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Samsung Pay è arrivato, anche nella Gdo: è sempre più facile pagare via smartphone

È sempre più semplice pagare la spesa con lo smartphone: dopo Apple, arriva – è anzi già attivo da giovedì 22 marzo – Samsung Pay, il sistema di pagamento via mobile di Samsung Electronics. L’Italia è la ventiduesima nazione in cui il servizio sarà attivo, la sesta in Europa.

 

La sfida eterna, Apple vs Samsung

Due player forti ora si sfideranno sul mercato dei pagamenti. Apple ha optato per il lancio a maggio 2017 con tre attori – Unicredit, Carrefour Banca e Boon – per poi andare ad aggiungere progressivamente gli altri (Banca Mediolanum, American Express, Widiba, Edenred, N26, Nexi, CartaBCC di Iccrea Banca, HYPE, Buddybank, Allianz e Bunq). Samsung a marzo 2018 ha scelto fin da subito di partire con tutte le principali banche italiane: Banca Mediolanum, BNL, CheBanca!, Hello Bank!, Intesa Sanpaolo, Nexi e Unicredit.

Le scelte delle banche italiane in ambito Mobile Proximity Payment.

Unicredit, Banca Mediolanum e Nexi hanno deciso di offrire ai propri clienti entrambe le soluzioni; Intesa Sanpaolo, BNL o CheBanca! hanno invece scelto di salire a bordo solo di Samsung Pay (per il momento). Tale scelta è conseguenza anche del modello di business dei due giganti: se Apple chiede alle banche associate una percentuale per ogni transazione (inferiore allo 0,15%), Samsung propone un modello di partnership, senza retrocessione economica di una fee. Oltre alle soluzioni device-based dei due produttori di smartphone, compatibili solo con alcuni modelli di device, alcuni gruppi finanziari (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Nexi, MPS, BNL ed Hello Bank!) hanno investito anche in soluzioni proprietarie che consentono di estendere il servizio anche ai possessori di altri device (in genere Android).

 

70 milioni di pagamenti via mobile in negozio nel 2017

Nel 2017 in Italia sono stati transati oltre 70 milioni di euro tramite smartphone all’interno dei negozi, in netta crescita rispetto ai 10 milioni scarsi del 2016, da circa 500.000 utenti che hanno pagato almeno una volta con un servizio di Mobile Proximity Payment. Tra le componenti che hanno contribuito a questa crescita c’è certamente l’arrivo di Apple Pay e della sua portata mediatica. Samsung ha l’opportunità di dare un’ulteriore accelerata al settore, forte anche del 35% degli utenti smartphone che possiede uno dei suoi device: numeri più che interessanti per giocare un’ottima partita.

“Con la partnership fra Bennet e Samsung affianchiamo due brand importanti – ha commentato Simone Pescatore, Direttore Marketing e Comunicazione di Bennet, che da subito ha attivato Samsung Pay nei suoi punti vendita – in particolare presentiamo un servizio davvero innovativo che attraverso l’app di Samsung offre la possibilità di salvare i dati della carta Bennet Club, rendendo il momento del pagamento ancora piu’ veloce”.

Per utilizzare Samsung Pay è necessario essere in possesso di uno smartphone Samsung compatibile (per ora: Galaxy Note 8, S8 e S8+, A8, S7 e S7edge, Galaxy A5 2016-2017 e tra qualche settimana anche sugli S9 ed S9+) e una carta di pagamento appartenente ai circuiti bancari abilitati. Il servizio sia attiva accedendo all’app e registrandosi al servizio col Samsung Account, selezionando “aggiungi carta” per registrare la propria carta di credito. Per pagare è sufficiente far scorrere il dito dal basso verso l’alto sul display dello smartphone e avvicinare il telefono al POS dopo aver autorizzato la transazione con la scansione della propria impronta digitale o dell’iride (o l’inserimento di un PIN).

Samsung Pay funziona quasi ovunque venga accettata una carta di credito, debito o prepagata e supporta sia la tecnologia NFC (Near Field Communication) sia MST (Magnetic Secure Transmission), che consente di pagare su tutti i POS in circolazione, anche se non sono contactless. All’interno del Wallet, gli utenti possono virtualizzare le carte fedeltà di alcuni esercenti e accedere a una sezione “coupon” dalla quale possono usufruire di sconti dedicati.

 

Pagamenti digitali a 46 miliardi di euro, la metà via contactless e mobile

Vale circa 46 miliardi di euro il mercato dei pagamenti innovativi, che ormai costituisce il 21% del totale dei pagamenti digitali con carta, i quali nel 2017 hanno raggiunto i 220 miliardi, con una crescita di più del 10%. Un balzo che in buona parte è dovuto al cambiamento nell’approccio e nelle abitudini dei consumatori e degli esercenti, che hanno privilegiato le modalità più innovative di pagamento digitale (eCommerce, ePayment, Mobile Payment & Commerce, Contactless Payment, Mobile POS) che valgono oggi il 21% del totale dei pagamenti digitali con carta, mentre nel 2016 si fermavano al 15%. Sono i dati emersi dalla nuova edizione dell’Osservatorio Mobile Payment & Commerce della School of Management del Politecnico di Milano presentati oggi in occasione dell’evento “Mobile Payment & Commerce: allacciate le cinture!”.

La componente di maggior valore del New Digital Payment si confermano l’eCommerce e l’ePayment. L’acquisto di beni e servizi e il pagamento di ricariche, bollette e tasse tramite PC o tablet con carta di credito o tramite Wallet (esclusi i pagamenti veicolati tramite home banking) valgono infatti 20,3 miliardi di euro, +10% rispetto al 2016. I pagamenti contactless con carta da parte loro crescono di oltre il 150% e sfiorano i 18 miliardi di euro (l’8% del transato con carta). Sono circa 400 milioni le transazioni effettuate in modalità senza contatto dai possessori delle carte (l’11% delle transazioni con carta e oltre il 15% delle transazioni con carta in negozio).

Numeri attribuibili alla svolta nell’approccio e nelle abitudini dei consumatori e degli esercenti più che alla crescita dell’infrastruttura, ormai consolidata: quasi 1 carta su 2 (51 milioni di carte a fine 2017, con un incremento del 28% rispetto al 2016) e oltre 1 POS su 2 (1.400.000 a fine 2017, con un incremento del 40% rispetto al 2016) sono contactless. E la crescita è destinata a proseguire prepotente: si stima che i pagamenti contactless entro il 2020 varranno tra i 50 e i 90 miliardi di euro.

Ancora marginale il contributo dei pagamenti presso i punti vendita attraverso il cellulare (Mobile Proximity Payment), malgrado la crescita da 10 a 70 milioni del transato, che nel 2020 potrebbe valere dai 3,2 ai 6,5 miliardi di euro. Già forte invece la componente Mobile Remote Commerce, che sale dai 3,5 miliardi del 2016 ai 5,8 del 2017, con un +65%.Rallenta invece la crescita del Mobile Remote Payment, che vale comunque quasi 800 milioni di euro. Cresce il transato dei Mobile POS, che raggiunge i 900 milioni di euro (+9% rispetto al 2016): a fine 2017 si contano 90.000 unità attive (+6%, erano 85 mila nel 2016).

Da notare anche l’importanza dei Mobile Remote Payment, ovvero i pagamenti di ricariche telefoniche, bollette, parcheggi, biglietti del trasporto, noleggi auto e taxi che valgono oltre 120 milioni di euro (+33% rispetto al 2016). In particolare, crescono il Mobile Parking, che supera i 27 milioni di euro (+63% rispetto al 2016), il Car e il Bike Sharing, che insieme raggiungono i 76 milioni di euro (+41% rispetto al 2016). Restano invece pressoché stazionari i volumi di transato relativi al settore Taxi (attivi in oltre 45 comuni) e TPL (quasi 100 comuni), rispettivamente pari a 4 e 13 milioni di euro transati nel 2017.

«La crescita dei New Digital Payment – nota Valeria Portale, Direttore dell’Osservatorio Mobile Payment & Commerce – proseguirà nei prossimi anni (superando nel 2020 i 100 miliardi di euro), a scapito di strumenti di pagamento più inefficienti come il contante e, in parte, in sostituzione degli Old Digital Payment. Il contributo maggiore a questa crescita sarà probabilmente riconducibile ai Contactless Payment e ai Mobile Proximity Payment, finalmente in fase di decollo».

Il mondo dei pagamenti è in continua evoluzione e tutti gli attori in gioco devono prestare attenzione al futuro. Che nei prossimi anni riserva varie novità che già si intravedono: dal Mobile Wallet evoluto che integra pagamento digitale e carte fedeltà all’autorizzazione dei pagamenti attraverso i tratti biometrici della persona, fino ai trasferimenti di denaro in meno di 10 secondi in modalità peer to peer ed Instant Payment.

Si confermeranno i principali trend che riguardano i pagamenti tramite smartphone, l’evoluzione delle nuove monete virtuali (blockchain e criptovalute), oltre all’Intelligenza Artificiale applicata al mondo delle transazioni; senza dimenticare le applicazioni legate all’Internet of Things, con automobili in grado di pagare il parcheggio e frigoriferi “smart” capaci di effettuare la spesa in autonomia.

 

 

Tiendeo più mobile-pocket, promozioni dirette al cliente fedele

Dialogare con il proprio cliente fidelizzato proponendogli promozioni e stimolando la visita nel punto vendita: è lo scopo della collaborazione internazionale avviata tra Tiendeo, fornitore di offerte online geolocalizzate, e mobile-pocket, ecosistema dedicato alle soluzioni di fidelizzazione e ricompense a punti.

Ora gli utenti mobile-pocket italiani e spagnoli potranno scoprire le ultime offerte e occasioni dei loro rivenditori preferiti. Aggiungendo le carte fedeltà all’app mobile-pocket non solo non avranno più bisogno di tessere di plastica o cataloghi cartacei. Ma troveranno le migliori offerte direttamente sul loro telefono. Quando fanno acquisti, aprendo l’app accederanno anche alle ultime offerte dei cataloghi collegate alle loro carte fedeltà.
Nei prossimi mesi, anche i rivenditori avvertiranno l’impatto di questa collaborazione: l’integrazione di questa nuova funzionalità aiuterà i rivenditori a interagire con un maggior numero dei loro clienti fidelizzati prima degli acquisti, fornendo una grande opportunità per indirizzare gli afflussi.

«Tiendeo aiuta i rivenditori in 35 Paesi ad aumentare il traffico verso i loro negozi fisici. La collaborazione con mobile-pocket è l’opportunità perfetta per i rivenditori di essere vicini ai loro clienti in ogni fase e mostrare loro il contenuto a cui sono interessati» ha detto Eva Martin, CEO di Tiendeo.

Poiché mobile-pocket non è solamente un’app ma un intero ecosistema per le soluzioni di fidelizzazione e di ricompense a punti, ogni portafoglio digitale all’interno dell’ecosistema mobile-pocket può anche accedere facilmente e distribuire questo contenuto ready-to-use. In questo modo si offre agli utenti un motivo in più per impiegare il proprio portafoglio digitale e spingerne l’utilizzo.
Tiendeo e mobile-pocket stanno pianificando di espandere la loro collaborazione in altri paesi dell’Europa e dell’America Latina, aree in cui operano le aziende.

Nasce a Milano Meet, primo centro italiano di cultura digitale

I temi del 2018 secondo Meet.

Nasce a Milano, MEET, il primo centro internazionale in Italia volto a promuovere la cultura digitale: luogo di incontro, confronto e co-progettazione che intende colmare il divario digitale nel Paese. Promotori dell’iniziativa sono l’istituzione filantropica Fondazione Cariplo e Meet the Media Guru, piattaforma di idee ed eventi diretta da Maria Grazia Mattei che, dal 2005, indaga il tema dell’innovazione e del digitale come crocevia per la cultura, l’economia e le professionalità del nostro tempo.

Luogo fisico e contenitori di incontri, workshop, mostre e iniziative sarò l’attuale Spazio Oberdan in piazza Oberdan, storica sede della Fondazione Cineteca Italiana che collaborerà con la nuova entità: i 1200 metri quadri di proprietà della città metropolitana sono stati assegnati con un bando proprio pochi giorni fa al progetto sostenuto da Fondazione Cariplo, che da 26 anni promuove iniziative benefiche e culturali. I lavori per la ristrutturazione dovrebbero terminare entro il 2018, ma per ora contenitore e luogo digitale per l’incontro e la divulgazione delle iniziative (al via da marzo) sarà il sito di meet.

 

Il futuro è qui

Il digitale è il futuro, e può essere un’opportunità o una minaccia, a seconda che si conosca e non si subisca passivamente.  E questo in tutti i campi, dal retail all’agricoltura, dalla cultura all’arte. 
MEET nasce come impresa sociale con la convinzione che l’innovazione sia un fatto culturale, prima ancora che tecnologico e che la diffusione della cultura digitale favorisca non solo la crescita dell’economia, ma anche delle opportunità e del benessere per tutti i cittadini.

Anche se è fortissimo il legame con la città, per il suo ruolo strategico nel processo di innovazione del Paese sottolineato dal sindaco Beppe Sala presente oggi al lancio di Meet, il centro ambisce a fare di Milano un punto di riferimento per la Cultura Digitale anche sulla scena internazionale, ma allo stesso tempo promuoverà iniziative in altri luoghi de Paese.

«Per Meet the Media Guru, Cultura Digitale è il DNA del tempo che viviamo, è il sistema di simboli e comportamenti che definisce il nostro presente. – ha dichiarato Maria Grazia Mattei, Direttore del neonato Centro e fondatrice di Meet the Media Guru – Spesso, come accade a chi guardi in un cannocchiale rovesciato, si crede che il cambiamento tecnologico sia la causa quando è la conseguenza del nostro modo di vivere e di pensare. Qual è il pericolo di questo malinteso? È che ci trasformi in semplici fruitori di tecnologia sempre nuova. Mentre noi, presi dalla rincorsa verso l’ennesima novità, sopraffatti dalla fatica dell’aggiornamento costante, spaventati dal restare indietro – perdiamo il senso di tutto questo correre. Con il MEET vogliamo dare voce alla Cultura Digitale come un nuovo Umanesimo che tiene insieme gli elementi della travolgente trasformazione, senza lasciare nessuno fuori, in una logica di incontro e di inclusione».

È stato più volte sottolineato nel corso della presentazione il doppio ruolo di una città come Milano, tra inclusione, apertura all’esterno e al diverso, e alle nuove possibilità date dalla attuale rivoluzione tecnologica, basata su intelligenza artificiale, robotica e Iot. 

«Oggi, tra le numerose povertà che ci troviamo di fronte (a Milano 13mila bambini soffrono la fame), c’è una povertà culturale nei confronti della trasformazione che il digitale ha prodotto e sta producendo – ha detto il Presidente di Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti -. Ciò determina distorsioni legate all’analfabetismo che sfociano nell’improvvisazione. La povertà culturale, e per certi versi anche strutturale, non consente di utilizzare a pieno le potenzialità che il digitale offre per lo sviluppo economico e per la crescita delle persone. Per questo Fondazione Cariplo ha creduto e crede nella necessità di far nascere una nuova iniziativa come MEET. Creatività, inclusione sociale, opportunità per i giovani. Milano ha dimostrato di saper cogliere le sfide della modernità, rinnovandosi rispetto al suo passato industriale e confermando il suo ruolo centrale nell’economia del Paese. È giusto che anche dal punto di vista culturale Milano si faccia promotrice di un progetto innovativo che porti l’Italia all’attenzione dell’Europa e del mondo».

Importante è che al centro ci sia l’uomo, o meglio un nuovo umanesimo tecnologico come hanno sottolineato i relatori: oltre al sindaco di Milano Sala e ai promotori dell’iniziativa, Luigi Ferrara, preside del Centre for Arts, Design & Information Technology della George Brown College di Toronto e dell’Institute without Boundaries e Lucilla Sioli, capo della direzione Industria della direzione generale Connect della Commissione Europea, che ha fornito l’immagine di una Italia un po’ indietro rispetto ai Paesi più avanzati ma che dall’innovazione ha tanto da guadagnare, specie sul fronte del ricco tessuto delle Pmi.

 

Energia, sicurezza e comodità spingono Iot e smart home: nel 2017 spesi 250 milioni (+38%)

Vale 250 milioni in Italia il mercato della Smart Home, che comprende tutte le soluzioni Internet of Things per la casa. Il dato, contenuto nella ricerca dell’Osservatorio Internet Of Things della School of Management del Politecnico di Milano presentata a Milano nel corso del convegno dal titolo “Non manca (quasi) più nessuno: la Smart Home apre i battenti”, è relativo al 2017 e fa registrare un aumento del 35% rispetto al 2016. A spingere questa crescita, secondo Giulio Salvadori, direttore dell’osservatorio, in particolare “le applicazioni per la sicurezza e la gestione del riscaldamento e degli elettrodomestici”. A motivare l’acquisto dei consumatori italiani sono essenzialmente pochi bisogni: la possibilità di avere la propria abitazione sotto controllo, la maggiore comodità nello svolgere attività ricorrenti e il risparmio energetico.

 

Italia relativamente poco “smart” attende l’arrivo dei “Big” e degli assistenti vocali

Il mercato italiano appare ancora un passo indietro rispetto agli altri grandi Paesi europei, ma risente positivamente dello sbarco nel mercato della casa connessa, accanto alle start-up (che offrono oltre metà dei prodotti in vendita) di grandi produttori con brand affermati, dotati di una rete di vendita capillare e di una filiera fidelizzata di installatori, fattori cruciali per aumentare la fiducia dei consumatori. Se infatti il 38% degli italiani dichiara di possedere già almeno un oggetto “smart” in casa, il 74% di loro ammette di avere avuto bisogno dell’aiuto di un professionista per l’installazione mentre il 51% si dice preoccupato per i rischi legati alla privacy e ai cyber attacchi da parte di malintenzionati. Tra retailer, produttori, assicurazioni, utility e telco, ormai all’appello nel nostro Paese nel mercato della casa connessa mancano solo i grandi operatori over the top come Amazon, Google e Apple, che all’estero hanno appena iniziato la battaglia globale degli assistenti vocali intelligenti (Smart Home speaker), destinata a rivoluzionare il settore.

A trainare il mercato italiano della Smart Home sono le applicazioni per la sicurezza, come sensori per porte e finestre in grado di rilevare tentativi di infrazione, videocamere di sorveglianza, serrature e videocitofoni. Seguono i prodotti per la gestione del riscaldamento, cioè caldaie e termostati connessi, e infine le soluzioni per la gestione elettrodomestici, in particolari lavatrici connesse, controllabili via App e dotate in alcuni casi di assistente vocale. Da noi non sono ancora arrivati gli Smart Home speaker, altoparlanti che riducono la complessità di connessione e che negli Usa hanno già toccato i 35 milioni di esemplari venduti.

 

Il consumatore italiano appare ancora pigro e scarsamente informato. Se come detto il 38% degli intervistati tra i 18 e i 74 anni dice di avere in casa una soluzione di Smart Home, e il 32% l’ha acquistata nel corso del 2017, chi oggi non dispone di oggetti connessi per la propria abitazione nel 27% dei casi non ha mai valutato di acquistarli e nel 17% non ne comprende appieno i benefici. I media tradizionali si confermano il principale canale di comunicazione: infatti il 58% dei consumatori ha sentito parlare di Smart Home nella pubblicità su radio, TV e giornali, mentre il 32% tramite Internet.

Il canale di vendita di Smart Home più diffuso in Italia resta quello tradizionale (70% del mercato) anche se cresce la quota di mercato dei canali alternativi come retailer online e offline, assicurazioni, telco e utility (30% con una crescita del 125% in un anno).

Le tre principali barriere alla diffusione delle soluzioni per la Smart Home sono l’installazione dei prodotti, che risulta ancora difficoltosa per il consumatore, costretto spesso a rivolgersi a un installatore specializzato; l’integrazione dell’offerta con servizi di valore, ancora carente; e la ancora scarsa presenza di brand affermati, riconoscibili dal consumatore e quindi ritenuti affidabiliIi.

Abbigliamento, online nel 2017 Zalando Adidas e Zara conquistano il consumatore

È Zalando il brand del settore abbigliamento e accessori che ha mostrato la migliore performance sul web nel 2017 secondo la classifica stilata da BEM Research, confermandosi in testa dopo essersi aggiudicato la vetta anche lo scorso anno e nonostante la flessione dell’8,4% dell’indice BEM Rank.

Zalando eccelle per la capacità di essere rintracciata sul web (visibilità online) o perché gli utenti cercano direttamente il suo brand o perché appare nelle prime posizioni di Google Italia per ricerche relative a parole chiave generiche ad alto traffico. Tra i brand più visibili online rientrano anche Spartoo, Asos e Rolex. Relativamente alle prestazioni dell’homepage, ovvero alla velocità di caricamento e all’usabilità, conquista la posizione più alta BonPrix, seguita da Deichmann e Scarpa.

Adidas e Zara si confermano al secondo e al terzo posto, mentre Nike scala tre posizioni e conquista la quarta. BonPrix, pur evidenziano una flessione dell’indice BEM Rank, riesce a mantenere la quinta posizione, seguito da Spartoo che invece ne guadagna tre rispetto alla classifica dell’anno 2016.

Brillanti le performance di Lesara e Scarpe&Scarpe: il primo brand è riuscito a fare un balzo in avanti di ben 22 posizioni, il secondo di 20. Molto positiva anche la prestazione sul web di Sarenza, che rispetto al 2016 guadagna tre posizioni attestandosi al nono posto. Chiude infine la classifica Top10 H&M che rispetto al 2016 vede diminuire il suo indice BEM Rank del 16% e perdere quattro posizioni nella graduatoria.

Nel complesso, la media del BEM Rank nel 2017 per i circa 60 brand del settore abbigliamento e accessori considerati è pari a 29,5 punti, contro i 34 punti registrati nel 2016 (variazione del -13%). Tra i brand con le migliori performance sul web entrati in classifica nel 2017 si segnalano Stylight, Freitag, Pittarello e Puma.

 

Nel settore sempre più forte l’online

L’acquisto online di capi di abbigliamento, calzature e accessori continua a crescere e si prevede che entro il 2020 la percentuale sul totale degli acquisti di questi prodotti supererà il 40%. Complici di questa tendenza la forte competizione del settore moda che ha determinato un abbassamento dei prezzi, l’utilizzo quotidiano di smartphone e tablet e il conseguente aumento di applicazioni mobile e-commerce espressamente dedicate all’acquisto, facile, veloce e sicuro di capi di abbigliamento, accessori e scarpe.

 

 

Cosa serve la blockchain nel retail? Traccia prodotti e assicura la supply chain

Non solo nel fintech, la tecnologia blockchain e il trattamento dati sono oggi e saranno in futuro mezzi sempre più determinanti anche nel retail, per assicurare la trasparenza e il controllo dell filiera, dalla fabbrica al negozio, dal campo alla tavola. Per sfruttarne a pieno le potenzialità è nata la partnership tra DNV GL, fornitore di servizi di assurance e uno degli enti di certificazione leader a livello internazionale, e VeChain. pioniera nell’utilizzo della blockchain che controlla la principale piattaforma pubblica di blockchain per prodotti e informazioni. DNV GL adotterà progressivamente la blockchain per aiutare le imprese a rendere più trasparenti e tracciabili i loro prodotti, dalla fabbrica al consumatore finale.

 

Blockchain nel retail: più trasparenza lungo la supply chain

Oggi è cruciale per le aziende gestire complessità e rischi lungo la supply chain e al contempo garantire la conformità agli standard di settore e alle richieste degli stakeholder, in ambiti che vanno dalla qualità del prodotto alla responsabilità d’impresa. Ad esempio, un produttore del settore agroalimentare deve verificare di aver implementato processi in grado di gestire correttamente la sicurezza alimentare in tutte le fasi della filiera o un produttore di automobili deve garantire la sicurezza funzionale dei suoi veicoli.

Combinando il know-how di DNV GL con le principali applicazioni della tecnologia blockchain e utilizzando dispositivi IoT (Internet of Things) come sensori integrati nei prodotti, è possibile conoscere la storia, lo stato e le prestazioni di un prodotto e ottenere informazioni sulle modalità di produzione, su come è stato trasportato, come è stato conservato e lo stato di qualità in qualsiasi momento. Il livello di trasparenza e la quantità di informazioni raccolte lungo tutta la filiera consentiranno alle aziende un maggior controllo e un miglioramento dell’efficienza complessiva lungo tutta la supply chain.

I consumatori, dal canto loro. potranno verificare la sicurezza e la genuinità del prodotto che intendono acquistare. Per il consumatore sarà possibile controllare direttamente che il prodotto provenga da un produttore eticamente responsabile, che il cibo congelato sia stato trasportato in modo sicuro e alla temperatura corretta, che il bene di lusso sia originale e sarà anche possibile tracciare da quale grappolo d’uva proviene il vino.

«I dati stanno diventando un asset sempre più prezioso, e la partnership con VeChain consentirà alle nostre soluzioni digitali di soddisfare le mutevoli esigenze di un’economia fondata sui dati – ha affermato Luca Crisciotti, CEO di DNV GL – Business Assurance -. Sfruttando l’IoT e la tecnologia blockchain stiamo reinventando il processo di assurance. Il nostro concetto di Digital Assurance fornirà alle aziende e ai consumatori finali un grado di informazioni sul prodotto e sui fornitori senza precedenti, in misura e accuratezza mai stati possibili prima».

Queste nuove soluzioni saranno dedicate inizialmente al settore agroalimentare, al retail e alla moda. In un secondo tempo saranno rivolte ad altri settori, come quello automobilistico e aerospaziale.

«La blockchain ha molte applicazioni oltre al settore finanziario e sono lieto che DNV GL abbia riconosciuto l’impatto rivoluzionario che può portare nella gestione della supply chain – ha detto Sunny Lu, CEO di VeChain -. Mettiamo insieme servizi di assurance con la tecnologia blockchain per aiutare i clienti ad accrescere la credibilità dei propri prodotti sotto ogni aspetto: dalla qualità alla sicurezza, agli aspetti legati alle loro prestazioni».

Riconoscimento facciale e robot, le tecnologie più avanzate si usano per vendere hamburger

Un chiosco con riconoscimento facciale che – giustappunto – ti riconosce e ricorda grazie all’intelligenza artificiale i tuoi ordini, già testato nel punto vendita di Pasadena, e un robot cuoco che cuoce alla perfezione e senza errori hamburger tutti (perfettamente) uguali, che dovrebbe partire nel corso del 2018: le ultime frontiere dell’interazione tra uomo e macchina non si trovano in qualche campus universitario americano ma da Caliburger, catena californiana con succursale a Dubai specializzata nel più diffuso tra i fast food, l’hamburger, appunto.

Il chiosco di Caliburger, sviluppato con la tecnologia di NEC Corporation of America, unisce riconoscimento facciale, analisi degli ordini precedenti e programma fedeltà per fornire un’esperienza personalizzata e coinvolgente. Ai clienti – già ora a Pasadena – è sufficiente andare al chiosco e sorridere per visualizzare i propri ordini precedenti, eventualmente riordinarli con un clic e nel frattempo guadagnare punti fedeltà. In una seconda fase che potrebbe già attivarsi quest’anno il riconoscimento facciale dovrebbe poter essere utilizzato anche per il pagamento.

«Legare il programma fedeltà al riconoscimento facciale riduce molto gli ostacoli legati alla registrazione e al suo uso; inoltre consente a una catena di ristoranti come CaliBurger di fornire ai clienti un’esperienza personalizzata e interattiva al chiosco per gli ordini -ha detto l’Ad di Cali Group di John Miller -. Il nostro obiettivo nel 2018 è di sostituire le carte di credito con i pagamenti tramite riconoscimento facciale. quest’ultimo fa parte di una strategia più ampia che consenta ai settori della ristorazione e del commercio di garantire lo steso tipo di benefici e convenienza nel mondo reale di quelle che i clienti sperimentano con retailer come Amazon nel mondo digitale».

Quanto al robot cuoco, soprannominato Flippy, secondo il produttore Miso Robotics impara dall’esperienza, e non avrebbe l’ambizione di sostituire gli umani ma piuttosto lavorerà al loro fianco. Potrebbe essere impiegato in 50 ristoranti nella catena già da quest’anno, e oltre a cuocere hamburger e può essere programmati per svolgere nuovi compiti come tagliare verdure o friggere pollo.

E i dipendenti in surplus dalla cucina? Secondo il produttore potranno essere reimpiegati in sala per interagire con la clientela. Sempre, naturalmente, che non sia troppo occupata a sorridere al chiosco per gli ordini…

I tempi sono dunque maturi per il ristorante automatico, in cui il cliente interagisce solo con le macchine? Teoricamente sì, la tecnologia c’è. Va detto però che la prima “mini-catena” di ristoranti automatici, Eatsa, ha chiuso i battenti di cinque dei suoi sette ristoranti automatici dopo poco più di un anno dall’apertura. Al momento piuttosto che insalate salutari sta vendendo la sua tecnologia ad altre catene fast food. La prima, Wow Bao, specializzata in ravioli cinesi, ha aperto a dicembre a Chicago il suo primo ristorante automatico. Cuochi nel retro, nascosti, e un paio di assistenti per aiutare i clienti negli ordini, ma nessun cameriere. Secondo il presidente Geoff Alexander i tempi sono maturi: «Il mondo era forse pronto per Facebook? O per fare acquisti su Amazon? È la stessa cosa con i ristoranti. L’ospitalità sta evolvendo» ha detto al Chicago Tribune

Promozioni, i prodotti di tendenza del 2018 nel calendario di Tiendeo (infografica)

Tiendeo.it, il portale leader nel campo dei cataloghi e delle offerte online geolocalizzate, ha condotto un’analisi dei suoi dati interni al fine di promuovere i prodotti con il maggior volume di promozioni concentrate in ciascun mese dell’anno.

Basandosi su dati interni, sono stati selezionati per ogni mese i prodotti che segneranno le tendenze del calendario commerciale del 2018. Se ad esempio gli arredi e i dispositivi elettronici saranno al centro dell’interesse dei consumatori e delle offerte per tutto l’anno in corso, il periodo preferito per l’acquisto degli articoli per la casa è nel primo trimestre dell’anno, mentre i dispositivi elettronici raggiungeranno il loro picco nella seconda parte del 2018, in coincidenza con i periodi del ritorno a scuola, del Black Friday o del Natale.

Nel 2018 poi alcuni periodi commerciali inizieranno a essere anticipati, per effetto dei consumatori che pianificano i loro acquisti. Questo accade con il ritorno a scuola o con il Natale, con lo shopping del ritorno a scuola che inizia a luglio, aumentando significativamente in agosto e scomparendo completamente durante il mese di settembre. Mentre il Natale sarà già in primo piano il mese di ottobre, con un notevole aumento a Novembre – motivato dalla presenza delle offerte del Black Friday – e dicembre, che resta il mese centrale di questo periodo commerciale.

 

Il Black Friday surclassa i saldi invernali

È interessante notare come gli acquisti online stiano di fatto cambiando profondamente le abitudini dei consumatori, e questo si vede già a partire dai saldi in corso, con le visite su Tiendeo.it relative ai saldi invernali inferiori del 15% rispetto ai saldi estivi e del 48% rispetto al Black FridayI saldi invernali starebbero dunque perdendo popolarità tra i consumatori italiani. La tendenza negli ultimi anni vede le spese elevate relative alle vacanze di Natale portare i consumatori a spostare I loro acquisti ad altri periodi commerciali dell’anno, puntando a sfruttare eventi commerciali con radici meno profonde.

Natale online, stagione di frodi informatiche: 10 consigli per acquisti sicuri

Il Natale è la stagione attesa con trepidazione non solo dai bambini ma anche dai “web criminali” di tutto il mondo, che in questo periodo dell’anno possono fare incetta di “regali natalizi”, via frodi informatiche. Con l’aumento dell’e-Commerce per fare acquisti (per dire, in questa stagione la metà degli americani comprerà regali online) il 2017 promette di essere non solo l’anno dell’online, ma anche quello in cui schizzerà alle stelle il numero di crimini informatici. Una ricerca condotta da Barclays rileva come oltre un quarto di tutte le truffe online nel Regno Unito si verificano in occasione del Natale, mentre il ThreatMetrix prevede quest’anno 50 milioni di cyber attacchi globali. Principali obiettivi sono naturalmente i Paesi con forti previsioni finanziarie e un elevato livello di adozione mobile. Infine, il trimestrale Threat Intelligence Report rilasciato da NTT Security rivela che gli attacchi globali di phishing sono cresciuti del 74% nel terzo trimestre del 2017.

«Nelle prossime sei settimane assisteremo a un incremento delle campagne di email phishing, attacchi ransomware, trojans bancari, così come alla nascita di siti web fraudolenti che promuovono offerte speciali come pacchetti vacanze scontati – spiega Mark Thomas, Security Strategist di Dimension Data -. Le gift card false, che potrebbero portare gli utenti verso siti non sicuri o a scaricare file dannosi per i propri dispositivi, diventeranno sempre più diffuse».

Altre frodi riguadano notifiche fasulle sullo stato di consegna delle spedizioni per invogliare a cliccare su link malevoli, offerte speciali indesiderate e false ricevute per acquisti online che richiedono l’apertura di allegati contenenti ransomware.

I criminali informatici sono alla ricerca di due cose: i dati delle carte di credito da usare per i loro acquisiti. E informazioni sull’identità personale, come user name, password e informazioni contenute sui siti visitati regolarmente. Se un cyber criminale riesce ad accedere alle credenziali personali, potrà utilizzarle su molteplici siti e piattaforme spacciandosi per l’utente frodato.

Le aziende dovrebbero educare i dipendenti che si connettono alla rete aziendale a rimanere sempre vigili durante le prossime festività. «Fornire un’autenticazione multi-fattore per accedere ai sistemi aziendali è un ulteriore passo per contrastare i criminali informatici. Questo, infatti, fa si che gli attacchi alle credenziali personali siano più difficoltosi per gli attentatori – dice Thomas -. I rivenditori, in particolare, devono alzare il livello di allerta in quanto i cyber criminali cercheranno di approfittare proprio di queste realtà durante il periodo natalizio».

Bambini, genitori e parenti, che non sono esperti di queste tematiche, dovrebbero essere educati e protetti per non diventare anch’essi vittime di attacchi informatici. «Oggi esistono parental controls che possono essere applicati ai telefoni cellulari, simili a quelli integrati sulla TV. La maggior parte dei telefoni moderni sono già dotati in automatico di sistemi per la verifica delle applicazioni che consentono di scaricare app solamente da fonti affidabili» conclude Thomas.

Ecco 10 consigli per acquisti online sicuri (fonte: Dimension Data)

  1. Non utilizzare mai Wi-Fi pubblici per effettuare acquisti online
  2. Mai aprire email, cliccare su link o aprire allegati provenienti da fonti sconosciute.
  3. Assicurarsi di scaricare sul proprio dispositivo solo applicazioni provenienti da fonti conosciute e affidabili
  4. Non condividere mai user name, password o altre informazioni personali online
  5. Utilizzare un sistema di gestione delle password che consenta di archiviare e gestire in modo sicuro tutte le credenziali da un’unica postazione
  6. Diffidare di email indesiderate che promettono offerte entusiasmanti e non aprire i relativi allegati
  7. Prestare attenzione all’icona del lucchetto visibile sul proprio browser per confermare la crittografia che garantisce che il sito web da cui si sta acquistando è sicuro e attendibile
  8. Usare la carta di credito piuttosto che la carta di debito e non registrare i dettagli della carta online
  9. Assicurarsi l’aggiornamento costante dei sistemi di antivirus e patching sui propri dispositivi
  10. Controllare spesso l’estratto conto bancario e segnalare immediatamente alla propria banca addebiti non autorizzati o sospetti

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