Prodotti che andrebbero altrimenti gettati perché di forma o aspetto difettoso, riutilizzati e immessi sul mercato: da gennaio faranno parte di una private label dedicata allo spreco zero di Carrefour in Francia, battezzata “Tous AntiGaspi”.
L’iniziativa, in collaborazione con il collettivo Les Gueules cassées già protagonista di varie azioni in passato con la GDO francese (vd il nostro articolo) è stata anticipata da “Le Figaro” che ha indicato come i primi prodotti del nuovo marchio, dei cereali per la colazione, saranno messi i vendita in 228 ipermercati Carrefour del Nord-Ovest della Francia. Ma l’insegna francese già quest’anno aveva commercializzato dei camambert invendibili perché “fuori taglia” rispetto allo standard, sempre in collaborazione con la “mela che ride” simbolo di Les Gueules cassées.
«Per essere venduti nei nostri supermercati sotto questo marchio un prodotto dovrà seguire alcuni criteri» ha chiarito a “Le Figaro” Bertrand Swiderski, direttore responsabilità sociale e ambientale Carrefour – deve essere stato prodotto seguendo la stessa ricetta e avere le stesse garanzie di sicurezza alimentare del suo equivalente “bello” (ovvero non alterato); essere venduto in un pdv che si trovi nella stessa regione della fabbrica; costare circa il 30% meno dell’”originale». Infine, non ci sarà alcuna garanzia sulla disponibilità del prodotto “perché per definizione questi prodotti sono scarti di produzione; non ci pensiamo nemmeno a produrre sistematicamente partite difettose!” Un centesimo di ogni prodotto venduto della nuova linea andrà inoltre a fondi e iniziative per la lotta contro la fame nel mondo.
Carrefour non è nuovo ad iniziative anti-speco: ad esempio ha già tolto o prolungato la data di scadenza da tutta una serie di prodotti a marchio (vd il nostro articolo).
Che la lotta allo spreco sia una questione reale sul banco di istituzioni e aziende in vari Paesi lo dimostra anche l’attenzione suscitata dal progetto Les Gueules cassées, pronto a sbarcare in altri Paesi tra cui USA (con il nome Ugly Mugs), Inghilterra, Giappone e Germania. E che ha appena attirato 6 milioni dal fondo di investimento americano Global Emerging Markets per lo sviluppo del concept in America del Nord e del Sud e in Medio Oriente. Affascinati anche loro, evidentemente, da questa “buona idea di buon senso” come la sintetizza il fondatore Nicolas Chabanne.