A tre mesi dal terremoto che ha devastato Turchia e Siria, la situazione sul territorio resta drammatica. E non potrebbe essere altrimenti, considerato che in base a uno studio realizzato dall’Università di Pechino, le due scosse dello scorso 6 febbraio – oltre ad essere le più forti in 2.000 anni di storia della Turchia – rappresenterebbero anche la coppia più intensa mai registrata sulla terraferma. Le stime relative al numero di vittime sono impressionanti: oltre 9 milioni persone colpite in Turchia, con più di 50.000 morti e circa 1,6 milioni di persone ancora in rifugi di fortuna e insediamenti temporanei. Un disastro che ha messo in moto una mobilitazione internazionale, particolarmente sentita da chi con quei Paesi ha rapporti di lunga data. È il caso di Noberasco, perché la Turchia ha un ruolo molto rilevante nella produzione di frutta essiccata e nell’export di prodotti come fichi e albicocche. L’azienda ligure si è quindi attivata concretamente, inviando bancali di prodotti per aiutare le famiglie colpite e partecipando alla raccolta alimentare organizzata dalla Fondazione Francesca Rava, con cui Noberasco collabora da molti anni.
“Ci teniamo ad esprimere il nostro aiuto come meglio possiamo e sappiamo fare: attraverso la distribuzione di beni di prima necessità come il cibo – commenta Gabriele Noberasco, Presidente Noberasco. Il nostro team ha lavorato in queste settimane per raccogliere e allestire una spedizione in grado di fornire alimenti proteici e ricchi di vitamine per sopperire al momento difficile che la popolazione sta attraversando. Siamo convinti come famiglia che durante i momenti di difficoltà la coesione sia fattore decisivo per superarli ed è per questo motivo che abbiamo sensibilizzato e coinvolto in questa call to action il nostro team aziendale composto da collaboratori molti giovani che si sono prodigati con entusiasmo e, in maniera indiretta, anche clienti e fornitori”.
L’azienda ha voluto così dimostrare la sua vicinanza al popolo turco, sottolineando in una nota come la relazione commerciale sia basata “su rapporti umani di lunga durata, di legami di affari fatti da strette di mano. Le stesse mani che questa volta Noberasco ha voluto tendere per aiutare concretamente queste sfortunate popolazioni”.