
Entrano nel gotha delle produzioni enogastronomiche italiane certificate coppa, pancetta e salame piacentini, che potranno fregiarsi del titolo di DOP- Denominazione di Origine Protetta. Sono 17 i salumifici che fanno parte del Consorzio Salumi Tipici Piacentini dotati dei requisiti per poter produrre i salumi piacentini DOP.
L’ente certificatore CSQA si occuperà dell’attività di controllo delle tre DOP mentre l’Istituto Parma Qualità di Langhirano dell’attività di controllo su allevamenti, macelli e laboratori di sezionamento. La materia prima utilizzata proviene infatti da suini rigorosamente nati e allevati nelle regioni Emilia Romagna e Lombardia, mentre la zona di produzione è limitata alla provincia di Piacenza, il cui clima è determinante per ottenere le particolari caratteristiche di questi salumi, che sono lavorati rispettando le tradizionali tecniche di lavorazione che risalgono al 1700. Sono prodotti che l’anno scorso hanno avuto un buon successo, tanto che l’anno scorso sono state prodotte 389.783 coppe piacentine, il 10% in più rispetto al 2013 e 129.142 pancette, con un lieve incremento rispetto al 2013. Ma il vero successo è stato registrato dal salame piacentino, caratterizzato da un aroma delicato di carne stagionata con un tenue sentore di spezie e stagionato per almeno 45 giorni, che ha avuto un incremento della produzione nel 2014 di quasi il 40%, arrivando a 1.581.835 pezzi prodotti.
“La nostra esperienza e la nostra leadership nel certificare le tipicità del food italiano – ha detto Pietro Bonato, Direttore Generale di CSQA – sono state messe a disposizione dei salumifici piacentini e dei loro prodotti che vanno ad aggiungersi agli oltre 50 DOP, IGP, STG che già controlliamo. Considerando che oltre il 25% della produzione delle aziende certificate è destinato all’export, questo settore rappresenta il Made in Italy in Europa e nel mondo. La sfida di CSQA è quella di certificare le imprese italiane dell’agroalimentare per inserirle nei circuiti europei e internazionali garantendo ai consumatori solo prodotti di qualità primaria”.
L’Italia detiene con il 20% del totale, il primato europeo per il numero di DOP e IGP registrate.