La crescita esponenziale delle vendite on line, significativamente accelerata dalla pandemia, comincia a disegnare nuove geometrie nel perimetro della distribuzione e del retail. A cominciare dal settore delle farmacie e delle parafarmacie.
A quattro anni dalla circolare attuativa del Ministero della Salute che nel Gennaio 2016 diede il via anche in Italia all’e-commerce dei sop-otc, ammontano a 1145, in tutta Italia, le farmacie e parafarmacie autorizzate alla vendita a distanza dei senza ricetta. Rispetto alla fine del 2019 l’incremento è del +31,5%, dunque in un anno sono 282 in più gli esercizi che possono commercializzare farmaci su internet.
Come conferma la piattaforma Farmakom, si tratta dell’aumento più consistente mai registrato finora, superiore anche al precedente record del 2018 – 2019, quando vennero rilasciate 199 nuove autorizzazioni.
La distribuzione geografica
La distribuzione geografica degli oltre mille esercizi autorizzati al 31 dicembre 2020 mostra sensibili differenze tra le singole regioni. La prima per numero di farmacie e parafarmacie che possono vendere online è la Campania, con 203 attività. A ruota seguono Lombardia con 144, Piemonte con 129, Lazio con 108 ed Emilia Romagna con 101. Altre quattro regioni sommano tra le 50 e le 100 attività autorizzate: Puglia (76), Veneto (73), Toscana (67) e Sicilia (62). Dodici regioni, infine, contano non più di 32 farmacie e parafarmacie online, delle quali le ultime cinque sono Basilicata (14), Friuli Venezia Giulia (12), Trentino Alto Adige (8, sei in provincia di Bolzano e due a Trento), Molise (5) e Valle d’Aosta (2).
Distribuzione regionale delle attività autorizzate
In totale, le prime cinque regioni raggruppano il 60% di tutti gli esercizi online, le ultime dodici soltanto il 16%. “Dai nostri dati, emerge un sensibile divario tra farmacisti rispetto alla trasformazione digitale – raccontano i fondatori di Farmakom – Non esiste, infatti, correlazione diretta tra la densità territoriale di farmacie e parafarmacie e il tasso di autorizzazioni all’e-commerce: la Campania e la Sicilia, per esempio, hanno entrambe circa 2.400 attività sul proprio territorio, ma quelle che in Campania dispongono del bollino ministeriale per l’online sono quattro volte le siciliane; la Lombardia è la regione con più farmacie e parafarmacie, ma viene nettamente superata dalla Campania (35% in meno) e quasi raggiunta dal Piemonte (48% in meno).”
La crescita delle autorizzazioni
In particolare, le cinque regioni dove si registra il maggior numero di autorizzazioni all’e-commerce sono quelle dove farmacie e parafarmacie hanno cominciato fin dall’inizio a presidiare il canale, con almeno 50 attività autorizzate nei 18 mesi successivi alla circolare citata in apertura. “Se limitiamo l’osservazione a queste cinque regioni: nei primi sei mesi, tutte hanno mostrato numeri e trend di crescita comparabili, a eccezione del Piemonte che supera per primo la soglia delle 50 attività autorizzate e per quasi tre anni guida il gruppo. Successivamente, la regione assume una crescita tendenziale stabile e viene superata da Lombardia e Campania, mentre Emilia Romagna e Lazio tengono un passo regolare” proseguono i fondatori di Farmakom.
La crescita delle autorizzazioni nelle prime cinque regioni
L’accelerazione in lockdown
A partire dai primi mesi del 2020, in ogni caso, tutte registrano un’accelerazione, molto probabilmente perché un numero crescente di farmacisti titolari ha deciso di andare online per far fronte alla diminuzione di traffico legata alla pandemia. Incrementi dello stesso genere si possono osservare anche in molte delle altre regioni. “Attenzione però a dare al fenomeno la giusta contestualizzazione: il Covid, infatti, non ha cambiato le carte in tavola, ha soltanto accelerato dinamiche già in corso, che rimandano a un mercato e ad abitudini dei consumatori da tempo in evoluzione; la pandemia, in sostanza, ha solo accelerato questa trasformazione. L’e-commerce rappresenta quindi un passaggio ormai obbligato, non solo per superare l’attuale momento di incertezza e instabilità, ma anche per conquistare un vantaggio competitivo sul mercato di oggi e di domani” concludono i fondatori di Farmakom.