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Si può vendere frutta rovinata dal maltempo? Waitrose pensa di sì

Coniuga spreco zero e solidarietà nei confronti degli agricoltori, dunque sostenibilità sociale e ambientale, l’iniziativa della catena inglese Waitrose di vendere mele (dichiaratamente) rovinate dal maltempo, in 263 pdv del Regno Unito. Questa volta la causa è l’ondata di grandine che ha colpito il Sudafrica, ma la proposta non è nuova: quest’anno erano già state messe in vendita mele inglesi che presentavano buccia scolorita o leggermente butterata a causa del maltempo, ma il primo progetto di questo tipo risale al 2011.
Commenta Greg Sehringer, buyer mele di Waitrose: “Sono ormai otto anni che teniamo in magazzino mele rovinate dal maltempo, e ora siamo orgogliosi di sostenere non solo i nostri agricoltori nel Regno Unito ma anche quelli all’estero che sono stati colpiti da eventi atmosferici inaspettati. È una testimonianza del fatto che riteniamo i nostri clienti abbastanza svegli da capire che questa frutta sarà deliziosa come sempre, anche se l’aspetto di queste mele non è perfetto come al solito”. Il prezzo del sacchetto da sette mele “rovinate” è di 2 sterline.

L’iniziativa non è nuova: ha fatto storia la campagna sui “brutti ma buoni”, i “Légumes moches” dell’insegna francese Intermaché e il consorzio Melinda vende mele “non perfette” nell’aspetto con il marchio “MelaSì”. Ma sono gocce nell’Oceano. Coldiretti in questi giorni lancia l’allarme: la grandine, provocata dal brusco cambiamento di stagione, sta danneggiando irrimediabilmente le verdure e la frutta sugli alberi, come ciliegie, albicocche e fragole, provocando milioni di euro di danni nelle nostre campagne. Perché non replicare anche da noI? Il cliente è pronto, magari anche stimolato dalla popolarizzazione delle tematiche di Expo? O forse “Energie per la vita nutrire il pianeta” è solo un vuoto slogan, come sostengono i critici della kermesse milanese?