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Export vino, timore per i dazi USA. Italia più esposta dei competitor

L’ipotesi dei dazi negli Stati Uniti spaventano il mercato del vino. Secondo Uiv – Unione Italiana Vini -, laddove entrassero in vigore, rischierebbero di aggravare una congiuntura già difficile se non si diversifica il mercato e soprattutto se si perseguono politiche di chiusura commerciale. “Per questo Uiv sostiene fermamente l’accordo Mercosur e condivide il via libera dell’Italia ai vini dealcolati, una nicchia che potrebbe comunque aprire le porte a nuovi target e Paesi” ha detto Lamberto Frescobaldi, Presidente di Unione Italiana Vini. “Il 60% dell’export italiano è concentrato su cinque mercati, con gli Stati Uniti che da soli valgono quasi un quarto delle nostre spedizioni: non possiamo chiuderci anche verso mercati – come il Brasile e l’America Latina – che per radici culturali potrebbero ampliare i nostri orizzonti commerciali”.

Secondo un focus dell’Osservatorio Uiv, l’Italia sarebbe il Paese fornitore europeo maggiormente esposto in caso di nuovi dazi aggiuntivi statunitensi. Dall’analisi delle importazioni nei primi 9 mesi di quest’anno emerge infatti come gli Usa siano oggi la “stampella commerciale” delle vendite italiane (+4,4% nel periodo), con una domanda che ha contribuito a limitare il calo a valore delle spedizioni verso 11 Paesi top buyer a -1,5%. Al netto del mercato Usa, la perdita salirebbe infatti a -4,9%. Meno traumatico l’effetto sulla Francia, che passerebbe dall’attuale -7,3% a -8,5%.