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OTTOBRE/NOVEMBRE 2016

R

icapitolando: “La crescita si fermerà allo 0,8%

quest’anno e all’1% l’anno prossimo, e il rapporto

deficit/Pil si attesterà al 2,4% quest’anno e l’an-

no prossimo al 2%, ma con una possibile estensione di un

ulteriore 0,4%. Lo annuncia il premier Matteo Renzi, nella

conferenza stampa sulla nota di aggiornamento del Def, il

Documento economico e finanziario appena approvato, al

termine di un Consiglio dei Ministri cominciato con oltre

un’ora di ritardo, e finito dopo appena 50 minuti. Renzi ha

precisato subito che per il 2017 ‘l’Italia chiederà un inde-

bitamento ulteriore di 0,4 punti percentuali per il sisma e

per la gestione dell’immigrazione’. E dunque anche l’anno

prossimo il deficit potrebbe arrivare al 2,4%: non si tratta

di chiedere nuova flessibilità, precisa il premier.

E in effetti nel pomeriggio fonti della Commissione Ue ave-

vano ribadito quanto già trapelato nei giorni precedenti, e

cioè che non c’è alcun negoziato sulla flessibilità in corso

con l’Italia, e che le cifre aggiornate del nuovo Def sareb-

bero state valutate ‘secondo le scadenze previste’. ‘Non c’è

flessibilità in questa Nota di aggiornamento al Def – obietta

però Renzi – perché con una decisione che non ci convince

si è deciso che vale una sola volta e noi l’abbiamo utilizzata

lo scorso anno.

Per me è un errore, c’è uno 0,4% massimo di circostan-

ze eccezionali che è altra cosa rispetto alla flessibilità e

riguarda elementi che nessuno può contestare che sono

sisma e immigrazione’. La stima del Pil per quest’anno è

sostanzialmente allineata a quella delle principali istituzioni

economiche internazionali (coincide con quella dell’Ocse)

e nazionali (Prometeia stima poco meno, lo 0,7%, come

Confindustria). Alcuni giorni fa il ministro dell’Economia

Pier Carlo Padoan aveva invece contestato le stime di Con-

findustria, ribattendo che il governo ‘ne aveva di migliori’.

Ma oggi, ammette Renzi, ha prevalso invece ‘San Prudenzio,

linea Padoan. Non è la linea del 7,8% di crescita proposta

da Palazzo Chigi’, scherza il premier, aggiungendo però

subito: ‘È una battuta’” (Fonte:

www.confcommercio.it

, “Via

libera al Def, Pil all’1% nel 2017 e deficit fino al 2,4%”, 28

settembre).

Le risate, signora mia!

LesuccessiveaudizioniinParlamentohannoevidenziatotrasver-

salimotivi di perplessità. Inprimabattuta l’Ufficioparlamentare

di Bilancio non ha validato le previsioni succitate, “contrasse-

gnate da un eccesso di ottimismo” e “significativamente fuori

linea rispetto all’intervallo dei previsori del panel Upb”, per

dirla col Presidente Giuseppe Pisauro. Per la Corte di Conti vi

sono “potenziali elementi di fragilitàdel quadroeconomico che

si riflettono sul percorso programmatico di finanza pubblica”,

con “un rischio al ribasso” per le prospettive tricolori. Né ha

fatto sconti il vicedirettore di Bankitalia Luigi Signorini, con

precipuo riferimento al disinnesco delle clausole di salvaguar-

dia: “Nelle valutazioni del governo il mancato aumento dell’Iva

avrebbe un impatto positivo sul tasso di crescita del Pil pari

a 0,3 punti percentuali nel 2017, un effetto piuttosto forte ri-

spetto a stime econometriche basate sui dati del passato”. (…)

“Nel complesso le misure previste per il 2017 comportano un

aumento dell’indebitamento netto di quasi mezzo punto” di Pil

e “un incremento del prodotto di ammontare analogo”. (…)

“Il moltiplicatore implicito in questa previsione è elevato, dati

anche i ritardi che normalmente caratterizzano la risposta della

spesa privata alle misure di bilancio” (www.huffingtonpost.

it, 3 ottobre). Intanto, sono 15 i miliardi di euro necessari per

impedire l’incremento dell’aliquota agevolata dal 10% al 13%

e di quella ordinaria dal 22% al 24%.

Mentre scriviamo, Pier Carlo Padoan si sta ancora arrabattando

per cercare di trovare la quadra (“Manovra, cinque miliardi di

coperture ‘ballerine’, rischiodecretoametà2017”, laRepubblica,

9 ottobre). In coda, estrapoliamo un passaggio di un’intervista

a Carlo Sangalli, Presidente di Confcommercio, pubblicata da

Libero il 3 ottobre: “L’Europa deve concederci flessibilità sul

deficit, altrimenti il rialzo dell’imposta sarà un boomerang. I

consumi crolleranno e saranno penalizzate le famiglie povere”.

Il commissarioUe agli Affari Economici PierreMoscovici ha già

precisato che “il 2,4% non è quello che abbiamo inmente” e sta

“discutendo con le autorità italiane, in uno spirito costruttivo

e positivo ma serio, perché ci sono regole che devono essere

rispettate da tutti”

(www.huffingtonpost.it

, 8 ottobre).

Voilà

un vrai humoriste!

S

LA COMMISSIONE EUROPEA CI CHIEDE DI SPOSTARE L’ONERE DELLA TASSAZIONE DAL LAVORO

E DALLE IMPRESE AL CONSUMO, VEDENDO DI BUON OCCHIO L’AUMENTO DELLE ALIQUOTE IVA;

MA SE SCATTANO LE CLAUSOLE DI SALVAGUARDIA LE POSSIBILITÀ DI RIPRESA SONO A RISCHIO

Stime di crescita del Pil

dimezzate per il 2016 e

ferme all’1% per il 2017

di Enrico Biasi

L’OPINIONE