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Tra estetica e wellness, aumenta la spesa per il “bellessere”

No, questa volta non si tratta del solito calco dall’inglese: il bellessere è un neologismo italianissimo, inventato dallo psicologo del lavoro Enzo Spaltro, che esprime l’idea che la bellezza deve essere intesa come speranza di un benessere futuro. Un po’ come dire, la speranza è l’ultima a morire. Ma il termine, trasversale al non food, sta anche a designare quei prodotti che si trovano all’incrocio tra salute, estetica e forma fisica. E che stanno vivendo un vero e proprio boom. Un’ampia gamma di referenze che va dagli integratori alle attrezzature per lo sport, dai cosmetici ai dispositivi wearable che incidono sempre di più sul budget delle famiglie italiane. A fotografare il boom del “bellessere” è l’edizione 2018 dell’Osservatorio Non Food di GS1 Italy.
Il dominatore comune di questi prodotti è la promessa di far stare bene, perché migliorano l’estetica o il look, combattono lo stress mentale e permettono di tenersi in forma. Un paniere che l’edizione 2018 dell’Osservatorio Non Food di GS1 Italy ha identificato e misurato, tramite l’analisi dell’andamento di 13 comparti del settore dei beni non alimentari.

 

Con un giro d’affari da 6 miliardi il bellessere trascina il non food

Ed è proprio all’aumento della spesa delle famiglie italiane per l’acquisto dei prodotti destinati alla cura di sé che si deve, in gran parte, la ripresa registrata dai consumi extra-alimentari rilevati dall’Osservatorio Non Food di GS1 Italy, che hanno chiuso il 2017 con un +0,5% annuo e con a 103,7 milioni di euro di giro d’affari.

L’attenzione al benessere ha guidato un buon percorso di espansione a diversi settori, a partire da quello degli articoli per lo sport, che è stato nel 2017 il secondo mercato non-food in termini di trend di crescita dopo l’edutainment (+3,7%). Complessivamente l’anno scorso gli italiani hanno speso quasi 6 miliardi di euro, di cui quasi 2 miliardi destinati all’acquisto di attrezzature sportive, tra attrezzi per il corpo e misuratori di potenza per l’attività fisica svolta. Un giro d’affari cresciuto in un anno del 2,5% ma che, nel medio- lungo periodo, mostra un solido +6,1%, e che vede affermarsi l’e-commerce (+14,3%) e le grandi superfici specializzate (+8,9%) come canali d’acquisto preferiti dagli italiani.

Il desiderio di stare bene (a livello sia fisico sia mentale) e la maggiore attenzione alla prevenzione sono stati driver importanti per la crescita e la “democratizzazione” degli acquisti di attrezzi sportivi, favorite dalle insegne low cost e dalle offerte reperibili sul web. Al successo delle attrezzature sportive si collega anche l’aumento della spesa degli italiani per comprare dispositivi indossabili, i cosiddetti wearable.

I valori legati alla cura di sé, al benessere e alla forma hanno spinto anche le vendite dei prodotti di automedicazione (farmaci acquistabili senza prescrizione medica e integratori notificati dal Servizio sanitario nazionale) e dei prodotti di profumeria, che sono stati tra i best performer del 2017. In entrambi questi mercati si assiste alla competizione tra diversi canali di vendita specializzati, che ha visto drugstore, farmacie e profumerie tra i più dinamici degli ultimi anni. L’Osservatorio Non Food di GS1 Italy ha rilevato che nel 2017 i prodotti di automedicazione hanno raggiunto i 6,3 miliardi di euro di vendite (+2,4% annuo), di cui oltre 4 miliardi generati da prodotti notificati a connotazione farmaceutica (come integratori, prodotti erboristici e omeopatici), che in un anno sono aumentati del 7% a valore e che rappresentano sempre più un competitor importante per i farmaci da banco.

Quanto ai prodotti di profumeria, hanno registrato un giro d’affari di 5,7 miliardi di euro (+3,1%) consolidando un trend positivo che prosegue da cinque anni (+7,9%) e che mostra prospettive positive anche per il futuro. L’Osservatorio Non Food di GS1 Italy ha evidenziato anche la spinta di nuovi canali di vendita, sollecitati dall’interesse degli italiani a trovare un buon equilibrio tra le proprie disponibilità economiche e il desiderio di “coltivare” il proprio benessere.

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