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DICEMBRE/GENNAIO 2018

RASSEGNA INTERNAZIONALE

IL COLOSSO DISTRIBUTIVO STRINGE IN CINA UN’ALLEANZA STRATEGICA CON ALIBABA.

E INTANTO IN FRANCIA SPERIMENTA IL NUOVO CONCEPT AUCHANBIO

S

pira vento di novità in casa Auchan. Alle

prese con conti non proprio soddisfacenti

(il primo semestre dell’anno si è chiuso in

perdita per 7 milioni di euro, a fronte di ricavi in

crescita del 2,1% a 26,5 miliardi), il colosso fran-

cese della distribuzione individua le strategie che

dovranno assicurare la crescita nei prossimi anni.

Due le strade scelte dal gruppo.

La prima

riguarda

l’estero e più precisamente il riccomercato cinese: la

catena ha stretto un accordo con Alibaba, il gigante

dell’ecommerce fondato e guidato da Jack Ma, che

investirà 2,88miliardi di euro per rilevare il 36,2%di

Sun Art Retail Group, insegna di ipermercati leader

in Cina di proprietà del conglomerato taiwanese

Ruentex del quale Auchan possiede più di un ter-

zo del capitale. Una quota che, sempre nell’ambito

dell’accordo, verrà ulteriormente rafforzata.

Nel Paese asiatico la catena può contare su un fat-

turato di 13 miliardi di euro – pari all’8,2% del giro

d’affari della distribuzione alimentare nazionale –,

generati attraverso 456 punti di vendita (di cui 76

a insegna Auchan e 378 a insegna RT Mart) e 44

Auchan Minute, negozi urbani di ultra-prossimità.

L’operazione si pone di fatto sulla già frequentata

strada dell’integrazione tra digital e brick & mortar

ed appare funzionale per entrambi i player coinvolti.

Con questa mossa, ribattezzata “New retail”, infatti,

Alibaba risponde alla rivale Amazon, protagonista

la scorsa estate della acquisizione della catena sta-

tunitense di supermercati biologici Whole Foods

Auchan: il futuro

passa (anche) da

ecommerce e biologico

di Chiara Bandini

per 13,7 miliardi di dollari. Auchan, per contro,

intende così dare battaglia a Walmart, che con la

sua

JD.com

avanza proprio sulla frontiera del retail

cinese, oggi valutata in oltre 5mila miliardi e per

l’80% ancora costituita da negozi fisici.

La seconda via

di sviluppo individuata dal gigan-

te francese coinvolge invece il fronte domestico e

si concentra sul trend emergente del biologico. La

catena ha aperto nella periferia di Lille il suo primo

Auchanbio, un punto di vendita di 450 metri qua-

drati che propone 4.200 referenze completamente

biologiche, di cui l’85% di origine francese e più

del 10% di marca propria. Il format – definito come

un generalista di prossimità 100% bio, con un po-

sizionamento prezzi attrattivo – potrebbe essere il

primo di un centinaio di negozi in Francia. A patto

che centri l’obiettivo prefissato: 16.000 clienti alla

settimana registrati a regime, con una media di 5/6

articoli per scontrino. Auchan intende così dare

risposta “

a una domanda pressante dei suoi clienti

e una crescente tendenza dei consumi

”, accorcian-

do le distanze nei confronti dei diretti competitor,

che su questo terreno si sono già spinti da tempo:

Monoprix (gruppo Casino) ha infatti all’attivo ben

160 negozi a insegna Naturalia, mentre Carrefour

può contare su 14 Carrefour Bio.

Complessivamente, il settore bio in Francia vale 7

miliardi di euro, per il 45% riconducibili alla Gdo

alimentare, il 37% alle insegne specializzate e il 18%

al commercio al dettaglio.

S