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Cosa cerca il nuovo consumatore, tra on e offline: ce lo dice l’analisi Total Retail di Pwc

Uno sguardo sulla spesa del futuro, improntata da quei Millennials che sono gli influenzatori della spesa di oggi e segnano la strada che prenderanno i trend di acquisti di domani: lo offre il “Total Retail 2017”, la ricerca di PwC che analizza i comportamenti di consumo online e l’attitudine alla multi-canalità di 24.500 consumatori in 32 Paesi, tra cui oltre 1000 italiani.

In primo piano emerge l’importanza dei social media, con il 56% degli italiani che è stato influenzato a spendere di più dall’interazione che ha avuto via social con un brand, e quasi il 60% che dichiara di sentirsi più coinvolto dal brand proprio attraverso i social media.

Rilevata anche l’importanza del punto vendita fisico, che resta di gran lunga il canale principale per gli acquisti: il 51% dei consumatori italiani lo visita almeno una volta alla settimana per effettuare i propri acquisti. Determinante sempre più sul prezzo emerge la richiesta di servizio: il 73% dei consumatori ricerca un addetto con profonda conoscenza dei prodotti, seguito al secondo posto da offerte real-time e personalizzate e dalla possibilità di verificare rapidamente lo stock di un altro negozio.

Elementi per lo più disattesi, con quasi la metà dei clienti che si dichiara insoddisfatta, con scollamenti significativi specie su temi come le offerte personalizzate (25 punti di scollamento) e la preparazione degli addetti e la possibilità di controllare la disponibilità dei prodotti altrove.

Come rileva Erika Andreetta, Partner PwC e Consulting Leader per il Retail e il Consumer. «Il tema chiave oggi non è più legato all’apertura dei negozi, bensì alle competenze: i retailer devono investire sulle competenze digitali e di operations dei propri team, perché sappiano gestire l’innovazione digitale, una supply chain sempre più complessa e il lancio di nuovi servizi per assicurarsi la fedeltà del cliente».

Anche perché la sfida sulla ricerca del prodotto è vinta a mani basse dal canale online, le cui percentuali prevalgono sul negozio in 10 categorie su 11, con picchi massimi nel settore “libri, musica e videogames” (74% vs 12%), ed “elettronica di consumo e computer” (68% vs 22%). L’unica eccezione riguarda la categoria dei generi alimentari, dove il negozio rimane il canale di ricerca preferito (46% vs 37%), indicando la sua importanza per tale filiera.

I consigli per i retailer che guardano al futuro? Trovare strade innovative per raccontare la propria storia e creare connessione con i consumatori, utilizzando i social media sia per informare sia per creare engagement con il consumatore, attraverso “storie a puntate” o iniziative di tipo emozionale. Rafforzare la fedeltà dei consumatori attraverso offerte personalizzate, accessi speciali a sconti e servizi premium come (per la moda) giornate di shopping dedicate, o la possibilità di ordinare in anticipo prodotti in serie limitata e occasioni esclusive di incontro con il designer. Assicurarsi una presenza online efficace e funzionale, attraverso un sito internet ottimizzato per ogni strumento, propri canali sui principali social media capaci di creare engagement con i clienti e garantire una shopping experience a 360 gradi. Sfruttare i benefici di una presenza offline, rendendo più accattivante lo store, creando un’esperienza di acquisto unica nel punto vendita, facendo sinergia tra l’offerta online e offline e investendo sul personale presente in store attraverso una formazione ad hoc.

Sul prossimo numeri di InStore l’analisi completa con i 10 “temi caldi” che i retailer devono affrontare oggi e che riflettono la sempre maggiore complessità del mercato.