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APRILE/MAGGIO 2017
LA STRADA
CORRETTA NON È LA
COMPOSTABILITÀ O
LA BIODEGRADABILITÀ,
MA IL RICICLO
Ottimizzare la logistica
Questo parere è sostanzialmente condi-
viso da
RaffaeleBombardieri, respon-
sabile ricerca e sviluppo packaging di
Granarolo Group
, un’azienda che negli
anni ha vissuto una strategia di diversi-
ficazione che l’ha portata ad allargare
notevolmente il numero di referenze e di
conseguenza il numero e la tipologia di
pack usati, che non sono più solo quelli
tipici del settore lattiero-caseario. «Nella
nostra azienda – racconta Bombardieri –
c’è una sinergia importante tra il nostro
reparto e il marketing: lavoriamo insie-
me a progetti innovativi, anche tenendo
conto della sostenibilità pack. Lo studio
del ciclo di vita degli imballaggi prima
del lancio di un prodotto ci permette di
valutarne subito l’impatto ambientale.
Nonostante nel settore lattiero-caseario
il packaging abbia un peso residuale
sulla sostenibilità ambientale rispetto
alla materia prima, lavoriamo molto su-
gli imballaggi e in particolare sul tema
della saturazione dei trasporti. Logistica
e distribuzione diventano cruciali, so-
prattutto se si tratta di invii all’estero
(overseas). Credo che ci sia molto da
lavorare sul tema dell’ottimizzazione
del riempimento dei container. Pallet e
container rispondono a logiche diverse,
per questo un pack ottimizzato per il
trasporto in Italia, può non andare bene
per l’esportazione. Èquindi fondamenta-
le anche il confronto con il commerciale
estero per individuare le soluzioni più
gradite ai mercati che garantiscano la
saturazione dei container. D’altro canto
nella scelta di un packaging va valutata anche l’efficien-
za delle linee produttive. Si tratta di considerazioni di
tipo economico, che però incidono anche sull’impatto
ambientale: per un’azienda che fa business sostenibilità
ambientale ed economica devono andare di pari passo.
Anche sul fronte della sgrammatura delle confezioni,
che anche noi perseguiamo, vanno fatte le opportune
considerazioni: non può scendere sotto livelli che non
garantiscono più il servizio al consumatore che, ancora
oggi è più attento a questo aspetto del packaging che
non all’impatto ambientale».
Quando il green pack paga
Sembra smentire tutte le perplessità circa la maturità del
consumatore italiano l’esperienza di
Gruppo Pedon
con
il progetto “Save the Waste”. «Attraverso la sostenibilità –
ha spiegato
Luca Zocca, marketing e communication
manager
– si può portare innovazione di processo. Il
progetto parte in Etiopia, dove abbiamo realizzato un
modello economico circolare di agricoltura collaboran-
do con un’organizzazione no profit. Il prodotto coltiva-
to viene inviato via mare e rotaia allo stabilimento di
Molvena (VI) e qui selezionato. Quello buono è avviato
alla produzione, quello non conforme, che una volta
era smaltito o avviato all’uso zootecnico, viene inviato
a una cartiera che lo polverizza e lo usa al posto della
fibra vergine per realizzare della carta. Questa carta è
utilizzata da un’azienda cartotecnica per realizzare un
astuccio 100% riciclabile con finestra in Pla. Tutte e tre
le aziende coinvolte si trovano in un raggio di pochi
chilometri. Nonostante il costo maggiore di questo pack
rispetto a quelli tradizionali, alcuni clienti BtoB hanno
deciso di passare a questa tipologia di cartoncino per i
prodotti che forniamo loro e di comunicare la particola-
rità di questo packaging, facendone un valore. Il nostro
approccio paga sia nei confronti del BtoB (l’attenzione
all’ambiente rappresenta un plus ben valutato dai par-
tner della gd, soprattutto nei Paesi Scandinavi) sia del
consumatore, stando a quanto vediamo dalle interazioni
con i nostri clienti finali».
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