Accordo Melinda e la Trentina, le mele trentine ora corrono insieme

Una filiale commerciale condivisa entro fine anno: è questo il frutto dell’accordo firmato tra Melinda e La Trentina, le due principali realtà della melicoltura regionale (con una produzione di 400mila e 57mila tonnellate di mele all’anno, rispettivamente).

Una firma attesa, cercata, auspicata da tutti, che impegna i firmatari a costituire – a breve – una comune organizzazione per la commercializzazione dei prodotti, pur rispettando e anzi valorizzando i rispettivi marchi. Ed è proprio la nuova filiale commerciale la formula più pratica e utile allo scopo, e consentita dalla normativa vigente.

 

Influenze sul commercio ma anche sulla produzione

Una collaborazione significativa per il futuro del comparto melicolo trentino da cui deriveranno molteplici vantaggi per entrambe le compagini sociali, dal miglioramento della gestione delle vendite e del servizio al mercato all’ottimizzazione delle risorse interne, oltre ad essere l’occasione di una ridefinizione dell’assetto varietale che consentirà di selezionare la migliore qualità dei frutti di queste due realtà del territorio, oggi accomunate in un progetto dagli interessi e obiettivi condivisi volti ad una sempre maggiore sostenibilità delle produzioni.

«È un momento storico per la frutticoltura provinciale – ha detto il presidente della Cooperazione Trentina Mauro Fezzi -. Il movimento cooperativo rappresenta uno strumento in mano ai produttori, che deve essere utilizzato dalle persone. La cooperazione nasce con l’esigenza di integrare i piccoli, per fare in modo che diventino più grandi. È il mercato che richiede soggetti sempre più grandi. Un domani potrebbero aprirsi le porte anche ad altri operatori trentini».

«A livello mondiale si sono piantate parecchie piante di melo – spiega Michele Odorizzi, presidente del Consorzio Melinda -. La concorrenza è alle porte, le nubi all’orizzonte sono tante. Con questo primo passo dobbiamo coordinarci e dare risposte al territorio. La collaborazione non riguarderà solo aspetti commerciali ma anche l’organizzazione della produzione. E sarà solo un primo passo per affrontare decisi il mercato. La strada è segnata, e in futuro c’è spazio anche per altri produttori e altre realtà con le giuste sinergie».

L’accordo si divide in una parte transitoria (valida per il 2017), e una definitiva che riguarda il futuro. «L’obiettivo finale è quello di costituire una entità che gestisca per entrambe le Op tutta la fase commerciale – dice il presidente de La Trentina Rodolfo Brochetti –. In capo ai produttori rimane la parte industriale. Per la parte commerciale, si aprono grandi opportunità per valorizzare le produzioni vocate dei territori. Non dimentichiamo che produciamo anche le susine di Dro, i kiwi. L’accordo permette di presentarci sul mercato dove i nostri clienti si stanno attivando in maniera importante».

Altra colonna è l’assortimento varietale. In collaborazione con Apot si sta ragionando per proporre un diverso assortimento, con una diminuzione delle golden nelle zone meno vocate sostituendole con nuove varietà.

Sull’onda del successo del precedente “test” riguardante le ciliegie, i presidenti di Melinda Michele Odorizzi e de La Trentina Rodolfo Brochetti hanno firmato l’intesa in Federazione, alla presenza del presidente di Federcoop Mauro Fezzi, dell’assessore provinciale Michele Dallapiccola, del presidente di Apot Ennio Magnani, di amministratori e dirigenti e dell’avv. Fabrizio Marchionni che ha curato la complessa architettura contrattuale.

 

Oltre 457mila tonnellate di mele l’anno

Il Consorzio Melinda è costituito da oltre 4.000 famiglie di frutticoltori riunite in 16 cooperative che coltivano circa 6.700 ettari di meleti nella Val di Non e Val di Sole in Trentino. La produzione media annua di mele Melinda è di oltre 400.000 tonnellate, circa il 20% della produzione italiana, 1300 i dipendenti e un fatturato di 250 milioni di euro.

Sono a oggi circa 1200 i soci di OP La Trentina distribuiti in cinque cooperative e cinque comuni con una produzione di 57.000 tonnellate di mele per 1200 ettari coltivati, 250 gli addetti e un fatturato di circa 31 milioni di euro.