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E-commerce, come sfruttare al meglio le potenzialità della Rete

Lo shopping è sempre più digitale e integrato tra mondo virtuale e reale. Ma quali sono gli aspetti ritenuti importanti dai clienti di tutto il mondo per vivere un’esperienza di acquisto positiva? Da una recente ricerca di Planet, provider di pagamenti e software integrati per hospitality e retail, emerge come gli italiani preferiscano il mobile, non solo come device preferito per fare ricerca (60%), ma anche per completare i propri acquisti (48%). Per il pagamento, la preferenza degli shopper italiani va ai metodi di pagamento digitale alternativi (71%), seguito da carte di credito o debito (60%). A differenza della media internazionale (13%), le prepagate restano ancora molto rilevanti per gli acquirenti tricolore (31%), più per i Baby Boomer (39%) che per la Gen Z (27%). Meno diffusi i wallet digitali come ApplePay e GooglePay (14%) e solo un italiano su dieci sceglie metodi di pagamento rateali come Klarna, mentre più del 20% non ritiene fondamentale la possibilità di acquistare con le criptovalute.

Se il reso è facile…
Per poco meno della metà degli online shopper italiani intervistati, la semplicità del procedimento di reso e di cambio è l’aspetto più importante per rendere l’esperienza di acquisto positiva, seguito dalla presenza del proprio metodo di pagamento preferito (39%), dalla visibilità dello stock (37%) e l’offerta di diverse possibilità di consegna, a casa o in negozio (35%).

La consegna
Più che la rapidità, è alla certezza della consegna a cui gli acquirenti italiani pensano quando acquistano tramite e-commerce. Per il 51% degli intervistati è molto importante la precisione della data di arrivo della merce, la cui possibilità di personalizzazione è rilevante per il 43%. Se non fondamentale, la velocità è comunque molto apprezzata: più di un italiano su tre non disdegna la consegna nella stessa giornata (36%) e il Click & Collect entro le 24 ore dall’ordine (31%), mentre solo per un italiano su quattro ha un peso quello entro le due ore.

Sicurezza e valute
Comprare in sicurezza è un dettaglio non sottovalutato: un sito non degno di fiducia può compromettere un acquisto (44%), così come il redirect verso altre pagine (32%), mentre l’autenticazione della propria banca è indice di sicurezza per un italiano su due. Quasi nove su dieci, infine, pagherebbero con la propria valuta se ne fosse offerta la possibilità: un aspetto, questo, considerato molto importante da più del 42% degli intervistati. Tra le ragioni, il fatto di conoscere l’esatto ammontare degli acquisti (37%), la possibilità di monitorare meglio le spese (36%) e di conoscere il prezzo esatto nella valuta locale (34%).

In negozio convince l’omnicanalità
Il pagamento è il primo aspetto a cui gli italiani pensano anche in negozio: per il 57%, infatti, è molto importante che il metodo preferito sia accettato. Nel punto vendita sono le carte di debito o credito a vincere (60%) rispetto ai metodi digitali alternativi (53%), seguito dalle prepagate (28%) e dai wallet digitali (16%). Per quasi la metà degli intervistati (44%), inoltre, è rilevante il fatto che lo staff possa controllare in tempo reale la disponibilità di un prodotto, mentre il 40% ritiene un dettaglio di valore la possibilità di consegna a casa se il prodotto è out-of-stock in negozio. Per uno su tre, infine, è molto importante la possibilità di fare self check-out o di ritirare il prodotto scelto in un altro store.

Come acquistano i clienti internazionali
Come per gli italiani, la facilità con cui effettuare il reso è un aspetto importante per una shopping experience online positiva anche per molti clienti europei, come danesi (56%), francesi (54%) e spagnoli (52%). Pagare con il proprio metodo preferito è invece il dettaglio più rilevante per gli e-shopper provenienti da USA (52%), Emirati Arabi (52%), Arabia Saudita (49%) e Cina (44%); per brasiliani (55%) e messicani (59%) è invece l’offerta di metodi di consegna alternativi, come l’home-delivery o il pick up in negozio. La possibilità di addebitare gli acquisti con la propria valuta locale è un aspetto imprescindibile per i clienti extraeuropei: se il dato medio dei clienti provenienti dall’Europa è intorno all’80%, per quelli fuori da questi confini si va ben oltre il 90%, in particolare tra gli acquirenti statunitensi (92%), emiratini (93%), arabi (94%), messicani (96%), brasiliani e cinesi (97%). Per più di un cliente a stelle e strisce su due (54%) è soprattutto per comprendere in modo chiaro i tassi di conversione, mentre la necessità di tenere sotto controllo facilmente le proprie spese è il motivo più indicato da brasiliani (52%) e singaporiani (43%); vedere i prezzi nella propria valuta locale, infine, è l’aspetto considerato dalla metà degli intervistati in Arabia, Emirati e Cina.

“Made in” e Tax-Free per conquistare i clienti esteri
Cosa rende lo shopping all’estero più appetibile rispetto a quello nel proprio paese di provenienza? Secondo la ricerca, il “Made in” è sempre un aspetto molto ricercato: a indicarlo come primo motivo sono quasi tutti gli shopper extraeuropei, soprattutto cinesi (62%), messicani (61%), brasiliani e statunitensi (57%). I prezzi più convenienti attirano di più i singaporiani (57%) e gli arabi (54%), mentre sono il secondo aspetto importante per gli emiratini (42%). Anche la possibilità di recuperare l’Iva attraverso il Tax-Free è un aspetto cruciale, in particolare per chi proviene da Cina (59%) e USA (49%). Un argomento, quest’ultimo, che nasconde un importante potenziale ma che a volte scoraggia gli shopper esteri per la poca chiarezza: tra gli aspetti più critici, la mancanza di istruzioni da parte del personale di negozio per circa il 40% di statunitensi e cinesi, mentre per il 38% degli arabi il ritardo nel rimborso. Anche la difficoltà di trovare uno sportello per il Tax-Free è sentita da un terzo dei clienti provenienti dagli Emirati Arabi Uniti, mentre per uno shopper da Singapore su quattro trova scomodo ricevere il rimborso in una valuta estera.

RFID e omnichannel: gli strumenti del retail nel post-Covid

Nella transizione al new normal, dopo l’emergenza sanitaria, il retail deve cambiare. Il percorso da seguire è quello dell’RFID come tecnologia abilitante in un’ottica di sempre maggiore omnicanalità. I negozi, infatti, non possono semplicemente riprendere da dove erano stati interrotti, ma adeguarsi al nuovo consumatore.

Il concetto di negozio fisico si è trasformato: da unico punto di contatto con i consumatori, esso è diventato parte di un sistema omni-canale. Se prima della pandemia il punto vendita rappresentava un riferimento ancora importante per gli acquisiti, durante il lockdown il canale e-commerce è divenuto poi il principale mezzo di acquisto ed ha continuato ad esserlo. D’altro canto, il punto vendita non è più, solo, un luogo dove comprare o prelevare un prodotto, ma sempre di più uno spazio dove il consumatore si aspetta di vivere un’esperienza di valore e in sicurezza. Per questa ragione il retailer deve ripensare e riprogettare lo store fisico in modo che sia parte di un’intera catena di canali interconnessi tra loro.

Alcuni comparti, come l’apparel, hanno subito quasi 12 settimane di battuta d’arresto, con un impatto molto significativo a livello di costi di gestione e struttura e in assenza totale del fatturato normalmente generato dal canale fisico

È chiaro che la chiave risiede nell’omnicanalità, e nella capacità che i retailer dimostreranno di avere nel mettere in campo strategie accurate di integrazione omnicanale in negozio. In questa nuova fase è necessario trasformare il concetto stesso di offerta di esperienze uniche ai clienti, in quello di un’esperienza superiore di scoperta del prodotto e di fruizione di servizi multi-canale sofisticati, quali BOPIS (acquisto online con ritiro in negozio), self-checkout e mobile checkout, ad esempio.

In questa vera e propria rivoluzione in parte in atto il ruolo di Checkpoint Systems come fornitore di tecnologia all’avanguardia è in prima linea per il supporto delle aziende: ad esempio con le proprie soluzioni basate sull’RFID.

Questa tecnologia potrebbe infatti essere uno dei principali fattori abilitanti la trasformazione del comparto, della mentalità, della cultura e del concetto stesso di omnicanalità: l’adozione della tecnologia RFID consente di avere inventari accurati, controlli dello stock a zero margine d’errore e quindi la possibilità di offrire ai clienti un servizio di altissimo livello.

Inoltre questa tecnologia negli anni ha visto abbattersi notevolmente i costi, divenendo sempre più alla portata di qualsiasi dimensione di business, dimostrando ampiamente il proprio valore aggiunto, coinvolgendo tutti i livelli della filiera, dalla logistica, al marketing, alle vendite (con un evidente ROI finale). Per altro scegliere un progetto RFID per un’azienda non significhi unicamente installare un’infrastruttura hardware, bensì adottare un sistema software all’avanguardia, sul cui sviluppo e potenziamento continuo il reparto R&D di Checkpoint rivolge i maggiori sforzi ed investimenti, credendo fortemente nel valore di questa tecnologia. L’obiettivo dell’azienda è infatti quello di accompagnare i retailer a tutti i livelli dell’adozione, per contribuire al loro successo nella “prossima normalità” del Post-Covid.

 

 

Halo: ordini omnichannel direttamente in store

Checkpoint Systems ha lanciato una release della piattaforma software IoT HALO che combina funzioni omnichannel e di gestione delle attività. Da oggi HALO supporta gli ordini omnichannel direttamente in-store, ossia attraverso la modalità: “acquista online, ritira in negozio” e “spedisci dal negozio”. Utilizzando la tecnologia RFID e dati di inventario accurati, HALO aiuta a distribuire gli ordini tra i negozi in base alla disponibilità. Inoltre l’app HALO mostra al personale del negozio le informazioni relative all’ordine direttamente sul cellulare, aiuta a programmarne la loro evasione, a localizzare gli articoli e a preparare il ritiro o la spedizione. La nuova funzionalità consente di incrementare la produttività in-store aumentando le unità lavorate per ora e dando un impulso a vendite e customer satisfaction.

“Oggi, per imballare un ordine, il commesso utilizza tipicamente una stampa dal sistema ERP per cercare i prodotti nel negozio. Alcuni articoli potrebbero essere già venduti, altri mal posizionati. Può succedere così, che l’addetto alle vendite perda tempo a cercarli e perfino che a volte debba rifiutare l’ordine. Per far fronte a situazioni come queste, HALO utilizza dati di inventario in real-time, supportando il dipendente con un’applicazione facile da usare durante tutto il processo di evasione in-store rendendolo veloce ed efficiente”, spiega Phil Fisher, product manager di HALO.

Secondo Forrester, società specializzata in ricerche di mercato, e la National Retail Federation, l’accuratezza dell’inventario è un problema per il 56% dei retailer che sta implementando programmi omnichannel. Con la tecnologia RFID, la precisione dell’inventario può essere aumentata dal 65-75% al 93-99%, come rilevato da GS1, da ECR Community Shrinkage and On-shelf Availability Group.

“Investiamo costantemente nella logistica e nell’IT per razionalizzare il modello omnichannel consumer-oriented. Con la nuova funzionalità per l’esecuzione in-store di HALO, ci aspettiamo di ottimizzare ulteriormente le operazioni grazie a inventari più accurati, creando un nuovo livello di customer satisfaction”, commenta Daniel Muñoz, Operations Director di Desigual, brand di moda internazionale con sede in Spagna.

Come funziona HALO

E’ una piattaforma Software-as-a-Service che fa parte delle soluzioni RFID di Checkpoint per il retail. HALO è in grado di tracciare ogni articolo etichettato lungo la supply chain del retailer raccogliendo i dati dai lettori RFID nei negozi e nei centri di distribuzione. La piattaforma si sincronizza con il software di pianificazione delle risorse aziendali (ERP) e il software del sistema di gestione del magazzino (WMS), assicurando accuratezza dell’inventario, disponibilità della merce a scaffale ed efficienza lungo tutta la supply chain. Oltre all’evasione degli ordini omnichannel, alla programmazione delle attività e alla localizzazione degli articoli, i dipendenti degli store possono servirsi di HALO per l’inventario, la ricezione delle merci, il rifornimento degli scaffali e la conformità dell’esposizione dei prodotti.

The omnichannel challenge involves the integrated supply chain

In the omnichannel scenario that is emerging, the supply chain is increasingly becoming the key for integrating the different channels and allowing a common inventory. This, according to Franck Lheureux, GVP South & CE Europe of JDA, who we met at the Word Retail Congress, is the critical factor of greatest impact for retail. Closer integration of eCommerce, order management and all the elements of the supply chain will be vital to provide better customer service, thanks to greater responsiveness and, at the same time, improved business efficiency.

The main issue for retailers is to monitor the various channels, making products arrive at the customer in a profitable manner. “Profitability is the mantra for retailers”.

Also the time factor is crucial in the organisation of the supply chain, because cycles are accelerating. “Today, time is measured in instants – says Lheureux – and is important for profitability in the management of customer demand. Since it is necessary to instantly respond to customer orders, the inventory must be available exactly where and when the customer expects the product to be delivered”.

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In this process, also stores must change: the shopping experience must be enhanced and they must become places of pleasant experience in themselves. “If you do not emotionally connect the customer with the brand, if you do not create interactivity, you risk losing brand equity and consequently consumers,” underlines Lheureux.

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The first automated Coop store makes it debut in Sicily

The first automatic Coop (the most important Italian retailer) store called Coop Qui (here) is situated in the car park of a large electrical component and semiconductor company in Catania, STMicroelectronics. Objective: allow the 4000 workers, average age 40 years, many of whom work in research and development, to do their shopping and collect it on site before going home, 24 hours a day, 7 days a week.

Coop Qui is a kind of vending machine enabled for e-commerce and with a wider range of goods. Employees, in fact, have two options: they can make their purchases directly on site or online via a PC, tablet or smartphone, “selecting” from a virtual catalogue that offers food, personal hygiene and household products.  The store was created by WIB, acronym for for Warehouse In a Box, a Sicilian start-up which developed the innovative concept. The multiple withdrawal technology patented by WIB allows an entire automated shopping list to be managed with a single withdrawal of several items, regardless of their shape, weight or fragility.

An experiment for Coop Sicily, certainly, but if it “works” it could be replicated elsewhere. “We adopted the initiative of WIB, a young start-up which, starting from Sicily, has managed to receive worldwide recognition, with conviction.  A company that demonstrates that the skills and creativity of this region can also be expressed in a sector of great innovation. With this initiative, Coop intends to make a concrete contribution to the entrepreneurial growth of Sicily and to offer to an extraordinary company the experience and the name of the largest Italian distributor – said Lucio Rossetto, CEO of Coop Sicily -. We are grateful to STMicroelectronics for having been the first to provide space for this experimental project. Coop hopes that this model will meet with the approval of consumers and that it can be replicated in various locations in Catania, Italy and worldwide”.

WIB Machines in fact make it possible to set up a real store with limited investment and low operating costs. “We are proud – said Nino Lo Iacono, CEO and founder of WIB – to have reached the market with a very innovative, high-tech solution. The feedback from ST employees has already provided us with -suggestions for improving the quality of the service”.

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