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Matteo Conti è il nuovo direttore marketing strategico di Amadori

Il Gruppo Amadori annuncia la nomina di Matteo Conti a nuovo direttore marketing strategico. A partire dall’1 settembre, Conti farà parte del management con l’obiettivo di guidare la strategia di mercato del gruppo, sesta azienda agroalimentare in Italia, parte integrante del corposo piano di investimenti da 400 milioni di euro nei prossimi 5 anni.

Matteo Conti, 46 anni, vanta una lunga e prestigiosa esperienza nel settore food: ha infatti svolto la sua intera carriera professionale nel gruppo Ferrero, dove ha lavorato fino a ricoprire la carica di direttore marketing Europa di Nutella e Ferrero snacks presso il quartier generale dell’azienda in Lussemburgo.

“Siamo lieti di avere a bordo un dirigente dotato di un’esperienza internazionale di altissimo profilo in un settore tra i più innovativi del food, che condivide la visione di Amadori e che contribuirà in modo significativo allo sviluppo del piano di crescita avviato con successo negli ultimi anni – commenta Francesco Berti, Amministratore delegato Amadori S.p.A. Questa nomina rappresenta pienamente lo spirito e la strategia del Gruppo, sempre più proiettato all’innovazione e al consolidamento della propria expertise nel campo delle proteine bianche, verdi e rosa”.

Matteo Conti dirigerà le aree product brand management, corporate communication, product innovation, R&D e trade marketing, riportando direttamente all’amministratore delegato Francesco Berti.

Amadori e la sostenibilità ambientale

Il gruppo Amadori, settima azienda agroalimentare italiana, è in comunicazione per presentare il suo report di sostenibilità, strumento di rendicontazione degli asset strategici e degli obiettivi futuri del piano industriale. Diversi gli ambiti e le funzioni aziendali coinvolte nel progetto, che consolida la relazione con gli stakeholder dell’azienda e rinsalda le basi del piano di sviluppo sostenibile di Amadori, che prevede investimenti da oltre 400 milioni di euro nei prossimi quattro anni.

Per Amadori, essere sostenibili significa contribuire alla creazione di un sistema alimentare equo e rispettoso dell’ambiente, delle persone e degli animali, che trova il suo fondamento in una filiera italiana integrata in tutte le sue fasi, controllata e certificata, dalle sementi alla GDO, passando per gli allevamenti e i siti di trasformazione alimentare. Un impegno che contraddistingue da sempre il modello imprenditoriale dell’azienda e che le permette di allinearsi alla strategia Farm to Fork, al centro del Green Deal europeo.

“La sostenibilità ambientale, sociale ed economica non è un esercizio di stile, ma un investimento reale e costante, i cui risultati sono il frutto di una riflessione strutturale profonda, nonché di un confronto con gli stakeholder che ne prevede il pieno coinvolgimento” – commenta Francesco Berti, Amministratore delegato Amadori Spa. In virtù di questa relazione abbiamo programmato numerose iniziative di relazione e comunicazione, tra cui survey, incontri e campagne sui media, con l’obiettivo di avviare un percorso di transizione condiviso e partecipato da tutta la comunità del gruppo”.

Diverse le azioni messe in campo negli ultimi giorni per dare visibilità e accompagnare la diffusione del report e dell’impegno sostenibile di Amadori. Una pianificazione media sulle pagine dei principali quotidiani, un sito dedicato, una campagna sui social, più una serie di incontri con gli stakeholder. Anche i dipendenti dell’azienda, più di novemila, sono stati coinvolti attraverso la comunicazione interna.

Per le attività di comunicazione, realizzazione grafica editoriale del report, nonché di relazione, Amadori ha scelto l’agenzia Homina, dotata di una trentennale expertise nel settore agroalimentare. La campagna media è stata curata dall’agenzia VMLY&R.

Amadori, bilancio 2021 chiuso con +10,5%

Il Consiglio di Amministrazione di Amadori Spa ha predisposto e approvato il bilancio 2021, con un risultato finale di fatturato a 1.362 milioni di euro e un incremento di 130 milioni rispetto l’anno precedente. Ebitda a 86 milioni, patrimonio netto a 296 milioni, investimenti per 95 milioni e utile netto pari a 18,7 milioni.

“Il trend positivo è stato guidato dalle vendite nel canale moderno (+4,7%) e da una ripresa (+0,6%) del canale tradizionale, che tuttavia non è ancora tornato ai numeri pre-pandemia – ha commentato Francesco Berti, amministratore delegato Gruppo Amadori. Il fuoricasa ha registrato una importante accelerazione (+16,9%), anche se non ha recuperato il ritardo accumulato nel periodo delle chiusure 2020”.

Il Gruppo nel 2021 si è presentato sul mercato con importanti novità di prodotto, entrando nel segmento della colazione e della merenda con i nuovi impasti freschi per pancake, e sedimentando la sua leadership nel segmento degli impanati snack con il lancio delle nuove Birbe Pops. Innovazioni che sul mercato hanno trovato un riscontro più che positivo sia da parte del trade che dei consumatori.

“Per il nostro Gruppo, il 2021 è stato un anno di soddisfazione. Il fatturato ha segnato una crescita del +10,5% rispetto al consuntivo 2020, confermando l’ottimo lavoro portato avanti lungo tutta la filiera, con particolare attenzione ai temi dell’innovazione e della sostenibilità – ha dichiarato Flavio Amadori, presidente di Amadori Spa. Abbiamo intrapreso, con convinzione e successo, un percorso di sviluppo che possiamo definire, senza esitazione, responsabile sia rispetto al nostro ruolo all’interno del settore sia nei confronti dei nostri stakeholder, con i quali condividiamo oggi questi risultati”.

Sono stati fissati obiettivi di crescita in diversi ambiti, con grande interesse al settore delle proteine non solo bianche, ma anche rosa e di origine vegetale. A questo proposito, l’acquisizione di Lenti è stato un primo passo di integrazione della filiera delle proteine rosa e il recente lancio della nuova linea “Ama, Vivi e Gusta” ha invece segnato l’ingresso di Amadori nel comparto delle proteine verdi, segmento di mercato in forte ascesa e in linea con le più nuove abitudini del consumatore moderno.

Per i prossimi anni, il Gruppo conferma le linee guide strategiche di ampliamento dell’offerta di prodotti a base proteica e il conseguente piano strategico di investimenti con l’obiettivo di medio periodo di raggiungere 1,7 miliardi di fatturato, consolidando il modello di filiera 100% italiana, integrata e sostenibile. Rispetto alle previsioni, il 2022 mostra diverse incognite, dall’aumento generalizzato dei costi di produzione all’emergenza aviaria. Nonostante ciò il Gruppo Amadori conferma gli obiettivi di crescita anche attraverso maggiori investimenti in comunicazione.

“La strategia di sviluppo e di investimenti è funzionale al raggiungimento di importanti obiettivi di sostenibilità economica e ambientale lungo tutta la filiera, dagli allevamenti agli stabilimenti, dai mangimifici alla logistica – conclude Berti. A partire dalle nostre linee premium Il Campese, Bio e Qualità 10+, continueremo a puntare su qualità e innovazione per rispondere alle esigenze in costante evoluzione dei consumatori, portando valore a una cultura agroalimentare che nasce dal saper fare e sa guardare al futuro”.

Gruppo Amadori, cresce la tensione nella filiera avicola

I prezzi delle materie prime agricole continuano a crescere segnando un incremento medio del +39% rispetto al 2020 e del +52% rispetto al 2019. Un andamento che, anche alla luce degli scenari mondiali in rapida evoluzione, fa prevedere nel 2022 un trend di mantenimento dei prezzi ai massimi livelli (dati A.G.E.R. Borsa Merci Bologna). Una prospettiva assai negativa in particolare per il settore avicolo, in cui il costo della materia prima incide in maniera molto rilevante, fino al 65% sul costo del prodotto non ancora trasformato, cui si somma l’incremento dei costi dei trasporti, dell’energia e dei materiali da imballaggio.

“La filiera avicola italiana, l’unica autosufficiente nel settore zootecnico, va tutelata per la sua specificità strategica – ha dichiarato Francesco Berti Amministratore delegato del Gruppo Amadori. Per questo riteniamo necessario convocare con urgenza un confronto tra istituzioni, organismi di rappresentanza, trasformatori e, non ultime, distribuzione e Horeca. Il rischio è che questa crisi, se non gestita in maniera condivisa, ricada sui quasi 7mila allevamenti e 38.500 allevatori professionali presenti nel nostro Paese. Dobbiamo scongiurare nella maniera più assoluta che i consumatori italiani siano costretti ad acquistare prodotti provenienti da altri Paesi, con minori garanzie in termini di qualità e sostenibilità delle filiere”.

La scarsità di materie prime e il conseguente incremento dei prezzi sono principalmente legati agli effetti del cambiamento climatico nei principali paesi produttori. Da un lato,l’aumento delle temperature e la siccità in paesi come Canada e Brasile hanno causato la riduzione dei raccolti, ad esempio di oltre il 50% per il grano canadese e del 30% per il mais brasiliano; dall’altro, la piovosità del nord Europa ha provocato un deficit qualitativo del grano. Fattori che impattano in misura ancora maggiore sulle materie prime non Ogm, con un balzo dei prezzi che per la soia nazionale – nell’arco temporale 2020-2022 – potrebbe raggiungere complessivamente il +50%.

Secondo il rapporto “Prospettive agricole nel decennio 2020-2029” curato dall’Ocse e dalla Fao, ilsettore avicolo farà da traino ai consumi di carne nei prossimi anni per i quali si stima una crescita di circa il +12%. Un incremento significativo motivato dal riconoscimento del valore delle proteine nobili dei prodotti avicoli nei regimi alimentarie dalla maggiore sostenibilità delle produzioni avicole rispetto ad altre filiere agroalimentari. Rispetto ai trend di consumo nazionali, le referenze maggiormente richieste dai consumatori si confermano quelle ad alto valore aggiunto, che crescono a due cifre (+26%)e rappresentano un vero e proprio traino per le vendite nei supermercati. Un successo che ha determinato una crescita media dei prezzi al consumo del 6%, ma che solamente in parte ha consentito di recuperare l’incremento dei costi legati ai prezzi delle materie prime.

“Le dinamiche dei prezzi alla produzione e dei prezzi al consumo – ribadisce Berti – rischiano di mettere in crisi gli allevamenti italiani e favorire l’ingresso nel mercato di prodotti provenienti da paesi con dimensioni produttive eccedenti rispetto ai consumi interni. Un esempio su tutti è quello della Polonia, che sta investendo proprio sull’estensione delle produzioni per uscire dai confini nazionali”.

Amadori certificata dal Sistema di Credit Management

Amadori è la prima azienda italiana del settore alimentare ad ottenere la certificazione del Sistema di Credit Management, importante traguardo interno ed esterno a garanzia di una adeguata gestione del credito commerciale. La certificazione è stata rilasciata dalla sede italiana di Intertek, tra le realtà leader a livello mondiale per soluzioni di Total Quality Assurance dedicate alle industrie, sotto accreditamento di Accredia (organismo di controllo a cui partecipano Ministeri e Organizzazioni rappresentative di interessi nazionali).

La certificazione del Sistema di Credit Management,da sempre un’area di grande attenzione per gli Internal Auditor e per le società quotate in borsa,è sinonimo di omogeneità, adeguatezza, trasparenza e ripetitività dei processi interni del servizio di gestione del credito. Rappresenta,inoltre,una garanzia nei confronti degli stakeholder di riferimento, come banche, assicurazioni, clienti e fornitori, confermando il controllo del Sistema di Credit Management e la sua conformità alla UNI/PdR 44,una prassi,questa, che estende i propri effetti sull’intero processo di gestione del ciclo attivo e sul miglioramento dei flussi informativi tra le funzioni aziendali interessate.

“Siamo soddisfatti di questo importante risultato, frutto di anni di lavoro e di un impegno costante da parte di tutte le funzioni coinvolte” – commenta Francesco Berti, Amministratore Delegato del Gruppo Amadori. Una corretta gestione del credito commerciale – uno degli asset più importanti nelle organizzazioni – assume una rilevanza fondamentale per la gestione della liquidità, requisito necessario per l’azienda in un’ottica di sostenibilità economica e finanziaria nel suo complesso, sia in termini di bilancio che di affidabilità nel rapporto con gli stakeholder. Una garanzia che ci permette di guardare al futuro con rinnovato impegno e nuove progettualità e che conferma il Gruppo Amadori un interlocutore di riferimento anche alla luce del piano di investimenti di 500 milioni di euro in cinque anni”.

La certificazione del Sistema di Credit Management del Gruppo Amadori è un ulteriore strumento di controllo che ci consente di mitigare il rischio su crediti. I benefici per l’azienda sono molteplici: la riduzione degli insoluti e delle perdite su crediti, il contenimento dei costi di recupero del credito, il supporto per l’ottimizzazione della gestione del circolante, il miglioramento degli indici di bilancio e delle condizioni di partnership nel rapporto cliente fornitore. Non ultimo, l’adeguamento alla legislazione in tema di gestione della crisi d’impresa (Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza – D.Lgs. del 12/01/2019 n. 14) e ai nuovi principi contabili internazionali IFRS (International Financial Reporting Standards). La certificazione del servizio di Credit Management avrà durata triennale e sarà subordinata all’esito positivo di periodiche verifiche ispettive.

Amadori partecipa a FierAvicola 2021

Il Gruppo Amadori partecipa all’edizione 2021 di FierAvicola, la manifestazione fieristica internazionale dedicata al settore avicunicolo che debutta da oggi per la prima volta, tornando in presenza, a Rimini (Expo Centre – 7/9 settembre).

Al centro del dibattito promosso dal Gruppo cesenate due temi di grande rilievo per il futuro della filiera avicola, una delle principali risorse del settore agroalimentare italiano: prezzi delle materie prime agricole e innovazione. L’impatto negativo della pandemia da Covid-19 ha provocato un ulteriore incremento dei prezzi di soia e cereali destinati all’industria mangimistica, con pesanti ripercussioni su tutta la filiera e in particolare per gli oltre 6.200 allevamenti presenti sul territorio nazionale.

“L’Italia sconta un pesante deficit di materie prime che ha raggiunto l’allarmante quota del 60%.Serve con urgenza un programma di potenziamento delle produzioni e di stoccaggio delle principali materie prime per la mangimistica, oltre che un piano proteine per l’alimentazione degli animali da allevamento” – evidenzia Francesco Berti, Amministratore Delegato del Gruppo Amadori. Uno scenario complesso che potrebbe minare la solidità di una delle poche filiere agroalimentari autosufficienti a livello nazionale, che sta continuando a investire in innovazione. A tale riguardo, il Gruppo ha previsto un piano di investimenti di 500 milioni di euro in cinque anni destinato proprio ad aumentare i processi di integrazione della filiera, potenziare le produzioni e innovare gli allevamenti con particolare attenzione agli aspetti del benessere animale e della qualificazione sostenibile della filiera integrata. “Per il settore agroalimentare, e in particolare per l’avicolo, è necessario un maggiore impegno verso i soggetti più esposti della filiera, gli allevatori. Nel PNRR, nei piani di sviluppo rurale, ma anche nella semplificazione burocratica serve una svolta decisiva per garantire un futuro a un settore strategico e distintivo”– conclude Berti.

Rispetto al mercato nazionale, gli asset valoriali del Gruppo hanno portato a risultati positivi su tutta la marca confezionata, con una performance in fatturato del +3% in totale e del +5% nel canale moderno,rispetto all’esercizio precedente, con un aumento delle vendite in baseline e minore incidenza promozionale.In questo contesto, la crescente attenzione del consumatore ai temi della salubrità, del benessere animale e della sostenibilità ha fatto registrare un andamento più che positivo delle linee premium a marchio Amadori, come Il Campese, Qualità 10+ e BIO. Una conferma della corretta strategia di lungo periodo adottata dal Gruppo, basata sullo sviluppo di filiere di eccellenza, 100% italiane e certificate. Positivo anche il mercato delle uova,con una domanda in crescita per le uova da allevamenti a terra, biologiche e da allevamenti all’aperto, che per Amadori rappresentano complessivamente quasi il 60%della produzione di filiera.

Durante la tre giorni di FierAvicola, il Gruppo Amadori parteciperà anche al convegno “Il futuro del mondo avicolo tra innovazione e convenienza”, promosso da Gdoweek e Mark Up, che si terrà mercoledì 8 settembre alle ore 15 (Sala B7).  I prodotti Amadori saranno anche protagonisti degli showcooking organizzati da IAL – Scuola Alberghiera e di Ristorazione di Cesenatico, accompagnati dalla selezione di vini curata da AIS Romagna(dal 7 al 9 settembre, area Forum dedicata).

Spazio Amadori a FierAvicola: Padiglione B7-D7 – Stand 7

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