Riuscirà Pokemon Go a risollevare le sorti dei punti vendita fisici e riportare in negozio un distrattissimo cliente, immerso nell’e-commerce e ormai dedito solo al suo smartphone? La suggestione viene da un articolo di Laura Heller su Forbes che lancia la provocazione: Pokemon Go è riuscito dove i retailer hanno palesemente fallito, ovvero nell’uso intelligente del mobile per coinvolgere il cliente.
Il problema non è tanto la tecnologia, già vista in App sviluppate da retailer. Certo, qui c’è la realtà aumentata che incrocia il Gps (ancora, niente di nuovo comunque), ma l’avviso di una promozione ad esempio tramite beacon è una possibilità già sfruttata da tempo. La differenza vera sta nel rendere la “caccia” nel mondo reale, del prodotto reale in promozione o del personaggino Pokemon virtuale che sia, e dunque l’interazione tra reale e digitale, divertente, in una logica di gamefication.
Niantic, la società che ha sviluppato il gioco per Nintendo, ha già dichiarato che in futuro proporrà contenuti e pubblicità a pagamento: un’opportunità decisamente interessante, e da tenere in consoderazione. Ma alcuni punti vendita stanno già cavalcando l’onda di questo successo globale, incoraggiando i clienti a giocare da loro, e invitandoli ad avvisare quando viene effettuato un “ritrovamento”.
Come cavalcar l’onda (ovvero, quello che fanno gli altri)
In Uk Asda ha lanciato le regole per giocare al supermercato (vd Arriva Pokemon Go, e Asda stila la “netiquette” per giocare al supermercato).
In Francia le insegne hanno iniziato a muoversi ancor prima che l’App fosse disponibile. E dunque non si sono fatti cogliere impreparati.
In Italia, dove il gioco è arrivato il 15 luglio annunciato da un immenso battage, per ora tutto tace da parte delle insegne.
Intanto Pokemon Go ha registrato su Apple il più alto numero di download di sempre, nella prima settimana dal lancio. Forse vale la pena farci un pensierino…