CLOSE
Home Tags Digital

Tag: digital

Quickcommunities: la rivoluzione delle ricerche qualitative online

Toluna, leader nel digital market research e nel fornire insight on demand in tempo reale sul consumatore, presenta QuickCommunities, piattaforma DIY che consente di ottenere insights qualitativi in tempo reale, poiché recluta il target direttamente dal Panel Toluna Global, utilizzando tutte le variabili di profilazione avanzate.

A circa un anno dal lancio, solamente in Italia, la tecnologia ha visto una rapida adozione da parte dei clienti Toluna che hanno svolto oltre 60 QuickCommunities, di cui il 50% gestite in totale autonomia, e il restante 50% con il supporto del team Digital & Research di Toluna, con risultati straordinari oltre le aspettative. 

I magnifici 4

Quattro i plus che  contraddistinguono Toluna nel settore delle ricerche di mercato online:

RECLUTAMENTO – più rapido grazie al processo di attivazione in tre passaggi e al link diretto con il panel Toluna;

  • CAMPIONE – più ampio rispetto alla media: da un numero medio 20-50 partecipanti a oltre 150/200;
  • INTERFACCIA – brandizzabile e ispirata a WhatsApp, la più famosa chat di live-discussion;
  • INTERAZIONE – focalizzata principalmente sul “one-to-many”.

La discussione della community inoltre può essere sincrona (modalità «live chat»), asincrona (modalità «forum») e ottenere un engagement superiore anche attraverso l’utilizzo di mood/sentiments markers (like-thumb, emojis).

A renderla unica sul mercato anche un ricco ed integrato sistema di analisi attivo già durante l’attività di moderazione e lettura dei commenti che permette di organizzare il materiale prodotto in diverse categorie secondo la logica dei tag. Grazie a TolunaAnalytics è possibile invece visualizzare in tempo reale l’andamento della fase di screening, le statistiche di partecipazione e i dati socio-demo con l’opportunità poi di scaricare tutto il materiale verbale e multimediale prodotto in un file excel e personalizzarne layout e contenuti.

 

L’evoluzione di QuickCommunities

Da quando è stata lanciata nel 2017,  sulla piattaforma sono state fatte nuove release, che hanno portato l’annessione delle seguenti features:

  • scheduling dei post di discussione, che permette di caricare la guida discussione in un’unica volta e attivare i vari topic quando vuoi tu
  • possibilità di attivare anche chat one-to-one o one-to-many quando i membri sono online nella discussione
  • incremento della capacità di upload di immagini e contenuti multimediali
  • pin-up-topic: che permette di mettere in evidenza, rispetto ad altri, alcuni topic particolarmente rilevanti ai fini della discussione
  • tag dei contenuti: ti permette di dividere i commenti in categorie di appartenenza (i tag creati saranno presenti anche nel file excel con gli estratti della discussione, e renderanno quindi il documento filtrabile e organizzabile)
  • tag dei partecipanti: sia moderatori che partecipanti, potranno rivolgersi in modo diretto ad un qualsiasi altro membro della community digitando “@” + il nickname

QuickCommunities: la sperimentazione

Sono stati effettuati test anche in diversi progetti quali-quanti. Coinvolgendo un campione più ampio della media delle qualitative (80-100 partecipanti) è stato possibile anche lanciare mini-survey sullo stesso campione, tramite link Toluna Quick Survey cliccabili, a cui i partecipanti possono partecipare direttamente dalla community. I clienti hanno molto apprezzato così la possibilità di avere, in parallelo, evidenze quantitative a sostegno degli insight qualitativi e report integrati. In questo caso la vera innovazione è la possibilità di portare avanti in parallelo due fasi (sia qualitative che quantitative) di solito consecutive, a costi più accessibili

Trend digitali e smart home: cosa ne pensano gli italiani. L’analisi GFK

Qual è il rapporto degli italiani con la sfera digitale? Quanto le nuove tecnologie stanno cambiando il loro modo di vivere dentro e fuori casa? E soprattutto: il digitale rende felici? Se ne è parlato nel corso dell’evento “Trend digitali: fra empowerment ed entertainment, dentro e fuori casa”, organizzato da GFK e inserito nel programma della Milano Digital Week 2019.

A proposito di “felicità digitale” si è aperto un vero e proprio dibatito. Ne è emerso che il cambiamento digitale fa scaturire nuove domande e nuovi bisogni tra gli italiani, il cui obiettivo è la Smartness. Anche per i Golden Agers, la generazione degli over che – secondo quanto emerge dalle analisi GfK – stanno scoprendo il digitale come strumento per sentirsi più attivi, più competenti, più resilienti e in definitiva più felici.

La conferenza è stata un’occasione per presentare alcuni risultati dell’ultima edizione di GfK SmartHom²e (SmartHome al quadrato), la soluzione che integra i risultati delle ricerche sulle attitudini dei consumatori con i dati di vendita dei dispositivi connessi, rilevati su oltre 43mila punti vendita in Italia tramite la metodologia GfK POS Tracking.

La via italiana alla Smart Home

Dall’analisi sono emersi sei segmenti di italiani con conoscenze, atteggiamenti, desideri e aspettative diverse nei confronti della Smart Home.

  • Enjoy your Smartness (11%): definiti anche Leading Edge Consumer (LEC): sposano il progresso tecnologico in tutte le sue accezioni. Sono principalmente coppie giovani e senza figli. La loro casa deve essere moderna, efficiente e tecnologica, proprio come loro!
  • High-Tech Practicality (18%): soggetti che conoscono alla perfezione (anche meglio dei LEC), le caratteristiche di molti, se non tutti i prodotti Smart. È un target prevalente giovane e molto esigente. Dato che spesso non sono ancora economicamente indipendenti, per questo cluster il prezzo rappresenta la principale barriera all’acquisto di prodotti Smart. Sono sempre alla ricerca della promozione migliore.
  • Vital Connectivity (17%): principalmente famiglie dall’alto tenore economico e culturale. Credono fermamente nel progresso tecnologico e utilizzano i prodotti Smart, costantemente e in modo funzionale ai propri bisogni. Per loro la parola d’ordine è efficienza, le soluzioni Smart devono semplificare la vita e offrire intrattenimento.
  • Routinely Home (21%): chi non ama la tecnologia ma dimostra un certo grado di diffidenza, pur riconoscendone le potenzialità e il ruolo nella società odierna. Conoscono la Smart Home ma non la vivono come un bisogno. In questo cluster si collocano prevalentemente famiglie con figli grandi.
  • Do-Smart-Yourself (14%): chi accetta i prodotti Tech nella propria vita, ma ha con loro un rapporto controverso. Sa usare molto bene lo Smartphone, ma ignora l’esistenza di molti altri prodotti “intelligenti”.
  • Passive People (20%): non dimostrano affinità o interesse nei confronti della tecnologia in generale. Sono nati in un’altra epoca e per questo motivo sono completamente estranei al concetto di Smart Home.

 

*Nota metodologica: Indagine single source realizzata da GfK con 1.200 interviste online, su un campione rappresentativo della popolazione italiana di Internet User con più di 14 anni.

Cybercrime: per le aziende i costi potrebbero essere stellari. Fino a 5.200 mld di dollari

Ben 5.200 miliardi di dollari: a tanto ammonta la stima di costi addizionali e di  mancati ricavi per le aziende vittime dei cyber-attacchi. Ecco quanto emerge da un nuovo studio condotto da Accenture.

Basato su un’indagine che ha coinvolto oltre 1.700 CEO e top manager di aziende in diversi paesi, il report intitolato Securing the Digital Economy: Reinventing the Internet for Trust esplora la complessità delle sfide legate a Internet che le aziende si trovano ad affrontare e delinea le azioni inderogabili per il ruolo in continua evoluzione dei CEO in ambito di tecnologia, business architecture e governance.

Secondo tale studio, il cybercrime con un’ampia gamma di attività fraudolente e dannose, pone sfide significative in quanto può compromettere le attività aziendali, la crescita e l’innovazione del business, nonché l’introduzione di nuovi prodotti e servizi, con un costo per le aziende di migliaia di miliardi di dollari. Il settore high-tech, con oltre 753 miliardi di dollari di costi emergenti, corre i rischi maggiori, seguito da life science e automotive, la cui esposizione ammonta rispettivamente a 642 e 505 miliardi di dollari.

“Il livello di sicurezza di Internet è inferiore rispetto al livello di sofisticazione raggiunto dalla criminalità informatica e questo sta portando ad un’erosione della fiducia nell’economia digitale” ha dichiarato Paolo Dal Cin, Security Lead di Accenture Italia. “Il rafforzamento della sicurezza su Internet richiede una leadership incisiva – e a volte non convenzionale – da parte dei CEO, non solo dei CISO (Chief Information Security Officer). Un primo passo da compiere per le aziende che vogliono diventare cyber-resilienti è quello di portare le competenze dei CISO nel consiglio di amministrazione, garantendo così che la sicurezza sia integrata sin dalla fase iniziale di qualunque iniziativa e tutti dirigenti aziendali si assumano la responsabilità della sicurezza e della riservatezza dei dati.”

Le principali evidenze dell’indagine

Quattro intervistati su cinque (79%) ritengono che il progresso dell’economia digitale sarà seriamente compromesso se non ci sarà un sostanziale miglioramento della sicurezza su Internet, mentre oltre la metà (59%) ritiene che Internet sia sempre più instabile sotto il profilo della cyber-sicurezza e non sa come reagire.

Al contempo, tre quarti degli intervistati (75%) ritengono che sia necessario uno sforzo congiunto per far fronte alle sfide in materia di cyber security, in quanto nessuna organizzazione è in grado di risolvere il problema da sola. Più della metà dei dirigenti (56%) si definisce sempre più preoccupata della sicurezza su Internet e vedrebbe con favore l’entrata in vigore di norme di business più rigorose introdotte da istituzioni o autorità governative.

“La rete Internet non è stata pensata e costruita considerando il livello di complessità e di connettività attuali. Ecco perché può bastare una singola vulnerabilità, all’interno o all’esterno delle mura aziendali, per subire un cyber-attacco dagli effetti devastanti”, ha dichiarato Dal Cin. “Nessuna organizzazione può affrontare da sola le sfide poste dalle minacce cyber; è un obiettivo globale che richiede una risposta globale e per il quale la collaborazione è la chiave. Per dare forma a un futuro che cresca su un’economia digitale forte e che funzioni in un clima di fiducia, il top management deve guardare oltre i confini della propria organizzazione, collaborare con un ecosistema di partner e proteggere la loro catena del valore nella sua interezza, considerando fornitori, clienti e ogni altra terza parte”.

La rapida ascesa delle nuove tecnologie sta creando nuove sfide, come testimoniato da quattro intervistati su cinque (79%), che ammettono di adottare tecnologie emergenti più rapidamente rispetto alla velocità con cui affrontano i relativi problemi di cyber security. Inoltre, i tre quarti di essi (76%) evidenziano che gli aspetti di sicurezza informatica sono sfuggiti al controllo a causa di nuove tecnologie come l’Internet of Things (IoT) e l’Industrial Internet of Things (IIoT). La maggioranza (80%) ha inoltre dichiarato che è sempre più difficile proteggere la propria organizzazione dalle vulnerabilità delle parti terze, il che non sorprende, data la complessità e la vastità attuale degli ecosistemi su Internet.

Un altro tema di interesse per molti dirigenti è la protezione dei dati dei clienti. Sulla scia dei timori legati alla sicurezza, il 76% degli intervistati ritiene che i consumatori non possano confidare nella sicurezza della propria identità digitale dal momento in cui molti dei loro dati personali sono già disponibili senza nessuna restrizione.

Come difendersi in tre mosse

 Lo studio suggerisce ai CEO e agli altri dirigenti di alto livello tre azioni da intraprendere per migliorare la sicurezza digitale del loro business:

  1. Governance: unire le forze con altre aziende partner e attivare una gestione a livello globale – Incrementare gli sforzi per collaborare con dirigenti di altre aziende, responsabili di governo e autorità di regolamentazione per definire come prevenire al meglio nuovi cyber-attacchi.

 

  1. Business Architecture: connettere e proteggere le aziende tramite un modello basato sulla fiducia digitale – Indirizzare al meglio le basi della cyber-security. Proteggere tutte le attività di business lungo l’intero ecosistema di partner e fornitori.
  2. Tecnologia: far progredire le attività di business e migliorare la sicurezza – Adottare nuove tecnologie, gestire al meglio la sicurezza dell’IoT e prepararsi per le sfide legate al quantum computing. Assicurarsi che la sicurezza dei software e le funzioni di aggiornamento siano integrate nei dispositivi mobili e IoT sin dalla loro progettazione.

 

Metodologia

Tra ottobre e novembre 2018, Accenture Research ha intervistato 1.711 dirigenti di alto livello appartenenti a società che vantano ricavi annuali non inferiori a 1 miliardo di dollari con sede in 13 paesi: Australia, Brasile, Canada, Cina, Francia, Germania, India, Italia, Giappone, Spagna, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti. Le interviste in profondità hanno coinvolto le seguenti figure aziendali: CEO (61%), COO (20%), CIO (9%) e CSO (9%).

Il costo medio del crimine informatico è stato calcolato come percentuale delle entrate per ogni settore, compreso il costo sostenuto per affrontare un attacco informatico di larga scala considerando l’analisi di 460 incidenti informatici. Il costo della criminalità informatica comprende sia i costi organizzativi sostenuti nel rispondere agli incidenti del crimine informatico sia le perdite di entrate. I dati di ogni settore sono stati poi rapportati alle entrate globali per generare un modello di rischio con una prospettiva di 5 anni. 

Comunicazione OOH: cresce l’importanza del digital

Italiani sempre più “mobili” e sempre più fuori casa: secondo i dati Audimob, infatti, oggi l’84% della popolazione italiana, cioè circa 43 milioni di individui, è in movimento e pertanto potenzialmente esposta alla pubblicità esterna, e si stima che gli heavy user, ovvero coloro che hanno una frequenza di spostamenti giornalieri pari almeno a 4, siano circa 36 milioni di persone.

Si tratta dunque di una platea privilegiata per la comunicazione OOH: manifesti, insegne, cartelloni, decorazioni sui mezzi di trasporto e anche l’ambient advertising.

Il ruolo del digital advertising

Una ricerca proprietaria di Rapport, l’agenzia OOH specialist del gruppo IPG Mediabrands, indaga il mondo dell’Out of Home anche in relazione alle dinamiche del digital.     
L’Out of Home si conferma un mezzo con grandi potenzialità, dovute principalmente alla netta percezione di miglioramento qualitativo dell’offerta pubblicitaria che lo porta, insieme al web, ad essere considerato il mezzo più recettivo in termini di innovazione e qualità, attuale e futura. Infatti, web e OOH sono i mezzi più ricettivi alla qualità e che andranno incontro ad una forte innovazione nel corso dei prossimi anni.

L’Out of home è migliorato negli ultimi tre anni, più in termini media che creativi. Per il 47,3% dei rispondenti il digital è il miglior “partner” dell’OOH.

L’analisi effettuata su circa 300 professionisti, appartenenti sia al mondo media sia quello creativo, evidenzia che accanto all’Out of Home si è affermato, da qualche tempo, il Digital Out of Home (DOOH), un settore che sta crescendo in modo rilevante soprattutto grazie alla sinergia con i mezzi digitali e all’interattività con l’audience. Le opportunità del DOOH sono presenti sia per chi si occupa di media che per chi si occupa di creatività. Digital OOH e Mobile sono le aree di maggior interazione tra web e affissione.

Dal punto di vista media, la misurazione dell’audience rappresenta ancora un aspetto debole dell’OOH che richiede un maggior sviluppo. Dal punto di vista creativo, l’OOH è considerato come un mezzo stimolante dal 54,8% degli intervistati, ma anche qualitativo e spettacolare. Sulla base di queste evidenze, l’Outdoor può, a buon diritto, essere maggiormente implementato nelle strategie di comunicazione dei clienti.

Inoltre dalla ricerca Rapport si evince che l’integrazione dell’OOH con gli altri mezzi si conferma un tema cruciale che potrebbe dare ancora maggiore impulso alla crescita del Out of Home e questa è la direzione che il mercato di riferimento sembra stare intraprendendo.

Con 3D e realtà aumentata Amazon mostra il prodotto come mai prima

Tre nuove funzionalità che consentono di toccare (quasi) con mano e comunque visualizzare il prodotto ambientato nella propria casa da tutti gli angoli e chiedere personalizzazioni sulla base delle proprie preferenze: le ha introdotte Amazon. Si tratta di Amazon ScoutAmazon AR View e Amazon 360 View e si possono utilizzare su una selezione di prodotti dedicati alla casa (dalla cucina alla sala da pranzo, dalle camere da letto al giardino: il catalogo sarà ampliato costantemente nel corso dei mesi). 

“Stiamo utilizzando le ultime e più innovative tecnologie di intelligenza artificiale e realtà aumentata per sviluppare funzionalità che permettano ai nostri clienti di vivere una vita più facile e confortevole – ha dichiarato Mariangela Marseglia, Country Manager di Amazon.it -. Le nuove funzionalità permettono ai clienti di scegliere, tra la vasta selezione di prodotti presenti, quelli che si sposano meglio con lo stile della propria abitazione. Sarà infatti possibile vedere numerosissimi elettrodomestici e oggetti di arredo nella dimensione e scala reale all’interno dell’ambiente in cui verranno posizionati prima ancora di acquistarli, permettendo in questo modo un risparmio di tempo e denaro”.

Insomma per vincere una sfida con il “fisico” che forse si riteneva più facile di quanto si pensava solo qualche anno fa, è necessario fare scendere in campo le tecnologie più avanzate. Che qui di seguito vi spieghiamo in modo più specifico:

Amazon Scout è un’esperienza visuale che permette al cliente di sfogliare il catalogo di prodotti per la casa e creare il proprio feed personalizzato. Al cliente basterà mettere un like a una foto (cliccando il pollice in alto) o mettere un dislike (cliccando il pollice in basso) per ricevere in tempo reale suggerimenti personalizzati e trovare i prodotti più adatti al proprio stile, estratti da una selezione di migliaia di suggerimenti visivi. Questa innovativa funzionalità è resa possibile grazie all’intelligenza artificiale e può essere usata tramite tutti i browser. 

Amazon AR View disponibile per iOS e Android, permette ai clienti di vedere i prodotti oggetto di loro interesse direttamente nelle proprie abitazioni grazie alla realtà aumentata. Basta cliccare sull’AR View, quando disponibile, per attivare la funzione. È sufficiente puntare il proprio Smartphone sul punto della casa dove si vuole vedere l’anteprima del prodotto perché esso appaia, qualche secondo dopo, sullo schermo del proprio cellulare con la possibilità di guardarlo da diversi punti di vista e angolature. È possibile anche scattare foto o fare video al prodotto per poterlo comparare con altri al momento dell’acquisto.

Amazon 360 View è un nuovo modo di vedere l’anteprima del prodotto a 360 gradi, permettendo di osservare l’oggetto da tutte le angolature prima di completare l’ordine. È accessibile direttamente dalla pagina dei prodotti disponibili su Amazon.it. 

A Natale Auchan “gioca” con la realtà aumentata

Spinge sull’acceleratore dell’innovazione tecnologica Auchan Retail Italia che in occasione delle festività natalizie presenta tre novità: la App AuchanKids con un nuovo gioco che si ispira a Pokemon Go, una photocall nei punti vendita con personaggi virtuali che si animano e un catalogo giocattoli in 3D. La realtà aumentata è già stata sperimentata da Auchan Retail in Francia e quest’anno raggiunge otto Paesi: oltre all’Italia, è presente anche in Spagna, Francia, Ungheria, Polonia, Portogallo, Romania e Ucraina. È disponibile sia per i dispositivi Apple che Android.

Si ispira a Pokemon Go l’App AuchanKids con la quale è possibile andare a caccia di Wishmiz, piccoli personaggi da catturare lanciando loro palle di neve. I punti si accumulano man mano che i personaggi vengono colpiti. Il più difficile da trovare è il Wishmiz d’oro, che appare soltanto in negozio, scansionando il poster del gioco. Con i punti accumulati si vincono racconti di Natale e regali in base al punteggio ottenuto. Il gioco è valido fino a Natale.

Nei punti vendita, durante tutto il periodo natalizio, i bambini possono far “comparire” i Wishmiz in 3D, e farsi un selfie scansionando l’immagine che si trova nel reparto giocattoli.

Fino al 13 dicembre, attraverso la App AuchanKids, ogni bambino può scansionare i giochi preferiti che si trovano sul volantino cartaceo. Una volta fatto l’accesso, è sufficiente inquadrare il gioco perché compaia un pulsante virtuale, che permette di aggiungere il giocattolo alla lettera a Babbo Natale che verrà inviata direttamente all’indirizzo di posta elettronica dei genitori.

 

Auchan diventa “Phygital” 

Il motto di Auchan è “phygital”, la contemporanea esistenza di punti fisici che sfruttino tutte le potenzialità del digitale. Grazie all’e-commerce, è possibile acquistare online e farsi recapitare i prodotti anche nel piccolo supermercato sotto casa, oppure, in negozio, utilizzare i dispositivi tecnologici come l’applicazione AuchanSpeedy per saltare il passaggio in cassa. L’obiettivo è di superare la dicotomia tra “fisico” e “digitale”, offrendo ai clienti un ventaglio ampio di possibilità, in base alle loro esigenze.

 

 

 

Ovs punta su digital e multicanalità con due nuovi servizi: Id e Mysize

Due nuovi servizi che rendono il dialogo con il cliente continuo e l’esperienza di acquisto efficace, integrando on e offline: li ha introdotti OVS, marchio italiano di fashion retail, che punta ancora di più sulla multicanalità anche grazie alla dotazione del wi-fi gratuito in negozio.

Ma procediamo con ordine. OVS ID è un servizio rivolto a tutti i clienti e disponibile in tutti i negozi e online in grado di rendere sempre più efficace il dialogo con i clienti stessi. Smaterializza la vecchia card fisica e consente al cliente di essere riconosciuto su tutti i touch point fisici e virtuali – App, sito web, punti cassa dotati di tablet, schermi e totem in-store -, anche solo avvicinando il proprio smartphone in cassa o fornendo il proprio nominativo agli assistenti di vendita.

Inoltre, da settembre in oltre 50 store OVS in tutta Italia sono presenti le colonnine MYSIZE che consentono al cliente, con poche azioni semplici, veloci e immediate, di individuare autonomamente la presenza in negozio del capo scelto nella propria taglia e, nel caso mancasse, richiederne la consegna gratuita a domicilio o il ritiro in negozio.

Gli stessi negozi sono inoltre stati dotati di Wi-fi gratuito per i clienti e, a partire da gennaio, attraverso i Vodafone Analytics, dati aggregati di terza parte, sarà sempre più efficace l’offerta al cliente.

“La trasformazione digitale è al centro delle strategie di OVS e coinvolge tutti gli ambiti del nostro business: dall’e-commerce, ai servizi omnichannel, alla relazione con il cliente, alle operations – afferma Anna Matteo, Direttore Digital Transformation & Information Technology OVS S.p.A -. My Size e OVS ID rappresentano due importanti servizi che vanno nella direzione di una completa integrazione dell’e-commerce (online) con i negozi fisici (offline), creando un’esperienza unica per il nostro cliente.  Grazie alla OVS ID e al Wi-fi in store vogliamo creare sempre maggiori opportunità di dialogo con i nostri clienti, mettendoli al centro di una esperienza personalizzata. Entro gennaio 2019 rilasceremo nuove App sui tablet distribuiti in tutti i negozi OVS, attraverso cui i nostri assistenti potranno offrire un’esperienza di acquisto multi canale sempre più fluida”.

Ikea Catania accoglie i cani randagi e fa il giro (social) del mondo

Sembrerebbe un caso di marketing da manuale la vicenda del negozio Ikea di Catania che dalla provincia dell’impero (del brand svedese) ha fatto il giro prima dei social per finire poi sulla stampa di mezzo mondo. I fatti: i dipendenti del pinto vendita siciliano decidono di accogliere all’interno del negozio, in mezzo ai mobili esposti (che vogliono dare come in tutte le Ikea del mondo uno spaccato di vita vissuta, con oggetti e libri in evidenza) alcuni cani randagi. Cui danno non solo riparo dalle intemperie (ricordiamo che la Sicilia è stata pesantemente coinvolta nell’emergenza maltempo) ma anche cibo e acqua.

La figlia di una cliente, tale Martina Taccia, nota i cani mentre dormono e li riprende. La mamma posta sui social. Il video non solo diventa virale – 1,5 milioni di vsualizzazioni in due settimane – ma scatena numerose reazioni (per la gran parte positive, anche del tipo “mi avete conquistato, sarò vostro cliente a vita”). Che non si limitano all’Italia ma fanno – letteralmente – il giro del mondo, dal Canada alla Corea del Sud.

Sembra proprio che in questo caso il non meglio identificato staff di Ikea abbia centrato l’obiettivo di far parlare positivamente di sé e soprattutto del brand. Magie dei social pet.

Poco importa poi se nel frattempo, alla vigilia del Black Friday, il Gruppo Ikea annuncia tagli per 7.500 esuberi in 30 Paesi nei prossimi due anni, come denunciano i sindacati. Il nuovo piano di ristrutturazione aziendale sarebbe dovuto al calo delle vendite nei negozi e all’aumento di quelle attraverso gli store online. Di conseguenza, il 5% della forza lavoro sarà congedato, mentre si apriranno 11.500 nuove posizioni legate allo sviluppo di nuovi formati di negozio e dell’e-commerce.

Segno dei tempi, e della società dei social.

 

 

Fiorella Rubino vince l’IoT Awards grazie all’RFID instore

 Grazie al progetto RFID in store Fiorella Rubino si è aggiudicata l’edizione 2018 dell’IoT AWARDS come miglior progetto Business To Business.

Il premio, quest’anno alla sua terza edizione e organizzato da ADC Group, con Platinum Sponsor Intesa Sanpaolo, è dedicato ai casi più innovativi del mercato “Internet of Things (IoT)”, uno dei settori più avanzati e interessanti, valutato a livello globale 14 trilioni di dollari da qui al 2030 (fonte: ADC Group). Il riconoscimento è stato consegnato nella cornice degli “Nc Digital Awards”, la cui cerimonia di premiazione si è svolta il 7 novembre al Teatro Vetra di Milano.

Il progetto RFID IN STORE, sviluppato insieme a Temera e avviato nei 160 negozi italiani della catena, ha permesso di ottenere importanti risultati dall’utilizzo della tecnologia per l’ottimizzazione dei processi di gestione merce nel punto vendita.

“L’utilizzo di questa tecnologia permette al nostro personale di negozio di impiegare al meglio il tempo a disposizione per poter seguire le esigenze della cliente, in modo da farle vivere un’esperienza di acquisto sempre più completa e piacevole” spiega Furio Visentin, Brand Director di Fiorella Rubino.

Grazie all’adozione dell’RFID, Fiorella Rubino ha potuto maturare considerevoli benefici in termini di produttività (riducendo i tempi di gestione della merce in-store), efficacia (grazie a giacenze impeccabili e a un approccio omnicanale) e sviluppo dell’intelligence (tramite l’integrazione dei dati con gli ERP e CRM aziendali e gli Analytics dell’area fitting room). Il tutto a vantaggio della shopping experience della cliente, dell’organizzazione del tempo per le store assistant e delle performance di vendita del brand.

“Questo riconoscimento conferma la validità della strategia ‘innovation oriented’ intrapresa da Miroglio Fashion – ha commentato Francesco Cavarero, Group Chief Information Officer -. La nostra azienda crede molto nel valore delle nuove tecnologie per lo sviluppo di un retail ancor più efficiente e un servizio alla clientela sempre più adeguato”.

Il riconosciento arriva dopo la conquista a ottobre l’Open-Inn Retail Award per l’alto valore aggiunto della retail experience offerta alle clienti.

Fast Casual Restaurants, quali i più social? L’analisi Blogmeter

Top Brands Blogmeter punta i riflettori sui Fast Casual Restaurants, i locali a metà tra Fast Food (per la velocità del servizio) e Ristorante (per la qualità offerta) per capire quali tra loro sono i più “social”. Utilizzando la nuova piattaforma integrata di social intelligence Blogmeter Suite, la società ha analizzato le performance di tutte le pagine ufficiali Facebook, Twitter e Instagram delle principali insegne presenti sul mercato italiano e che si rivolgono allo stesso. Dei 25 brand presi in esame, è stata creata una classifica in cui sono stati evidenziati i 5 brand migliori per interazioni totali nel trimestre dal 1° luglio al 30 settembre 2018.

 

Al primo posto della classifica si posiziona Roadhouse Restaurant, la prima catena di steakhouse in Italia, sviluppata nel 2001 dal Gruppo Cremonini, con oltre 79 mila interazioni puntando su una strategia di User Generated Content per la propria comunicazione social condividendo foto scattate dai suoi clienti,. La maggior parte dell’engagement prodotto proviene dalla pagina Facebook della steakhouse dove sono stati pubblicati 76 post.

Medaglia d’argento per la paninoteca milanese fondata nel 2011, Panini Durini, che totalizza oltre 67 mila interazioni. Il canale Instagram, sui cui sono stati pubblicati circa la metà dei contenuti, è quello prediletto dagli utenti che impazziscono per il primo piano di un golosissimo panino crudo e stracciatella e lo premiano con oltre 3,5 mila like.

Terza posizione per Miscusi, ristorante casual fondato da due giovani milanesi che serve pasta fresca gourmet. L’engagement totalizzato da Miscusi nel periodo di analisi è pari a 56 mila interazioni, prodotte grazie ai 178 contenuti pubblicati sui canali social. Tra gli hashtag più engaging utilizzati da Miscusi su Instagram svettano #WeLovePasta e #AdessoPasta!

Al quarto posto Flower Burger, la prima veganburgeria d’Italia. Fondata a Milano nel 2015, ha un total engagement di 49 mila interazioni. I burger colorati della paninoteca vegana conquistano tutti ed è infatti un contenuto pubblicato da Flower Burger a risultare il più engaging del panel nel periodo di analisi, guadagnando oltre 4,6 mila interazioni totali.

Al quinto posto si classifica Zushi, ristorante Giapponese fondato a Verona, con un total engagement di quasi 35 mila interazioni. I piatti di sushi pubblicati sui canali social da Zushi conquistano soprattutto i fan di Facebook, che contribuiscono a oltre il 73% dell’engagement totale e premiano come contenuto più interessante il romantico Love Menu dedicato alle cene di coppia.

La menzione speciale di questa Top Brands spetta ad Old Wild West, azienda friulana nata nel 2002, specializzata in hamburger e piatti di carne alla griglia. Il suo post dedicato al Menu X Factor, che invita gli utenti a votare il piatto preferito per poter vincere i biglietti della finale dello show canoro, si aggiudica i premi di most shared e most commented content del trimestre.

Metodologia:
La Blogmeter Top Brands Fast Casual Restaurants è stata realizzata a partire da un panel di profili/pagine corporate ufficiali italiane delle principali aziende del settore di riferimento. Il valore “Total Interactions” rappresenta la somma delle interazioni ricevute dai singoli profili social come da dettaglio: Facebook: likes e reactions, comments e shares. Twitter: retweets e favorites. Instagram (solo profili business): like e comments. Mentre il valore “Source Engagement” rappresenta la somma delle interazioni (divise per fonte) ricevute dai singoli profili social come da dettaglio: Facebook: likes e reactions, comments e shares. Twitter: retweets e favorites. Instagram (solo profili business): like e comments.

BrandContent

Fotogallery

Il database online della Business Community italiana

Cerca con whoswho.it

Diritto alimentare