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OTTOBRE/NOVEMBRE 2016

PUNTI DI VISTA

U

na recente ricerca di Metro

Cash&Carry, di cui ha dato

conto Il Sole 24 Ore il 27

settembre scorso (“Al ristorante Milano

spende di più”), fotografa icasticamente

lo statodell’arte del settore del cibo fuori

casa, ovvero dei consumi extra domesti-

ci. Trattasi di un comparto anticiclico,

che ha saputo resistere ai colpi di una

contingenza penalizzante e denota oggi

una ripresa rispetto all’ultimoquinquen-

nio, con una spesa pro capite superiore

del 22% alla media europea e addirit-

tura del 33% in rapporto alla Francia;

nel quale operano ben 294mila punti

di consumo: il numero più elevato tra i

Paesi del Vecchio Continente. Brilla per

performance, inparticolare, il capoluogo

lombardo, anchegrazie al trainodi Expo:

“L’ammontare del business nel 2015 è

stato pari a 4,7 miliardi, così ripartiti:

il 46% per ristoranti, il 28% per bar, il

3,4% per take away e il 20% per altri

canali. Di questi 4,7 miliardi, 4,2 sono

stati spesi dai residenti, il resto dai tu-

risti. A livello pro capite lo scontrino

medio dei milanesi è pari a 1.341 euro

all’anno, sopra a Bologna (1.325 euro),

Torino (1.181 euro), Firenze (963 euro),

Roma (957 euro)”. Insomma, ai nostri

connazionali (e non solo) continua a

piacere mangiare fuori, malgrado un

quadro congiunturale in chiaroscuro e

prospettive di breve termine incerte. In

effetti, “i dati più recenti sull’economia

italiana delineano uno scenario di per-

sistente debolezza dei livelli di attività

economica”, stando alla Nota mensile di

settembre dell’Istat; con un decrescente

clima di fiducia (l’indice relativo ai con-

sumatori ha segnato la seconda flessione

consecutiva in settembre), che impatta

sui comportamenti d’acquisto: sicché,

nel secondo trimestre 2016, “a fronte di

un incremento del reddito disponibile

delle famiglie consumatrici (+1,3%), si-

gnificativamentepiùelevatodell’aumen-

to dei consumi finali, la propensione al

risparmio è salita al 9,6%”; mentre “nel

mese di luglio, il volume delle vendite al

dettaglio ha registrato una diminuzione

dello 0,3%”. Ciononostante, la ristora-

zione cresce.

La “terza rivoluzione”

Del suo ruolo nell’ambito dei centri

commerciali abbiamo già parlato (si

veda lo Speciale inStoreRe “Stringiamci

a coorte” del maggio scorso, pag. 12),

rilevando come la food court sia “una

delle àncore dell’offerta, con un pecu-

liare profilo e un’autonoma capacità

attrattiva, integrando così la shopping

experience in una chiave leisure”.

Il fenomeno è ormai consolidato sul

piano transnazionale e particolarmente

evidente negli Stati Uniti: dove “

As

Americans eat out more, restaurants

are a segment of retail that has been

‘bulletproof’ when it comes to online

sales and consumer frugality” (“Retail

Trends to Watch in 2016. Food as the

True Anchor

”,

http://urbanland.uli.

org/economy-markets-trends/retail-

trends-watch-2016-closing-relocations-

food-true-anchor/). Tornando all’Italia,

non possiamo che condividere quanto

espresso da Maddalena Panu su queste

stesse colonne: “La ristorazione costi-

tuisce il settore più dinamico e si trova

nel clou della fase evolutiva. Le sue

declinazioni sono state fortemente in-

fluenzate da un cambiamento radicale

dei consumi, denotando peraltro, anche

durante il periodo di crisi, una tenuta

dei fatturati. Siamo passati dalle food

court dove il free flow era il punto di

riferimento all’epoca dei fast food; sino

ad arrivare a oggi: dove la ristorazione

è sempre più gourmet, con unamarcata

presenza regionale ed etnica e un’at-

tenzione particolare all’healty food”

(inStore, agosto/settembre 2016, pag.

35). In breve, la componente specifica

è essenziale per la piena affermazione

di quella che il Presidente del CNCC

Massimo Moretti ha definito la “terza

rivoluzione” per il mondo tricolore degli

shopping centre. Dunque, ribadiamolo:

non è casuale che le nuove realizzazioni

puntino su mix che la valorizzano. Ci li-

mitiamo qui amenzionare due iniziative

che hanno visto Spazio Futuro Group

impegnato sul campo: ossia il centro

Auchan Porte dell’Adige di Bussolen-

go (oggetto di ampliamento e aperto

al pubblico il 7 ottobre) e il City Style

Centre ScaloMilano di Locate di Triulzi,

prossimo al completamento della prima

fase, con inaugurazione prevista per il

27 ottobre. Un’ultima notazione: stante

il dato succitato circa le attività indi-

pendenti, una delle sfide più stimolan-

ti da affrontare potrebbe essere quella

dell’allargamento del novero dei tenant,

puntando maggiormente sul segmento

Mom and Pop

”.

S

IN ITALIA CI SONO 294MILA PUNTI DI CONSUMO IN TOTALE E

LA SPESA PRO CAPITE SUPERA LA MEDIA EUROPEA DEL 22%,

CON OLTRE L’80% DI ATTIVITÀ NON RICONDUCIBILI A CATENE:

UNASPETTONOTEVOLENELL’OTTICADELLADIFFERENZIAZIONE

La ristorazione conferma la

centralità della sua funzione,

anche negli shopping centre

Anna Momesso, Responsabile commerciale Spazio Futuro Group