Internet & Italy, due su tre connessi tra social, messaggi e video, latitano le app

Siamo sempre più connessi: a dicembre 2016 lo erano due italiani su tre (65%), in aumento ma ancora indietro rispetto ai Paesi digitalmente più evoluti. Internet piace a noi italiani, ma a modo nostro: preferibilmente da smartphone (che cresce del +12% sul 2015), e soprattutto per mandare messaggi e indugiare sui social: 6 minuti ogni 10 vengono trascorsi su Facebook o Whatsapp. Sono i dati presentate da comScore all’interno del report “Internet in Italia – I Trend del 2017”.

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Mobile? First!

I dispositivi mobili sono il driver determinante di crescita dell’utilizzo di Internet in Italia; nel 2016 infatti sono cresciute del 12% le persone che hanno navigato in rete almeno una volta al mese con i propri device mobili a fronte di un calo del 4% di coloro che l’hanno fatto attraverso il desktop. Resta però il fatto che il 53% di penetrazione dell’Italia risulta di 25 punti percentuali inferiore agli Stati Uniti (attestati al 78%) e di 17 più basso rispetto al Regno Unito (al 70%). Inoltre, una componente sempre più consistente di chi naviga in rete accede ormai esclusivamente con device mobili (gli utenti “mobile only” sono un terzo di chi accede da desktop), un fenomeno più pronunciato sulle fasce d’età più giovani. Sui device mobili alla fine del 2016 gli italiani spendono circa due minuti su tre (65%) del totale del tempo trascorso in rete, dato in linea con quelli di USA (69%) e UK (64%).

Ma cosa facciamo una volta online? In Italia oltre la metà del tempo sulla rete viene trascorso sui social media e sui servizi di messaggistica, mentre in USA e UK la categoria di contenuto con il più alto tasso di utilizzo è l’Entertainment.

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Le app queste sconosciute

Su queste dinamiche, spostamento delle Audience e distribuzione del traffico, giocano un ruolo determinante le app su cui oggi si trascorre circa il 90% del tempo da dispositivi mobili e quindi il 57% del totale del tempo speso in rete (dati allineati a quelli dei paesi più sviluppati). Ma circa il 60% del tempo totale viene trascorso sulle due app più utilizzate (WhatsApp e Facebook) mentre in termini di penetrazione sugli utilizzatori di smartphone tutte le prime 10 App appartengono a Google o Facebook.

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In realtà siamo pigri utilizzatori assai abitudinari: solo il 34,2% di possessori di smartphone scarica almeno una nuova applicazione al mese, dato in linea con quello di Germania e Spagna (rispettivamente 33,7% e 31,7%) e superiore al dato francese (23,4%) ma lontano dalla maggiore disponibilità a scoprire nuove app che fanno segnare UK (41,4%) e USA (48,7%).

Per contro, la mobile audience italiana, in confronto con i consumatori degli altri Paesi più sviluppati, fa registrare i più alti tassi di acquisto via mobile sia da app (11,2%) che da browser (16,4%).

 

Tutti pazzi per i Video Online

A dicembre 2016 sono stati 28 milioni gli Italiani che hanno visto un video online attraverso il desktop e 18 quelli che hanno dichiarato di farlo con uno smartphone.
La crescita delle visualizzazioni da smartphone in Italia (+15% nel 2016) è seconda solo a quella registrata in Germania (+19%) e conferma il grande potenziale della fruizione di video on-line in mobilità. Oggi oltre la metà (55,5%) dei possessori di smartphone italiani dichiara di aver visto un video utilizzando il proprio device, e lo fa con sempre maggiore frequenza: crescono del 34% (da 3,3 a 4,4 milioni) gli utenti che guardano video quasi ogni giorno.

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Data la percentuale di tempo speso da desktop nella visualizzazione dei video si può ipotizzare come, in futuro, l’utilizzo della rete come piattaforma di entertainment potrà diventare sempre più rilevante nella dieta mediatica degli Italiani (avviene già in UK e USA). Sono infatti le fasce di età più giovani a utilizzare fino a metà del proprio tempo online tramite Desktop per guardare video editoriali, con un record per la fascia 15-24 (52%) seguito da quella 6-14 (46%), mentre per le fasce d’età più adulte il dato si assesta a poco più di un terzo del tempo totale (tra 34% e 36%).

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«Quello che emerge dall’analisi dello stato di utilizzo di Internet In Italia alla fine del 2016 è uno scenario in chiaroscuro – dichiara Fabrizio Angelini, CEO di Sensemakers che rappresenta comScore in esclusiva in Italia -, Il ritardo che continuiamo a scontare nei livelli di penetrazione di utilizzo della Rete rispetto ai Paesi più evoluti, se da un lato rappresenta un problema importante per lo sviluppo della nostra economia digitale, dall’altro indica un potenziale di crescita ancora significativo. Allo stesso modo se l’espansione della fruizione da mobile fa ben sperare, i livelli di concentrazione che essa genera devono far riflettere. Credo che il video on-line possa, anche nel nostro Paese, far aumentare l’importanza della Rete come piattaforma di entertainment su cui far crescere gli investimenti pubblicitari. Da questo punto di vista i dati su Adblocking e Traffico Invalido mostrano come il mercato on-line italiano sia più efficiente e trasparente di altri, anche se bisogna far aumentare il grado di confidenza degli investitori. Sono trascorsi ormai cinque anni da quando, per primi in Italia, presentammo al mercato i dati sulla Viewability che nel frattempo è passata dal 47 al 54%. Il miglioramento c’è stato ma non basta».