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Yoga torna in comunicazione con un carico di energia

“Quando è vita, è Yoga”: è questo lo slogan del nuovo spot di Yoga in onda sulle principali emittenti televisive e radiofoniche italiane. Il marchio di succhi di frutta torna in comunicazione per celebrare il sapore autentico e la tradizione della migliore frutta che accompagna le persone in ogni momento della giornata. Ed è proprio questo il filo conduttore dello spot che racconta come i succhi Yoga caratterizzino le situazioni più disparate per target diversi di consumatori: dalla colazione in casa di una famiglia allo spuntino al bar, dal ritrovo tra amici al gioco e ai divertimenti di due ragazzi. Il tutto all’insegna di valori quali vitalità, freschezza e gioia che la marca fa propri in questo spot trasmettendo una carica di energia positiva e un messaggio di benessere integrale della persona.

Questo spot declina i valori di Yoga in un’ottica contemporanea ed enfatizza la connessione tra la marca e il consumatore in ogni momento della giornata – dichiara Federico Cappi, Direttore Marketing Retail di Conserve Italia, il Gruppo cooperativo che detiene il marchio –. Yoga è ‘Molto più che buono’ come recita il payoff del brand, è anche un’eccellenza che da 80 anni entra nella quotidianità delle persone apportando una carica di energia positiva, vitalità e benessere. Per questo lo spot è incentrato sulla narrazione di varie situazioni di vita quotidiana per spiegare come ‘Quando è vita, è Yoga’, proprio perché la marca è presente in tutti i momenti della giornata con la sua carica di vitalità e benessere”.

La nuova campagna pubblicitaria, che include il nuovo spot, declinato nei formati da 15 e 30 secondi sia in Tv che in radio, e le attività digitali, resterà attiva fino a fine maggio e tornerà a settembre, in concomitanza con il rientro a scuola. “Con questa campagna – conclude Cappi – Yoga riafferma il proprio ruolo di marca di riferimento per i succhi di frutta nella GDO e nei bar italiani, grazie a una gamma di prodotti che spazia dai brik monodose, ai formati famiglia, alle iconiche bottiglie in vetro verde, così da caratterizzare diversi momenti di consumo nel corso della giornata”.

E-commerce B2c tricolore oltre i 62 miliardi di euro nel 2025

Nel 2025 il valore degli acquisti online da parte degli italiani crescerà del +6% e supererà i 62 miliardi di euro. Il settore dei servizi registra una crescita del +8% rispetto al 2024, per un valore di 22 miliardi di euro, mentre l’e-commerce di prodotto segna un incremento del +6% rispetto all’anno precedente, superando i 40 miliardi di euro. Nell’ambito degli acquisti di prodotto, i comparti Food & Grocery e Beauty&Pharma registrano un incremento superiore alla media (con tassi di crescita di circa il 7%) mentre Abbigliamento, Informatica ed Elettronica di consumo e Arredamento e home living presentano una crescita in linea con quella del settore (con tassi compresi tra il +5% e il +6%). Frena la progressione del settore Auto e Ricambi. La penetrazione dell’online sul totale acquisti retail (online+offline) nei prodotti è pari all’11,2%, un incremento di mezzo punto percentuale rispetto al 2024. Questi i dati aggiornati sul mercato e-commerce in Italia, secondo l’ultima indagine dell’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm – School of Management del Politecnico di Milano, presentata in occasione della plenaria di apertura della ventesima edizione di Netcomm Forum – nella sua edizione speciale intitolata The Next 20 Years in 2 Days”.

In un contesto geopolitico complesso e in continua evoluzione – commenta Roberto Liscia, Presidente di Netcomm, associazione di riferimento del settore e-commerce in Italia – il mercato dell’e-commerce B2C in Italia cresce con costanza, con un valore che supera i 62 miliardi di euro e un aumento dei consumatori digitali che raggiunge i 35,2 milioni nel 2025. Sebbene l’e-commerce sia uno strumento chiave per favorire l’export delle Pmi, l’internazionalizzazione rimane una sfida significativa: oltre il 54% delle imprese italiane fatica a espandersi oltre i confini nazionali per la mancanza di strategie digitali efficaci e dell’innovazione tecnologica necessaria a competere sui mercati globali. A complicare ulteriormente il quadro c’è uno scenario più ampio di sfide sul piano globale, come la possibile introduzione dei dazi da parte degli Stati Uniti, e a farne le spese saranno in primis le Pmi, il cui accesso al mercato statunitense sarà reso ancora più complicato dai costi e dalla gestione burocratica. Nondimeno, il clima di sfiducia e tensione causato da questo scenario porta a una intensificazione del protezionismo digitale, che minaccia la libera circolazione di dati, fondamentali, tra le altre cose, per intercettare i bisogni dei clienti e soddisfare le loro richieste. In uno scenario così variabile e incerto le competenze diventano la vera chiave del futuro. Non parliamo più solo di capacità tecniche o digitali, ma di un insieme complesso e integrato di saperi, attitudini, comportamenti che determinano la capacità di adattarsi, innovare e generare valore che faranno sempre più la differenza nelle organizzazioni”.

BUONE LE PERFORMANCE DEL FOOD
Nel 2025, il mercato e-commerce B2c di prodotto continuerà a crescere (+2,1 miliardi di euro rispetto al 2024) anche se a ritmi più contenuti – dichiara Valentina Pontiggia, Direttrice dell’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm – Politecnico di Milano –. L’incremento passerà dal +5% del 2024 a un +6% nel corso dell’anno. I settori più performanti nel 2025 saranno il Food&Grocery (+7%) e il Beauty&Pharma (+7%), grazie all’integrazione omnicanale e all’utilizzo di innovazione. In Italia l’e-commerce e più in generale il Retail si trova ora in una fase di consolidamento e i valori di mercato confermano un online un po’ meno vivace rispetto al passato. Questi dati non riflettono, però, il grande lavoro svolto dietro le quinte da molti merchant, i quali sono sempre più impegnati nell’ottimizzazione di processo, nell’introduzione di soluzioni tecnologiche per migliorare sia l’esperienza utente sia le attività di back-end e nella sperimentazione di modalità diverse di interazione con i consumatori e di nuovi modelli di business, molto spesso platform-based. Mentre in passato si puntava esclusivamente sulla vendita dei prodotti, ora attraverso l’e-commerce i brand cercano di instaurare una relazione con il cliente offrendo esperienze sempre più interattive e coinvolgenti”.

IL PANORAMA ITALIANA DELL’E-COMMERCE
L’e-commerce italiano continua la sua espansione, con un significativo consolidamento come motore di trasformazione del commercio. Secondo i dati dell’Osservatorio Netcomm in collaborazione con Cribis, il numero di imprese italiane con un sito e-commerce è aumentato del 3,4% rispetto al 2024, raggiungendo le 91.000 aziende, con una crescita marcata delle società di capitale (+8,5%). Questi dati evidenziano la maturazione del settore e l’integrazione di strategie digitali avanzate. Le aziende italiane che operano nell’e-commerce sono distribuite principalmente in Lombardia, Lazio e Campania, con Milano, Roma e Napoli come principali hub. Il settore è dominato da micro e piccole imprese, ma anche da aziende di dimensioni più grandi, con una crescente età media, segno di una stabilizzazione del mercato. I settori più rilevanti sono il commercio e i servizi, con un forte coinvolgimento nei settori del beverage, dell’editoria e dei prodotti alimentari. Sul piano della comunicazione, l’82,7% delle aziende è presente sui social media, con Facebook e Instagram come i canali più utilizzati. La digitalizzazione è infatti in forte crescita, con il 67,2% delle aziende che mostra un alto livello di “Digital Attitude”. Tuttavia, oltre il 54% delle imprese presenta ancora un basso livello di internazionalizzazione, con la necessità di sviluppare strategie per esportare maggiormente il Made in Italy. Per quanto riguarda i metodi di pagamento, oltre l’83% delle aziende offre più soluzioni, con un incremento nell’uso di carte di credito, PayPal e metodi come Klarna, a testimonianza dell’interesse per soluzioni di pagamento rateizzate.

I PRINCIPALI TOUCHPOINT CHE INFLUENZANO L’ACQUISTO ONLINE
Secondo la ricerca NetRetail 2025, che indaga i comportamenti di acquisto digitale degli italiani e sulle prospettive per il commercio omnicanale in Italia, gli italiani che comprano online sono 35,2 milioni nel 2025, con un aumento di 1,5 milioni rispetto allo scorso anno. In questo contesto, gli acquirenti online consultano mediamente 4 touchpoint prima di effettuare un acquisto. Di questi, 2 sono legati a contenuti prodotti direttamente dai brand, come i loro siti web o app (50,3%) e i loro e-commerce (44,2%). I restanti 2 touchpoint sono invece riferiti a contenuti indipendenti, tra cui motori di ricerca (55,7%), recensioni (50%) e comparatori (40%). I social media rimangono una fonte importante di orientamento per circa un acquisto su quattro (29,8%), insieme ai punti vendita e al retail media online, mentre le notifiche push segnano un leggero calo. Inoltre, in base alla categoria di prodotto, si osservano preferenze specifiche: ad esempio, l’uso di AI e chatbot è particolarmente rilevante nell’elettronica e nell’editoria, mentre il retail media offline è più influente nel settore alimentare. Ogni categoria ha quindi un set di touchpoint prioritari, con il sito del brand e l’e-commerce che prevalgono nell’abbigliamento.

PAGAMENTI ONLINE: I TREND IN ITALIA
I metodi di pagamento per gli acquisti online in Italia sono sempre più diversificati. Secondo il report NetRetail 2025, l’89% delle transazioni avviene al momento dell’ordine, con solo l’11% che opta per il pagamento alla consegna o a utilizzo del servizio. I principali strumenti di pagamento sono il Digital Wallet (30,8%), la carta di credito (26,4%) e la prepagata sul sito (23,6%). I pagamenti in contante alla consegna sono in forte declino, rappresentando solo l’1,2%, mentre il bonifico è utilizzato dal 2% degli acquirenti, ma con importi significativamente più alti rispetto alla media. Le aspettative dei consumatori in merito alle transazioni online riguardano soprattutto la sicurezza delle transazioni e la varietà di opzioni di pagamento, con una crescente domanda di soluzioni integrate e flessibili. Sebbene la richiesta di sicurezza sia diminuita negli anni, la varietà nelle modalità di pagamento è rimasta invece una priorità per gli utenti.

Riaperto il superstore Esselunga di Sesto Fiorentino

Riaperto il superstore Esselunga di via Gramsci a Sesto Fiorentino, dopo circa 10 mesi di lavori. Situato all’interno di una galleria commerciale, si presenta ai clienti ristrutturato e reso più moderno: sono stati ripristinati il locker all’esterno e anche i parcheggi nei due piani interrati che metteranno a disposizione della clientela oltre 530 posti auto. Numerosi gli interventi volti al contenimento dell’impatto ambientale: è stato installato un nuovo impianto di illuminazione a led in sala vendita e in galleria ed è stato realizzato un nuovo impianto per la refrigerazione sostenibile ed efficiente che impiega refrigerante naturale (CO2). Sono stati, inoltre, sostituiti tutti i banchi frigo, le casse per il pagamento della spesa ed è stato realizzato un nuovo box per l’assistenza clienti. La galleria commerciale ospiterà gli esercizi preesistenti, tra cui la profumeria eb in una veste rinnovata. A completare l’offerta il Bar Atlantic, ampliato negli spazi, con un assortimento rivisto e reso più completo grazie all’inserimento della burgeria in una sala che accoglie più di 70 sedute. Nel punto vendita, inaugurato la prima volta il 26 febbraio 1998, lavorano 124 persone.

Sofidel accelera negli Usa e punta all’acquisto di parte di Royal Paper

Il momento è di sicuro quello giusto: al di là del ripensamento (momentaneo o definitivo?) di Donald Trump – che ha sospeso per 90 i giorni i dazi aggiuntivi nei confronti di tutti i Paesi, eccetto la Cina – produrre direttamente negli Usa è un modo per approcciare in maniera solida e strategica quello che resta uno dei mercati più importanti del mondo. In questa direzione va l’accordo stipulato da Sofidel – tra i leader mondiali nella produzione di carta per uso igienico e domestico, nota in particolare per il marchio Regina – e finalizzato all’acquisto di alcuni asset produttivi di Royal Paper, player che opera nel mercato nordamericano sia nel segmento consumer che nell’away-from-home. Più nel dettaglio, Sofidel acquisirà quattro stabilimenti, localizzati in Arizona e South Carolina: una cartiera a Gila Bend (AZ) dalla capacità produttiva annuale di 61.000 tonnellate, due impianti di converting a Phoenix (AZ) e un impianto di converting a Duncan (SC). L’8 aprile scorso, Royal Paper e alcune delle sue sussidiarie interamente controllate hanno presentato petizioni volontarie per riorganizzarsi ai sensi del Chapter 11 del Codice Fallimentare degli Stati Uniti. In pratica, Royal Paper sta conducendo una procedura d’asta per la vendita di questi asset ai sensi della Sezione 363 del Codice Fallimentare. Sofidel e Royal Paper hanno raggiunto un accordo su un’offerta “stalking horse”, soggetta a offerte migliori e superiori e all’approvazione del tribunale fallimentare, nonché ad altre condizioni di chiusura consuete, inclusa la ricezione di eventuali approvazioni normative richieste.

Non si tratta certo di un esordio per Sofidel, presente negli Stati Uniti (il più grande mercato al mondo per consumi pro capite di tissue) sin dal 2012, quando acquisì la società Cellynne, poi rinominata Sofidel America, attiva nel mercato away-from-home con tre stabilimenti. Da allora gli investimenti in nuovi impianti sono continuati, ma l’operazione più importante – del valore di circa 1 miliardo di dollari – risale allo scorso anno ed è l’acquisizione della divisione tissue di Clearwater Paper Corporation, che ha portato nel perimetro del gruppo quattro stabilimenti produttivi e 1.700 collaboratori, aumentando la capacità produttiva di 342.000 tonnellate annue, pari al 25% di quella complessiva. Sofidel ha archiviato il 2024 con un fatturato consolidato di 3,225 miliardi di euro, in aumento del +3% rispetto al 2023, e un Ebitda margin pari al 17,85% (nel 2023 si era attestato al 21,11%). Sempre nel 2024, è proseguito sul fronte ambientale l’impegno per la transizione ecologica, con una riduzione del 19,5% delle emissioni specifiche rispetto all’anno base 2018, in linea con gli obiettivi definiti con Science Based Target initiative (SBTi) per raggiungere l’obiettivo Net Zero al 2050. Il gruppo è presente in 13 Paesi con oltre 9.000 dipendenti e una capacità produttiva di 1.860.000 tonnellate all’anno.

Vino, Uiv: pasticcio normativo mette in stallo i dealcolati

Un mercato depresso dall’incertezza”. È la denuncia dei principali produttori di vino No-Lo e dei fornitori di tecnologie e macchinari per la dealcolazione italiani intervenuti a Vinitaly 2025 al convegno “Tecnologia 0.0: produzione e innovazione a confronto”, organizzato da Unione italiana vini (Uiv) in collaborazione con Veronafiere. A inibire la produzione, oltre all’ambiguità delle disposizioni relative l’obbligo di separazione degli spazi che dovrebbe risolversi a breve, il pasticcio normativo che lascia il comparto in balia dell’incertezza sull’applicazione delle accise in attesa del decreto interministeriale, previsto a partire dal 1° gennaio 2026. “Stiamo parlando dell’atterraggio su Marte mentre in Italia non abbiamo ancora il binocolo per vedere la luna”, ha dichiarato Martin Foradori, Ceo di Tenuta J. Hofstätter, una posizione condivisa non solo dagli altri produttori intervenuti alla tavola rotonda, ma anche dai fornitori di macchinari e tecnologie per il processo di dealcolazione. “In Italia c’è molto fermento ma abbiamo solo iniziato a vendere impianti – ha commentato Albano Vason, Direttore Generale di VasonGroup –, all’estero è più facile. Stiamo lavorando molto bene in Spagna e ora si è aperto il mercato anche in Argentina”. “Ci sono sicuramente aziende italiane interessate, ma stiamo aspettando che sia pronta la normativa”, ha confermato Massimo Pivetta, Sales Director Wine di Omnia Technologies. Per Pierluigi Guarise, Ceo di Collis Wine Group, “Ci viene detto di andare per tentativi e questo comporta un rischio anche reputazionale, ci crederemo veramente nel momento in cui verrà fatta chiarezza su tutta la normativa, dalla produzione all’etichettatura”. Non mancano le conseguenze sul fronte dei costi: “Andare a dealcolare all’estero mina la nostra competitività sul mercato”, ha dichiarato Claudio Galosi del Gruppo Argea.

Rimane all’estero la produzione anche di Mionetto, che, come dichiarato dal Consigliere Delegato e Direttore Tecnico, Alessio Del Savio, sta lavorando con vini a base Glera per “accorciare sempre di più le distanze con il Prosecco, strizzando l’occhio alla denominazione”. E proprio sulla qualità del prodotto vino si gioca la partita che vedrà i No-Lo distanziarsi dal segmento dei drink a bassa gradazione. “Dobbiamo uscire dal mondo delle bevande dove siamo relegati in una competizione a perdere con le multinazionali – ha detto Fedele Angelillo, Ceo di Mack & Schuhle Italia –. Per fare questo dobbiamo continuare ad insistere sulla qualità, anche a partire dalla vigna”. “Sul fronte della qualità abbiamo già fatto passi da gigante – ha concluso Marzia Varvaglione, Presidente del Ceev e di Agivi –. I vini No-Lo sono proposte non solo complementari ma che ci consentono di differenziare il rischio in un contesto estremamente volatile dei consumi. Ora, come produttori e imprenditori, dobbiamo capire come tutelare questi vini e come inquadrarli in modo che siano facilmente e chiaramente riconoscibili anche per i consumatori”.

Secondo l’analisi dell’Osservatorio del Vino Uiv-Vinitaly presentata a Vinitaly, il mercato italiano dei vini No-Lo (no e low alcohol) vale oggi solo lo 0,1% sul totale delle vendite di vino, per un controvalore di 3,3 milioni di dollari che – secondo le stime Iwsr – dovrebbe raggiungere i 15 milioni nei prossimi 4 anni, con un Cagr atteso del 47,1%.

Lidl raggiunge il 6% di quota nel mercato italiano della Gdo

Lidl Italia consolida il percorso di crescita degli ultimi anni e tocca il 6% di quota di mercato. A certificarlo è la Prima Edizione 2025 della Guida NielsenIQ Largo Consumo, che scatta una fotografia dettagliata della distribuzione moderna in Italia, il cui giro d’affari complessivo è di 132,1 miliardi di euro, suddiviso tra ipermercati (24,8%), supermercati (41,7%), discount (23,8%) e libero servizio (9,6%). “Il raggiungimento del 6% di quota di mercato è il frutto di un importante lavoro di squadra, partito da lontano – dichiara Massimiliano Silvestri, Presidente Lidl Italia – e che ha come perno gli investimenti sul territorio. Negli ultimi 10 anni abbiamo investito 3,5 miliardi di euro, di questi, circa 2,1 miliardi negli ultimi cinque. Pensando al futuro, per il prossimo triennio abbiamo in serbo un piano di sviluppo da 1,5 miliardi di euro per la realizzazione di 150 nuovi store. Il 2025 è iniziato con l’apertura di ben 23 negozi, solo nei primi due mesi, per un investimento complessivo di 180 milioni di euro. Grazie a questi importanti e strutturati interventi siamo stati in grado di ampliare la nostra rete vendita raggiungendo quota 780 store e guadagnando, di conseguenza, la fiducia di un numero crescente di clienti”.
Lidl, arrivata in Italia nel 1992, si pone l’obiettivo di raggiungere quota 1.000 punti vendita entro il 2030. Sul territorio nazionale conta 12 piattaforme logistiche, impiega più di 22.000 collaboratori e ha un’offerta a scaffale composta da oltre 3.500 referenze, di cui oltre l’80% prodotte in Italia e a marchio proprio.

Salame Felino Igp, +16% di fatturato negli ultimi 5 anni

Un fatturato al consumo arrivato a 89 milioni di euro, con una crescita del 16% negli ultimi 5 anni, e una quota export raddoppiata rispetto al 2023. Sono alcuni dei principali dati economici relativi al 2024 comunicati dal Consorzio di Tutela del Salame Felino Igp, l’associazione che racchiude 13 aziende produttrici del salume della Parma Food Valley per un totale di circa 500 addetti tra lavoratori diretti e legati all’indotto. Nel 2024 i valori produttivi del Salame Felino Igp sono rimasti in linea con l’anno precedente: a fronte di 5,3 milioni di chilogrammi di carne lavorata, 3,5 milioni sono stati destinati al prodotto certificato, numeri che hanno portato il valore alla produzione a 46 milioni di euro. Mentre andando a ritroso, il Consorzio negli ultimi 5 anni, ovvero dal 2019 al 2024, ha visto aumentare il proprio fatturato del 16%, passando da 75 agli attuali 89 milioni di euro. Merito anche dell’ottima tenuta del preaffettato, che dai 526.000 chilogrammi destinati del 2019 è arrivato ora a quota 573.000 chili. Infine, per quanto riguarda l’export, il Consorzio del Salame Felino Igp è passato dal 2,5% del 2023 all’attuale 5%. All’interno dell’Unione Europea, Germania e Francia rimangono i mercati di riferimento mentre continua la crescita della Svizzera in una quota esportazioni che rimane prevalentemente legata al vecchio continente.
Il 2024 è stato un anno tutto sommato positivo – afferma Umberto Boschi, Presidente del Consorzio di Tutela del Salame Felino Igp – considerando un mercato schizofrenico per quanto riguarda il costo della materia prima, che ha purtroppo confermato i picchi del 2023. E il trend non è destinato a migliorare, visto che nel periodo di alta richiesta, ovvero dopo l’estate, sappiamo già di dover fronteggiare un calo dei suini disponibili che non aiuterà il mercato. In ogni caso siamo soddisfatti per la crescita dell’export e per la tenuta del preaffettato, che ci permettono di far conoscere e apprezzare ancora di più questo fantastico prodotto”. A inizio anno il Consorzio ha inoltre aggiornato il proprio disciplinare, già approvato dal Ministero e pubblicato in Gazzetta Ufficiale. La modifica principale riguarda il preso dei suini: non è più previsto il peso medio vivo – che era di 160 chilogrammi con 10% in più o in meno di tolleranza – quanto invece quello della singola carcassa, ora compreso tra 110,1 e 190 chili, rilevato al momento della macellazione.

Despar Italia: fatturato di 4,5 miliardi di euro nel 2024, Mdd a un soffio dal 24%

Un fatturato al pubblico pari a 4,5 miliardi di euro, in crescita del 2,6% rispetto all’anno precedente: è questo il bilancio del 2024 per Despar Italia, la società consortile che riunisce sotto il marchio Despar sei aziende della distribuzione alimentare e negozianti affiliati. Al risultato hanno contribuito lo sviluppo e l’ammodernamento della rete vendita con 110 tra nuove aperture (75) e restyling (35) di negozi e l’apporto del prodotto a marchio Despar che, nel 2024 ha superato il miliardo di euro di fatturato e raggiunto una quota di mercato a valore pari al 23,9%, registrando una crescita superiore a quella del mercato Mdd in Italia.
Il 2024 è stato per Despar un anno di consolidamento che ha fatto leva sullo sviluppo della rete e sui risultati registrati dalla nostra Mdd – afferma Filippo Fabbri, Direttore Generale di Despar Italia – che si è posizionata tra le best performer nella Gdo italiana. Due pilastri che guideranno la nostra crescita anche nel 2025: sull’espansione e l’ammodernamento della nostra rete vendita prevediamo infatti oltre 66 milioni di euro di investimenti che ci permetteranno di radicare sempre più l’insegna sui territori. Continueremo poi a lavorare sull’implementazione del prodotto a marchio: i risultati già raggiunti ci portano a grandi passi verso il raggiungimento dell’obiettivo del 25% di quota di mercato per la nostra Mdd che sempre più rappresenta un elemento competitivo e fidelizzante dell’insegna, anche grazie a nuove progettualità che stiamo già implementando per rendere la nostra proposta ogni giorno più completa e integrata. Obiettivi ambiziosi che da sempre sono stati uno stimolo per alimentare la capacità di evolversi di Despar che proprio nel 2025 festeggia i 65 anni di presenza in Italia”.

LA RETE DI VENDITA
Le sei aziende associate a Despar Italia sono: Despar Nord Ovest – Gruppo 3A, Despar Nord – Aspiag Service, Despar Centro Sud – Maiora, Despar Sardegna – SCS, Despar Sicilia – Ergon, Despar Messina – Fiorino. I ricavi raggiunti nel 2024 sono stati generati per il 64% dai punti vendita diretti e per il 36% dai negozi affiliati. Guardando alla distribuzione del fatturato per insegna, il 34% è stato originato dai punti vendita Despar (marchio che identifica il supermercato di quartiere, fino agli 800 mq), il 39% dai negozi Eurospar (l’insegna del supermercato di media metratura, tra gli 800 e i 2.000 mq) e il 27% dai punti vendita Interspar (il supermercato di grande metratura, oltre i 2.000 mq). A registrare le performance migliori sono stati i format di negozio con le metrature medie, gli Eurospar, che hanno registrato trend in crescita del 4,4% rispetto al 2024.
Il network di Despar Italia conta oggi 1.323 punti vendita (411 diretti e 912 affiliati) per una superficie complessiva di vendita che raggiunge 797.631 metri quadrati. Le nuove aperture hanno interessato tutte le insegne con cui l’azienda presidia il territorio: nel dettaglio sono stati inaugurati 58 Despar, 4 Despar Express, 11 Eurospar e 2 Interspar. A livello di aree geografiche, lo sviluppo ha riguardato tutte le 17 regioni in cui l’insegna è presente con un’accelerazione significativa al Sud (Puglia, Calabria e Basilicata), oltre che in Emilia-Romagna, Lazio e Piemonte.

IL RUOLO DELL’AFFILIAZIONE
Sono oltre 700 gli imprenditori affiliati al marchio e i loro punti vendita nel 2024 hanno registrato un fatturato al pubblico di 1,6 miliardi di euro (35,6% del fatturato al pubblico complessivo). Nel 2024 la rete affiliata ha visto l’apertura di 62 punti vendita e la ristrutturazione di 16, grazie al consolidamento di legami storici e a 37 nuovi imprenditori. Negli ultimi dieci anni (2015-2024), il fatturato dei negozi affiliati è cresciuto dell’88%, passando da meno di 1 miliardo a 1,6 miliardi di euro.

LE PERFORMANCE DEL PRODOTTO A MARCHIO
Il prodotto a marchio si è confermato un fattore centrale di sviluppo e leva strategica per la crescita dell’insegna con una quota di mercato che a fine 2024, a valore, ha raggiunto il 23,9%, con un incremento di 1,2 punti percentuali rispetto al 2023, superiore alla media di mercato Mdd (fonte NielsenIQ I+S). Le vendite dei prodotti a marchio Despar hanno superato il miliardo di euro, registrando un incremento del 7,6% rispetto al 2023, mentre i volumi di vendita, in termini di confezioni, sono aumentati dell’8,1% rispetto all’anno precedente (fonte: NielsenIQ, I+S+LS). I dati consumer rilevano come nel 2024 la percentuale acquirenti Mdd sul totale acquirenti in Despar è cresciuta di quattro punti, raggiungendo l’84,7%. (fonte: NielsenIQ Consumer Panel). Nel 2024 Despar Italia ha lanciato oltre 200 nuovi prodotti e realizzato oltre 300 restyling: un percorso di continuo arricchimento raggiunto grazie alla partnership con i circa 500 fornitori Mdd, di cui il 97% è italiano.
A fine 2024 erano 16 le linee Mdd Despar per un totale di circa 3.800 referenze. Le linee che hanno registrato le performance migliori sono la linea del food-to-go Enjoy (+15,1% a valore), la linea Free From dedicata ai prodotti senza glutine e senza lattosio (+12,7% a valore), la linea Despar Premium (+9,5% a valore), la linea di prodotti non alimentari a ridotto impatto ambientale Scelta Verde Eco,logico (+14,5% a valore) e la linea di prodotti per la cura della persona XMe (+11,1% a valore) (dati Nielsen AT 29/12/2024). Quest’anno Despar Italia intende introdurre in tutte le regioni in cui opera S-Budget, la linea convenienza già presente sugli scaffali del socio Despar Nord, portando così a 17 il totale delle linee Mdd. È inoltre previsto il lancio di circa 200 nuove referenze, oltre all’aggiornamento di referenze esistenti, guardando alle nuove tendenze del mercato e a segmenti con opportunità di crescita interessanti quali l’ambito degli alimenti specializzati, come il funzionale, o dei prodotti premium che valorizzano le filiere corte e i prodotti tipici locali.

IL RAPPORTO CON IL TERRITORIO
Sul fronte dell’impegno ambientale, è proseguito il percorso avviato nel 2022 insieme ai fornitori Mdd per calcolare e ridurre, ove possibile, l’impatto ambientale dei prodotti firmati Despar in termini di CO2, così come il lavoro sul packaging dei prodotti a marchio per renderli sempre più rispondenti a criteri di circolarità e riciclo. Despar Italia ha confermato l’impegno per la riduzione dello spreco alimentare, aderendo, su una prima selezione di prodotti a marchio, alla campagna di Too Good to Go sull’Etichetta Consapevole “Osserva, Annusa, Assaggia” grazie alla quale il cliente viene sensibilizzato sulla differenza tra le diciture “Da consumarsi entro” e “Da consumarsi preferibilmente entro”, con la finalità di ridurre lo spreco alimentare all’interno delle mura domestiche.
Sul fronte dell’impegno sociale, per il secondo anno è stata realizzata l’iniziativa “Bosco Diffuso Despar”, insieme alle sei aziende associate: nel 2024 sono stati piantati 1.600 nuovi alberi che, sommati a quelli già messi a dimora nel 2023, portano a oltre 3.000 il totale degli alberi che ampliano la superficie del “Bosco Diffuso Despar” nelle diverse regioni dove l’insegna è presente. Despar ha poi promosso su tutto il territorio nazionale Scuolafacendo, il progetto a sostegno delle scuole che dà agli istituti scolastici la possibilità di ottenere nuove attrezzature e strumenti utili all’insegnamento. L’edizione 2024/2025 ha coinvolto 6.936 scuole di ogni ordine e grado ha permesso di donare oltre 13.800 premi in strumenti e materiali didattici, per un valore corrispondente di circa 489.600 euro. È inoltre proseguito “Le Buone Abitudini”, il progetto gratuito dedicato alle scuole primarie, volto a sensibilizzare i bambini sull’importanza di una sana alimentazione e di corretti stili di vita. Attivo da diversi anni, il programma ha già coinvolto oltre 2.700 insegnanti (+50% rispetto a dicembre 2023). Infine, Despar è stato sponsor delle Giornate FAI d’Autunno che si sono svolte in tutta Italia gli scorsi 12 e 13 ottobre. I punti vendita sono stati coinvolti nella promozione dell’evento attraverso poster, locandine e materiali informativi in-store per raccontare e promuovere le bellezze FAI sui territori.

Il “talent show” dei prodotti Consilia approda in Tv

Debutto in Tv per Consilia, la marca del distributore nata dal Consorzio Sun, a suo volta parte del Gruppo Selex. “Consilia Talent Show” è la nuova campagna multi-soggetto ideata da Mind:In, che porta sul piccolo schermo otto “prodotti di talento”, unendo ironia, leggerezza e un tone of voice distintivo. Il lancio segna un nuovo passo nella strategia evolutiva del brand, già affermato su digital e punto vendita. A un anno e mezzo dall’entrata in comunicazione, il brand sceglie una pianificazione televisiva geolocalizzata, con il lancio dei primi spot “L’Avena Trasformista” e “La Pasta Poeta”, trasmessi sui canali Warner Bros Discovery (Nove, Food Network, HGTV, Giallo).
La campagna non vuole raccontare semplicemente l’offerta, ma mira a divertire e ingaggiare il pubblico, riflettendo l’impegno del brand nel selezionare solo prodotti che meritano davvero di entrare nel “team Consilia”. Come in un vero talent show, solo i prodotti che rispettano alti standard di qualità, convenienza e affidabilità accedono alla scena Parallelamente alla pianificazione televisiva e alla presenza consolidata su YouTube e Facebook, Consilia rafforza il proprio presidio digitale con l’apertura del canale Instagram, aggiungendo un nuovo touchpoint, , con stream dedicati, pensato per dialogare con un pubblico sempre più ampio e connesso. Inoltre, il brand è protagonista anche di una nuova collaborazione con la piattaforma “Fatto in casa da Benedetta”; ulteriore tassello nella strategia di coinvolgimento e visibilità. “Consilia è un brand in forte crescita – commenta Michela Bonetti, Responsabile Marketing Consilia – e il nostro media mix continua ad ampliarsi per intercettare nuovi pubblici con linguaggi sempre più contemporanei. La Tv, i social e il punto vendita saranno fondamentali in questo percorso, anche grazie alle innovazioni che le nostre insegne stanno implementando. Forti dei risultati positivi, investiamo in progetti che consolidano il nostro posizionamento e rendono il brand sempre più riconoscibile”.

Daniele Gilli è il nuovo Amministratore Delegato di Circana

Passaggio del testimone in Circana: Daniele Gilli è stato nominato Amministratore Delegato a partire dal 1° aprile, succedendo ad Angelo Massaro, manager di lunghissimo corso dell’azienda. Gilli era in precedenza Direttore Commerciale della stessa società, che in una nota stampa sottolinea la profonda conoscenza del mercato e la solida esperienza maturata dal nuovo Ad, pronto a guidare Circana in una fase di crescita e innovazione, mantenendo un forte focus sulla centralità del cliente e sull’evoluzione delle soluzioni data-driven. “Sono orgoglioso di assumere questo nuovo incarico – dichiara Daniele Gillie di poter continuare a lavorare con un team eccezionale. Insieme, rafforzeremo ulteriormente la nostra posizione di partner strategico per le aziende che vogliono competere in un mercato in continua trasformazione”. Circana è leader nella fornitura di tecnologia, intelligenza artificiale e dati agli operatori del largo consumo e di beni durevoli, produttori e distributori. Le sue analisi predittive consentono ai clienti di misurare la loro quota di mercato, comprendere il comportamento dei consumatori e accelerare la crescita.

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