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Pasqua, agnello su una tavola su due, uova più care del 7%, ma la spesa resta stabile

Al di là del folclore dato dalle adozioni di teneri agnellini da parte di personaggi di spicco della politica (e conseguente scatenamento di meme sul web), e alle immancabili polemiche sull’opportunità di rispettare la tradizione da parte degli attivisti animalisti, su più della metà delle tavole italiane (52%) quest’anno verrà servita carne d’agnello: nelle case, nei ristoranti e negli agriturismi. Lo segnala una analisi Coldiretti/Ixe’ che rivela come quasi la metà dei consumi di carne di agnello consumata dagli italiani durante tutto l’anno avviene in questo periodo. Quest’anno però portare la carne di agnello a tavola significa – sostiene la Coldiretti – salvare il lavoro dei circa 4mila pastori terremotati che non hanno ancora abbandonato le aree colpite dal sisma di Lazio, Marche, Abruzzo e Umbria dove solo nei 131 comuni del cratere sono allevate 213mila pecore e capre. Sempre secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’ ben 1/3 degli italiani (34%) acquisterà carne d’agnello italiana e il 12% ha scelto di comperarla direttamente dal produttore mentre solo il restante 6% non è interessato alla provenienza. Sono 60mila gli allevamenti di pecore presenti in Italia, spesso concentrati nelle aree più marginali del Paese, per un patrimonio 7,2 milioni di animali, situati in maggioranza in Sardegna. 

Quanto agli altri simboli della festività, scoppia la polemica sui prezzi delle uova di Pasqua che secondo il Codacons stanno registrando sensibili rincari dei prezzi al dettaglio su tutto il territorio nazionale. “Mediamente quest’anno un uovo di cioccolato costa il 7% in più rispetto al 2016 – spiega il Codacons –. Ad alimentare la corsa al rialzo dei listini è prima di tutto la crisi internazionale che da mesi ha colpito i Paesi produttori, con Costa d’Avorio e Ghana. Ma i prezzi crescono anche per effetto del caro-benzina (oggi alla pompa un litro di verde costa l’11% in più rispetto ad aprile 2016) che incide non sono sui costi di trasporto, ma anche su quelli di produzione. Non a caso sensibili rincari dei listini si registrano anche per altri prodotti tipici della Pasqua, come la colomba (+6%), il salame corallina (+4%) o l’abbacchio (+3%)”. L’associazione di consumatori calcola che a causa delle tensioni dei prezzi, quest’anno la spesa degli italiani per uova di Pasqua, colombe e dolciumi vari raggiungerà la cifra di 430 milioni di euro.

Anche l’Osservatorio nazionale Federconsumatori registra una crescita dei prezzi più alta rispetto allo scorso anno, pari al +4,4%. Tali aumenti riguardano soprattutto la carne di coniglio (+21,9%, sempre più acquistato perché combina risparmio e qualità), le uova di cioccolato (tra il +7% e il +8%), la colomba farcita (+15%). Colomba, pizza pasquale, pastiera, dolci campanari e tutte le specialità della Pasqua, tenderanno ad essere preparati in casa, creando momenti di aggregazione familiare. Anche se secondo Coldiretti sono 350.000 gli italiani che hanno deciso invece di pranzare in un agriturismo.
Non a caso su internet spopolano ricette e tutorial. Anche quest’anno le famiglie tenderanno a contenere le spese per i consumi relativi ai prodotti pasquali, registrando un andamento pressoché invariato rispetto al 2016: +0,4%. 

Fonte: Osservatorio nazionale Federconsumatori.