La tecnologia e i big data possono essere utilizzati dai settori pubblico e privato per collaborare e promuovere pratiche di coltivazione sostenibili nel settore agricolo?
Il Ceo e presidente di Gs1 Global Miguel Lopera lo ha illustrato recentemente al Vertice Sdg (Obiettivi di sviluppo sostenibile) dell’assemblea generale delle Nazioni Unite.
GS1, l’organizzazione internazionale senza scopo di lucro che sviluppa e mantiene i sistemi standard per la supply chain più utilizzati al mondo (rappresentata in Italia da GS1 Italy|Indicod-Ecr) è parte di uno sforzo collettivo volto a mappare e armonizzare le centinaia di norme e certificazioni relative all’agricoltura sostenibile.
Lo sforzo, noto come “The Blue Number Initiative, A Global Registry for Sustainable Farmers” (www.unbluenumber.org), utilizzerà il registry service di GS1. Il registry consentirà agli agricoltori, ai governi, alle imprese e alle community di comunicare tra loro lungo tutta la supply chain grazie alla definizione di un linguaggio comune e all’identificazione univoca delle aziende agricole a livello globale.
Attraverso il GS1 Global Location Number (GS1 GLN), il registry assegna un identificativo unico per ciascuna azienda – non importa quanto grande o piccola sia – e definisce la posizione della stessa azienda agricola, oltre ad elencarne le relative certificazioni di sostenibilità. Questo permette anche ai piccoli agricoltori dei paesi in via di sviluppo di essere riconosciuti per le proprie pratiche di sostenibilità, aprendo potenziali mercati e consentendo loro di diventare attori più visibili ed attivi nella supply chain alimentare globale.
Il registry stabilisce inoltre basi importanti affinché i decision maker nei paesi in via di sviluppo accedano a statistiche accurate su dati granulari e big data. «I governi avranno accesso a dati organizzati secondo la geolocalizzazione, per esempio la produzione per singola regione, con le relative informazioni infrastrutturali e le certificazioni. Saranno quindi in grado di fare scelte politiche più informate che facciano crescere la produzione, e di indirizzare le risorse e la formazione verso pratiche agricole sostenibili», ha concluso il Ceo di GS1 Global.