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L’alveare, dal produttore al consumatore via web

Una sorta di Gas, gruppo di acquisto solidale, tecnologico, un modo per fare la spesa a km 0 direttamente dalle mani dei produttori, ma senza allontanarsi dalla città: è l’Alveare che è appena sbarcato anche a Firenze. L’iniziativa, nata in Francia sotto l’insegna “La Ruche qui dit Oui”, ha raccolto oltre un milione di persone in Europa dal 2011 ad oggi, con oltre 700 punti di raccolta. Partiti da Torino nel marzo 2015, oggi gli Alveari in Italia sono un centinaio, e fanno riferimento a oltre 350 piccole e medie imprese dell’agroalimentare, con una rete di 16mila persone tra consumatori, gestori e produttori. Quello di Firenze è il primo Alveare della Toscana, ma ce ne sono già altri due “in costruzione” ad Arezzo e Piombino.

Il modello si basa su una piattaforma web in cui si incontrano domanda, ovvero un gruppo di consumatori che gravitano su una stessa città, e offerta, le piccole e medie imprese che si trovano in un raggio massimo di 250 km dalla città stessa (nel caso di Firenze la distanza media è di 17 km). Dopo essersi iscritti online, si scorre la lista di prodotti disponibili nell’Alveare di riferimento, dalla pasta agli ortaggi, da olio e vino ai salumi, dalle uova al caffè, si ordina e si paga online. Un giorno alla settimana i consumatori passano a ritirare la spesa nel punto prestabilito, dove si crea un vero e proprio mercato temporaneo, con produttori e consumatori che si incontrano, si conoscono, e si consegnano le merci. Con la possibilità da un lato di assolvere al bisogno di fiducia di chi acquista, e dall’altro alla necessità per chi produce e vende di conoscere le esigenze dei clienti. Piace la flessibilità del modello e la capacità di limitare gli sprechi, riducendo a zero il tasso di invenduto. Ideato per massimizzare la resa per il produttore e la personalizzazione per il consumatore.

L’iscrizione è gratuita e non c’è un acquisto minimo: si paga solo quando e se si compra e si conosce già in partenza a quanto ammonta il ricarico sul prezzo applicato dal produttore. La quota stabilita è del 16,7%, divisa a metà tra Gestore e piattaforma, in modo da coprire le spese. Un ricarico così basso è possibile proprio grazie alla community: ogni Alveare può contare su almeno 100 iscritti, il che consente di ammortizzare i costi.

Responsabile dell’Alveare fiorentino è la blogger Chiara Brandi (www.forchettinagiramondo.com), che si occuperà di selezionare i produttori locali, ma anche di creare e animare la comunità dei consumatori. «Sono rimasta stupita che in città nessuno avesse creato una comunità di questo tipo – dice Chiara Brandi – e quando ne ho sentito parlare mi sono subito attivata con i coordinatori nazionali. Conoscevo già molti produttori locali grazie al mio blog dove parlo principalmente di cibo legato ai territori, e ho cercato di inserire quei prodotti che io per prima avrei voluto trovare sulla mia tavola».