Ocse e Fao, prezzi dei prodotti agricoli in calo: proteine e carne su, cereali e biofuel giù

Produzione e consumi stabili, prezzi in calo: sono queste le Previsioni sull’Agricoltura 2015-2024 di Ocse e Fao. Il rapporto firmato dalle due organizzazioni mostra un mondo diviso in due, con le fasce di popolazione più benestanti dei Paesi emergenti che richiedono più proteine animali e zucchero, mentre nel “Vecchio mondo” gli stessi prodotti sono causa crescente di malattie legate a sovrappeso ed obesità, specie tra le fasce più disagiate e con meno istruzione.

Prezzi: cereali giù, carni su

Nel 2014 i prezzi di cereali e carni nel 2014 hanno preso direzioni opposte. Due anni di raccolti abbondanti hanno portato a una pressione ulteriore sui prezzi per cereali e oli di semi. Al contrario i prezzi delle carni, a causa di alcuni fattori come la ricostituzione delle mandrie e le epidemie, sono schizzati a livelli record.
In termini reali, i prezzi di tutti i prodotti agricoli dovrebbero diminuire nei prossimi dieci anni a causa della crescita della produttività e dalla diminuzione dei prezzi di ingresso, che hanno superato il rallentamento dell’incremento della domanda degli alimenti base, dovuto all’arresto dell’incremento di consumi pro capite che nelle economie emergenti si sta avvicinando alla saturazione. Questo è in linea con la tendenza al ribasso del secolo, ma si prevede che rimarranno più alti che nel periodo precedente l’aumento del 2007-08.

Cambia la dieta nelle economie emergenti

Il rallentamento della crescita della popolazione, l’urbanizzazione e l’aumento del reddito pro capite hanno portato ad un aumento del,a domanda di cibo, e in particolare di certi alimenti come le proteine animali. Per questo motivo il prezzo della carne e dei latticini resterà alto, rispetto a quello dei cerali e degli semi oleosi. Non solo: aumenterà per quanto riguarda i semi grezzi il prezzo di quelli usati come mangime. Secondo il direttore generale della FAO José Graziano da Silva l’aumento delle calorie nella dieta dei Paesi in via di sviluppo “è una buona notizia”, ma è anche vero che questi paesi “sono ancora molto indietro rispetto alle economie avanzate, e questo significa che la fame in questi paesi non è ancora sconfitta”. Non solo: anche la cattiva alimentazione è un problema “nel momento in cui anche questi paesi dovranno affrontare le malattie derivate dal sovrappeso e dall’obesità”.

Biocarburanti non più così convenienti
Il prezzo del petrolio ai minimi storici ha portato a un abbassamento del prezzo dei biocarburanti e la coltivazione è generalmente meno redditizia che in passato, in assenza di incentivi che non si pensa saranno adottati dai governi europei o americani. In Brasile invece la produzione di etanolo da zucchero aumenterà grazie alle detrazioni fiscali e a un aumento nella percentuale di etanolo che obbligatoriamente deve avere la benzina. La coltivazione di biocarburanti è anche intensamente promossa dal governo indonesiano.

Pochi esportatori, sempre più importatori

Solo in Sud America è previsto un aumento della superficie coltivabile, mentre in Asia, Europa e Nord America l’aumento della produzione deriverà solamente dal miglioramento della produttività. Modesta la crescita prevista in Africa. Si prevede che l’esportazione dei prodotti agricoli si concentrerà sempre più verso pochi paesi, mentre sempre di più si affideranno all’importazione. Ciò porterà a un aumento delle fluttuazioni del mercato, causate da disastri naturali o dall’adozione di particolari misure commerciali . In generale, ci si aspetta che il commercio crescerà a un ritmo meno sostenuto che nel decennio precedente. Mantenendo però una quota stabile in relazione ai consumi e alla produzione globale. Il rapporto evidenzia che, se saranno mantenute le variazioni storiche circa la raccolti, il prezzo del petrolio e la crescita economica nei prossimi dieci anni dobbiamo aspettarci almeno una forte crisi sui mercati internazionali.

Chi va su e chi va giù alla mensa globale
La forte richiesta di proteine porterà a un ulteriore crescita nella produzione di semi commestibili, in particolare della soia, soprattutto in Brasile.
La maggior domanda di zucchero da parte dei paesi in via di sviluppo aiuterà la ripresa dei prezzi ai minimi storici, e potrebbe portare a investimenti nel settore. In Brasile, maggior produttore mondiale, questo dipenderà dalla redditività dello zucchero rispetto all’etanolo ricavato dalla stessa fonte.
Si prevede che la produzione derivante dalla pesca aumenterà fino del 20% entro il 2024, con l’acquacoltura che potrebbe sorpassare la produzione di pesca diretta nel 2023.
L’esportazione di latticini si concentrerà ancor più verso quattro paesi: Nuova Zelanda, Unione europea, USA e Australia, dove sono scarse le opportunità verso un aumento della domanda interna.
Il prezzo del cotone si abbasserà a causa della crisi di produzione cinese, ma dovrebbe tornare a stabilizzarsi nel resto del periodo; nel 2024 in ogni caso si prevede che i prezzi, reali e nominali, non raggiungeranno i livelli del 2012-14.