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Banche: scudo da 150 miliardi

“A un giorno dallo schiaffo di Angela Merkel, arriva per Matteo Renzi e per l’Italia la vittoria sulle banche. Oggi pomeriggio la commissione europea ha annunciato di aver concesso all’Italia la possibilità di attivare una garanzia pubblica sui debiti delle banche per sostenerle, qualora ce ne fosse la necessità. Un super scudo che potrà arrivare fino a 150 miliardi di euro, da attivare all’evenienza. Da qui il dolce e l’amaro di questa vittoria. Perché da una parte il via libera della commissione viene letta da fonti di governo come un ‘successo politico’, un segnale forte, per i mercati certo, ma anche per testare il peso del nostro Paese nell’Unione. Dall’altra parte però la velocità nell’aver concesso all’Italia questa deroga sulle norme europee, e la concessione stessa, apre un fronte di incertezza sulla salute del nostro sistema bancario. Perché presuppone che il problema banche post-Brexit, in Italia, ci sia. E sebbene fonti governative sostengano che lo scudo sia preventivo e che non necessariamente ci sarà la necessità di attivarlo, le stesse fonti continuano a confermare che il problema che preoccupa di più si chiama Monte dei Paschi di Siena. Che dall’inizio dell’anno ha perso il 67% del suo valore e che anche oggi chiude in Borsa a -2,4%, nonostante il rimbalzo di fine giornata dopo l’annuncio dell’accordo con l’Ue. Ma di vittoria, prima di tutto politica, comunque si tratta. Soprattutto se si pensa che le parole della cancelliera tedesca Angela Merkel, quello schiaffo al gusto di ‘le regole sulle banche non si cambiano ogni due anni’, sembrava aver messo un macigno sulle aspirazioni dell’Italia e sulla trattativa stessa. E invece, a 24 ore, arriva la notizia che il nostro Paese ha ottenuto ciò che voleva, ovvero una deroga eccezionale di sei mesi, perché lo Stato possa fare da garante per banche in difficoltà, ad esempio attraverso il prestito obbligazionario. Il ministero dell’Economia spiega che lo schema proposto dall’Italia e autorizzato dalla Commissione fino al 31 dicembre 2016 prevede che lo Stato, attraverso il Tesoro, possa prestare la propria garanzia sul debito di banche solvibili, ovvero su bond senior di nuova emissione. Questa flessibilità che ci è stata concessa è consentita in casi specifici di deroga alla normativa sulla Brrd ed è compatibile con la comunicazione della Commissione sugli aiuti di Stato nel settore bancario. Si tratta di uno schema in vigore anche in altri paesi partner dell’Ue e dall’esplosione della crisi finanziaria per il crac Lehman Brothers, Bruxelles ha approvato numerosi programmi di supporto per il sistema finanziario. Attualmente sono in vigore schemi di garanzia statale per le banche autorizzati dalla Ue in Grecia, Cipro, Polonia e Portogallo. Ovvero tutti Paesi che certo non brillano in Europa per stabilità. ‘Si tratta – spiegano comunque fonti del Mef – di uno schema che mette il Governo in condizioni di intervenire in caso di scenari avversi. Davanti alle turbolenze dei mercati finanziari dei giorni scorsi, il Governo ha ritenuto opportuno ipotizzare tutti gli scenari, anche i più improbabili, per essere pronto a intervenire a tutela dei risparmiatori. Come indicato dal Presidente del Consiglio lo scorso venerdì 24, per ragioni di cautela il Governo attrezza tutte le misure necessarie ad affrontare qualsiasi scenario, nonostante al momento non si ravvisino le condizioni perché tali scenari possano realizzarsi’. Anche la portavoce della commissione europea ha sottolineato che l’Italia ha chiesto la misura ‘per ragioni precauzionali’ e ‘che non c’è l’aspettativa che emerga la necessità’ di usare lo scudo. Il solo fatto di averlo concesso, però, solleva il dubbio che il pericolo di una emergenza sistemica delle banche in Italia ci sia, e che il governo voglia avere in mano tutti gli strumenti necessari per farvi fronte. Su quali saranno questi strumenti, molte le ipotesi in campo a cui stanno lavorando i tecnici del Tesoro: si va dalla garanzia attraverso una sorta di fidejussione bancaria all’utilizzo per la Cdp per l’acquisto di bond di una banca con garanzia del Tesoro. Allo stesso tempo, viene spiegato, l’accordo con l’Ue potrebbe essere usato anche nella creazione del fondo Atlante 2, dedicato a smaltire i crediti deteriorati delle banche, con una garanzia pubblica, per tranquillizzare gli operatori”. (Fonte: www.huffingtonpost.it, “Banche, autorizzazione Ue all’Italia per garanzia pubblica fino a 150 miliardi. Per Matteo Renzi una vittoria con retrogusto”, 30 giugno 2016). “Adesso bisogna davvero fare ripartire il credito per sostenere la ripresa”, rilevavamo su inStore di aprile/maggio 2016 (pag. 39).; citando Pier Carlo Padoan: “Malgrado le turbolenze c’è una solidità di fondo del sistema bancario italiano che va avanti e che non a caso viene considerato uno dei più affidabili e attraenti dove investire”. Tenderemmo a dubitarne: ribadendo che “la riduzione dello stock di sofferenze assume una valenza decisiva”.

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