5
GIUGNO/LUGLIO 2017
Nuovi parametri
per l’agenda politica
Leggere la società attraverso una batteria di indicatori
non solo economici rappresenta un cambio di para-
digma rilevante.
Al di là delle questioni tecniche sollevate in un acceso
dibattito sulla tenuta metodologica dell’esercizio, il
tentativo resta nella sostanza apprezzabile.
Del resto, nel nostro Paese il nuovo approccio sembra
godere di una sensibilità più matura, al punto da farne
un benchmark di riferimento per l’agenda politica:
con l’approvazione nel mese di aprile del Documento
di Economia e Finanza 2017, l’Italia è stato il primo
Paese al mondo che, agganciando alla programmazione
economica e di bilancio precisi obiettivi di benessere
equo e sostenibile (reddito medio disponibile, indice
di diseguaglianza, tasso di mancata partecipazione
al lavoro ed emissioni inquinanti di CO
2
), attribuisce
ad essi un ruolo fondamentale nell’attuazione e nel
monitoraggio delle politiche pubbliche.
Oltre il Pil, dunque, come aveva suggerito in tempi
non sospetti la commissione composta dagli economi-
sti Sten, Stiglitz e Fitoussi, alla ricerca di una crescita
economica che sia più equa, più giusta, più sostenibile
nel lungo periodo.
Sul raggiungimento di questi obiettivi, o almeno sugli
sforzi messi in campo, si giocheràmolta della credibilità
di questo governo.
O, più probabilmente, di quello che nel giro di qualche
mese sarà chiamato ad ereditare il timone del Paese.
Con la speranza che possa costruire le migliori con-
dizioni per agganciare la ripresa mondiale e portarci
definitivamente fuori dalla palude: le famiglie italiane
ne hanno un disperato bisogno.
S
dalle caratteristiche affini: dalla tipica
ripartizione a tre (classe operaia, ceto
medio e borghesia) si è passati a sistemi
più articolati, dove il capitale economico
degli individui contribuisce certamente
ad identificarne il benessere, ma solo
in una misura pari a quello culturale e
sociale, dimensioni del vivere altrettanto
importanti. Sulla base di tali caratteri-
stiche sono stati addirittura classificati
nove distinti gruppi sociali, un numero
che la dice lunga sulla portata delle con-
traddizioni che muovono la società (nel
Regno Unito, ad esempio, le più recenti
esperienze sono arrivate a suddividere la
popolazione in sette aree, dall’élite giù
sino ai precari). Alcuni di questi nuovi
gruppi sintetizzano inuna battuta alcune
delle tipiche distorsioni ed incrostazio-
ni del nostro Paese: tra le famiglie più
benestanti, ad esempio, trovano posto
i “pensionati d’argento”, ovvero quelle
che hanno come principale percettore di
reddito una persona uscita dal mercato
del lavoro, con un livello di istruzione
mediamente elevato, reddito, ricchezza
e consumi ben oltre la media. O ancora
quel bizzarro gruppo misto che mette
insieme giovani e vecchi, disoccupati i
primi e pensionati soli i secondi: due
facce molto diverse della medesima si-
tuazione di difficoltà.
OBIETTIVI DI
BENESSERE EQUO
E SOSTENIBILE
HANNO UN RUOLO
FONDAMENTALE
NELL’ATTUAZIONE
E NEL
MONITORAGGIO
DELLE POLITICHE
PUBBLICHE
+1,2%
LA CRESCITA DEL PIL
NEL PRIMO TRIMESTRE
2017