In relazione allo sciopero indetto oggi l’adesione, misurata puntualmente presso le imprese associate a Fededistribuzione, ha raggiunto una percentuale media complessiva del 10%, tale da non compromettere la funzionalità delle strutture di vendita. I negozi sono rimasti aperti (su oltre 15.000 punti vendita delle aziende aderenti all’associazione, solo una dozzina di piccoli supermercati ha dovuto chiudere) e il servizio al consumatore è regolare.
Lo dichiara Federdistribuzione in una nota e sottolinea che le e negoziazioni con isindacati sul Contratto Nazionale di Lavoro per la DMO si sono interrotte per una mancanza di volontà di dialogo da parte sindacale rispetto ad una proposta seria e credibile avanzata da Federdistribuzione, finalizzata alla complessiva tutela dei livelli occupazionali e alla sostenibilità delle imprese. All’interno di tale proposta non vi è alcuna pregiudiziale – afferma l’organizzazione dei retailer – nel riconoscere gli aumenti retributivi richiesti dai sindacati, purchè erogati nel triennio 2016-2018 e accompagnati da forme di sostenibilità, flessibilità e produttività.
Lo sciopero è stato motivato con la volontà da parte dei rappresentanti dei lavoratori per difendere il contratto nazionale scaduto 22 mesi fa.
Ciò in un quadro economico ancora complicato, con solo timidi e incerti segnali di uscita da una crisi profonda che ha avuto pesanti impatti sul settore e che richiederà tempi lunghi per essere superata.
Federdistribuzione conferma infine il proprio impegno a trovare soluzioni concrete che consentano al settore della DMO di superare questi anni di difficoltà e diano nuovo slancio agli investimenti e allo sviluppo.