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GIUGNO/LUGLIO 2017

C’

era una volta Expo. E il cibo co-

me risorsaper nutrire il pianeta,

come eccellenza e peculiarità

culturale di ogni paese. Poi l’esposizione

universale si è conclusa ed è arrivato il di-

luvio. O meglio lo stillicidio di scoop che

lanciavanoallarmi sul cibo. Suquellodi prove-

nienzaindustriale,perl’esattezza.”

IvoFerrario,

direttore comunicazione e relazioni esterne

di Centromarca

è sempre piacevole, pacato, mai

sopra le righe. Stavolta però, benché non rinunci al suo

consueto stile, non può nascondere che l’argomento un

po’ gli brucia. Anzi parecchio.

“Dopo Expo in tv si sono moltiplicati i programmi che

trattano in modo più o meno ampio i temi di prodotto

con un taglio scandalistico e antindustriale. È un trionfo

di toni allarmistici, di uso parziale delle conoscenze

scientifiche, di servizi costruiti permettere in cattiva luce

le imprese. Trovano spazio solo informazioni coerenti

con l’obiettivo del programma, spesso il contraddittorio

non è equilibrato o manca del tutto”.

Qualcuno potrebbe obiettare che anche quella di Cen-

tromarca è una posizione di parte.

Consapevole di questo fatto, l’associazione ha chiesto

agli esperti dell’Osservatorio di Pavia di analizzare le

singole puntate di alcuni programmi e fare una va-

lutazione. Risultato: una sostanziale conferma della

presenza di aspetti problematici che sono stati segnalati

dall’associazione agli editori.

Qual è stato il responso?

“Che il pregiudizio nei confronti dell’industria c’è. Come

BELLO E BRUTTO, BUONO E CATTIVO, YIN E YANG. IL PARERE DI IVO FERRARIO

DI CENTROMARCA SUGLI SCOOP POPULISTI CHE ATTACCANO I BRAND

di Carmela Ignaccolo

SOCIETÀ

Fake news e manichei,

l’altro volto

dell’informazione

decisamente ravvisabile è la tendenza

a una semplificazione estrema, che dà

la stura a un atteggiamento manicheo,

teso a contrapporre, senza indulgere

a sfumature, il buono, da una parte,

il cattivo dall’altra. Il buono è sempre

legato al mondo artigianale, alle piccole

produzioni, al “fatto in casa” mentre il

cattivo s’identifica a prescindere con le

produzioni industriali.

Siamo di fronte a una polarizzazione

esasperata delle posizioni, un po’ come

in politica. Una sorta di populismo eco-

nomico che serve ai programmi per fare

share seminando dubbi, delegittimando

interi settori industriali, creando una

ingiustificata cultura del sospetto. A far-

ne le spese sono le corrette dinamiche

del mercato. Perché se una categoria o

un brand sono demonizzati, la conse-

guenza è una loro penalizzazione nello

scenario competitivo”.

Ma la libertà di stampa è un diritto

costituzionale…

“Noi non vogliamo censurare nessuno.

Ma l’informazione di prodotto è un te-

ma delicato, da affrontare con profonde

competenze e con spazi che contrastano

con i tempi della tv. In ogni caso noi

ci opponiamo con decisione e in tutte

le sedi contro azioni di killeraggio nei

Ivo Ferrario, direttore

comunicazione e relazioni

esterne di Centromarca