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GIUGNO/LUGLIO 2017
zale, può addirittura arrivare a ledere
gli interesse nazionali, perché non è in
grado di coprire la continua evoluzione
dei processi produttivi internazionali,
governati da imprese italiane e in gra-
do di generare ricchezza per il nostro
Paese. Per l’imprenditore veneto del set-
tore lattiero caseario – che vanta stabi-
limenti produttivi anche in Repubblica
Ceca, Brasile e Cina – il Made in Italy
in purezza non esiste, per l’ampiezza e
complessità della catena internaziona-
le degli input dai quali ogni prodotto
realizzato nel territorio
della Repubblica Italia-
na è realizzato.
La sua proposta è
quella di introdurre
il nuovo concetto di
“Prodotto Italiano”,
inteso come combina-
zione di tre fattori in
diversa proporzione:
territorio nazionale,
“Made in Italy”:
ha ancora senso parlarne?
L
a denominazione “Made in Italy” è davvero
ancora capace di esprimere la complessità
del sistema che porta alla produzione degli
alimenti presenti sul nostromercato? Questo tema è stato
affrontato durante il convegno dal provocatorio titolo “Il
Made in Italy? Non esiste. La catena internazionale dei
fattori produttivi nella creazione del valore, al tempo
di Donald Trump”, organizzato dal gruppo Brazzale
all’interno di Tuttofood.
Questa indicazione può essere intesa, in senso molto
restrittivo, come indicazione per i prodotti che sono
interamente realizzati in Italia, da materia prima loca-
le, o – in senso corrente – che subiscono in Italia una
trasformazione sostanziale, in base alle classificazione
doganale. Ma Secondo
Roberto Brazzale
, presidente
dell’omonimo gruppo, oggi questa indicazione è anacro-
nistica, perché nata quando le economie erano chiuse,
e contraddittoria perché legata al concetto di “ultima
trasformazione sostanziale” che potrebbe avere diverse
interpretazioni. È inoltre ingannevole, perché il consu-
matore è portato ad attribuirvi un significato ben più
restrittivo di quello che ha, legandola a un concetto di
filiera – in cui entrano esclusivamente input nazionali
– che di fatto non esiste. Infine, sempre secondo Braz-
VISIONI
Roberto Brazzale,
presidente dell’omonimo
Gruppo
LA PROVOCAZIONE
IN UN CONVEGNO
ORGANIZZATO
NEL CORSO
DI TUTTOFOOD,
IN CUI SI È LANCIATA LA
PROPOSTA
DELLA NUOVA
DENOMINAZIONE
“PRODOTTO ITALIANO”
di Elena Consonni