
Un’adesione del 6,5%, “inferiore a quella della scorsa agitazione del 19 dicembre 2015”, punti di vendita aperti e servizio regolare ai consumatori. In una nota emessa sabato pomeriggio l’associazione che riunisce primarie insegne della Gdo e del commercio come Coin, Ikea, Esselunga, Auchan, Carrefour, Finiper e Leroy Merlin, ha dato i primi numeri. La percentuale di adesione sarebbe del 25% più bassa rispetto all’ultima agitazione sindacale, che aveva registrato un 8,6% di adesione mentre a novembre si era segnalato un 9,4%. “Non abbiamo segnalazioni di punti di vendita chiusi e quindi siamo in grado di fornire un regolare servizio alle persone”.
«Nonostante la lunghezza delle trattative che i sindacati stanno imponendo, i lavoratori hanno dimostrato un comportamento responsabile – ha dichiarato Giovanni Cobolli Gigli, Presidente di Federdistribuzone –. La percentuale di adesione decisamente inferiore rispetto a quella delle due precedenti manifestazioni sindacali sono per noi un segnale importante che ci sprona ad essere determinati nel portare avanti le nostre ragioni nella trattativa. Sono ormai due anni e mezzo che presentiamo ai sindacati proposte che hanno l’obiettivo di tutelare il potere d’acquisto dei lavoratori, i complessivi livelli occupazionali e che al contempo siano sostenibili per le imprese, creando così le condizioni per tornare a crescere. Ma abbiamo sempre trovato un muro e la pretesa di firmare il medesimo contratto sottoscritto da Confcommercio, un percorso che fin da subito abbiamo detto di ritenere inaccettabile per le evidenti differenze esistenti tra le nostre grandi aziende associate e quelle del dettaglio tradizionale rappresentate da Confcommercio».
Secondo Federdistribuzione l’attuale quadro economico, la redditività in calo, i consumi che stentano a ripartire impongono alle imprese di recuperare produttività per affrontare le sfide del futuro. «Una situazione che i sindacati continuano a non capire, ostinandosi a pretendere condizioni economiche che, se applicate, rischiano di riproporre difficoltà occupazionali. Il nostro auspicio è che, anche a seguito dei segnali di oggi, si trovi la reciproca volontà di lavorare congiuntamente su nuove basi per arrivare a una conclusione della trattativa positiva per lavoratori e imprese» ha concluso il Presidente di Federdistribuzione
Sindacati in piazza
Le organizzazioni sindacali di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs sono scese in piazza “per rivendicare il diritto al contratto nazionale del commercio che viene negato da Federdistribuzione da oltre 24 mesi” come ha affermato da Lecce la segretaria generale della Filcams Cgil nazionale Maria Grazia Gabrielli. che ha aggiunto di ritenere la proposta di contratto di Federdistribuzione “non sostenibile per i lavoratori, e lesiva delle dinamiche della concorrenza del settore. A tutti le lavoratrici e i lavoratori vogliamo dire grazie – ha concluso Gabrielli – perché insieme siamo la forza di questa vertenza per il diritto al contratto, per la grande distribuzione e per tutti gli altri contratti che da tempo aspettano un rinnovo. Anche oggi abbiamo la certezza e la determinazione che andremo avanti, sempre, tutti e ancora più forte.”
A Roma, il segretario generale Fisascat Cisl Pierangelo Ranieri (nel video sotto) ha chiesto “più diritti, più contratto, più stato sociale, più welfare. “È una vergogna che intere famiglie siano da due anni e mezzo senza contratto” mentre la grande distribuzione “ha solo pensato a ridurre i costi e i diritti dei lavoratori”. Particolarmente criticate le aperture domenicali “mentre all’estero la domenica è un giorno di riposo”. “Alcuni meccanismi devono essere contrattati e non imposti”. Infine, “riproporremo un tavolo di trattative non per ridurre i salari ma per far crescere i diritti e rinnovare i contratti”.