
È semaforo verde per l’etichetta a semaforo: tre “big” della Gdo francese, Intermarché, Auchan, Leclerc e l’azienda Fleury Michon hanno deciso di adottare l’etichetta “Nutri-score” scelta dal ministero della Salute “per favorire una buona alimentazione e dunque una buona salute”. Dopo il Regno Unito dunque anche i transalpini adottano un sistema di etichettatura “a semaforo” che dovrebbe avere lo scopo di comunicare a colpo d’occhio al consumatore i prodotti a rischio perché con u contenuto di grassi, zuccheri o sale eccessivi. Secondo il ministero sono 7 milioni gli adulti francesi obesi, il 15% della popolazione, mentre un terzo è sovrappeso. Il logo dà un voto ai prodotti secondo un sistema molto “basico” e sintetico, a semaforo, in cinque categorie, dalla A (verde) alla E (rosso) seguendo la classifica della britannica FSA (Food Standard Agency).
Da varie parti però il sistema è contestato, e le polemiche sono partire dalla Francia dove la grande industria ma non solo ha contestato la scelta della ministra della salute Marisol Touraine, che ha preferito questa ad altre opzioni più articolate di etichettatura ancor prima che si riunisse la commissione che aveva seguito il progetto fin dall’anno scorso (vedi In Francia, test da 1,6 milioni di euro su quattro tipi di pittogrammi sulla nutrizione). L’adozione non è obbligatoria, ma volontaria: certamente però la decisone di tre grandi insegne che avrebbero deciso di etichettare tutti i propri prodotti a marchio (entro fine anno secondo Intermarché nella loro totalità) è un passo pesante. Da più parti si chiede una decisione comune da parte della Commissione europea. Il governo francese ha notificato nel frattempo alla Commissione europea il decreto che fissa le specifiche del ‘Nutri-score’.
A rischio anche il Made in Italy: il sistema penalizza infatti ingredienti simbolo della dieta mediterranea e della buona alimentazione come a esempio l’olio d’oliva. Secondo Coldiretti, a rischio ci sono 4,2 miliardi di euro di esportazioni nel paese transalpino, secondo partner commerciale italiano, e rappresenta “una deriva preoccupante rispetto alla quale l’Ue deve ora intervenire. Il provvedimento del Paese transalpino come quello “fuorviante discriminatorio ed incompleto” adottato in Gran Bretagna, “finisce per escludere dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta. In questo modo si mette in pericolo l’85% del Made in Italy a denominazione di origine (Dop) che la stessa Unione Europea dovrebbe invece tutelare e valorizzare”.
Penalizzati dal semaforo rosso ci sono anche le prime tre specialità italiane Dop più vendute in Italia e all’estero: Grana Padano, Parmigiano Reggiano e prosciutto di Parma, oltre all’olio extravergine di oliva, simbolo della dieta mediterranea.
L’etichetta semaforo per la Coldiretti con i bollini rosso, giallo o verde indica il contenuto di nutrienti critici per la salute come grassi, sali e zuccheri, ma non basandosi sulle quantità effettivamente consumate, bensì solo sulla generica presenza di un certo tipo di sostanze, portando a conclusioni fuorvianti e arrivando a promuovere cibi spazzatura come le bevande gassate senza zucchero e a bocciare elisir di lunga vita come l’olio extravergine di oliva.
Il ministro delle politiche agricole Maurizio Martina ha già chiesto alla Commissione europea una posizione chiara sulla materia dell’etichettatura. «I cittadini chiedono di conoscere l’origine delle materie prime dei cibi che consumano. È inaccettabile, invece, la possibilità di classificare gli alimenti con parametri approssimativi che rischiano solo di penalizzare il mercato e l’immagine dei capisaldi della dieta mediterranea» ha dichiarato.