sugli scaffali in acquisti reali – dichiara Emilie Darolles, President Western Europe di NIQ –. Abbiamo osservato che i marchi possono espandersi anche senza ampliare la loro presenza fisica, ma semplicemente rafforzando il potere di attrazione. Questo dimostra che lo sviluppo non passa solo dall’acquisizione di nuovi clienti, ma anche dalla loro attivazione”.
In un mercato altamente competitivo come quello dell’Europa Occidentale – aggiunge Enzo Frasio, Amministratore Delegato di NIQ Italia – questo indicatore offre ai produttori una visione chiara e fruibile delle opportunità di crescita. Al contempo, consente ai marchi di migliorare la conversione, potenziare le prestazioni nei punti vendita e promuovere uno sviluppo sostenibile”.

COME SI CALCOLA IL PUNTEGGIO
Il NIQ Brand Traction Score misura l’efficacia con cui i marchi trasformano la loro presenza sugli scaffali in acquisti reali. Combina due fonti di dati: le informazioni raccolte dal Consumer Panel, che monitora la frequenza con cui i consumatori acquistano un marchio, e i dati di Retail Measurement, che misurano l’ampiezza e la profondità della distribuzione di quel marchio nei negozi.
Il punteggio indica il numero di opportunità d’acquisto per referenza generate. Per esempio: un marchio presente in 100 punti vendita e che realizza 500.000 acquisti ottiene un Brand Traction Score di 5.000, ovvero ogni referenza genera 5.000 acquisti. Un punteggio più elevato indica che un marchio non solo raggiunge un numero maggiore di acquirenti, ma che converte anche la visibilità in vendite in modo più efficiente.

 

AssoBirra chiede una riduzione delle accise

Una misura per rilanciare competitività e investimenti. È con questa motivazione che AssoBirra, in vista della discussione della legge di bilancio 2026, rinnova la richiesta al Governo di ridurre le accise sulla birra da 2,99 a 2,97 euro per ettolitro e grado Plato. A supporto della sua tesi, l’Associazione dei Birrai e dei Maltatori elenca i numeri del comparto, che genera 10,4 miliardi di euro di valore condiviso e conta circa 112.000 occupati. Ad oggi, ogni addetto alla produzione di birra crea 31 posti di lavoro lungo la filiera, mentre negli ultimi dieci anni, il settore in Italia ha prodotto 92 miliardi di ricchezza e 24.000 nuovi posti di lavoro, contribuendo alla fiscalità generale per circa 4 miliardi di euro l’anno (di cui 1,5 miliardi di Iva e 689 milioni di euro di accise nel 2024).

SEGNO MENO ANCHE NEI MESI ESTIVI
Il problema è che negli ultimi due anni si è registrata una flessione dei principali indicatori di mercato (produzione, consumi ed export), aggravata dall’aumento delle accise (+20 milioni di euro solo nel 2024) a fronte di un -1,5% di consumi e -7,8% di export. Le spinte inflattive e la progressiva erosione del potere d’acquisto hanno ulteriormente aggravato la situazione nel 2025, periodo in cui il mercato continua a mostrare segnali negativi, con particolare criticità nei mesi estivi, tradizionalmente cruciali per il settore.
L’accisa è parte integrante del prezzo di vendita e oggi rappresenta fino al 40% del prezzo al consumo nei formati più popolari, come il 66 cl, mentre su una birra media alla spina circa 80 centesimi sono imputabili all’accisa, incidendo secondo AssoBirra fortemente sul potere d’acquisto dei consumatori e sulla competitività delle imprese italiane.

UNA MISURA A SOSTEGNO DELLA FILIERA
“La birra è una filiera viva e strategica – dichiara Federico Sannella, Presidente di AssoBirra (nella foto a destra) – che unisce agricoltura, industria e distribuzione, generando valore per l’intero Paese. Oggi più che mai serve una visione di lungo periodo sulla fiscalità: ridurre le accise non significa solo alleggerire un’imposta regressiva, ma restituire slancio a investimenti, occupazione e innovazione. È una misura che rafforza l’intera filiera e la sostiene anche nei momenti di maggiore incertezza economica”.
A giudizio dell’Associazione, una fiscalità più equa non solo alleggerirebbe il peso per i consumatori, ma rafforzerebbe il legame con la filiera agricola e stimolerebbe nuovi investimenti. E a riprova di questo, AssoBirra ricorda che tra il 2017 e il 2022 le precedenti riduzioni dell’aliquota hanno prodotto risultati concreti: +10% nei consumi nazionali, +11% nella produzione, +5% nella coltivazione di orzo distico e l’avvio di progetti per il luppolo italiano.

ALIQUOTA PIÙ BASSA PER I PICCOLI BIRRIFICI
Con la Legge di Bilancio 2025 è stata inoltre introdotta un’importante riduzione pluriennale dell’aliquota per i piccoli birrifici fino a 60.000 ettolitri di produzione, misura meritoria anche se limitata al solo 3% della produzione nazionale. “Ridurre le accise non è solo una scelta fiscale: è una leva che incide direttamente sul mercato e il potere d’acquisto – sottolinea Paolo Merlin, Vicepresidente AssoBirra con delega alla cultura della birra e alle tematiche fiscali –. Le riduzioni hanno portato risultati concreti, con crescita dei consumi e della produzione nazionale, mentre gli aumenti hanno generato contrazione e contribuito all’inflazione, perché l’accisa entra nella formazione del prezzo e pesa in modo significativo sul consumatore finale. Una fiscalità più equilibrata è quindi essenziale per sostenere la ripresa, contenere i prezzi e dare stabilità a tutta la filiera”. La proposta avanzata da AssoBirra avrebbe un costo stimato di 4,7 milioni di euro per il 2026.

Prodotti funzionali, i driver che guidano gli acquisti

Il mercato c’è ed è destinato a crescere: secondo la società di consulenza e ricerche Precedence Research, il settore degli integratori alimentari e della nutrizione (Fsn – food supplement and nutrition), che comprende bevande arricchite con proteine, drink fortificati e integratori funzionali, dovrebbe raggiungere circa 758,99 miliardi di dollari entro il 2034, con un tasso di crescita annuale composto (Cagr) del 7%.
Per aiutare i marchi del settore alimentare e delle bevande a comprendere meglio esigenze e opportunità in questo specifico ambito, Tetra Pak ha commissionato a Ipsos un’indagine condotta lo scorso luglio, intervistando 25.547 consumatori attenti alla salute – dai genitori ai giovani adulti (16-65 anni), fino ai senior (65+) – in 17 Paesi.
La ricerca rivela che i consumatori considerano i prodotti food supplement and nutrition non solo per i loro benefici funzionali, che si integrano perfettamente negli stili di vita moderni, ma anche per l’aspetto emotivo, aspirazionale e di sicurezza legato alle prestazioni che tali prodotti offrono.

SOLUZIONI NUTRIZIONALI ADATTE AI DIVERSI STILI DI VITA
Dallo studio emerge che i consumatori si rivolgono sempre più ai prodotti funzionali come parte di un approccio olistico al benessere. I principali motivi includono il sostegno alla salute fisica, citato dal 58% dei consumatori, il corretto apporto nutrizionale quotidiano garantito (51%) e il mantenimento dei livelli di energia durante una giornata intensa (47%). Oltre ai benefici fisici, questi prodotti sono apprezzati anche per il loro ruolo nel migliorare il benessere mentale, l’aspetto fisico o la forma.
La rassicurazione emotiva è un altro fattore importante. Infatti, il 42% dei consumatori afferma di volersi sentire maggiormente padrone della propria salute, il 39% desidera la tranquillità di soddisfare i propri bisogni nutrizionali e il 30% aspira a sentirsi più equilibrato o meno stressato.

COMODITÀ E RISPARMIO DI TEMPO
Accanto a questi fattori legati alla salute, alcune considerazioni pratiche stanno acquisendo importanza: per chi è spesso in movimento, la comodità motiva il 21% dei consumatori, mentre il risparmio di tempo nei pasti o negli spuntini influenza il 18%. È interessante notare come diversi gruppi di consumatori diano priorità a benefici differenti: i giovani adulti sono più guidati dal piacere del gusto, mentre i senior cercano tranquillità riguardo alla propria alimentazione.

SPAZIO AI FORMATI LIQUIDI
I formati liquidi stanno guadagnando terreno, con il 59% dei consumatori che esprime interesse per questa opzione nel campo degli integratori e della nutrizione. Il loro fascino risiede nella praticità quotidiana: questi prodotti non richiedono preparazione, sono facili da conservare e ideali per il consumo on-the-go. Questa tendenza riflette un desiderio più profondo di prodotti che si adattino agli stili di vita dei consumatori.

LE MOTIVAZIONI DEI CONSUMATORI ITALIANI
In Italia, i consumatori mostrano un profilo per lo più in linea con il trend globale, quando si osservano le motivazioni all’uso di prodotti funzionali, ma emergono alcune variazioni di rilievo. Più precisamente, gli italiani si distinguono rispetto alla media per un maggiore orientamento al benessere mentale (41%) e al miglioramento dell’aspetto o della forma fisica (35%). Gusto e praticità delle confezioni ready-to-drink si confermano due ulteriori fattori di rilievo nella preferenza di acquisto per questa tipologia di prodotti.
La praticità rimane un’aspettativa fondamentale – commenta Anna Larsson, Category Leader di Tetra Pak –. Per i marchi, rappresenta un’opportunità per distinguersi con formati convenienti e formulazioni innovative che soddisfano aspettative in evoluzione e offrono maggiore valore ai clienti. Tuttavia, l’interesse per questa categoria va ben oltre la sola comodità. Con il 71% dei consumatori che preferisce risultati graduali da ingredienti naturali rispetto ad alternative sintetiche rapide, e un’eguale percentuale disposta a pagare un prezzo premium per queste caratteristiche, assistiamo a un chiaro spostamento verso prodotti basati sul valore, che supportano il benessere a lungo termine”.

IL RUOLO DEL PACKAGING
Come è giusto che sia – considerata l’attività di Tetra Pak, che opera a livello mondiale nella lavorazione degli alimenti e nelle soluzioni di confezionamento – lo studio identifica anche punti critici specifici che il packaging può contribuire a risolvere, dalla sensibilità al prezzo e alla fiducia, fino alla praticità del formato e alla trasparenza sugli ingredienti. Considerando che il 63% degli intervistatili consuma i prodotti funzionali “così come sono”, i formati monoporzione e a lunga conservazione risultano particolarmente adatti a soddisfare questa esigenza.
Dalle confezioni a base carta, che migliorano la praticità, alle analisi utili per orientare formulazioni e posizionamento di mercato, i risultati del sondaggio supportano i marchi nella creazione di offerte differenziate. “Queste evidenze offrono una direzione chiara per i marchi che desiderano crescere in un mercato in rapida evoluzione come questo – conclude Larsson –. Combinando benefici funzionali e appeal emotivo, e adattando i prodotti alle preferenze locali, i brand possono costruire legami più forti con i consumatori, aumentare la fedeltà e cogliere nuove opportunità di crescita sostenibile”.

Esselunga inaugura il 50esimo beauty store eb

Il primo punto vendita aprì a Milano, nel 2002, nell’Esselunga di via Ripamonti che già in altre occasioni era stata utilizzata per testare nuove iniziative da parte della catena. Allora l’insegna era Esserbella, poi mutata nel tempo in eb. L’idea era comunque giusta, come dimostra la cinquantesima inaugurazione fatta a Varese Malerba, in via Leopoldo Gasparotto 77, alla presenza di Attilio Fontana, Presidente della Regione Lombardia.
Il negozio, situato al piano terra, si estende su una superficie di 157 metri quadri di sala vendita, con ampie vetrine esterne e un layout interno moderno, grazie anche alla presenza di schermi digitali. Si tratta del terzo punto vendita di eb a Varese e del 33esimo in Lombardia. L’offerta comprende un’ampia selezione di brand di profumeria, prodotti viso e corpo e make-up. In vista del Natale, largo spazio ovviamente alle idee regalo, come i nuovi Calendari dell’Avvento, in due versioni. Arricchiscono l’esperienza d’acquisto, alcuni servizi dedicati: sedute make-up, consulenze beauty e di armocromia.

SERVIZI E TRATTAMENTI SPECIALIZZATI
La formula visibile a Varese è ovviamente diversa da quella lanciata nel 2002, perché aggiornata negli anni fino a diventare nel 2013 un concept pensato per rispondere alle nuove esigenze di consumo di una clientela sempre più variegata. Dal 2019 eb si è trasformata in un vero e proprio beauty store: un luogo dove – grazie alla presenza di personale esperto – make-up, skincare e haircare si uniscono a un assortimento che unisce brand esclusivi, novità di tendenza e grandi classici.
Leva fondamentale è quella dei servizi, introdotti in punti vendita selezionati. Trattamenti estetici specializzati – come nail studio, brow studio, skin studio, hair studio e body studio – proposti in collaborazione con partner per arricchire la customer experience, con l’obiettivo di offrire un’esperienza di bellezza completa e personalizzata. In pratica, eb vuole essere non solo un luogo di acquisto, ma uno spazio dedicato alla cura di sé.

E ORA È LA VOLTA DEL MARCHIO PRIVATO
La nuova sfida, da affrontare nel 2026, sarà lo sviluppo dell’offerta a marchio privato, attualmente concentrata sulla categoria dei pennelli e su alcuni accessori. Ma l’intenzione di Esselunga è anche quella di proseguire il percorso di espansione della rete vendita, con nuove aperture sul territorio.
Va infine ricordato che eb è presente anche online con il sito e-commerce ebprofumerie.it, dove è possibile prenotare servizi ed effettuare acquisti in tutta Italia, anche nelle zone dove non sono presenti negozi.

Italiani sempre più infedeli alle insegne

Di sicuro è un effetto collaterale dell’aumento dei prezzi: alle prese con l’erosione del loro potere d’acquisto, gli italiani si scoprono sempre più infedeli alle insegne al momento di fare la spesa. È quanto emerge da un’indagine dell’Osservatorio Shopping DoveConviene, secondo cui quasi 1 utente su 2 (49%) è propenso a cambiare punto vendita se più conveniente. I dati legati alla fedeltà alle insegne sono ulteriormente peggiorati, complice la crescente necessità di ricercare offerte in linea con il proprio budget.
Secondo questa ricerca, nell’arco di un mese solo il 5% degli intervistati frequenta un unico punto vendita. La maggior parte, invece, si muove tra più insegne: il 36% ne visita regolarmente tre e il 16% addirittura più di quattro.

A CACCIA DI PROMO
Ma se la fedeltà non è il fattore principale, cosa guida allora la scelta del punto vendita in cui fare la spesa? A fare la differenza sono appunto promozioni e prezzi convenienti: il 60% dei consumatori si orienta verso le offerte più vantaggiose, mentre il 50% privilegia i supermercati con i prezzi più bassi. Seguono poi la prossimità del punto vendita e la varietà dei prodotti: il 29% opta per i negozi vicini a casa, mentre il 28% predilige store con ampi assortimenti di articoli disponibili. Il risparmio rimane tuttavia al centro. Basti pensare che il 70% degli italiani consulta sempre i volantini promozionali in fase di pianificazione della spesa.
L’indagine evidenzia, inoltre, una tendenza da parte dei consumatori a prediligere formati di negozi diversi, a seconda della tipologia di prodotti acquistati. In particolare, per la spesa alimentare, l’86% preferisce affidarsi a supermercati e ipermercati, mentre il 52% sceglie il discount. D’altra parte, per l’acquisto di prodotti per la cura della casa e della persona, il 62% si rivolge a negozi specializzati e il 50% a supermercati e ipermercati.

Loner Consumer, chi è e come sceglie cosa comprare

C’è un consumatore che sta cambiando le regole del consumo, e lo sta facendo in modi più profondo di quanto sembri. È il Loner Consumer, il protagonista inatteso del 2025. A indagare il fenomeno è il nuovo Trend Reality Report 2025 – From Signals to Strategy realizzato da YouGov Shopper – che opera nelle ricerche sul mondo del largo consumo – in collaborazione con pressrelations. Lo studio è stato condotto su oltre 21.000 individui in 22 paesi europei.
Attualmente le famiglie ‘single’ costituiscono il 35,4% del totale delle famiglie italiane, con una crescita ancora più marcata se si considera il lungo periodo: +20% rispetto al 2015. Tra le famiglie ‘monocomponenti’, il 40,9% è composto da persone over 65, target che si conferma il più alto spendente e che da solo sviluppa il 42,2% del valore del largo consumo. I consumatori ‘single’ generano il 27,6% del valore complessivo del mercato dei prodotti di largo consumo, il che – se confrontato con le famiglie composte da 2, 3 o più persone – indica una spesa pro capite considerevolmente più elevata.

PIÙ TEMPO DI QUALITÀ PER SE STESSI
Il Loner Consumer non è un ‘solitario’ nel senso tradizionale: coniato dal The Economist lo scorso giugno, il termine descrive una tendenza tutt’altro che marginale e che – diffusasi durante la pandemia – esprime il crescente desiderio di indipendenza, di ricerca di spazio personale e di tempo di qualità con sé stessi. Una scelta che, sempre più spesso, influenza il modo in cui le persone comprano, viaggiano e vivono la dimensione quotidiana.
Stando ai dati rilevati dal report di YouGov, infatti, tra principali motivazioni che spingono gli italiani a ritagliarsi un momento di solitudine ci sono: la volontà di riposarsi mentalmente (per il 49% di loro), avere un momento di introspezione (per il 45%) e connettersi con sé stessi (per il 41%).

IN BILICO TRA VULNERABILITÀ ED EMANCIPAZIONE
I dati del Trend Reality Report di YouGov Shopper evidenziano la doppia sfaccettatura del fenomeno. Da un lato emerge la cosiddetta Loneliness epidemic, la crisi di solitudine che colpisce molte società occidentali. Un recente sondaggio YouGov – rappresentativo della popolazione italiana adulta – mostra, infatti che circa un quarto degli italiani (23%) si senta solo e che per quasi due terzi di loro (62%), questa sensazione sia aumentata rispetto al 2024. La solitudine, inoltre, è un fattore che influisce fortemente sul 21% degli italiani.
Dall’altro lato, però, la solitudine diventa anche una scelta. Molti consumatori, infatti, vivono l’isolamento e il distacco dall’iper-connettività come un modo per prendersi cura di sé, rallentare e compiere scelte più autonome e consapevoli. Solo un 1 italiano su 7, infatti, dichiara di non apprezzare le attività svolte in solitudine – una tendenza rilevata particolarmente tra gli over 55. Queste ultime, poi, si differenziano in base al genere: il 43% delle donne, ad esempio, preferisce lo shopping mentre il 38% degli uomini si dedica allo sport all’aria aperta.

COME CAMBIANO LE DINAMICHE DEL LARGO CONSUMO
Sul mercato italiano il trend del Loner Cosumer è amplificato da un dato demografico importante: il numero dei nuclei familiari aumenta, mentre la popolazione complessiva diminuisce. Questo significa che le famiglie diventano sempre più piccole e che cresce il numero e il peso dei consumatori single; ciò determina cambiamenti significativi nelle abitudini d’acquisto del settore dei beni di largo consumo caratterizzate da una spesa più frammentata, con una frequenza d’acquisto che dal 2022 è aumentata del quasi 19%, ma con il numero di unità per carrello diminuite del 13%.
Inoltre, i consumatori single ricorrono alla spesa online il 10% in più rispetto agli altri cluster, rappresentando il 3,4% del valore totale del mercato. Le differenze non si limitano soltanto alle abitudini d’acquisto: anche il contenuto del carrello del Loner Consumer si caratterizza per una maggiore incidenza, rispetto alla media nazionale, di alimenti per gatti (139%), primi piatti pronti di diverso genere (con i freschi leggermente preferiti rispetto a quelli conservati a temperatura ambiente – 133% vs 129%) e integratori (123%).

PRODOTTI E CONTENUTI SU MISURA
Il Lower Consumer è quindi un consumatore che si muove da solo e con un desiderio crescente di vivere esperienze individuali, non solo nella sfera personale e sociale – con un aumento dell’80% nel 2025 di ricerche di viaggi in solitaria (fonte: Airbnb) e l’offerta di bar e locali pensati appositamente per chi desidera vivere esperienze individuali senza sentirsi ‘fuori posto’ – ma anche nell’esperienza d’acquisto.
In Italia brand e retailer si stanno, quindi, adattando sempre di più alla diffusione di questo evidente trend sociale proponendo da un lato prodotti su misura con ‘confezioni per single’ e piccoli nuclei familiari pratici e adatti a sostenere stili di vita indipendenti e ridurre gli sprechi; dall’altro supportando i consumatori ‘Loner’ con contenuti chiari, recensioni dettagliate sui prodotti e percorsi di acquisto self-service sempre più semplici e veloci.
Il Trend Reality Report di YouGov evidenzia un cambiamento culturale profondo che offre il ritratto di un nuovo consumatore – dichiara Marco Pellizzoni, Commercial Director Consumer Panel di YouGov Shopper – in bilico tra solitudine e ricerca di autonomia, che rivendica libertà e qualità del proprio tempo. In un mercato sempre più guidato da nuclei familiari ridotti e scelte individuali, il ‘Loner Consumer’ rappresenta dunque una sfida e un’opportunità strategica per brand e retailer di ripensare prodotti, servizi ed esperienze che rispondano alle sue esigenze e lo accompagnino nella sua ricerca di indipendenza”.

Luca Gattiglia nuovo Direttore Generale di Gruppo Sogegross

Investimenti per 200 milioni di euro, 30 nuove aperture nell’arco di un quadriennio e riorganizzazione manageriale. Gruppo Sogegross annuncia una serie di novità nell’ambito del piano di sviluppo 2025-2028. Le leve restano però saldamente nelle mani della famiglia Gattiglia, a cui l’azienda ligure fa capo dal 1920, anno della fondazione. In questo quadro, Luca Gattiglia (nella foto in alto) diventa Direttore Generale, Ercole Gattiglia assume la Presidenza, mentre Maurizio Gattiglia viene confermato nel ruolo di Amministratore Delegato. “Assumere la direzione generale in questa fase rappresenta una grande responsabilità e, al tempo stesso, un’opportunità straordinaria – commenta Luca Gattiglia, Direttore Generale del Gruppo Sogegross –. L’obiettivo è consolidare il percorso di crescita intrapreso, puntando su efficienza operativa, innovazione digitale e sviluppo sostenibile. Abbiamo davanti a noi un piano di sviluppo ambizioso che ci vedrà protagonisti nei prossimi anni, mantenendo salda la nostra identità territoriale e investendo nelle persone e nelle tecnologie”.

UN MODELLO BASATO SU TRE DIREZIONI DI BUSINESS
La riorganizzazione manageriale del gruppo avviata nel corso del 2025 introduce un modello per Unità di Business, volto a rafforzare la coerenza tra le responsabilità operative e l’identità delle singole insegne.
Le nuove direzioni sono articolate in tre macroaree:

  • Direzione Unità di Business Retail, affidata a Giovanni D’Alessandro, che include superstore, supermercati e negozi di prossimità, con la Divisione Basko per la rete diretta e la Divisione Doro per il franchising;
  • Direzione Unità di Business Discount, focalizzata sull’insegna Ekom, diretta da Giuseppe Marotta;
  • Direzione Unità di Business Ingrosso, che comprende i Cash&Carry GrosMarket sotto la guida di Flavio Zago.

I risultati conseguiti confermano la capacità del Gruppo Sogegross di intercettare le trasformazioni in atto nel settore retail – sottolinea Maurizio Gattiglia, Ceo del Gruppo – e crescere anche in contesti complessi. La convergenza omnicanale, l’utilizzo strategico dei dati e la centralità dell’esperienza d’acquisto stanno ridefinendo le dinamiche competitive, imponendo un’evoluzione verso modelli organizzativi più flessibili per essere sempre più orientati al cliente e in grado di cogliere con il giusto tempismo l’evoluzione dei trend merceologici. La riorganizzazione che stiamo portando avanti accelera lo scambio di know-how intragruppo e, insieme agli investimenti programmati, ci consentirà di essere ancora più competitivi e di rispondere con maggiore efficacia alle esigenze di un mercato in continua evoluzione”.

IL PIANO DI SVILUPPO 2025–2028
Il piano di investimenti per il quadriennio 2025–2028 raggiunge i 200 milioni di euro. Le risorse saranno destinate principalmente a tre direttrici strategiche: nuove aperture, riqualificazione e potenziamento della rete di vendita esistente e implementazione di nuovi piani logistici per supportare lo sviluppo delle reti e ottimizzare la gestione e distribuzione delle merci.
Il programma di espansione prevede oltre 30 nuove aperture nell’arco del quadriennio, accompagnate da un’accelerazione delle ristrutturazioni finalizzate all’efficientamento della rete esistente e al continuo miglioramento della shopping experience.
Il Gruppo – parte di Agorà Network insieme a Poli, Tigros, Iperal e Rossetto – conta attualmente 260 punti vendita distribuiti su 5 regioni (Liguria, Piemonte, Lombardia, Toscana, Emilia Romagna). La rete logistica, composta da 11 hub situati tra Liguria, Lombardia e Piemonte, rappresenta un asset strategico per garantire continuità e qualità del servizio.

L’OBIETTIVO DI FATTURATO
Nel 2024, Sogegross ha registrato un fatturato di 1 miliardo e 164 milioni di euro, in crescita del 2,78% sull’anno precedente, con un utile netto consolidato di 13,6 milioni di euro, destinato integralmente a riserva.
L’azienda sottolinea che il risultato supera la media del settore e conferma la solidità del modello multicanale adottato. Anche il primo semestre 2025 ha confermato un andamento positivo (+2,7%) consentendo di mantenere l’obiettivo di 1 miliardo e 223 milioni di euro di fatturato per l’intero esercizio.

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