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Proximity marketing, Sofidel raggiunge 1 milione di utenti e genera 4000 coupon

Sofidel, azienda che produce carta per uso igienico e domestico, ha scelto le agenzie digitali Hej! e AdKaora e la marketing technology company Savi per promuovere il prodotto Regina Asciugoni con una campagna di proximity marketing volta all’erogazione di coupon sconto digitali.

La campagna, online nei mesi di novembre e dicembre 2023, gestita insieme a Wavemaker, aveva come obiettivi la product awareness e il drive to store, grazie alla pianificazione di un mix di canali: display standard e interstitial, push notification, formati e notifiche all’interno dell’app Stocard, social con Hej!. Tutti questi formati, mostrati al target di shopper e frequent shopper in prossimità dei punti vendita Esselunga, facevano atterrare l’utente sul form di Savi o sulla landing page conversazionale “AI based” di Hej!, nel caso dei social, con l’obiettivo di far scaricare il coupon.

Un progetto il cui obiettivo era intercettare il target in prossimità dei punti vendita di interesse per la campagna e comunicare l’offerta già esistente sul prodotto, influenzando la shopper journey attraverso il mobile couponing. Secondo una ricerca di Iri FMCG Demand Signals, infatti, oltre il 40% delle famiglie italiane, si dedica alla ricerca di sconti e offerte quando fa la spesa. I risultati sono stati positivi: l’erogazione su quattro placement diversi (network AdKaora, Push Notification, Stocard, Hej!) ha raggiunto circa 1 milione di utenti, circa 24.000 utenti sono atterrati all’interno delle landing page, mentre i coupon generati sono stati oltre 4.000. Inoltre sono stati registrati un CTR sui formati display AdKaora dell’1,63% e sulle push notification del 2,45%, confermando l’interesse e la consideration degli utenti per il prodotto e le offerte attivate.

L’unione tra la suite avanzata di proximity marketing di AdKaora e la tecnologia di shopping activation di Savi, permette di potenziare le strategie di marketing dei brand, incentivando brand awareness, consideration e conversion grazie all’integrazione della tecnologia Savi nelle principali casse dei punti vendita della Grande Distribuzione e grazie alla pianificazione multicanale di AdKaora e Hej!. È possibile, pertanto, ingaggiare l’utente nei punti di interesse coinvolti dalla campagna, ma anche raccogliere importanti insight per i brand sul comportamento dei consumatori grazie alle analisi footfall e post-campagna. AdKaora e Savi sono attivi con i digital coupon su un importante network di retailer che copre numerose insegne Gdo in Italia, tra cui Coop, Acqua e Sapone, Iper, Esselunga, e Carrefour. La piattaforma di Savi è integrata con l’ecosistema dei singoli retailer e permette allo shopper di redimere le promozioni in ogni punto vendita, grande o piccolo che sia, incrementando la product consideration e favorendo gli acquisti di impulso.

“I risultati sono stati incoraggianti e questo rafforza ulteriormente le prospettive di sviluppo della partnership tra Sofidel e AdKaora. Oggi siamo in grado di offrire ai brand uno strumento end-to-end, misurabile e omnicanale che chiude il cerchio di ogni attività promozionale fornendo dati puntuali sia sulla consideration, grazie all’emissione del coupon, che sull’effettiva conversion, grazie alla bruciatura in cassa dello stesso. Si tratta quindi non solo di coinvolgere i clienti quando si trovano all’interno del punto vendita per fare la spesa, ma anche nelle fasi di consideration: le comunicazioni supportate dalla presenza di un buono, infatti, impattano positivamente sul percepito facendo leva su un vantaggio concreto che agevola il cliente attraverso le fasi successive del funnel” ha detto Andrea Zermian, Sales and Marketing Director Savi.

“Insieme a Sofidel e al nostro partner Savi abbiamo voluto raggiungere obiettivi molto precisi di comunicazione, quali il rafforzamento della consideration sul prodotto e l’incentivazione dell’acquisto grazie al coupon digitale. Oltre a raggiungere numeri elevati di reach con una pianificazione multicanale, un altro risultato importante è stato la raccolta di lead qualitativi, tramite il conversational marketing di Hej!, che ha permesso di ottenere performance importanti in termini di generazione di coupon e redenzione nei punti vendita. Vorremmo portare all’interno delle strategie di proximity marketing innovazioni continue legate non solo ai canali di distribuzione ma anche in termini di risultati aggiungendo altre soluzioni di “ultimo miglio” che strizzano l’occhio ai desiderata dei clienti” ha aggiunto Davide Tran, CEO AdKaora.

Come diventare fornitori della Gdo

Un vademecum per vendere i propri prodotti alla Gdo. È questo in estrema sintesi “Gdo Leader”, un manuale appena pubblicato da Dario Flaccovio Editore nell’ambito della collana Economia e Business della casa editrice siciliana. L’autore è Giuseppe Pepè Sciarria, imprenditore ed esperto del settore agroalimentare o meglio Gdo Agri Hunter, come preferisce definirsi. Attraverso la piattaforma Passione per il Food, Sciarria fornisce servizi integrati alle aziende interessate a posizionare le loro referenze nei canali Gdo e Horeca. Le tante esperienze maturate negli anni le ha ora raccolte in un libro, che propone una visione strategica e numerosi spunti pratici. “Entrare in Gdo è l’occasione per rimanere al passo con l’evoluzione del mercato – afferma Sciarria – e offre concrete opportunità di guadagno. Pensiamo per esempio alle piccole e medie aziende agricole produttrici di ortofrutta, che stringendo una relazione con la grande distribuzione organizzata possono vendere tutto l’anno e contare su pagamenti sicuri e regolamentati. Lo stesso vale per altre categorie di prodotti freschi e in generale per il mondo food & beverage”.

Cosa serve per raggiungere lo scopo? La prima risposta che viene in mente è la quantità, cioè volumi di produzione adeguati a una catena della Gdo, ma Sciarria preferisce mettere l’accento sulla qualità: “Rapportarsi con un distributore locale, che ha una piccola rete di punti vendita, è una strategia perseguibile anche nel caso di volumi contenuti e consente di testare il prodotto, cominciando a capire il modo di ragionare degli operatori del retail. Le cose davvero indispensabili sono il rispetto degli standard qualitativi della Gdo, il contenuto di innovazione a fronte di quello che c’è già sul mercato e la capacità raccontare la referenza come la miglior scelta possibile che il buyer possa fare. Grande attenzione va riservata al packaging, perché è la confezione a comunicare i valori del prodotto e a renderlo interessante e appetibile dal buyer e dal consumatore”.

Il percorso è indubbiamente complesso e presuppone la comprensione delle esigenze del cliente finale, ma appunto per questo c’era bisogno di un libro come “Gdo Leader”, che al quadro teorico affianca interessanti case history di successo, cioè aziende che hanno accresciuto il loro giro d’affari grazie alla collaborazione con la Gdo. Le indicazioni pratiche vanno poi calate nella singola realtà imprenditoriale, sebbene molti dei suggerimenti di Sciarria siano utili a prescindere dal settore in cui si opera. Un esempio? “Prendere gli impegni che si è sicuri di mantenere – scandisce il Gdo Agri Hunter –. Se sono capace di produrre 10 unità, alla Gdo ne garantirò 8, con la promessa fare di più se sarà possibile. A volte, pur di accaparrarsi il cliente, si accettano richieste impossibili da esaudire. Ed è il miglior modo per rovinare un rapporto di collaborazione”.

Gdo Leader, il vademecum per portare i tuoi prodotti nella grande distribuzione organizzata – di Giuseppe Pepè Sciarria, Dario Flaccovio Editore.

Manager italiani preoccupati, c’è carenza di risorse e competenze

Quali sono le speranze e le preoccupazioni dei manager italiani per il 2024? Secondo un recente sondaggio dell’agenzia digitale Webranking, solamente due manager su dieci ritengono di avere budget adeguati e obiettivi di business raggiungibili. C’è carenza di risorse insomma, e non solo quelle economiche ma pure quelle rappresentate dalle persone: la difficoltà nel reperire competenze adeguate alle mansioni è infatti un problema particolarmente sentito, tanto che un manager su due ritiene molto difficile reperire le competenze necessarie e mantenerle in azienda, mentre quasi uno su dieci lo trova addirittura quasi impossibile. Altro tema particolarmente sentito è legato dell’evoluzione digitale sia del proprio business che nell’operatività aziendale. Ben un manager su due ha difficoltà a integrare i sistemi di analisi dei dati, mentre tre manager su dieci dichiarano di avere difficoltà a leggerli e a razionalizzarli per la dirigenza.

Quali prospettive per la pubblicità?
Il focus principale che si evince dal Marketing Executive Report 2024 di Webranking, è legato all’importanza dei contenuti. Una tra le risposte più riportate dai manager italiani è la rilevante necessità di un maggior lavoro e una più alta qualità dei contenuti creativi della produzione pubblicitaria. Il secondo focus espresso dal Report è legato invece alla misurazione dei risultati e quindi alla necessità di riuscire a trasmettere il valore del lavoro svolto, delle decisioni prese e dei risultati raggiunti all’interno dell’organizzazione aziendale. La terza risposta più frequente è legata nuovamente alla tecnologia: con l’evolversi di nuove competenze tecniche per la pubblicità digitale, l’integrazione tra le piattaforme e il loro funzionamento diventa una necessità sempre più fondante per il lavoro del 2024.

Il consumatore del 2024
Un manager su due ha dichiarato di notare, tra le caratteristiche principali del consumatore, un’attenzione maggiore alla personalizzazione e all’esperienza, una forte sensibilità ai prezzi e, di conseguenza, una maggiore ricerca di offerte e ha dichiarato di trovare difficoltà nell’individuare a quali canali media il consumatore sia più esposto o stia utilizzando maggiormente. Solo un numero esiguo di manager, invece, nota un comportamento del consumatore stabile nel tempo e una tendenza al ritorno ai media tradizionali.

Digitalizzazione, ormai una priorità per le aziende del largo consumo

Automazione nel marketing, migrazione al cloud e miglioramento dell’esperienza dei dipendenti: sono queste le priorità delle aziende italiane che operano nel settore dei beni di largo consumo. Le evidenze emergono da una recente ricerca condotta da Vanson Bourne con la società di consulenza con Atlantic Technologies per sottolineare sia la strategia digitale delle aziende del settore, sia le azioni che stanno mettendo in atto per rendere più efficienti i loro processi interni e migliorare la soddisfazione dei clienti.

Se lo scorso anno le aziende italiane del largo consumo erano focalizzate principalmente sul miglioramento dell’efficienza nelle vendite e della collaborazione tra i team, per il biennio 2023-2024, il 71% dei CIO (chief information officer) rispondenti considera la marketing automation l’area più importante dove investire, per liberare risorse e tempo a vantaggio di attività a più alto valore aggiunto. Altro tema fondamentale è l’integrazione dei dati, che viene giudicato un asset chiave e decisivo, in grado di migliorare sia i processi interni all’azienda connessi alla produzione sia quelli legati al rapporto con il cliente.

Sebbene tutti i responsabili IT intervistati concordino sulla necessità di intraprendere un percorso di trasformazione digitale e nonostante il 62% dichiari di disporre già di una strategia in tal senso, a rallentare il processo di digitalizzazione delle aziende del settore vi sono la dipendenza dai processi manuali, seguita dalla mancanza di competenze digitali interne e dall’assenza di una cultura dell’innovazione. Tema importante è infatti quello del change management che, secondo quanto emerso dalla ricerca, si rivela determinante per impostare un approccio strutturato che aiuti tutti i dipendenti ad abbracciare il cambiamento e le nuove tecnologie adottate in aziende. Si tratta di un passaggio indispensabile per le imprese del settore, sia per il miglioramento dell’esperienza offerta ai clienti, sia per i vantaggi a beneficio del business aziendale. In particolare, la maggior parte dei responsabili IT considera la scarsa integrazione dei dati nei processi decisionali delle proprie aziende un punto debole rimasto ancora senza soluzione. 

“Oggi il ruolo di un partner di consulenza è sempre più quello di comprendere le reali esigenze del cliente, supportandolo con la propria expertise sia nella scelta e nell’implementazione delle soluzioni tecnologiche, sia nel cambiamento culturale necessario per sfruttare al meglio le grandi potenzialità derivanti da un processo di trasformazione digitale” – dichiara Fabio Momola, CEO di Atlantic Technologies. “Ciò vale anche per le aziende che operano nell’ambito dei beni di largo consumo, che, consapevoli delle sfide future e della necessità di accelerare la propria digital transformation, scommettono sempre più sulla tecnologia, mirando a implementare nuove strategie digitali nel prossimo triennio per ottimizzare i propri processi interni e soddisfare al meglio le richieste dei consumatori, che si fanno sempre più esigenti e interessati a temi quali la trasparenza e la sostenibilità”,

“La ricerca che abbiamo condotto per Atlantic Technologies e che ha visto la partecipazione di 100 aziende italiane del largo consumo, dimostra che molti attori del settore, pur riconoscendo l’importanza del digitale, faticano a definire una roadmap puntuale per la loro trasformazione digitale” aggiunge Rowan Haslam, Research Manager di Vanson Bourne. “Se da un lato i CIO prevedono un aumento di budget per le soluzioni tecnologiche, dall’altro vedono una serie di difficoltà legate a un approccio culturale ancora poco incline al digitale e a strategie manageriali che non puntano sull’utilizzo dei dati su larga scala. Ciò a discapito del business e del rapporto con il cliente che, al contrario, potrebbe beneficiare ampiamente di un approccio data-driven”.

Marketing, crescono le opportunità ma serve competenza per ottenere risultati

Durante l’evento di Netcomm – il Consorzio del Commercio Digitale Italiano – incentrato sullo scenario e sulle sfide del digital marketing per l’eCommerce e il new retail in Italia, si è parlato di come il marketing oggi costituisca un sistema complesso e occorra seguire costantemente le sue evoluzioni per rispondere alle esigenze di un consumatore sempre più attento e propenso a impiegare il proprio tempo per cercare gli articoli di interesse online.

Nell’era post-cookie, tutto questo passa anche per live streaming commerce, social commerce e nuovi spazi virtuali, canali, ma anche strumenti da sperimentare e comprendere per poter proporre offerte distintive in chiave di prodotti e servizi.

L’appuntamento, dal titolo “Meno budget e più risultati, il digital marketing nell’era dell’incertezza”, ha riscosso ampio consenso, coinvolgendo i principali imprenditori, manager ed esperti di aziende e merchant che gestiscono piattaforme e servizi di digital marketing.

“È ormai chiaro che l’abbandono dei cookie non determini una rinuncia alla profilazione del consumatore e alla personalizzazione del marketing digitale, a patto di adottare una strategia omnicanale e trovare nuove strade per entrare in contatto e instaurare rapporti diretti con i clienti”, ha commentato Roberto Liscia, Presidente di Netcomm. “Si tratta di passare da una strategia basata sui third-party data a una in cui i first-party data siano centrali. Questo è possibile solamente sfruttando ogni punto di contatto del customer journey del cliente, avvalendosi dei nuovi canali digitali e investendo in strumenti tecnologicamente innovativi che permettono di raccogliere e clusterizzare i dati. È quindi urgente investire in strumenti e competenze digitali”.

A caccia di informazioni online: il ritratto del consumatore multicanale
Negli ultimi anni, il percorso di acquisto è mutato profondamente e sono emersi nuovi comportamenti, sempre più associabili a quelli della generazione Z: i consumatori oggi sono più consapevoli, esigenti e multicanale. L’online è entrato a far parte dei canali preferenziali per raccogliere informazioni su prodotti e brand, dati che poi orientano le scelte di acquisto. I consumatori dedicano sempre più tempo alla ricerca online e rispondono positivamente nei confronti di comunicazioni, prodotti e servizi customizzati. Ne deriva un customer journey sempre più articolato e multicanale, caratterizzato dall’attivazione di touchpoint online e offline. Tutto ciò ha forti ripercussioni sulle strategie di marketing, che si dimostrano efficaci quanto più riescono a diversificare i mezzi e a padroneggiarli, sfruttandone le specificità e creando esperienze personalizzate.

Il digital marketing nell’era dell’incertezza: sfide e opportunità
A rendere il contesto attuale incerto sono diversi fattori, primo tra tutti il rallentamento della crescita degli acquisti online che si sta stabilizzando dopo il boom dei due anni pandemici. Poi da un lato c’è il progressivo abbandono dell’uso dei cookie di terze parti e l’aumento dell’attenzione alla privacy che limitano la possibilità di profilare il consumatore con i metodi tradizionali; dall’altro, l’aumento dei costi del digitale pone nuovi interrogativi sul contesto competitivo del settore. Al tempo stesso emergono nuovi canali e strumenti di comunicazione digitale: live streaming commerce, social commerce e i primi metaversi, con conseguente aumento della complessità per la progettazione di esperienze digitali personalizzate.

Si tratta di modalità e canali spesso ancora in fase di sperimentazione e dalle regole non ancora ben definite, ma che saranno decisivi nei prossimi anni per creare soluzioni di marketing distintive, facendo leva sui big data e sulle innovazioni della marketing automation per ottimizzare gli investimenti e aumentare il conversion rate. Sono concetti condivisi dalla maggior parte delle realtà del settore, che infatti considerano prioritari l’aumento dei budget (il 71% lo considera fondamentale) e lo sviluppo di competenze e del team (indicato dal 64%).

Paglieri si affida a BPress per riposizionamento online

Paglieri, azienda familiare che produce e commercializza prodotti per la cura delle persone e della casa, ha scelto l’agenzia di comunicazione BPress per avviare un percorso di riposizionamento attraverso una strategia di media relations e reputation building.

Oltre alla gestione dell’ufficio stampa, BPress si occuperà dello sviluppo del canale Linkedin per contribuire ad aumentare le interazioni tra lo storico brand alessandrino e le community di riferimento attraverso il racconto della nuova Future Vision aziendale fondata su quattro pilastri: Governance, Cultura, Sviluppo e Innovazione.

“La nostra storia rappresenta per noi una grande eredità, ma anche la consapevolezza di un’importante responsabilità verso le persone, il pianeta e il territorio in cui operiamo” – commenta Debora Paglieri, Amministratore Delegato di Paglieri Spa. “Oggi l’evoluzione dei mercati e i rinnovati bisogni delle persone ci pongono di fronte a nuove sfide e vogliamo perpetuare la nostra presenza storica con strategie a lungo termine per segnare i prossimi 200 anni e oltre. Abbiamo quindi deciso di affidarci a mani esperte nel dialogo con i media proprio per raccontare quello che stiamo facendo e dove stiamo andando”.

Nel commentare l’acquisizione del nuovo incarico Diego Biasi, Fondatore e Presidente di BPress ha dichiarato: “Le aziende familiari rappresentano un grande patrimonio del Made in Italy e siamo davvero felici di mettere la nostra esperienza a disposizione di una tra le realtà più longeve e conosciute del nostro Paese. La nuova Paglieri avrà tanto da condividere: innovazione, sostenibilità, ma anche tradizione, famiglia e cura delle proprie persone. Siamo a bordo per contribuire al racconto di questa bellissima storia”.

Paglieri è una storica azienda italiana, con sede nella provincia di Alessandria, presente in più di 50 Paesi con un’ampia gamma di prodotti per la cura della persona come quelli delle linee Felce Azzurra, Cleo e Labrosan, e per la cura del bucato e della casa, come i prodotti del marchio Mon Amour.

ProScores, la novità IRI per ottimizzare campagne di comunicazione

IRI, leader globale in soluzioni e servizi innovativi per aziende del Largo Consumo, retail e media, lancia una nuova soluzione per migliorare il ritorno degli investimenti media delle aziende attraverso strumenti efficaci per il targeting e la misurazione granulare.

Fino ad oggi, IRI, tramite la soluzione IRI Media Lift, ha offerto ai clienti la possibilità di misurare dettagliatamente e comprendere l’andamento delle vendite durante e al termine di una campagna. Inoltre, con la soluzione Marketing Mix, IRI è in grado di fornire informazioni estremamente granulari per una misurazione accurata delle performance di campagne pubblicitarie, canali e singoli brand con l’obiettivo di ottimizzare l’investimento media.

Da oggi IRI lancia anche la nuova soluzione IRI ProScores grazie alla quale sarà possibile usufruire di ulteriori potenzialità in termini di pianificazione e targeting, con l’obiettivo di ottimizzare le campagne di comunicazione digitale e il loro ritorno sugli investimenti. IRI ProScores è infatti in grado di individuare aree di potenzialità per un determinato brand, utilizzando dati deterministici e probabilistici, facilitando la determinazione dei target e la loro copertura. La soluzione ProScores di IRI permette ai clienti di comprendere e misurare l’intero panorama delle vendite nel retail e fornisce indicazioni dettagliate sulle quote di mercato e sulle tendenze di vendita, nonché una propensione all’acquisto per categoria e brand a livello di singolo codice postale. In questo modo è possibile intercettare i consumatori attraverso una pubblicità mirata, in totale sicurezza in termini di privacy, aumentando la penetrazione in modo sostenibile.

Commentando questo importante passo avanti per tutto il settore, Jennifer Pelino, EVP Omni Channel Media di IRI ha dichiarato “Le abitudini di acquisto dei consumatori, la trasformazione digitale e le modifiche alle normative sulla privacy hanno generato un contesto difficile per chi deve investire, pianificare e gestire l’execution delle campagne media. In un mondo in cui i KPI sulle performance delle diverse attività sono dominanti per la valutazione dei risultati di chi investe in comunicazione, la necessità di avere dati, informazioni dettagliate e sistemi connessi è diventata fondamentale per garantire un processo decisionale efficace”.

“Gli operatori del marketing devono affrontare queste sfide avendo a diposizione dati, analisi e tecnologia affidabili. Le soluzioni media di IRI sono potenti strumenti stand-alone, ma diventano rivoluzionarie se utilizzate insieme in modo integrato. Questi strumenti insieme rappresentano la chiusura del cerchio”.

Una simile soluzione di misurazione offre la possibilità di identificare e trasformare in azioni gli insights che vanno dalla pianificazione all’attivazione dell’audience, monitorando l’impatto sulle vendite con sicurezza e rigore. Soluzioni complete di pianificazione e misurazione come questa rappresentano lo strumento necessario per sopperire alle crescenti esigenze di business che hanno gli operatori del settore del Largo Consumo.

Bennet con Tiendeo punta sul volantino online

Il lockdown causato dal COVID-19 ha trasformato lo scenario del retail italiano, con conseguenze importanti sia sul comportamento d’acquisto dei consumatori sia sul media mix attuato dai dipartimenti di marketing. Con il risultato che i volantini promozionali cartacei sono stati improvvisamente interrotti.

Bennet ha reagito, investendo sul canale digitale come principale alleato per mantenere una comunicazione flessibile ed efficace.

Prima del periodo del lockdown la strategia pubblicitaria dell’insegna comprendeva per una discreta parte la comunicazione di promozioni attraverso la stampa e la distribuzione massiccia di volantini e cataloghi promozionali in forma cartacea. Da gennaio 2020, anche grazie alla collaborazione con Tiendeo, Bennet ha ulteriormente accelerato il suo percorso nell’implementazione del volantino online, come parte del suo progetto di trasformazione digitale, vedendo così ridursi la stampa e la distribuzione di volantini e cataloghi promozionali.

La sospensione della produzione dei supporti cartacei durante la quarantena, ha spinto Bennet a ridisegnare la sua strategia di diffusione media: lontani dal frenare il proprio investimento pubblicitario davanti all’incertezza della situazione e grazie a flessibilità e rapidità nel prendere decisioni, l’azienda ha deciso di applicare una ridistribuzione del budget destinato al marketing virando verso la comunicazione online e rafforzando l’investimento su questo canale.

Bennet si è affidata anche a Tiendeo per ridisegnare una strategia online drive-to-store, moltiplicando per 10 la distribuzione online di volantini e cataloghi attiva fino a quel momento. Una forte scommessa per il digital attuata per incrementare la visibilità delle promozioni, la loro reach e per generare un’audience di valore.

Simone Pescatore, Direttore Marketing e Comunicazione di Bennet, afferma: «Se da una parte è evidente che il lockdown ha rappresentato una grande sfida per il settore, in Bennet l’abbiamo accolto come un’opportunità per potenziare il nostro piano di trasformazione digitale moltiplicando i propri investimenti sull’online attraverso una mirata e impattante strategia di digital marketing.»

I risultati ottenuti in soli tre mesi hanno dimostrato l’alta efficienza delle azioni online implementate:

Quadruplicata la reach dei consumatori potenziali: a causa della quarantena, il canale online ha guadagnato grande protagonismo nella pianificazione degli acquisti dei consumatori, diventando in questo momento il mezzo ideale per raggiungere un target interessato intercettandone i micromomenti di attenzione. Il posizionamento premium delle offerte di Bennet nei distinti canali di Tiendeo con il fine di incrementare la visibilità delle sue promo ha permesso di raggiungere un’audience potenziale altamente qualificata in un momento decisivo della customer journey.

Decuplicato l’interesse per i suoi prodotti e le sue promozioni: oltre alla comunicazione nei canali propri della piattaforma, Tiendeo invia notifiche di nuove promozioni e sconti dei negozi Bennet attraverso tutti i canali disponibili: e-mail, annunci geo targettizzati e notifiche push a consumatori potenziali che si trovano vicini al negozio. Il risultato ottenuto è l’incremento delle interazioni, moltiplicando per 10 le letture dei suoi cataloghi e con un aumento del 30% nel CTR dei click per prodotto.

Mantenute le visite ai negozi fisici: si è continuato a generare affluenza di clienti verso i punti vendita, il grande obiettivo dei retailer italiani durante la quarantena.

Grazie alla forte scommessa per promuovere le sue offerte nel canale online con una strategia drive-to-store, Bennet ha potuto mantenere il traffico dei suoi clienti abituali e addirittura aumentare le visite da parte dei clienti potenziali.

La sospensione della distribuzione di promozioni cartacee e il forte incremento dell’uso del canale online nella pianificazione degli acquisti, negli ultimi mesi hanno accelerato la transizione digitale già iniziata dai principali attori del retail. Formati come il catalogo online, apportano una grande flessibilità e consentono di raggiungere risultati misurabili, dimostrando di poter offrire un’alta efficienza.

Danone e Waze lanciano la prima campagna CPG di trade marketing

Danone ha realizzato con Waze la prima campagna CPG di trade marketing in Italia studiata per il prodotto Alpro Caffè distribuito in esclusiva presso i punti vendita Autogrill e MyChef, con l’obiettivo di aumentare la brand awareness del prodotto e di incentivare le navigazioni dei potenziali consumatori.

Per la campagna, attiva su un totale di 198 stazioni di servizio suddivise tra 178 punti Autogrill e 20 MyChef, sono stati utilizzati formati pubblicitari di Waze con una modalità di visualizzazione personalizzata. I Pin brandizzati e geolocalizzati per consolidare la presenza sulla mappa e aumentare la location awareness mentre, per comunicare in modo efficace l’offerta e aumentare la considerazione, Waze ha attivato il formato Takeover che appare sullo screen quando l’automobilista dista 10 chilometri dal punto vendita. Infine la Search gratuita per aumentare l’engagement e incentivare il drive to store.

La campagna ha registrato risultati molto positivi: 6.3 milioni sono le impression registrate, più di 1 milione di utenti raggiunti e quasi 10mila navigazioni attivate sull’app. L’efficacia della campagna attivata da Danone e Waze si conferma anche grazie ai dati relativi all’ad recall e alla navigation lift, rispettivamente +247% e +83%.

“Le persone ormai sono sempre più in movimento e per i brand diventa sempre più difficile connettersi in modo significativo. Tuttavia Waze essendo il primo mezzo di in-car advertising, ad oggi si dimostra lo strumento ideale per capitalizzare gli spostamenti e portare le persone al negozio attraverso strategie di destination marketing. Inoltre il concetto di trade marketing in ottica Waze e applicato nella campagna di Danone si riassume proprio nel suo essere ponte tra il mondo digitale e fisico. I risultati ottenuti con Danone sono un’ulteriore conferma del nostro andamento in Italia nel 2019 in cui la media italiana rivela che un automobilista esposto ad adv su Waze ha il 47% di probabilità in più di dirigersi verso un negozio e che le navigazioni verso i retailer sono aumentate di ben 43 punti percentuali” commenta Dario Mancini, Regional Manager Italy & EMEA Emerging Markets.

 “Il successo della campagna ha dimostrato come un prodotto di largo consumo, grazie a un partner come Waze, possa efficacemente aumentare l’awareness da un lato e far crescere le vendite dall’altro. I risultati ottenuti dimostrano come campagne di questo genere, quasi pionieristiche nel nostro Paese ed estremamente sinergiche, siano vincenti e win-win per tutti i player coinvolti” commenta Elisabetta Corazza, Head of Digital Marketing Italy di Danone.

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