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Carrefour Italia prima insegna Gdo certificata per la gestione energetica sull’intera rete

L’intera rete dei punti vendita e la sede centrale “allineate” nella sistema di gestione  dell’energia, tanto da poter essere interamente certificati: è l’importante traguardo conseguito da Carrefour Italia che oggi ha ricevuto da Certiquality, organismo di certificazione indipendente specializzato in sistemi di gestione aziendale per la qualità, l’ambiente e la sicurezza, la certificazione di conformità del proprio Sistema di Gestione dell’Energia alla norma internazionale ISO 50001. La consegna è avvenuta nel punto vendita milanese di piazzale Siena, “fiore all’occhiello” della catena francese grazie a luci a led e frigoriferi chiusi, ma anche all’utilizzo totale di CO2 per la produzione del freddo, che è anche utilizzata per riscaldamento e climatizzazione.

«Questo tipo di certificazione segue il miglioramento progressivo della gestione dell’energia – ha chiarito un entusiasta Alfio Fontana, Energy Manager di Carrefour Italia -. Non tutti i punti vendita sono allo stesso punto, ma la cosa importante, e anche la più difficile per l’ottenimento della certificazione, è stato proprio coinvolgere tutti i 1068 store, di proprietà e in franchising, tramite i direttori e la sensibilizzazione dei dipendenti. Man mano saranno implementate le soluzioni di gestione più avanzate nei vari store».

Gli obiettivi dell’insegna sono ambiziosi: la riduzione del 40% di energia entro il 2050. Ma già ora ogni anno si arriva a ridurre circa il 3% (l’unità considerata è il kWh al metro quadro). Un bel risultato, a fronte di una bolletta energetica complessiva “che supera i 50 milioni di euro”, reso possibile però anche da investimenti tra i 6 e gli 8 milioni di euro l’anno.

Sono innumerevoli le variabili da considerare nella gestione energetica di un punto vendita, e prendono in considerazione non solo riscaldamento e refrigerazione e illuminazione, ma anche ad esempio gli acquisti “quando acquistiamo un forno dobbiamo calcolare non solo il costo iniziale ma anche la sua gestione, ovvero quanto consumerà”, fino alle modalità di consumo dell’energia e alle opportunità di risparmio presenti in azienda, il che coinvolge anche il modo in cui i dipendenti gestiscono le fonti energetiche.

«Le attività di verifica di Certiquality hanno coinvolto il personale di Carrefour che partecipa al funzionamento e mantenimento del sistema di Gestione dell’Energia, anche tramite sopralluoghi a campione sui punti vendita della rete e sulle attività dei fornitori di Carrefour per quanto riguarda i servizi energetici» ha confermato Umberto Chiminazzo, Direttore Generale di Certiquality.

Poi c’è il cliente finale, sempre più sensibile al tema: questo traguardo sarà comunicato dall’azienda? «Lo faremo, anche se è un questione molto tecnica e non così facile da spiegare, e però la sensibilità anche da parte del cliente finale c’è, penseremo a dei modi  per sensibilizzare al tema e passare il messaggionel punto vendita» ha detto Fontana.

Le attività di verifica di Certiquality hanno previsto la valutazione dello status attuale, dei piani di miglioramento, degli obiettivi energetici individuati e dei traguardi raggiunti da Carrefour Italia; sono state valutate anche le modalità di acquisto di beni e servizi e le modalità di progettazione di nuovi punti vendita e di nuovi servizi per i propri clienti, a garanzia che le tematiche di sostenibilità energetica (e quindi anche ambientale) siano incorporate nella normale operatività dell’azienda.

Sono stati effettuati sopralluoghi a campione presso i punti vendita della rete, per verificare sul campo l’implementazione del Sistema di Gestione dell’Energia.

Iso 22004, una guida alla certificazione alimentare

La gestione della sicurezza agroalimentare (FSMS) deve seguire linee guida rigide e riconosciute a livello internazionale, se si vuole vendere sul mercato interno e ancora più se si vuole puntare sull’export (un punto forte del sistema agroalimentare italiano). Ma spesso le richieste da implementare, riunite sotto la certificazione ISO 22000, sono complicate e richiedono chiarimenti e una guida ulteriore. La nuova certificazione ISO 22004 fornisce proprio questo. Si presenta come un’integrazione e una guida alla 22000, che contiene in realtà tutte le specifiche per attuare un corretto sistema di gestione della sicurezza alimentare ed è presente in 138 Paesi.

Spiega Claus Heggum, che fa parte del team che ha sviluppato il nuovo standard: “Se state progettando un  sistema di controllo alimentare e avete difficoltà a capire la differenza tra le varie misure di controllo a disposizione nel vostro programma di controllo dei rischi, l’ISO 22004 vi aiuterà a capire la differenza tra PRP, OPRP e CCP, cosa non sempre facile! Inoltre, vi farà capire la differenza tra monitorare, verificare e validare e aiuterà gli utenti ad adattare la certificazione 22000 alle loro specifiche necessità”.

Per la cronaca, le PRP sono le precauzioni di base come lavare le mani e mantenere la zona delle operazioni pulita. CCP comprende le misure principali e più efficienti di riduzione del rischio, come una cottura in grado di uccidere i batteri. OPRP infine è una misura di sicurezza intermedia, come la conservazione in frigorifero.

La certificazione è utile per tutti gli attori della filiera, dal produttore al distributore.

Granarolo punta all’estero con la certificazione BRC

Il pecorino sta iniziando ad essere conosciuto anche sui mercati esteri. L'azienda Podda produce il Pecorino Sardo e Romano DOP.

Per vendere anche sui mercati esteri è ormai necessario avere una certificazione riconosciuta. È questa la strada intrapresa da Granarolo che ha ottenuto la Certificazione BRC anche per lo stabilimento Casearia Podda s.r.l. di Sestu (CA).

Il BRC (British Retail Consortium) è uno standard igienico-qualitativo che riguarda la sicurezza dei prodotti agroalimentari, ed è da tempo richiesto dai retailer europei per accedere alla catena distributiva, a garanzia della sicurezza dei prodotti forniti e della messa in opera di tutte le precauzioni necessarie da parte del fornitore. Obiettivo della norma è fare in modo che i fornitori e i rivenditori della Gdo siano in grado di assicurare la qualità e la sicurezza dei prodotti alimentari proposti ai consumatori.

L’azienda Casearia Podda, fondata da Ferruccio Podda e oggi controllata da Granarolo, produce da oltre mezzo secolo latte, yogurt e formaggi stagionati di qualità. Il fiore all’occhiello dell’azienda sono però i pecorini romani e sardi DOP: un prodotto che incomincia ad essere conosciuto e apprezzato anche sui mercati esteri.

Gli altri stabilimenti produttivi Granarolo in possesso di certificazione BRC sono quelli di Bologna, Usmate Velate (MB) e Castrovillari (CS).

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