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Blockchain, Carrefour la userà per tracciare la filiera, partendo dai polli “puliti”

La blockchain può essere usata anche per tracciare senza se e senza ma l’autenticità di una filiera: una risorsa per la grande distribuzione, che Carrefour Italia per prima in Italia sceglie di sfruttare, applicando la tecnologia alla tracciabilità dei beni alimentari. E parte dalla filiera del pollo allevato all’aperto e senza antibiotici, una pratica che da settembre sarà consultabile in maniera trasparente anche dal consumatore finale e riguarderà 29 allevamenti, due mangimifici e un macello. La prima applicazione sarà infatti presentata a settembre durante il salone Carrefour. In base ai risultati raggiunti, potranno partire nuove sperimentazioni, la prima delle quali dovrebbe coinvolgere la filiera degli agrumi.

“L’evoluzione delle richieste del consumatore e la rinnovata attenzione alla provenienza dei prodotti che la Gdo offre impone agli operatori del settore un impegno sempre maggiore verso la trasparenza delle informazioni. – commenta Stéphane Coum, direttore Operation Carrefour Italia –. La tecnologia blockchain è uno strumento fondamentale in questa direzione, poiché rappresenta un patto di fiducia tra Carrefour Italia e il cliente finale, che potrà verificare direttamente e in tempo reale le informazioni legate alla filiera del prodotto, dall’origine sino all’arrivo al punto vendita.”

I clienti Carrefour Italia potranno accedere alle informazioni relative al prodotto acquistato attraverso un QR Code e consultare i dati mappati grazie a una interfaccia realizzata da Carrefour Italia. La tecnologia blockchain garantisce l’immutabilità del dato registrato e lo storico delle informazioni del prodotto di filiera.

L’utilizzo della blockchain è parte della strategia avviata nel 1992 in Francia e nel 2001 in Italia, che ha introdotto il nuovo marchio Carrefour “Filiere Qualità”, ed è uno degli strumenti che il Gruppo Carrefour sta implementando per raggiungere l’obiettivo di lungo periodo, inserito nel piano strategico Carrefour 2022, di diventare leader mondiale nella transizione alimentare, un cambiamento necessario.

“Una rivoluzione epocale – continua Coum – che ci impegniamo a portare avanti con i nostri clienti seguendo i valori della qualità e dell’affidabilità dell’offerta, della sostenibilità, dell’accessibilità dei prezzi e delle informazioni. Per Carrefour Italia, la tracciabilità della filiera rappresenta in questo senso una ulteriore assunzione di responsabilità verso i nostri clienti e un nuovo passo verso la totale trasparenza”.

La blockchain ha già registrato una risposta positiva in Francia, dove Carrefour ha adottato la tecnologia quattro mesi fa, cominciando dalla filiera del pollo d`Auvergne per poi allargarsi al pomodoro Marmande. 

Dal live streaming delle sfilate agli acquisti con un click, il lusso in Cina passa per WeChat

Anche nel lusso, in Cina, le varie fasi degli acquisti di abbigliamento passano da WeChat. Un’app che ha cambiato i comportamenti di acquisto di oltre un miliardo di cinesi, che ne fanno uso quotidianamente: dalla chat agli acquisti, passando per l’informazione, i taxi, i viaggi e tutto quanto sia digitalizzabile nelle loro vite, comprese le richieste di divorzio. E incluso, ça va sans dire,  il rapporto con i brand. 

Dunque le opportunità sono ricche. Ma cosa serve a una marca che voglia distinguersi nel mercato cinese su WeChat a raggiungere il giusto target di clienti e migliorare le proprie performance? Lo ha spiegato presentando i nuovi servizi WeChat Digital Retex, società del Gruppo Retex specializzato nell’innovazione del punto vendita fisico e digitale, e partner ufficiale dell’app per l’Europa, durante un evento presso la MonteNapoleone Vip Lounge. Perché degli oltre 14 milioni di account ufficiali presenti su WeChat, solo il 30% è gestito in modo realmente efficace.

“La Cina – spiega Fausto Caprini, Amministratore Delegato di Retex – pesa il 30% sugli acquisti di lusso a livello globale. I brand del lusso devono saper cogliere la sfida e interagire con i propri clienti cinesi, parlando “la loro lingua”. Avere solo una vetrina sulla Cina attraverso WeChat, è ormai diventata la normalità; è il momento di essere unici e distintivi. Esserci non è più abbastanza”.

 

Da vetrina di prodotti e di servizi a luogo d’intrattenimento e coinvolgimento

I brand avranno ora a disposizione official account WeChat sempre più evoluti e ricchi di contenuti, con elementi interattivi e di engagement. 

A queste novità si aggiungono campagne di advertising sempre più sofisticate; la social ads su WeChat si è evoluta dalla semplice banneristica a esperienza complessa che attrae e coinvolge l’utente e aiuta a convertire l’interazione in vendita.

Una delle principali novità è Iconic, la piattaforma realizzata da Retex dedicata alla gestione degli account ufficiali su WeChat, che da oggi si arricchisce della funzionalità “StoreFront”, attraverso la quale è possibile fare eCommerce direttamente all’interno del proprio account ufficiale in modo semplice e veloce.

Grande rilevanza è data anche al live streaming, powered by Tencent cloud, che permette di trasmettere in diretta su tutte le principali piattaforme digitali cinesi eventi quali sfilate o lanci di nuovi prodotti, rendendoli direttamente acquistabili via WeChat.

 

Milano meta favorita dai fan del lusso

La clientela cinese riveste un ruolo sempre più importante nel settore lusso: infaticabili ricercatori delle ultime tendenze occidentali nelle capitali europee, ne diventano ambasciatori nella loro madrepatria con un grande vantaggio per i brand italiani.

Milano, simbolo a livello internazionale di lusso ed eccellenza, è protagonista nell’immaginario dei cittadini asiatici: frequentate ogni giorno da oltre 25.000 persone, di cui l’80% extra-europee, le vie del Quadrilatero della moda Montenapoleone, Verri, Sant’Andrea, Santo Spirito, Borgospesso, Gesù e Bagutta hanno ormai da tre anni come principale target proprio i cinesi.

WeChat è di proprietà di Tencent, gruppo cinese che offre servizi per l’intrattenimento, i mass media, internet e smartphone. Grazie agli account ufficiali, la piattaforma di WeChat dà la possibilità ai brand di interagire direttamente con i propri follower, attraverso l’invio di messaggi, info e news one-to-one e one-to-many. 

Birre sui social: a Ceres l’oro per l’engagement. Sul podio anche Poretti e Bavaria

Birre sotto la lente,nella radizionale indagine Top Brands di Blogmeter, questo mese dedicata alla bionda. Tramite il nuovo tool di Social Analytics Blogmeter ha analizzato le performance di tutte le pagine ufficiali Facebook, Twitter, Instagram e YouTube dei principali brand di Birre presenti sul mercato italiano. Il risultato è stato che dai 30 brand presi in esame è scaturita una classifica in cui sono stati evidenziati i 5 brand risultati migliori per interazioni totali (escludendo le views di YouTube) nel trimestre che va dall’1 gennaio al 31 marzo 2018. Non basta: è stata anche stilata la Top3 dei brand che hanno registrato la migliore performance su YouTube.

Total engagement: la Top 5

Sul podio? Ceres, Angelo Poretti e Bavaria.

Prima in classifica senza troppe sorprese è Ceres, divenuta molto popolare negli ultimi anni proprio per la sua originale ed ironica comunicazione social. Il brand di birra danese totalizza, nel trimestre di riferimento, un engagement pari addirittura a 394.000, ottenuto per il 73% su Facebook e per il 27% su YouTube.

Medaglia d’argento per Birrificio Angelo Poretti, con un total engagement pari a 120.000 e oltre 100mila tra fan e follower sui suoi canali social. Il post che ha ottenuto maggior successo è un post dedicato alla festa della donna in cui, accanto ad alcune mimose, appare l’elegante bottiglia della Poretti 10 Luppoli Le Bollicine Dorata. Bronzo, infine, per l’olandese Bavaria, che colleziona un total engagement pari a 73.000 durante il periodo di analisi. L’attività social di Bavaria si concentra quasi esclusivamente sul suo canale Facebook, che infatti raccoglie il 100% delle interazioni. Il post più engaging è un post a tema calcistico dedicato alla partita Inter-Roma, con cui si chiede ai fan di pronosticare chi vincerà l’incontro tramite una “Beereaction”.

Quarta e quinta, per chiudere la Top 5, sono state  Guinness e Birra del Borgo.

 

Top3 YouTube

Al primo posto troviamo Leffe che si aggiudica anche il premio per la pubblicazione del most viewed content del trimestre. Il video che vede come protagonista il famoso chef Alessandro Borghese, ha totalizzato quasi 2 milioni di visualizzazioni in pochissimi giorni. Argento per la già premiata Ceres, che con il suo nuovo spot 2018 dal titolo “KALEIDOSCOPE” totalizza ben 1,2 milioni di views, alla data attuale.

Infine, sale sul podio anche Birra Peroni, che con un video dedicato all’eccellenza tutta italiana delle sue birre, colleziona oltre 6mila visualizzazioni.

Harrods, marchio antico nuova experience digital (di lusso)

Come fa un marchio prestigioso e con una lunga storia nel lusso a sbarcare con efficacia e, magari, pure eleganza nell’era del digital? Lo ha spiegato Scott Johnson, head of e-commerce technology di Harrods, tra i più importanti retailer di lusso al mondo. Con oltre 65 milioni visitatori, ha realizzato vendite per oltre 2 miliardi di sterline nel 2016 e si colloca tra le principali destinazioni turistiche di Londra.

“Harrods offre il massimo in termini di esperienza e assistenza ai clienti; la resilienza e la determinazione di fare il possibile per superare le aspettative dei clienti sono davvero radicate nel DNA di Harrods” ha detto Johnson nel corso di Perform 2018, l’evento europeo annuale di Dynatrace.

Scott e il suo team sapevano che il sito web di Harrods era carente. Non esisteva una chiara strategia online e pochissimi investimenti da parte dell’azienda; l’esperienza dell’utente era, a sua detta, mediocre; non esisteva un sistema centrale di gestione dei contenuti, quindi qualsiasi modifica implementata dal team di sviluppo doveva essere eseguita attraverso fasi a rilascio prolungato; non c’era compatibilità mobile ; l’integrazione con gli analytics non era all’altezza; e, il sito era stato costruito su una piattaforma obsoleta, fortemente personalizzata e sempre più instabile. Dato che milioni di persone che visitano il sito ottengono la prima o unica valutazione di Harrods basandosi su questa esperienza digitale, le cose dovevano cambiare.

Per fare ciò, Harrods ha investito oltre 200 milioni di sterline (227 milioni di euro) per la gestione dell’offerta sia in-store sia digitale, per garantire che l’esperienza che offre il sito web potesse essere paragonabile a quella, unica nel suo genere, famosa in tutto il mondo, che i clienti vivono entrando nel negozio fisico.

 

600 criteri per un nuovo sito

Al centro di questa trasformazione digitale c’era una strategia per il rifacimento e il riposizionamento del sito web, basata su 600 criteri che l’azienda aveva definito come una nuova visione per la sua presenza online. Il nuovo sito di Harrods ora vanta:

• Template di prodotti multipli per visualizzare i prodotti in modi più pertinente per i clienti
• Un design più reattivo, single-site, mobile-first
• Un uso adattivo di JavaScript che consente un utilizzo rapido ed efficiente
• Coerenza visiva end-to-end che coinvolge il negozio, il sito web e la posta elettronica
• Design delle pagine completamente modulare, accompagnato da una fotografia di prodotto in alta qualità
• Funzionalità di condivisione migliorate
• Migliore integrazione tra prodotti in-store e contenuti online per quei prodotti

“È davvero un nuovo inizio per noi online. C’è ancora molto che possiamo fare, e Dynatrace è una parte fondamentale in tutto ciò” ha detto Johnson.

Il rinnovato sito di Harrods ha riscosso un enorme successo: migliore SEO grazie a più contenuti, tassi di conversione raddoppiati, una maggiore autorità nel settore della moda (che conta per circa un terzo delle vendite online) che sta attirando più marchi da Harrods, più offerte di prodotti e più partnership dirette con i brand. Il nuovo sito è stato pubblicato solo un anno fa e ha già segnato un enorme inversione di tendenza rispetto al precedente.

Scott e il suo team hanno utilizzato Dynatrace per supervisionare l’integrazione dei sistemi dietro la realizzazione del nuovo sito e nell’ultimo anno si sono affidati al monitoraggio proattivo per risolvere i problemi già all’inizio del progetto del cliente, ridurre al minimo i tempi di fermo e offrire la migliore esperienza utente possibile.

Textile Collection by Guandong: il tessuto diventa protagonista della stampa digitale

Oggi il tessuto è entrato a pieno titolo nel mondo della stampa digitale con una presenza tanto capillare che ormai non esistono applicazioni che non si possano realizzare con questo materiale. “Il tessuto è friendly, non suscita timori ed è uno ‘di casa’ – commenta Fabio Elmi, Guandong marketing manager. – “Versatilità, ecosostenibilità ed estrema maneggevolezza sono le caratteristiche che ne hanno decretato il successo, favorito anche dalla rapida evoluzione delle tecnologie inkjet e degli inchiostri, che hanno completamente rivoluzionato la percezione di questo prodotto sul mercato”.

Pioniere dello Spot Déco, Guandong risponde a questa nuova esigenza con l’esclusiva Textile Collection. Messa a punto dal reparto R&D interno, la gamma comprende una varietà di supporti completamente rinnovata, studiata appositamente per adattarsi alle caratteristiche delle diverse tecnologie di stampa, dagli inchiostri eco-solvente fino al Latex e all’UV LED.

Tra le novità spiccano il Block-out poliestere, che raddoppia la creatività grazie alla possibilità di essere stampato su entrambi i lati, e il TEXON Quattro, dalla finitura ruvida e dal retro grigio per la realizzazione di grafiche di altissimo impatto. Quest’ultimo in particolare è ottenuto grazie a un innovativo processo di produzione che permette di ottenere un banner tessile piacevole al tatto (mano cotoniera) e di alto effetto estetico.  

Best seller della Textile Collection by Guandong, inoltre, sono i supporti della linea Backlit, adeguatamente resinati che possono essere stampati e montati in strutture dotate di luci LED per illuminare attraverso le immagini, in particolare nel settore retail. “Il mondo della retroilluminazione indoor è ormai dominato dal tessuto, che gioca un ruolo fondamentale anche in ambito di soluzioni per l’interior decoration grazie a materiali sempre più poliedrici, leggeri ed eleganti – spiega Fabio Elmi. Un esempio sono i Canvas Cotone, particolarmente morbidi al tatto, ma dotati di resistenza meccanica superiore alla normale tela pittorica. Grazie alla speciale superficie super white, inoltre, conferiscono brillantezza e forza alla stampa.

Altro prodotto di punta l’ART Canvas Natural Back (warm white), ideale per il mercato fine art e pittorico che garantisce eccellente resa cromatica. E ancora i Canvas Poliestere che, oltre ad assicurare massima resistenza agli agenti atmosferici e a ogni tipo di abrasione, sono caratterizzati da un ridotto assorbimento dell’umidità che li rende perfetti per la realizzazione di roll-up, x-banner e banner sospesi.

Customer experience, le soluzioni Retex per un piacevole shopper journey

Come soddisfare la customer experience?
Che ruolo possono giocare retailer e ristoratori nel gestire l’intero ciclo d’acquisto? Quanto conta
la tecnologia e l’esperienza digitale nella progettazione dei format retail?

Se ne è parlato nell’incontro organizzato da Retex, gruppo italiano specializzato a livello internazionale nell’innovazione di punti vendita fisici e digitali per dibattere della food and beverage rEvolution.

Protagonisti dell’evento – sponsorizzato da Epson – alcuni dei più importanti rappresentanti del settore: Luca D’Alba, Direttore Marketing ed Acquisti Autogrill, Alessandro Sampaoli, Chief Operating Officer di Panino Giusto, Marco Airoldi, Vicepresidente Esecutivo di Rossopomodoro e Fausto Caprini, Amministratore Delegato di Retex.

Fausto Caprini

E proprio l’AD di Retex ha spiegato: “Le soluzioni su cui investiamo contribuiscono a creare notevoli vantaggi per retailer e clienti: una riduzione delle code in cassa e del tempo di attesa per il cliente, riduzione degli errori al momento dell’inserimento dell’ordine da parte dell’operatore di cassa, incremento dell’efficacia del lavoro degli operatori di cassa, miglioramento generale della customer experience. Questo comporta un migliore engagement tra brand e cliente ed un incremento delle vendite”.

Tre oggi gli asset di sviluppo di Retex: l’home delivery, l’interactive Kiosk e il self Ordering

1. Consegna a domicilio
Che si acquisti via smartphone o web, gioca un ruolo chiave l’integrazione con i sistemi di check
out, la gestione in loco degli ordini e dei pagamenti da portali di consegna a domicilio.
L’obiettivo delle soluzioni targate Retex è quello di integrare in un’unica piattaforma tutti gli ordini
effettuati dai clienti sulle diverse piattaforme di food delivery, quali ad es. Foodora, Glovo, Uber
eats, Mi piaace e Deliveroo, tramite API (Interfaccia di programmazione di un’applicazione)self
Ordering.

2. Interactive Kiosk
Gli Interactive Kiosk permettono di fornire al cliente un’esperienza interattiva e nuova.
Un’interfaccia grafica guida il cliente nelle sue scelte, consigliando articoli e dando informazioni
precise sui prodotti, assicurando un’esperienza senza stress e abbattendo drasticamente code e
attese.
Il vantaggio per il retailer è di poter assorbire i flussi nelle ore di punta e le conseguenti code in
cassa.

3. Self ordering
Retex propone la propria soluzione di “Self Ordering”: il cliente può ordinare direttamente dal
tavolo tramite web app o app mobile. Si può scannerizzare un QR code, accedere al menu digitale
ed effettuare l’ordine, subito inoltrato all’area di preparazione predisposta.
Grazie all’integrazione con i sistemi di cassa (quali per es. Oracle Simphony), il cliente può
chiedere il conto e pagare senza spostarsi. Il gaming è un ulteriore alleato; tramite app il cliente
ha a disposizione diversi giochi da poter utilizzare per intrattenersi mentre attende il proprio
ordine.
I benefici: una notevole riduzione dei tempi di ordine e di pagamento e un migliore engagement
del cliente. Inoltre, il “cross selling” indotto dalle attività promozionali sull’app consente di
incentivare le vendite.

Le tecnologie che abilitano lo store del futuro

In che direzione va il punto vendita, oggi, e quali sono le tecnologie indispensabili per renderlo un punto fermo importante nel processo di acquisto multicanale? Conta ancora il fattore umano, ovvero il personale di vendita, e come può inserirsi nel viaggio che del cliente verso la finalizzazione della vendita, on e offline che sia? E come utilizzare la crescente mole di dati dei clienti che le aziende hanno a disposizione per rendere la proposta sempre più personale?

A questa e ad altre domande risponde Micaela Raimondi, direttore marketing e comunicazione di Contactlab. Che di Cambridge Analytica dice: “In fondo, nel marketing sono convinta che nessuno inventi mai nulla: si tratta di vecchi schemi che vengono ripresi e amplificati dalle nuove tecnologie. E il primo ad usare le logiche social in campagna elettorale è stato Obama. Il prodotto in fondo, che sia una borsa o un esponente politico, è uno: il compito del marketing è quello di renderlo attraente a tipi di clienti anche diversi, spiegare i lati che possono attirarlo”.

Resta il fatto che, tra multicanalità, fattore umano e analisi dei dati del cliente, il punto vendita cambia, ma non tramonta. Tutt’altro.

Dell’analisi di Contactlab sull’e-commerce nel lusso ne abbiamo parlato qui

Moda, lusso e innovazione digitale, i brand italiani in cima al mondo

È Gucci il marchio del lusso più digitale del mondo. Lo dice il report della sesta edizione della Digital Competitive Map 2018 realizzata da Contactlab, azienda di soluzioni di digital marketing multicanale, e da Exane BNP Paribas, il ramo del gruppo bancario francese dedicato agli investimenti finanziari. Oltre a Gucci, nella top ten dei brand che meglio utilizzano la strategia di innovazione digitale ci sono altri sei italiani: Valentino (al terzo posto), Zegna (al settimo), Bottega Veneta (al nono posto) e Bulgari (al decimo). In testa più o meno allo stesso livello di Gucci c’è Burberry.
L’analisi, che prende in considerazione 34 marchi di moda e lusso internazionali, tiene conto di 19 criteri (uno in più dell’anno scorso) e 178 parametri rispetto ai 146 del 2017 ed evidenzia come i settori nei quali ci sono ancora margini di miglioramento sono opzioni di consegna, servizi di cross-canalità, metodi di pagamento online, estensione delle categorie di prodotto sul web, consulenza di stile e condivisione social sui nuovi canali di messaggistica evoluta come WeChat e WhatsApp.

In particolare tre dei brand esaminati non offrono il servizio clienti via telefono, tre brand hanno la web live chat sistematicamente inattiva, tre brand non forniscono informazioni sui giorni e gli orari di apertura dei negozi e otto brand sono tuttora privi di “mobile responsive email layout”. Buoni invece i risultati raggiunti nell’efficacia dei siti web, nell’apertura di canali di e-commerce (diretti e indiretti), nel marketing via mail e nella localizzazione social nei vari Paesi.
L’analisi è riassunta in una mappa che colloca i vari marchi su un piano cartesiano nel quale l’asse delle ascisse riassume la “digital customer experience” e quella delle ordinate la “digital strategic reach”.

Nella prima eccellono Gucci e Louis Vuitton mentre nella seconda primeggia Burberry. Tra i marchi italiani bisogna segnalare la crescita di Prada, finalmente convertitosi al digitale e leader dei servizi cross-channel nei quali si distinguono anche Zegna e Valentino, che offrono ai clienti il servizio “Reserve&Try in Store”, grazie al quale si prenota on line un capo e lo si prova in negozio.
Per quanto riguarda l’e-commerce negli ultimi anni si sognelano due tendenze: l’aumento della presenza (e delle vendite) in mercati lontani come l’Estremo Oriente, il Golfo e la Russia; e la presenza anche sulle piattaforme dei principali etailer occidentali come Farftech, Net-a-Porter e 24 Sèvres.

A Dolce&Gabbana va invece il primato come brand più social, grazie all’utilizzo in particolare di Instagram e del russo VK. Già 13 marchi hanno introdotto la funzionalità Instagram Shopping, mentre Gucci, Moncler e Ferragamo hanno adottato Facebook Shopping. Fendi si distingue per il numero maggiore di opzioni di condivisione di prodotti sui social, tra cui WhatsApp e WeChat. Le e-mail sono sempre più utilizzate per connettere agli account social dei brand, tra cui gli asiatici Line, WeChat e Weibo.
“Il passaggio all’omnicanalità, vale a dire la capacità di un brand di tenere il contatto col cliente nei suoi diversi percorsi e mezzi con cui si interfaccia con esso – dichiara Marco Pozzi, Senior Advisor di Contactlab – è sicuramente uno degli aspetti su cui hanno maggiormente lavorato i brand che hanno fatto più passi in avanti nella classifica globale, mostrando uno sforzo logistico non indifferente. Tuttavia l’approccio omnicanale deve coinvolgere tutti i livelli del business, ponendosi come modalità operativa anche nella relazione con il cliente attraverso le strategie di marketing sino a un livello individuale. Risultano infatti sempre più indissolubili dai piani di business le logiche di acquisizione e di fidelizzazione del consumatore attraverso i mezzi digitali, insieme alla capacità di un brand di intercettare e interpretare i mutevoli e non-lineari comportamenti del consumatore. Il segreto per far funzionare questa dinamica è la capacità di un’azienda di estrarre valore dai dati per creare un rapporto di fiducia con il consumatore e rendere fluido e sempre pertinente il suo rapporto con il brand”.

Con Be Human Unieuro chi gioca accumula punti grazie alla gamification

Accumulare punti sulla propria carta fedeltà non solo tramite gli acquisti, ma anche giocando: è questa la innovativa logica che sta al cuore del mondo di Be Human, la gamification realizzata dal Gruppo Roncaglia per la nuova edizione di Unieuro Club.

Il programma fedeltà di Unieuro che si è rinnovato dal primo marzo scorso e conferma la collaborazione, ormai pluriennale, fra le due aziende.

Tratto distintivo del progetto è una forte impronta creativa e interattiva incentrata sul tema della tecnologia. All’interno della nuova Be Human, che proseguirà fino a febbraio 2019, ci sono quattro aree di intrattenimento: Be passionate, Be original, Be trendy, Be ready. Attraverso i percorsi e gli aneddoti di queste nuove attività, i clienti Unieuro possessori della Unieuro Card possono scoprire i piccoli segreti che rendono la tecnologia una nostra utile alleata.
La nuova edizione mira a rafforzare l’integrazione della piattaforma loyalty all’interno del sito e-commerce. Ma resta la centralità dello store fisico, che anzi quest’anno è ancor più protagonista grazie a una serie di attività nel punto vendita che richiedono l’interazione dell’utente tramite il proprio smartphone e l’app Unieuro.
“Per Unieuro abbiamo ideato decine e decine di attività, integrando sempre di più i diversi canali di comunicazione – spiega Paola Langella, Loyalty & Promotion Specialist del Gruppo Roncaglia -. Quest’anno possiamo dire di aver raggiunto un livello ottimale, che permette al brand di comunicare con i suoi clienti attraverso il sito internet, il punto vendita e una app dedicata, il tutto sempre in ottica mobile oriented”.
Un loyalty program ancora più ricco secondo Santa Maccarone, CRM Director di Unieuro, “ci consente di avere una relazione continuativa sui vari canali con i nostri clienti e di premiarli quotidianamente grazie a un’intensa attività di gamification”.
Perché, come rileva Giulia Roncaglia, azionista del Gruppo, “per i brand è sempre più strategico puntare sull’engagement della propria audience, perché un programma loyalty efficace non è più fatto di raccolte punti, ma riguarda le idee, i processi, le tecnologie e le interazioni che coinvolgono i consumatori con il brand”.

DominoDisplay.com: l’offerta è sempre più mobility

DominoDisplay.com da aprile 2018 propone online una nuova sezione interamente dedicata a device mobili come tablet, smartphone, wearable e visori per la realtà virtuale. Tecnologie a marchio Samsung che DominoDisplay.com, e-commerce della società Domino Sistemi Srl, propone “in bundle” esclusivi messi a punto per offrire pacchetti già ottimizzati, con app già associate o suggerite e software sviluppati ad hoc per applicazioni specifiche.

La sezione Mobility verrà inaugurata con le prime sette proposte di DominoDisplay.com, pensate per altrettante tipologie di utilizzo e tutte comprensive di plus composti da Samsung Knox e Samsung Care, che includono sistema di sicurezza dati, blocco utenza e garanzia estesa. Vere e proprie soluzioni chiavi in mano destinate a target professionali operanti nei più svariati settori merceologici. A queste seguiranno nei prossimi messi successive waves con lancio di altre soluzioni esclusive in bundle.

Il pacchetto “Realtà virtuale” è composto da visore, tablet, smartphone, cam 360 e app e rappresenta uno strumento ideale ad esempio per le agenzie immobiliari che possono così realizzare veri e propri virtual tour delle abitazioni in portfolio. Pensato per il mondo Horeca, ma applicabile a ogni ambito del settore retail, il pacchetto “Ristorazione” comprende invece tablet, stampante di cassa e app integrata. Per uffici e sedi aziendali DominoDisplay.com propone la “Soluzione Enterprise” che include Dex Station e smartphone e permette di trasformare il telefono in un vero e proprio pc. Altrettanto efficiente il pacchetto “Tablet Fuori Porta”, con app dedicata per programmare da remoto l’utilizzo delle meeting room. Il wearable “No Badge” consente invece di gestire comodamente tramite smartwatch e sistema Artik timbrature di ingresso e uscita, accensione e spegnimento delle luci o apertura di porte e tornelli. Destinate a impieghi più tecnici, le soluzioni denominate “Firma Grafometrica” e “Termocamera” che prevedono rispettivamente Tablet Rugged e smartphone con termocamera: rivolte a tecnici che devono gestire documenti dalla compilazione alla firma, in caso di manutenzioni o consegne e per la rilevazione di problemi di temperatura.

L’ampiezza di gamma è da sempre uno dei nostri asset – commenta Alberto Masserdotti, fondatore di DominoDisplay.com e CEO del Gruppo Masserdotti Spa ora con l’introduzione della sezione Mobility facciamo un ulteriore passo avanti rispondendo per primi a un’esigenza che finora non aveva trovato risposte. Il processo di digital transformation che stiamo attraversando va sempre più nella direzione di una progressiva e inevitabile interazione fra soluzioni large format come totem e display, digital signage e device mobili. In questo caso le novità DominoDisplay.com si distinguono per la messa a punto di soluzioni in bundle esclusive, non ancora disponibili sul mercato fino ad oggi, e collegabili con le proposte large format della nostra offerta”.

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