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LAVORO E CONSUMI

COME CAMBIA LA SPESA DI UNA FAMIGLIA

3586,18

3164,45

2372,46

2231,18

1736,37

1000

2000

3000

4000

Imprenditore

Lavoratore

dipendente

Pensionato

Operaio

Disoccupato

5

AGOSTO/SETTEMBRE 2017

La spesa di una famiglia cambia poi si-

gnificativamente a seconda che si viva

in città o in un piccolo Comune della

provincia: contribuiscono a spiegare

questo divario prezzi e affitti più ele-

vati, la maggiore incidenza delle spe-

se obbligate (come i trasporti) ed un

minore ricorso all’autoconsumo, tipico

delle aree a maggiore vocazione agrico-

la. Su questo aspetto l’anno in corso si

è segnalato per un ampliamento delle

distanze, determinato da una marcata

crescita della spesa non alimentare nelle

grandi città (i centri urbani di maggiori

dimensioni sono stati del resto i primi

a beneficiare del consolidamento della

ripresa economica). Abitare nei quartieri

centrali di una grande area metropoli-

tana comporta, in media, un maggiore

esborso di circa 500 euro, il 20% in più

in confronto ai piccoli centri di provincia.

Un ulteriore profilo è quello che insi-

ste sulla condizione professionale della

persona che nel nucleo è il principale

percettore di reddito. La spesa è infatti

lo specchio delle possibilità economiche

e degli stili di vita che a loro volta sono

spesso correlati alla tipologia di attività

lavorativa: i consumi di un imprenditore

o di un libero professionista (3.600 eu-

ro/mese) sono infatti più che doppi in

confronto adundisoccupato (1.700 euro/

mese) e significativamente superiori an-

che a quelli realizzati da un pensionato

e da un operaio (rispettivamente 2.370

e 2.230 euro/mese).

A parità di altre condizioni, una discri-

minante importante è quella della na-

zionalità: inmedia, una famiglia italiana

sostiene un livello di spesa di oltre 1.000

euro/mese più elevata di una famiglia

di origine straniera (2.590 contro 1.580

euro, il 60% in più). Unitamente all’entità

del consumo, la nazionalità incide anche

sulla distribuzione: per le famiglie non

italiane casa ed alimentazione assorbono

il 60% del budget, quasi il 10% in più in

confronto allamedia Italia. D’altra parte,

le famiglie straniere spendono in quota

di meno per le voci più voluttuarie, quali

arredamento, servizi sanitari e tempo

libero (-5%), perfettamente compensate

dal cibo (+5%).

Scendendo nel dettaglio delle tipologie

familiari, la spesa è oggetto in questi

mesi di una progressione per larga parte

LA SPESA È

LO SPECCHIO

DELLE POSSIBILITÀ

ECONOMICHE E

DEGLI STILI DI VITA,

CHE A LORO VOLTA

SONO SPESSO

CORRELATI ALLA

TIPOLOGIA DI

ATTIVITÀLAVORATIVA

dei profili (+4,7% per la coppia giovane e +2,4% per il

single under 35), ad eccezione delle famiglie che an-

cora non riescono ad agganciare il traino della ripresa:

si tratta degli anziani soli e delle famiglie numerose,

per i quali si misura un arretramento nell’ordine del

mezzo punto e dei 5 punti percentuali. Guardando ai

livelli, le distanze negli esborsi sono in buona misura

riconducibili alle diverse fasi della vita ed alla presenza

di uno o più figli minori da accudire: si passa infatti

da un minimo di 1.600 euro per la persona sola over

65 ad oltre 3 mila euro per le coppie con almeno due

figli. Molto diversa, infine, è l’allocazione delle risorse,

laddove età e genitorialità rappresentano i due driver

principali. Casa, alimentazione e tempo libero sono le

aree di spesa in cui si sostanziano gli scarti più ampi:

viaggi e pasti fuori casa, ad esempio, equivalgono all’8%

dei consumi di un giovane under 35 contro il 2% della

coppia in pensione. Per la casa si calcolano oltre 20

punti percentuali di distanza tra l’anziano solo (poco

meno della metà dei consumi complessivi) e la famiglia

numerosa (27%).

Per l’alimentazione, infine, a spendere di meno in ter-

mini relativi sono le coppie giovani senza figli (appena

il 12%) contro oltre il 20% delle famiglie con bambini.

I consumi sono ripartiti, ma quante differenze.

S

+20%

IL COSTO DELLA VITA

PER CHI VIVE IN UNA

GRANDE CITTÀ