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L’indagine ha individuato 4 differenti profili:

(4,1 milioni), ovvero coloro

che sono heavy e-shopper da poco e hanno

un processo d’acquisto più tradizionale e

maggiormente centrato sul PC come device

pivotale. Essendo neofiti, provano molto fastidio

quando incontrano fenomeni interruttivi nella

loro navigazione online rinunciando spesso alla

fruizione di contenuti. Presentano una bassa

esposizione ai Dark Pattern, in quanto acquistano

meno online, ma quando ne sono esposti e li

riconoscono, la reputazione del sito/brand ne

risente lievemente.

(5,5 milioni), i più numerosi

che acquistano online spinti dalla ricerca della

convenience. Provano molto fastidio quando

s’imbattono infenomeni interruttividinavigazione

e si dotano di strumenti per “proteggersi”, come

l’ad-blocker. Hanno un’elevata esposizione

ai Dark Pattern che abbassa notevolmente la

reputazione del sito/brand.

(1,4 milioni), acquistano con

alta frequenza online per relax e abitudine. Non

provano fastidio quando incontrano fenomeni

interruttivi per i quali non rinunciano alla fruizione

di contenuti; anche i dark pattern non alterano la

reputazione del sito/brand.

(1,5 milioni), il profilo più evoluto

da un punto di vista digitale e di acquisti online,

con un’elevata adozione di ad-blocker. Provano

fastidioneiconfrontidifenomeni interruttiviedark

pattern in cui si imbattono spesso, ma li tollerano.

PROFILI DI HEAVY E-SHOPPER

8

OTTOBRE/NOVEMBRE 2017

WEB RATING

DARK PATTERN

SONO L’INSIEME

DI STRATEGIE

ADOTTATE

PER INDURRE

UTENTI IGNARI

A RISPONDERE

A DETERMINATI

STIMOLI

L’insostenibile

presenza

dei Dark Pattern

GLI HEAVY SHOPPER SONO INSOFFERENTI E GLI OSTACOLI

ALLA NAVIGAZIONE SONO SPESSO UN DETERRENTE CHE

PUÒPENALIZZAREISITI.ANCHEINTERMINIREPUTAZIONALI

di Angelica Morlacco

S

e l’eCommerce cresce ci sarà un perché. E la

spiegazionepiù logica è che gli utenti lo trovano

comodo, pratico e soddisfacente.

Tuttavia, ricorrendo a un più che abusato adagio, non

è tutto oro quel che luccica: anche negli acquisti online

può esserci qualche fastidioso inconveniente (banner,

pop-up, richiesta di dati personali per accedere a un

contenuto, pubblicità a tempo, etc.). Per nonparlare delle

fake news in cui l’85% degli heavy e-shopper dichiara

di essersi imbattuto almeno una volta e dell’advertising

che ha portato il 32% a prendere provvedimenti come

l’installazione di un ad-blocker su almeno un dispositivo

(Pc, smartphone, tablet).

Un insieme di cose, insomma, che porta l’83% degli

italiani heavy e-shopper a rinunciare alla fruizione di

un contenuto e il 34% a farlo spesso.

E se questi “disturbi” alla navigazione non fossero suffi-

cienti ecco stagliarsi all’orizzonte anche i Dark Pattern,

cioè l’insiemedi strategie che vengonoadottatedurante la

progettazionedi un’interfacciadi navigazioneper indurre

gli utenti a rispondere inconsapevolmente a determinati

stimoli (una sorta di strumenti subliminali e – in quanto

tali – infidi).

Un percorso ad ostacoli, quindi,

sembra approntato per i netsur-

fer: queste le principali evidenze

emerse dall’indagine presenta-

ta all’interno dell’

“Experience

Matters: Marketing+Design

nuovi pattern per la conver-

genza digitale

“, l’evento che

si è svolto presso il Politecnico

di Milano Bovisa, organizzato

da

POLI.design

,

GreatPixel

e

Personalive.

Acquisto

solo

online

Oltre all’acquisto

online ho bisogno

del canale

fisico

Base: Italiani 18+ heavye-shopper

4,1 mio (33%)

1,4 mio (11%)

1,5 mio (12%)

Fastidio tollerato

Nessun fastidio

Fastidioalto

Tollerante

Indifferente

Sprovveduto

+ frequenza di

acquisto online

+ socialità nel

processo d’acquisto

Grado di fastidio percepito

per via di

fenomeni

interruttivi della

navigazione

(banner, pop-up,

pubblicità, richiesta di dati, ...)

Non ricerco

promozioni

quando

acquisto online

Multicanalità

Ricerco promozioni

quando acquisto online

5,5 mio (44%)

Opportunista