CLOSE
Home Tags Centromarca

Tag: Centromarca

Centromarca: Francesco Mutti alla presidenza dell’Associazione

Centromarca: è Francesco Mutti, Amministratore Delegato di Mutti SpA,  il nuovo Presidente  dell’Associazione Italiana dell’Industria di Marca.  
Cinquant’anni, laurea in Finanza & Management all’Università di Cardiff, Cavaliere del Lavoro, Mutti è dal 1994 alla guida dell’azienda di famiglia (278 milioni di euro di fatturato nel 2017), realtà di punta dell’industria agroalimentare italiana, presente in 96 paesi del mondo e leader nazionale nel comparto del rosso.

«L’Industria di Marca ha un ruolo fondamentale nel sistema economico in termini di investimenti, occupazione e indotto», ha sottolineato il neo Presidente. «Coniuga sviluppo e sostenibilità, etica e mercato, lavoro ed esigenze della persona, presenza sul territorio ed istanze delle popolazioni. Rappresenta per l’opinione pubblica un elemento di rassicurazione e di equilibrio, generatore di valore e di opportunità. Il mio impegno sarà contribuire al consolidamento di questo ruolo, promuovendo il Sistema Marca e i valori su cui si fonda la sua reputazione. Considero importante promuovere rapporti trasparenti e orientati al risultato con tutti i nostri stakeholders, a partire dalle aziende della Moderna Distribuzione con cui condividiamo diverse priorità, tra le quali il ritorno alla crescita economica e il rilancio della domanda interna».

Francesco Mutti succede a Luigi Bordoni, che ha guidato l’Associazione nell’ultimo decennio.
A Centromarca fanno riferimento circa 200 tra le più importanti industrie operanti in Italia nel settore dei beni di largo consumo, italiane e multinazionali, alimentari e non alimentari, che complessivamente sviluppano sul territorio nazionale vendite alle aziende distributive (sell-in) per circa 50 miliardi di euro, pari a una quota di mercato a valore nel settore del largo consumo confezionato superiore al 60%.

Nel corso del suo mandato Mutti avrà il supporto di un Comitato di Presidenza costituito da cinque Vice Presidenti: Alessandro d’Este (Presidente e Amministratore Delegato Ferrero Commerciale), Francesco Del Porto (President Region Italy Barilla), Flavio Ferretti (Presidente e Amministratore Delegato Nims/Gruppo Lavazza), Mario Preve (Presidente Riso Gallo), Leo Wencel (Presidente e Amministratore Delegato Nestlé Italiana).
Luigi Bordoni prenderà parte ai lavori del Comitato in veste di Past President.

Del Consiglio Direttivo di Centromarca fanno parte esponenti di primo piano delle più importanti industrie operanti in Italia: Giuseppe Banchini (Managing Director Meals Southern Europe Mondelez International), Caterina Boerci (Presidente Eurofood e D&C), Niccolò Branca di Romanico (Presidente Fratelli Branca Distillerie), Antonio Bulgheroni (Presidente Lindt & Sprüngli Italia), Angelo Colussi (Presidente Colussi), Sascha Cumia (Managing Director Italy Campari), Daniel Frigo (Amministratore Delegato The Walt Disney Company Italia), Franco Giannicchi (Presidente e Amministratore Delegato Procter & Gamble Southern Europe), Fulvio Guarneri (Presidente e Amministratore Delegato Unilever Italia), Filippo Meroni (Presidente S.C. Johnson Italy), Marina Nissim (Vice President Bolton Group), Debora Paglieri (Presidente e Amministratore Delegato Paglieri), Andrea Panzani (Amministratore Delegato Valsoia), Marco Pasetti (Presidente e Amministratore Delegato Farmaceutici Dott. Ciccarelli), Umberto Pasqua (Presidente e Amministratore Delegato Pasqua Vigneti e Cantine), Giovanni Pomella (Direttore Generale Business Unit Italia Parmalat), Ubaldo Traldi (President Perfetti Van Melle), Giovanni Battista Valsecchi (Direttore Generale, Generale Conserve), Stefano Zancan (Amministratore Delegato Bauli).

Auchan e il “Bollino” che fa discutere

E’ scoppiato il caso del “Bollino blu” Auchan. L’operatore della grande distribuzione alcuni mesi fa ha deciso di indicare con un marchio i prodotti che, all’interno delle varie categorie merceologiche, sono giudicati migliori dal punto di vista nutrizionale rispetto ai competitor. Tutto ciò, con l’obiettivo di promuovere stili di vita più salutari nei propri clienti. Il giudizio, secondo quando riportato nella pagina web dedicata all’iniziativa (https://www.auchan.it/it-IT-it/static/lavitainblu.aspx), è emesso da un pool di esperti in base alla lettura delle etichette dei prodotti messi a confronto.

Il sistema dei “bollini” non è nuovo. Nel Regno Unito sulle etichette sono riportati dei semafori che assegnano un bollino rosso, giallo e verde a seconda della validità nutrizionale; in Francia il Nutri-score, che identifica gli alimenti con 5 colori, dal verde intenso all’arancio intenso. In Italia questo approccio non è stato adottato perché ritenuto troppo semplicistico e addirittura penalizzante per alcune eccellenze – anche sotto il profilo nutrizionale – alimentari nazionali.

Anche la scelta di Auchan ha sollevato delle perplessità presso alcuni nutrizionisti e associazioni consumeristiche, che non reputano sufficientemente chiari i criteri di scelta su cui il “bollino” viene attribuito.

Neppure l’industria di marca è favorevole. “L’iniziativa di Auchan rivela un’elevata discrezionalità –  commenta Luigi Bordoni, Presidente di Centromarca – Le informazioni fornite al consumatore non consentono di identificare con chiarezza quali sono i criteri per l’assegnazione dell’evidenziazione a scaffale. Ne risulta una comunicazione incompleta e fuorviante, che confonde e può determinare una distorsione della concorrenza. Quindi non in linea con le prescrizioni del Codice del Consumo, in cui è stabilito che le informazioni devono essere espresse in modo chiaro e comprensibile, tali da assicurare la consapevolezza del consumatore. Per questo abbiamo incontrato i rappresentanti di Auchan ed esposto le evidenze delle nostre analisi. Ora attendiamo un riscontro dal gruppo”.

Elena Consonni

Shopping, passione en rose. Cosa desidera realmente l’universo femminile

Lo shopping? Un piacere, non certo un dovere. Fare acquisti rappresenta una delle occupazioni preferite per una donna su tre. Con buona pace della crisi e per il piacere di imprese e distribuzione.

L’indicazione viene dall’indagine “Qual è la tua ambizione”, elaborata dall’istituto di Ricerca Episteme e presentata dal settimanale Gioia! in collaborazione con Centromarca, con l’obiettivo dichiarato di scattare una fotografia delle tendenze che interessano i consumi dell’universo femminile. Una fotografia che lascia intravedere conferme e novità.

Distintività, pubblicità e web

Tra le prime, come detto, si colloca la conferma della passione delle italiane per lo shopping: una buona notizia che diventa ancora più positiva se si considera come la propensione agli acquisti sia particolarmente sentita dal segmento più giovane della popolazione rosa (44,2%). In questo quadro si inserisce però una variazione di non poco conto: la crescente tendenza a scegliere prodotti che consentano di distinguersi, indicata da ben il 63,3% del campione. “Nell’ultimo decennio – spiega Monica Fabris, presidente di Episteme – si è assistito a un progressivo calo degli acquisti indotti dall’omologazione, espressione di uno status symbol condiviso, che hanno lasciato spazio alla necessità di differenziarsi”.

Nel solco della continuità si colloca poi l’influenza esercitata dalla pubblicità. “Nonostante la contrazione degli investimenti che ha segnato gli ultimi anni – osserva Fabris -, l’advertising resta una driver importante nelle decisioni di spesa: quasi due donne su tre dicono, infatti, di essere aiutate nella scelta proprio dai commercial”.

Più recente, e in netta espansione, è invece l’abitudine di acquistare online, che tocca il 62,7% delle intervistate. “L’e-commerce si sta rivelando uno strumento in grado di vivificare i consumi – rileva Fabris – grazie a due importanti plus: la capacità di risparmio e la comodità”. Due aspetti nodali che dovrebbero garantire alle vendite digitali un buon margine di crescita anche per il futuro. A tutto vantaggio delle marche, che proprio grazie all’online potranno ottenere nuova attenzione e lucentezza.

Cambio di paradigma

Per raggiungere questo obiettivo, però, i brand saranno chiamati anche a investire su altri fattori, indicati come premianti dalle consumatrici. “Tra questi – rileva Fabris -, il più rilevante è il tema della tradizione: per ben 8 donne su 10 la marca non può, infatti, esaurirsi nei soli suoi prodotti, ma deve tenere conto – e saper valorizzare – anche la propria storia. E in questo scenario, è evidente che la capacità di raccontarsi fornisce – e fornirà in futuro – ai brand una marcia in più”. “La narrazione della marca – aggiunge Ivo Ferrario, direttore comunicazione e relazioni esterne di Centromarca – rappresenterà sempre più un elemento distintivo fondamentale nella competizione tra imprese. Nell’era del digitale, e del social in particolare, la differenza la fa, e la farà sempre più, la capacità di disporre non solo di una struttura di ascolto dei dialoghi che avvengono in relazione al prodotto, alle categorie merceologiche o più in generale al contesto generale di consumo, ma anche di sviluppare accanto al prodotto giusto, i giusti contenuti da comunicare. Contenuti che dovranno essere di interesse, avvincenti e attuali”.

In seconda battuta, si dovrà considerare poi il fattore ambientale. “Le marche che se ne fanno carico – precisa Fabris – sono preferite al momento dell’acquisto dal 73,2% delle intervistate”. Ma rilevante è anche la capacità della marca di veicolare un’identità forte: il 68,4% delle donne interpellate sostiene, infatti, che i brand acquistati raccontano molto delle persone che li scelgono.schermata-2016-12-22-a-14-51-20

Solo molto più distanziata è invece l’indicazione relativa alla qualità, ferma al 59,8%. Un caso? Tutt’altro. I dati emersi dalla ricerca raccontano, infatti, di un netto cambio di paradigma nella percezione dei brand da parte delle donne. Un cambio che vede gli attributi intangibili della marca prevalere rispetto agli storici caposaldi sui quali veniva costruita la marca, quali appunto la qualità delle referenze o la fedeltà al brand, che per l’appunto scivola tra gli item meno quotati, con un riscontro non superiore al 34,8%. “L’industria – dice Fabris – deve insomma confrontarsi con una consumatrice più libera e più volubile rispetto a un decennio fa”. Un bel problema per le marche che però, rovesciando la prospettiva, può tradursi anche in un’opportunità. “Sulla base delle evidenze di questa come di altre ricerche – osserva Fabris -, rileviamo una crescente disponibilità alla sperimentazione e, dunque, un terreno favorevole all’innovazione”.

Sfide e opportunità

Il panorama futuro lascia quindi intravedere spunti interessanti per i brand, a patto che questi ultimi sappiano restare al passo con la continua evoluzione dei clienti. “Le marche di oggi che vogliono essere le marche di domani – sottolinea Ferrario – devono accettare la sfida: per continuare ad essere leader, occorre rendere attuale la proposta di ogni brand rispetto alle necessità del consumatore di oggi. E questo vuol dire puntare su un contenuto di innovazione costante e allineato alle esigenze di performance, come pure su una qualità dinamica, capace di rispondere all’evolversi dei desideri dei clienti”.

 

La metodologia

Presentata dal settimanale del gruppo Hearst Gioia! in collaborazione con Centromarca , la ricerca “Qual è la tua ambizione” è stata condotta dall’istituto di Ricerca Episteme tra il 3 marzo e il 20 aprile 2016. Sono state intervistate 1.729 lettrici di Gioia! attraverso la raccolta di 1.636 questionari online accessibili dal sito della rivista e 93 questionari cartacei allegati alla rivista. Il campione è costituito nella quasi totalità da donne (1.679 donne e 50 uomini), alto istruite (poco meno della metà laureate e poco meno della metà diplomate), residenti in prevalenza al Nord-Ovest. Per quanto riguarda le fasce d’età, le donne 30-50enni rappresentano il segmento più consistente (quasi metà campione), le giovani under 30 sono il secondo segmento rappresentato (quasi il 40%), mentre le over 50 costituiscono una parte minoritaria del campione (il 15%).

Manuela Falchero

Centromarca: il nuovo Consiglio direttiva conferma Bordoni alla presidenza

Centromarca: il rinnovato Consiglio Direttivo ha confermato Luigi Bordoni alla presidenza dell’Associazione Italiana dell’Industria di Marca per il prossimo biennio.
A supportarlo nella sua attività saranno i Vice Presidenti Cristina Scocchia (Presidente e Amministratore Delegato L’Oréal Italia), Valerio Di Natale (Past President Mondelēz) e Mario Preve (Presidente Riso Gallo).

luigibordoniDell’organo di governo di Centromarca fanno parte esponenti di primo piano delle più importanti industrie di marca operanti in Italia: Caterina Boerci (Eurofood, D&C), Niccolò Branca di Romanico (Branca), Antonio Bulgheroni (Lindt & Sprüngli), Angelo Colussi (Colussi), Francesco Cruciani (Gruppo Campari), Alessandro d’Este (Ferrero), Luigi Del Monaco (Parmalat), Francesco Del Porto (Barilla), Francesco Fattori (CSI Findus), Flavio Ferretti (Lavazza), Francesca Romana Gianesin (The Walt Disney Co.), Vito Gulli (Generale Conserve), Sami Kahale (Procter & Gamble), Filippo Meroni (S.C. Johnson), Francesco Mutti (Mutti), Marina Nissim (Bolton Group), Debora Paglieri (Paglieri), Umberto Pasqua (Pasqua), Ubaldo Traldi (Perfetti Van Melle), Angelo Trocchia (Unilever), Leo Wencel (Nestlè), Stefano Zancan (Bauli).

A Centromarca, fondata nel 1965, aderiscono circa 200 imprese tra le più importanti attive nei diversi settori dei beni di consumo immediato e durevole (alimentare, chimico per la casa e per la persona, tessile, elettrico, bricolage, giocattolo, home entertainment) che complessivamente sviluppano in Italia un giro d’affari di circa 50 miliardi di euro.

Domanda debole, contesto precario: il commento di Luigi Bordoni

“A luglio 2016 le vendite al dettaglio registrano una diminuzione congiunturale dello 0,3% sia in valore sia in volume. La flessione è imputabile ai prodotti non alimentari, le cui vendite calano dello 0,5% in valore e dello 0,4% in volume [….]”. Ecco quanto emerge dalle recenti evidenze ufficiali sui consumi, pubblicate dall’Istat. Prendendo spunto da questa nota, Luigi Bordoni, presidente di schermata-2016-09-26-a-14-30-59Centromarca, evidenzia gli effetti della congiuntura sull’Industria di Marca e chiede all’Esecutivo un più netto cambio di passo nelle scelte di politica economica.

“I dati Istat di luglio confermano la perdurante stagnazione della domanda e non ci sorprendono”, rileva Bordoni. “Sono il riflesso di un’economia debole: evidentemente servono interventi di politica economica più decisi ed efficaci. I mercati scontano il clima complessivo di forte incertezza, che incide sulla fiducia delle famiglie, già penalizzate dalla riduzione del loro potere d’acquisto”.

L’andamento dell’IdM
“Nel primo semestre 2016”, continua Bordoni, “l’Industria di Marca ha manifestato una tenuta complessiva delle vendite e detiene la quota di mercato più elevata in Europa. Inoltre, il 61% delle aziende – secondo le nostre rilevazioni – evidenzia previsioni di crescita tra giugno 2016 e giugno 2017. Ma la dinamica si svolge in un contesto deflativo e le tensioni sui prezzi sono tali da penalizzare la marginalità, con effetti negativi sugli impieghi in innovazione, ricerca, comunicazione. Senza queste risorse, è arduo mantenere un flusso continuo ed adeguato di investimenti, uniche leve per creare uno sviluppo e una crescita sostenibili nel tempo”.

IVA e clusola di salvaguadia
“In più occasioni”, rileva Bordoni, “abbiamo avuto dal Governo conferma che nella prossima Legge di Stabilità saranno disinnescati gli aumenti Iva legati alle Clausole di Salvaguardia. È un fatto positivo, perché l’incremento dell’imposta avrebbe effetti devastanti sulla dinamica della domanda, rendendola ancora più fragile. Ma nella situazione attuale questo non basta: dall’Esecutivo ci aspettiamo iniziative che creino un contesto ambientale più favorevole alle imprese e agli investimenti, con effetti positivi sull’innovazione, l’occupazione, i consumi e l’economia del Paese”.

Il presidente di Centromarca rimarca inoltre l’esigenza di favorire la concorrenza a tutti i livelli: “Il Paese non può più permettersi il lusso di avere segmenti dell’economia pubblica e privata che operano in condizioni protette, agendo sulle loro tariffe in un regime di non concorrenza e accaparrandosi così porzioni consistenti del reddito che le famiglie potrebbero destinare ai consumi”.

Congiuntura e andamento della domanda saranno tra i temi affrontati nel corso della XXV edizione degli “Incontri dell’Industria di Marca con la Moderna Distribuzione” promossi da Centromarca, in programma il 28 e 29 settembre. All’appuntamento, riservato alle sole industrie associate, prenderanno parte oltre 600 manager e i vertici delle più importanti catene distributive.

Articoli correlati:

Crollo dei consumi, Cobolli Gigli auspica un piano industriale

Bordoni confermato presidente di Centromarca

Il rinnovato Consiglio Direttivo di Centromarca, Associazione Italiana dell’Industria di Marca, ha riconfermato Luigi Bordoni alla presidenza per il biennio 2014-2016, insieme ai vicepresidenti Cristina Scocchia, amministratore delegato L’Oréal Italia, Valerio Di Natale, presidente e amministratore delegato Mondelez e Mario Preve, presidente Riso Gallo.

Nel direttivo siedono i capi d’azienda di alcune tra le più importanti industrie attive nei settori alimentare, bevande, detergenza casa, cura della persona e general merchandise: Antonio Baravalle (Lavazza), Giorgio Boggero (Cloetta), Niccolò Branca di Romanico (F.lli Branca), Antonio Bulgheroni (Lindt & Sprüngli), Angelo Colussi (Colussi), Francesco Cruciani (Campari), Luigi Del Monaco (Parmalat), Francesco Del Porto (Barilla), Alessandro d’Este (Bauli), Francesca Romana Gianesin (The Walt Disney Co), Vito Gulli (Generale Conserve), Sami Kahale (Procter & Gamble), Gino Lugli (Ferrero), Filippo Meroni (S.C. Johnson), Francesco Mutti (Mutti), Marina Nissim (Bolton Group), Debora Paglieri (Paglieri), Umberto Pasqua (Pasqua), Antonio Posa (Kellogg), Marco Rosi (Parmacotto), Angelo Trocchia (Unilever) e Leo Wencel (Nestlè).

BrandContent

Fotogallery

Il database online della Business Community italiana

Cerca con whoswho.it

Diritto alimentare